Da K. Gossweiler, op. cit. p. 256, nota del 4 luglio 1956
Togliatti su l'Unità del 3 luglio commenta il golpe a Poznan.
"Il nemico esiste, è forte, attivo e non conosce pietà. Gli eventi di Poznan ce l'hanno fatto come non mai presente. Quanti fucili e quante mitragliatrici si riescono a mettere in funzione, se si ricevono ogni anno 125 milioni di dollari. Il nemico esiste dunque e opera anche in altri ambiti per farci deviare dalla nostra strada, per confondere e distruggere, per offuscare la verità e ostacolare i progressi del socialismo con tutti i mezzi [...]".
Al contrario, Gomulka in occasione dell'VIII plenum nell'ottobre del 1956:
"Sarebbe da ingenui tentare di presentare, in modo non credibile, la tragedia di Poznan come un'opera degli agenti e dei provocatori dell'imperialismo".
Così la Voce operaia di Wroclaw del 5 dicembre 1956: Sulle cause del golpe di Poznan "Respingiamo da subito la versione assurda degli agenti e delle centinaia di milioni".
Due linee dunque: una che, senza nascondere i propri errori, punta l'attenzione della classe operaia sugli intrighi del nemico di classe per armarla al fine di combatterlo; l'altra che sfrutta il dato di fatto degli errori per coprire il nemico con un mantello invisibile e ottundere la vigilanza di classe.