La scintilla che dà fuoco alla prateria
L'INTERNAZIONALE COMUNISTA
E I POPOLI COLONIALI

Premessa

Seppure il centro dell'esplosione rivoluzionaria a seguito degli effetti della prima guerra mondiale e della rivoluzione russa è stato l'Europa, l'Internazionale comunista è divenuta fin dalla sua fondazione anche il motore di uno sviluppo rivoluzionario di portata mondiale.

Già dal secondo congresso (luglio-agosto 1920) l'Internazionale si occupa della questione coloniale e nelle tesi afferma:
"... tutti i partiti comunisti debbono appoggiare nei fatti in tali paesi i movimenti rivoluzionari di liberazione... l'obbligo di fornire un aiuto tangibile e vigoroso spetta in primo luogo agli operai del paese da cui la nazione arretrata dipende, sia sul piano coloniale che su quello finanziario... è necessario in particolare appoggiare il movimento contadino contro i proprietari fondiari e contro tutte le forme e i residui del feudalesimo... bisogna soprattutto tendere a imprimere al movimento contadino un carattere il più possibile rivoluzionario..."

Per dare consistenza concreta a queste posizioni, nel settembre 1920 viene convocato a Baku il Congresso dei popoli orientali oppressi che apre una discussione di ampia portata sulle prospettive rivoluzionarie del movimento antimperialista delle colonie. Ma è con il IV congresso dell'Internazionale, nel novembre 1922, che la questione orientale e coloniale assume un carattere strategico.

Le tesi del IV congresso sulla questione orientale delineano il quadro storico e i punti essenziali su cui i comunisti intendono muoversi in maniera coordinata e in particolare si sostiene che '...i partiti comunisti dei paesi coloniali e semicoloniali si trovano di fronte ad un duplice compito: da una parte combattere per una soluzione quanto più possibile radicale dei problemi di una rivoluzione democratico-borghese, volta alla conquista dell'indipendenza politica; dall'altra organizzare le masse operaie e contadine per la lotta a sostegno dei loro particolari interessi di classe, sfruttando tutti i contrasti in campo nazional-democratico-borghese'. Dalle tesi del IV congresso sulla questione coloniale, novembre 1922, [qui].

Nelle tesi viene inoltre data una indicazione precisa sul ruolo dei partiti comunisti dei paesi colonialisti '... che devono assumersi il compito di organizzare un aiuto sistematico sia sul piano ideale sia su quello materiale al movimento proletario rivoluzionario delle colonie.'

Il 1922 è anche il periodo in cui la politica dell'Internazionale si articola e si collega allo sviluppo concreto dei movimenti anticoloniali e antimperialisti dei paesi assoggettati. Sono di questo periodo i documenti e le indicazioni dell'Internazionale relativi alle varie aree in cui la lotta anticolonialista e antimperialista si andava sviluppando:


1. Appello del Comitato Esecutivo per la liberazione delle colonie francesi del Nordafrica dove si sostiene la lotta rivoluzionaria delle popolazioni algerine e tunisine e si esalta la collaborazione dei comunisti francesi a queste lotte [qui].

2. Appello del Comitato Esecutivo per l'indipendenza della Turchia, 25 settembre 1922, [qui], dove, pur evidenziando che il governo turco non è un governo operaio e contadino, si sottolinea che '...i lavoratori turchi hanno capito che, a prescindere dal loro rapporto con questo governo, la lotta in Turchia è lotta del popolo contadino povero contro l'asservimento da parte del capitale internazionale.'

3. Risoluzione del IV Congresso sulla questione dei negri [qui], dove si dichiara che '... la rivoluzione russa e i grandi movimenti insurrezionali delle popolazioni asiatiche e musulmane contro l'imperialismo hanno ridestato la coscienza di razza di milioni di negri che da secoli sono oppressi e umiliati dal capitalismo non soltanto in Africa ma, e forse più ancora, in America'.

4. Appello del Comitato Esecutivo agli operai e ai contadini dell'America Latina [qui] ' ... compagni, organizzatevi, rafforzate i vostri partiti comunisti e fondateli là dove non esistono ancora ... perchè ... l'imperialismo statunitense cerca di estendere l'orbita del suo dominio ...e diventa il centro della reazione internazionale della borghesia contro il proletariato'.

5. Appello degli Esecutivi dell'IC e dell'ISR contro le sentenze di morte pronunciate in India, marzo 1923, [qui]. Nella risoluzione si dice che '...la grande maggioranza dei condannati è rappresentata da contadini poveri, spinti alla rivolta dall'insopportabile carico delle tasse di guerra e dal rialzo dei prezzi. La rivolta era diretta sia contro i proprietari terrieri indigeni che contro il governo straniero, poichè gli uni e l'altro succhiano il sangue dei contadini'.

6. Istruzioni del Comitato esecutivo al III° congresso del Partito comunista cinese, maggio 1923, [qui]. Il Partito comunista cinese si era costituito nel luglio 1921 e già marciava a fianco dell'IC lungo la via che lo avrebbe portato al potere. Si trattava del più grande paese del mondo che aveva iniziato la rivoluzione anticolonialista e antimperialista.


I testi che riportiamo danno sicuramente l'idea del ruolo sistematico con cui l'Internazionale comunista seguiva la crescita dei movimenti rivoluzionari anticolonialisti e antimperialisti in Asia, Africa e America Latina e ciò che è avvenuto in questi continenti in termini di liquidazione del colonialismo e di esperienze socialiste, dalla Corea, alla Cina, al Vietnam a Cuba ne è la testimonianza storica.