Cuba
Una resistenza che condiziona tutta l'America Latina


Nonostante le estreme difficoltà che Cuba socialista ha dovuto affrontare dopo la liquidazione del regime di Batista, essa ha confermato che la rivoluzione diretta da Fidel ha messo profonde radici nel popolo.

La previsione della liquidazione del sistema socialista all'indomani del trionfo della controrivoluzione in URSS e nei paesi socialisti europei non si è realizzata e, a distanza di più di venticinque anni dal crollo, il Partito comunista cubano mantiene aperta la strada iniziata sulla Sierra.

Ovviamente, contro ogni tentativo di introdurre categorie astratte di valutazione dell'esperienza di costruzione del socialismo a Cuba, bisogna riportare le questioni ai problemi concreti che la realtà oggettiva pone. Con questi dunque Cuba deve fare i conti. Questi problemi si chiamano blocco economico statunitense, esistenza di una forte migrazione anticastrista negli USA che condiziona il clima interno dell'isola, difficoltà di far decollare un'economia che non ha trovato possibilità di espansione in settori diversi dal turismo.

Nel corso del 7° congresso del Partito comunista cubano, tenutosi all'Avana nell'aprile del 2016, nella relazione introduttiva di Raul Castro sono state poste una serie di considerazioni sulla situazione esistente nel paese e sul programma del partito per i prossimi anni. Sul clima politico e sociale esistente a Cuba, Raul Catro rileva che in alcuni strati della società esistono tendenze all'inerzia e assenza di fiducia nel futuro e anche una aspirazione allo sviluppo accelerato di riforme in senso capitalistico. Nelle conclusioni, il 7° congresso conferma le riforme già introdotte (garanzia per gli investimenti stranieri, introduzione di un'economia privata in cui sono occupate già 500.000 persone) ed esalta le scelte cinesi e vietnamite in termini di modello economico. Tuttavia patrimonio statale nell'economia e organizzazione dei servizi sociali rimangono la base del sistema.