XIX Congresso del P.C.(b) dell'URSS
Relazione di G.M. Malenkov

5 ottobre 1952

Dal Rapporto di G.M Malenkov sull'attività del Comitato Centrale del P.C.(b) dell'URSS riproduciamo la terza parte che, dopo l'analisi della situazione internazionale e di quella interna dell'URSS, è dedicata ai problemi del Partito. Testo italiano tratto da "Verso il comunismo", Resoconto del XIX Congresso del P.C. (b) dell'URSS, Edizioni di Cultura Sociale, Roma 1952, pp. 147-178.

IlI

I l    P a r t i t o

La potenza in continuo sviluppo della nostra patria sovietica è il risultato della giusta politica del partito comunista e del suo lavoro organizzativo nell'attuazione di questa politica. Il partito, come forza dirigente e di guida della società sovietica, ha fatto sì che il paese si preparasse in tempo utile per la difesa attiva, concentrasse gli sforzi del popolo negli anni della guerra per sconfiggere il nemico e nel dopoguerra per assicurare un nuovo, potente e rapido sviluppo dell'economia nazionale.


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La storica vittoria del popolo sovietico nella Grande guerra patriottica, la realizzazione in anticipo del quarto piano quinquennale, il continuo sviluppo dell'economia nazionale, l'elevamento del benessere materiale e del livello culturale del popolo sovietico, il rafforzamento dell'unità morale e politica della società sovietica e dell'amicizia dei popoli del nostro paese, l'unione di tutte le forze del campo della pace e della democrazia attorno alla Unione Soviètica: questi sono i principali risultati che confermano la giustezza della politica del nostro partito.

Il periodo che stiamo passando in rassegna è stato un periodo di continuo rafforzamento del partito e di consolidamento dell'assoluta unità e saldezza delle sue file. Questa unità, conquistata nell'aspra lotta contro i nemici del leninismo, è il tratto più caratteristico della situazione in seno al partito e della sua vita interna. Questa è la fonte della forza e dell'invincibilità del nostro partito.

L'unità delle file del partito è stata la condizione decisiva che ha determinato la vittoria del popolo sovietico nella Grande guerra patriottica. Nei giorni più duri e difficili di quella guerra, quan­do erano in gioco le sorti della nostra patria, il no­stro partito agì come un'organizzazione di combattimento unita, le cui file erano esenti da ogni esi­tazione e da ogni divergenza. Alla luce dei risul­tati della guerra, si può apprezzare la grande im­portanza della lotta intransigente che il nostro partito ha condotto per molti anni contro tutti i nemici del marxismo-leninismo, contro i degenerati trotskisti-bukhariniani, contro i rinunciatari ed i traditori che si sforzavano di allontanare il partito dal suo giusto cammino e di rompere l'unità delle sue file. E' stato provato che questi infami traditori e fomentatori di tradimenti speravano soltanto in un attacco militare contro l'Unione So­vietica, pensando che in un momento di tremende difficoltà avrebbero potuto pugnalare alla schiena lo Stato sovietico, e fare così il giuoco dei suoi nemici.

Annientando l'attività clandestina dei trotskisti-bukhariniani, che erano il centro di attrazione di tutte le forze antisovietiche nel paese, epurando le nostre organizzazioni di partito e dei soviet dai ne­mici del popolo, il partito ha distrutto tempestiva­mente ogni possibilità di comparsa nell'U.R.S.S. di una «quinta colonna», ed ha preparato politica­mente il paese alla difesa attiva. Non è difficile ca­pire che, se questo non fosse stato fatto tempestiva­mente, ci saremmo trovati presi tra due fuochi e avremmo potuto perdere la guerra.

Innanzitutto al nostro capo e maestro, compa­gno Stalin, il quale ha sostenuto l'unità leninista del partito, il partito deve la incrollabile unità delle sue file. L'unità delle file del partito è stata, è, e sa­rà sempre, il fondamento della sua forza e della sua invincibilità. Temprato nel fuoco delle terribi­li prove della guerra e nella lotta per superare le difficoltà del dopoguerra, il partito è giunto a que­sto congresso con una forza ed un'unità ancora maggiori, stretto come non mai attorno al suo Co­mitato centrale.

La forza del nostro partito risiede nei suoi le­gami organici con le grandi masse, nel fatto che è un vero partito del popolo, la cui politica corri­sponde ai vitali interessi del popolo. Organizza­zioni di massa come i sindacati sovietici e l'U­nione della gioventù comunista assolvono una funzione sempre più importante per unire i la­voratori attorno al partito ed educarli nello spi­rito del comunismo.

La battaglia per la libertà e l'indipendenza del­la nostra patria, per la edificazione della società comunista, ha fuso il nostro partito ancora più strettamente col popolo e ha rafforzato i suoi legami con le grandi masse dei lavoratori. Il po­polo sovietico appoggia unanimemente la politica del partito e ripone in esso completa fiducia.

La prova eloquente dei più stretti legami tra il partito e le masse, del suo crescente prestigio tra il popolo sovietico, è fornita dall'aumento dei suoi membri. Al XVIII Congresso, il partito ave­va 1.588.852 membri effettivi e 888.814 membri candidati, con un totale di 2.477.666. Il 1º ottobre 1952 il loro numero era di 6.882.145, di cui 6.013.259 membri effettivi e 868.886 membri candidati.

Durante la Grande guerra patriottica, nono­stante le gravi perdite subite al fronte dal partito, i suoi membri, invece di diminuire, sono aumentati di oltre 1.600.000. Nel partito sono entrati i più pro­di combattenti dell'Esercito sovietico e della Ma­rina sovietica, che hanno dato prova di valore sul campo di battaglia, gli operai, colcosiani e gli in­tellettuali sovietici più avanzati, il cui lavoro pie­no di abnegazione nelle retrovie ha spianato la via alla vittoria sul nemico.

Dopo la conclusione della guerra, il Comitato centrale del partito ha deciso di frenare in una certa misura l'afflusso dei nuovi membri; nondi­meno l'ammissione è continuata a ritmo accelera­to. Il partito non ha potuto non avvertire che il rapido aumento delle sue file aveva certe caratte­ristiche negative, poiché contribuiva a ridurre in una certa misura il livello della formazione poli­tica e della qualità media generale dei membri. Si è verificato un certo divario tra l'aumento quan­titativo del partito e il livello della preparazione politica dei suoi membri effettivi e candidati.

Per eliminare questo divario e per migliorare ulteriormente la composizione qualitativa del par­tito, il Comitato centrale ha ritenuto necessario di non forzare l'ulteriore aumento del numero dei membri e di concentrare la attenzione delle or­ganizzazioni di partito sull'elevamento del livello politico dei membri effettivi e candidati. Su indi­cazione del Comitato centrale, le organizzazioni di partito hanno cominciato a scegliere con maggiore cura i nuovi membri aumentando le esigenze nei confronti dei richiedenti e compiendo un vasto la­voro per promuovere la formazione politica dei co­munisti. Il risultato è stato un indubbio elevamento del livello politico dei membri del partito, della co­scienza marxista-leninista dei nostri quadri. Tutta­via, non si può dire che il compito fissato dal partito per l'eliminazione del divario tra la for­mazione politica dei comunisti e l'aumento delle file del partito sia stato già assolto. Così stando le cose, noi dobbiamo continuare la politica di li­mitazione delle ammissioni e di miglioramento del lavoro per dare una formazione politica e una tem­pra comuniste ai membri del partito, poiché la forza del partito risiede non soltanto nel numero dei suoi membri, ma soprattutto nella loro qualità.

Nel dopoguerra, il rafforzamento degli organi del partito, il miglioramento della loro attività e l'intensificazione del lavoro delle organizzazioni di partito hanno assunto una importanza partico­lare.

I nuovi compiti che si sono posti dinanzi al paese, con la fine della guerra e col passaggio all'edificazione pacifica, hanno richiesto un serio miglioramento del lavoro all'interno del partito ed un più alto livello della direzione dell'attività statale ed economica da parte delle organizzazioni di partito. Il fatto è che la situazione creata dalla guerra aveva richiesto certi metodi particolari di direzione del partito e al tempo stesso aveva ge­nerato grandi deficienze nel lavoro degli organi e delle organizzazioni del partito. Ciò si è mani­festato soprattutto nel fatto che gli organismi del partito hanno dato una minore attenzione al lavoro di organizzazione e al lavoro ideologico del par­tito: come conseguenza, in molte organizzazioni del partito questo lavoro è stato trascurato. Si è creato un certo pericolo, e cioè che gli organismi del partito si staccassero dalle masse e si trasfor­massero da organi di direzione politica, da orga­nizzazioni combattive e con iniziativa propria, in una specie di istituzioni amministrative buone so­lo a dare ordini e incapaci di opporsi alle mani­festazioni di campanilismo, di ristrettezza e ad al­tre tendenze contrarie agli interessi dello Stato, non vedendo le deformazioni aperte della politica del partito nell'edificazione economica, il danno arrecato agli interessi dello Stato.

Per scongiurare questo pericolo e risolvere con successo il compito di consolidare gli organismi locali del partito e rafforzare il lavoro delle or­ganizzazioni del partito, era necessario liquidare le negligenze nel lavoro d'organizzazione e nel lavoro ideologico del partito e porre fine a fatti come l'introduzione nelle organizzazioni del par­tito di metodi amministrativi di direzione, che por­tano alla burocratizzazione del lavoro del partito e indeboliscono l'attività e l'iniziativa delle masse del partito.

Il Comitato centrale ha posto al centro della attenzione delle organizzazioni del partito il com­pito di applicare in modo conseguente la democra­zia interna del partito e sviluppare la critica e la autocritica, di rafforzare su questa base il controllo da parte delle masse del partito sull'attività degli organismi del partito, poiché in questo risiede la chiave per l'ascesa di tutto il lavoro del partito, la chiave per elevare l'attività e l'iniziativa delle organizzazioni e dei membri del partito. Le misure applicate dal partito per sviluppare la democrazia interna del partito e l'autocritica hanno aiutato le organizzazioni del partito a superare in notevole misura le deficienze nel lavoro politico, hanno avuto una funzione seria nella sua ascesa. Su que­sta base si sono accresciute l'attività e l'iniziativa dei membri del partito; le organizzazioni di base del partito nelle aziende, nei colcos e negli enti amministrativi si sono rafforzate; il loro lavoro si è ravvivato; è aumentato il controllo delle masse del partito sull'attività degli organismi del par­tito e così pure si è elevata la funzione delle ses­sioni dei comitati del partito e degli attivisti.

Tuttavia, sarebbe un errore non vedere che il livello del lavoro politico del partito è ancora in­dietro rispetto alle esigenze della vita, ai compiti posti dal partito. Bisogna riconoscere che nel la­voro delle organizzazioni del partito esistono de­ficienze e errori, che nelle nostre organizzazioni di partito esistono non pochi fenomeni negativi e talvolta anche malsani che noi dobbiamo conosce­re, vedere, denunciare al fine di eliminarli, di su­perarli e di garantire la marcia vittoriosa in avanti.

In che cosa consistono queste deficienze, questi errori, queste manifestazioni malsane, e quali so­no, di conseguenza, i compiti del partito?


1) L'autocritica e soprattutto la critica dal basso sono lungi dall'essere divenute, in piena misura e in tutte le organizzazioni del partito, il metodo principale per scoprire e correggere i nostri erro­ri e le nostre deficienze, le nostre debolezze e i no­stri mali.


Nelle organizzazioni del partito si costata an­cora una sottovalutazione della funzione della cri­tica e dell'autocritica nella vita del partito e dello Stato, si commettono persecuzioni e vessazioni per la critica. Si possono incontrare sovente dei fun­zionari di partito che non cessano di proclamare la loro fedeltà al partito, ma che in pratica non tollerano la critica dal basso, la soffocano e si ven­dicano di coloro che li criticano. Sono noti non pochi casi in cui l'atteggiamento burocratico verso la critica e l'autocritica è stato di grave pregiudizio alla causa del partito, ha soffocato le iniziative delle organizzazioni del partito, ha minato il presti­gio della direzione fra le masse del partito e in al­cune organizzazioni del partito ha instaurato abi­tudini antipartito da burocrati, nemici giurati del partito.

Il partito non può non tener conto del fatto che là dove la critica e l'autocritica sono relegate in secondo piano, dove il controllo delle masse sul­l'attività delle organizzazioni e delle istituzioni è diventato più debole, appaiono inevitabilmente deformità come il burocratismo, la putrefazione e persino la disgregazione di certi settori del no­stro apparato. Beninteso, questi casi non sono mol­to diffusi tra noi. Il nostro partito è più che mai solido e sano. Ma bisogna comprendere che se queste malattie pericolose non si sono diffuse gra­vemente è soltanto perchè il partito, servendosi dell'arma della critica e dell'autocritica, le ha aper­tamente e audacemente scoperte a tempo debito, ha assestato colpi decisivi alle manifestazioni con­crete di presunzione, di burocratismo e di putrefa­zione. La saggezza della direzione consiste precisa­mente nel saper discernere il pericolo quando esso è ancora in embrione e impedirgli di estendersi fino a diventare una minaccia.

La critica e l'autocritica sono un'arma prova­ta del partito nella lotta contro le deficienze, gli errori e i fenomeni malsani che minano l'organi­smo sano del partito La critica e l'autocritica non indeboliscono, ma consolidano lo Stato sovietico, il regime sociale sovietico, e questo è un'indice del­la sua forza e della sua vitalità.

Attualmente è particolarmente importante as­sicurare lo sviluppo dell'autocritica e della critica dal basso, combattere in modo implacabile, come nemici giurati del partito, coloro che ostacolano lo sviluppo della critica delle nostre deficienze, che soffocano la critica, che tollerano le persecuzioni e le vessazioni contro chi ha criticato. In effetti, in seguito alla fine vittoriosa della guerra e ai grandi successi economici nel periodo postbellico, si è sviluppato in seno al partito un atteggiamento non critico verso le deficienze e gli errori nel la­voro delle organizzazioni del partito, economiche ed altre. I fatti provano che i successi hanno tal­volta generato nelle file del partito uno stato di animo di autosufficienza, la tendenza a conside­rare che tutto va per il meglio, il quieto vivere pic­colo-borghese, il desiderio di dormire sugli allori e di vivere dei meriti del passato. Si sono visti apparire numerosi funzionari di partito i quali considerano che «noi possiamo far tutto», che « nulla ci può arrestare », che « gli affari vanno bene » e che è inutile complicarsi la vita in sgra­devoli occupazioni come ricercare le deficienze e gli errori nel lavoro, lottare contro i fenomeni ne­gativi e malsani nelle nostre organizzazioni. Que­sti stati d'animo, nocivi per le loro conseguenze, si sono impadroniti di una parte dei quadri mal preparati e instabili dal punto di vista di partito. Vi sono dirigenti di organizzazioni del partito, dei soviet e di organizzazioni economiche i quali non di rado trasformano le assemblee, le riunioni del­l'attivo, le sessioni e le conferenze in una parata, in un luogo dove ci si può autoincensare, così che gli errori e le deficienze nel lavoro, i mali e le debolezze non sono denunciati e criticati, ciò che rafforza la tendenza alla presunzione e alla com­piacenza. Uno stato d'animo di indolenza è pene­trato nelle organizzazioni del partito. Si osservano tra i funzionari del partito, delle organizzazioni economiche, dei soviet e altri, casi di rilassamento della vigilanza, casi di negligenza, di divulgazione dei segreti del partito e dello Stato. Certi funzio­nari sono tanto presi dagli affari e dai successi economici che cominciano a dimenticare che l'ac­cerchiamento capitalista esiste ancora e che i ne­mici dello Stato sovietico si sforzano ostinatamen­te di introdurre tra di noi i loro agenti, di utiliz­zare per i loro ignobili scopi gli elementi instabili della società sovietica.

Per far progredire con successo la nostra causa, bisogna lottare risolutamente contro i fenomeni negativi e orientare l'attenzione del partito e di tutti i cittadini sovietici verso la eliminazione delle deficienze nel lavoro. Per questo, è necessario svi­luppare largamente l'autocritica e soprattutto la critica dal basso.

La partecipazione attiva delle grandi masse dei lavoratori alla lotta contro le deficienze nel lavoro e contro i fenomeni negativi nella vita della no­stra società è la viva testimonianza della vera democrazia del regime sovietico e dell'alto grado di coscienza politica degli uomini sovietici. La cri­tica dal basso è l'espressione dell'iniziativa crea­trice di milioni di lavoratori, della loro sollecitu­dine per il consolidamento dello Stato sovietico. Quanto più saranno sviluppate l'autocritica e la cri­tica dal basso, tanto più si manifesteranno le forze creatrici e le energie delle masse, e tanto più gran­de e più forte sarà la consapevolezza del nostro popolo di essere padrone del paese.

E' sbagliato credere che la critica dal basso possa svilupparsi da sè, spontaneamente. Essa può svilupparsi ed estendersi soltanto a condizione che ogni persona che sollevi una critica sana possa es­sere certa di trovare l'appoggio delle nostre orga­nizzazioni e che le deficienze denunciate saranno effettivamente eliminate.

E' necessario che le organizzazioni di partito ed i funzionari del partito, tutti i nostri dirigenti, si mettano alla testa di questo movimento e diano un esempio di atteggiamento sincero e coscienzioso verso la critica. Tutti i dirigenti, e soprattutto i funzionari del partito, hanno il dovere di creare condizioni tali da permettere a tutti i cittadini so­vietici onesti di criticare arditamente e senza ti­more le deficienze nel lavoro delle nostre organiz­zazioni e istituzioni. Le assemblee, le sessioni ple­narie, le riunioni degli attivi e le conferenze in­dette da tutte le organizzazioni debbono divenire in pratica una larga tribuna per la critica ardita e acuta delle deficienze.

La lotta tenace contro le deficienze e i sistemi deleteri nel lavoro delle organizzazioni di partito, dei soviet, economiche, ecc., deve divenire il com­pito quotidiano di tutto il partito. Un comunista non ha il diritto di essere indifferente dinanzi ai sistemi malsani e alle deficienze nel lavoro, e tanto meno ha il diritto di nasconderli al partito. Ogni membro del partito ha il dovere, se sa che questa o quella organizzazione non funziona come dovreb­be, se viene arrecato danno agli interessi del par­tito e dello Stato, di portare a conoscenza degli organi dirigenti del partito, fino al Comitato cen­trale, tutte le deficienze, senza riguardi personali. Questo è il dovere di ogni comunista, il suo più importante dovere verso il partito. Alcuni dirigen­ti pensano che se funzionari da loro dipendenti fanno conoscere le deficienze al Comitato centrale del partito, ostacolano il loro lavoro di direzione e minano il loro prestigio. Noi dobbiamo porre energicamente fine a queste opinioni dannose e profondamente contrarie al partito.

Il compito del partito è di sviluppare la critica e l'autocritica al massimo, di eliminare tutto ciò che impedisce ed ostacola la critica. Quante più persone noi porteremo sul terreno della lotta con­tro le deficienze del nostro lavoro, tanto più forte sarà il controllo della base sull'attività di tutte le nostre organizzazioni, e tanto più noi avanzeremo con successo in tutti i campi. La conseguente at­tuazione della parola d'ordine della critica e del­l'autocritica richiede una lotta risoluta contro tutti coloro che ostacolano lo sviluppo della critica e contro tutti coloro che perseguitano e soffocano la critica. I funzionari che non promuovono la critica e l'autocritica sono un ostacolo per il nostro pro­gresso. Essi non sono maturi per la funzione di dirigenti e non possono contare sulla fiducia del partito.


2) La disciplina di partito e di Stato è ancora debole fra alcuni funzionari di partito, dei soviet, di organizzazioni economiche ed altre.


Tra i nostri quadri vi sono non pochi funziona­ri che assumono un atteggiamento formalistico ver­so le decisioni del partito e del governo e non si sforzano di realizzarle con la energia e la perseve­ranza necessarie. Nè essi si preoccupano del fatto che il lavoro procede in modo insoddisfacente e che l'interesse del paese ne risente. Un atteggiamento formale nei confronti delle decisioni del partito e del governo, un atteggiamento passivo nei riguar­di della loro attuazione, sono mali che dobbiamo sradicare nel modo più implacabile. Il partito non ha bisogno di funzionari fossilizzati e che hanno un atteggiamento passivo, di uomini che pongono la loro tranquillità personale al di sopra degli interessi della causa, ma di uomini che pon­gano gli interessi dello Stato al di sopra di ogni altra cosa e che siano disposti a lottare con abne­gazione e tenacemente per la realizzazione delle direttive del partito e del governo.

Una delle trasgressioni più pericolose e nocive della disciplina del partito e di Stato è il fatto che alcuni funzionari nascondono il vero stato delle cose nelle aziende e negli uffici loro affidati, ed esa­gerano i risultati del loro lavoro.

Il Comitato centrale e il governo hanno accertato che alcuni funzionari hanno posto i loro ristretti interessi burocratici e campanilistici al disopra de­gli interessi generali dello Stato e, con il pretesto di provvedere alle esigenze delle aziende loro af­fidate, hanno nascosto allo Stato le risorse mate­riali di cui disponevano, trasgredendo così le leggi del partito e dello Stato.

E' anche noto che alcuni dirigenti dei settori economici, con la tolleranza delle organizzazioni del partito, avanzano richieste di materie prime e materiali intenzionalmente superiori al fabbisogno e, non riuscendo a realizzare i piani produttivi, dan­no informazioni inesatte nelle loro relazioni sull'an­damento della produzione. Vi sono stati non pochi funzionari i quali hanno dimenticato che le azien­de affidate alla loro cura e alla loro direzione sono aziende di Stato e che cercano di trasformar­le in loro domini privati nei quali questa sorta di dirigenti, se così possono essere chiamati, fa tutto ciò che «è deciso dal loro piede sinistro». Un gran male consiste nel fatto che noi abbiamo non pochi funzionari i quali credono che le deci­sioni del partito e le leggi sovietiche non siano im­pegnative per loro, i quali credono che da noi esistano due discipline: una per i gregari e l'altra per i dirigenti. Tali «dirigenti» credono che tutto sia loro permesso, credono di poter trasgredire le leggi sovietiche, abbandonarsi ad eccessi e com­mettere arbitrii.

Il partito esige da tutti i suoi membri, e tanto più dai quadri dirigenti, la verità e la onestà, il rigido assolvimento dei loro doveri nei confronti del partito e dello Stato, e non può concedere la propria fiducia a coloro che commettono azioni contro lo Stato, che tentano di giocare d'astuzia con il governo, di ingannare il partito e lo Stato. Ogni inganno nei confronti del partito e dello Stato, sotto qualsiasi forma, ogni tentativo di in­gannare nascondendo o alterando la verità, non può essere considerato altrimenti che come il più grave delitto nei confronti del partito. E' tempo ormai di capire che da noi, nel partito, non c'è che una disciplina, sia per i membri di base che per i dirigenti, che le leggi sovietiche sono egual­mente obbligatorie per tutti i cittadini, indipen­dentemente dalla loro posizione. Non bisogna te­nere in alcun conto la posizione occupata dai diri­genti che si siano resi colpevoli di disonestà nel­l'attuazione delle decisioni del partito e del go­verno e che commettano illegalità e arbitrii.

Si tratta di porre fine risolutamente alle tra­sgressioni della disciplina del partito e dello Sta­to, alle manifestazioni di irresponsabilità, di di­sgregazione, di formalismo nell'adempimento del­le decisioni del partito e del governo, di elevare costantemente il sentimento del dovere verso il partito e lo Stato in tutti i nostri funzionari, di estirpare implacabilmente la mancanza di since­rità e di onestà. I funzionari che tentano di nascondere la verità al partito e di ingannarlo sono in­degni di militare nelle file del partito. L'assoluta osservanza degli interessi della nostra patria, la lotta attiva ed incessante per l'attuazione delle decisioni del partito e del governo sono il primo dovere di ogni funzionario del partito e delio Stato.


3) L'indicazione del grande Lenin, secondo cui l'elemento principale nel lavoro organizzativo è la giusta scelta dei quadri e il controllo dell'esecu­zione, è ancora applicata in modo insoddisfacente.


I fatti dimostrano che la giusta scelta dei qua­dri e il controllo dell'esecuzione non sono finora divenuti la principale attività direttiva delle or­ganizzazioni centrali e locali di partito, dei soviet ed economiche.

La cattiva organizzazione dell'applicazione pra­tica delle direttive del centro e delle proprie de­cisioni, la mancanza di un appropriato controllo della loro attuazione, sono tra i difetti più diffusi e profondamente radicati nel lavoro pratico delle organizzazioni di partito, dei soviet e degli orga­nismi economici. Le nostre organizzazioni ed i no­stri enti prendono varie decisioni ed impartiscono ordini e direttive più del necessario, ma non si preoccupano eccessivamente di verificare se essi sono eseguiti e in che modo. E tuttavia, non si trat­ta che di eseguirli in modo giusto e non burocra­tico. L'atteggiamento disonesto ed irresponsabile verso l'esecuzione delle direttive degli organi diri­genti è una delle manifestazioni più pericolose e nocive di burocratismo. L'esperienza dimostra che persino buoni funzionari, abbandonati a se stessi, senza controllo nè verifica della loro attività, co­minciano a peggiorare ed a burocratizzarsi.

Compito essenziale del partito è di intensifica­re al massimo il controllo e la verifica dell'ese­cuzione in tutto il sistema di direzione, nel lavoro di tutte le organizzazioni e le istituzioni, dall'alto in basso. A questo scopo bisogna elevare la re­sponsabilità personale dei dirigenti di tutte le or­ganizzazioni e degli enti per controllare l'esecuzio­ne delle decisioni del partito e del governo, mi­gliorare seriamente il lavoro dell'apparato di con­trollo e d'ispezione tanto al centro che alla peri­feria, assicurargli quadri efficienti in modo tale che questo incarico sia affidato a uomini auto­revoli, sperimentati e politicamente perspicaci, ca­paci di vigilare scrupolosamente sugli interessi dello Stato.

E' necessario dare maggiore importanza alla funzione di controllo del partito, concentrare l'at­tenzione degli organismi del partito sul controllo dell'esecuzione delle decisioni prese dal partito e dal governo. Bisogna che gli organismi dirigenti si appoggino nel loro lavoro di controllo della ese­cuzione sulle grandi masse dei lavoratori, sulle organizzazioni di partito, dei sindacati e dell'Unio­ne della gioventù comunista, sull'attivo dei soviet locali. Solo unendo la verifica dell'esecuzione dal­l'alto con la verifica dal basso, da parte del par­tito e delle masse dei senza partito, si potranno eli­minare le deficienze nel lavoro delle nostre organiz­zazioni ed enti e creare una situazione in cui le di­rettive saranno eseguite tempestivamente e con precisione, da bolscevichi.

I quadri sono la forza decisiva nella direzione del partito e dello Stato. Senza la giusta scelta e la formazione dei quadri è impossibile realizzare con successo la linea politica del partito. Il compito principale nella scelta dei quadri è di migliorare con tutti i mezzi le qualità dei dirigenti, di raffor­zare le nostre organizzazioni di partito, statali ed economiche con uomini devoti agli interessi del partito e dello Stato, competenti nel loro lavoro e capaci di farlo progredire.

Grazie al lavoro compiuto dal partito, la com­posizione dei quadri dirigenti è notevolmente mi­gliorata. Tuttavia, ciò non significa che il com­pito di migliorare la qualità dei quadri dirigenti sia interamente assolto. Oggi che tutti i settori dell'economia sono attrezzati con la tecnica d'avan­guardia e che il livello culturale del popolo so­vietico si è immensamente elevato, sono cambiate, sono aumentate le esigenze nei confronti dei qua­dri. A dirigere l'industria e l'agricoltura, nell'ap­parato del partito e dello Stato, debbono trovarsi uomini colti, che conoscano bene il loro lavoro, capaci di infondere nuove energie, di promuovere tutto ciò che è avanzato e progressivo e di svilup­parlo in modo costruttivo. Noi abbiamo quanto è necessario per ottenere questo, poiché la base per scegliere e far avanzare i quadri dirigenti, che sod­disfino tali esigenze, è divenuta più larga di una volta.

L'ulteriore consolidamento della composizione dei quadri dirigenti dipende oggi principalmente dalla giusta organizzazione dello studio e della scelta dei funzionari: perciò è necessario elimina­re in primo luogo le deficienze, gli errori e le stor­ture nel lavoro relativo ai quadri. E in questo cam­po abbiamo non poche deficienze.

La principale deficienza è determinata dal fat­to che alcuni dirigenti non sono guidati nella scel­ta del personale dalle qualità politiche e professio­nali, ma da considerazioni di parentela, di amici­zia, di comunanza del paese d'origine. Accade spes­so che lavoratori onesti, che conoscono bene il loro lavoro ma che sono perspicaci e non tollerano le deficienze e che perciò arrecano disturbo alla di­rezione, vengono licenziati con vari pretesti e so­stituiti con persone di dubbio valore o addirittura incapaci per quel lavoro, ma che sono però co­mode e utili a certi dirigenti. In seguito a queste deviazioni dalla linea del partito nella scel­ta e nell'avanzamento dei quadri, in alcune organizzazioni si forma un ristretto circolo di per­sone che si proteggono reciprocamente e che pon­gono gli interessi del loro gruppo al di sopra di quelli del partito e dello Stato. Nessuna meravi­glia che una tale situazione conduca di solito alla disgregazione e al disfacimento, come è avvenuto per esempio, nella organizzazione di partito di Ulianovsk, dove una parte dei dirigenti economici, dei Soviet e di partito dell'organizzazione regio­nale erano divenuti moralmente corrotti e si erano messi sulla strada del peculato, della dilapidazio­ne, del furto della proprietà statale.

L'impostazione formalistica e burocratica dello studio e della scelta dei quadri arreca grande pre­giudizio al continuo miglioramento della compo­sizione dei quadri dirigenti. I quadri vengono frequentemente scelti sulla base di questionari e di informazioni formali, senza che vi sia alcun serio controllo delle loro qualità politiche e professiona­li. La prassi errata di approvare le nomine o di no­minare i quadri senza vederli, senza un contatto immediato con essi si è ormai radicata nella scel­ta dei quadri. E' chiaro che una impostazione così formalistica e burocratica della scelta dei quadri, non permette di decidere con precisione se la data persona è adatta per il lavoro al quale è racco­mandata. Senza stabilire i meriti e i difetti di una persona, non è possibile decidere quale sia il posto in cui può meglio esplicare le sue capacità per­sonali.

E' dovere delle organizzazioni di partito far sì che i principi stabiliti dal nostro partito per la scelta e per la distribuzione dei quadri siano rigi­damente osservati in tutte le istanze del nostro apparato. Una lotta implacabile deve essere con­dotta contro lo spirito di gruppo e contro il siste­ma delle protezioni reciproche, e bisogna por fine all'impostazione burocratica dello studio e della scelta dei quadri. L'attività degli organi del par­tito per lo studio e la scelta dei quadri deve essere portata ad un livello più alto, e deve essere con­siderevolmente rafforzato il controllo del partito sulla situazione esistente nei soviet e nelle orga­nizzazioni economiche per quanto riguarda il pro­blema dei quadri.

Bisogna far sì che la scelta degli uomini ed il controllo della esecuzione occupino effettiva­mente il posto principale nell'attività direttiva de­gli organismi centrali e locali di partito, dei soviet e delle organizzazioni economiche. Occorre ricor­dare che il controllo dell'esecuzione ha innanzitut­to lo scopo di scoprire le deficienze, di portare alla luce le illegalità, di aiutare i quadri onesti con consigli, di punire gli incorreggibili e di assicurare l'attuazione delle decisioni adottate, di far tesoro della esperienza e, sulla sua base, assicurare la più giusta, vantaggiosa ed economica soluzione del compito dato. Non deve essere permesso che si formi una tendenza a considerare burocraticamen­te il controllo dell'esecuzione. Non dobbiamo te­mere di annullare o di rettificare una decisione già presa, se essa si rivela sbagliata o imprecisa. Il controllo dell'esecuzione è inseparabilmente le­gato al compito di eliminare le deficienze nella scelta dei quadri; secondo i risultati del controllo, i quadri inefficienti, inadatti, arretrati, non co­scienziosi debbono essere rimossi e sostituiti con elementi migliori, più adatti, più avanzati, più one­sti; il controllo dell'esecuzione deve facilitare lo avanzamento di nuovi quadri, capaci di fare anda­re avanti bene le cose, solleciti degli interessi dello Stato.


4) In numerose organizzazioni del partito si co­stata una sottovalutazione del lavoro ideologico, per cui il lavoro rimane indietro rispetto ai com­piti fissati dal partito e in numerose organizzazio­ni regna la trascuratezza.


Il lavoro ideologico è il compito principale del partito, e la sottovalutazione di questo lavoro po­trebbe causare un danno irreparabile agli interessi del partito e dello Stato. Noi dobbiamo tenere a mente sempre che ogni qualvolta si indebolisce la influenza della ideologia socialista, si rafforza la influenza dell'ideologia borghese.

Nella nostra società sovietica non esiste, e non può esistere, una base di classe per il dominio del­l'ideologia borghese. Nel nostro paese domina la ideologia socialista, il cui incrollabile fondamento è il marxismo-leninismo. Nondimeno, noi abbiamo ancora residui dell'ideologia borghese, sopravvi­venze della psicologia e della morale della pro­prietà privata. Queste sopravvivenze non si estin­guono da sole; esse sono molto tenaci e suscettibili di sviluppo, e contro di esse va condotta una lotta risoluta. Noi non siamo inoltre garantiti dalla pe­netrazione di opinioni, di idee e di sentimenti estra­nei a noi, provenienti, sia dall'estero, dagli Stati ca­pitalistici, che dall'interno, da parte di gruppi ostili al potere sovietico che il partito non ha ancora mes­so nella impossibilità di nuocere. Non si può dimen­ticare che i nemici dello Stato sovietico cercano di diffondere, incoraggiare e riaccendere ogni specie di sentimenti malsani, cercano di corrompere ideo­logicamente gli elementi vacillanti della nostra società.

Alcune nostre organizzazioni di partito, troppo spesso prese dalle questioni economiche, dimenti­cano i problemi ideologici, li lasciano da parte. Per­sino in organizzazioni avanzate del partito, come per esempio quella di Mosca, il lavoro ideologico non viene sufficientemente curato. Questo si scon­ta a caro prezzo. Laddove si verifica un rilassamen­to dell'attenzione per le questioni ideologiche, si crea un terreno favorevole al risorgere di opinioni e concetti a noi ostili.

Elementi a noi estranei, provenienti dai residui della feccia antileninista sconfitta dal nostro par­tito, cercano di allungare le mani su quei settori del lavoro ideologico che per un motivo o per l'altro sono trascurati dalle organizzazioni di par­tito e dove la direzione e l'influenza del partito si sono indebolite, allo scopo di utilizzare questi set­tori per introdurre di soppiatto la loro linea, per far rinascere e diffondere ogni sorta di «opinioni» e di «idee» non marxiste.

La sottovalutazione del lavoro ideologico è in larga misura il risultato del fatto che una certa parte dei nostri quadri dirigenti non si preoccu­pa di migliorare il proprio livello ideologico, non arricchisce le sue cognizioni in materia di marxi­smo-leninismo, non fa tesoro della esperienza storica del partito. Senza tutto questo non è pos­sibile divenire dei dirigenti maturi e completi. Co­lui che resta indietro ideologicamente e politica­mente, colui che vive di formule imparaticce e non è sensibile a ciò che è nuovo, è incapace di orientarsi giustamente nella situazione interna ed internazionale, non può essere alla testa del mo­vimento e non ne è degno. Presto o tardi la vita lo metterà da parte. Soltanto un dirigente che la­vora costantemente per migliorare la propria for­mazione, che acquista una conoscenza feconda del marxismo-leninismo, che acquista e perfeziona in sè le qualità di dirigente del tipo leninista-stali­niano, può essere all'altezza dei compiti del nostro partito.

Le organizzazioni di partito dedicano ancora un'attenzione inadeguata al miglioramento della preparazione ideologica e politica dei membri ef­fettivi e dei membri candidati del partito, non or­ganizzano e non controllano adeguatamente il loro studio della teoria marxista-leninista. Ne deriva che numerosi comunisti non possiedono le cogni­zioni necessarie nel campo del marxismo-leninismo.

L'approfondimento delle cognizioni politiche dei membri effettivi e dei membri candidati del partito è una condizione imprescindibile per raf­forzare la loro funzione di avanguardia in tutti i campi della vita, per attivizzare ulteriormente le masse del partito e migliorare il lavoro delle sue organizzazioni.

In seguito all'insufficiente direzione del lavo­ro ideologico e all'assenza del controllo sul suo contenuto, accade spesso di trovare errori e serie deformazioni nei libri, nei giornali e nelle riviste, come anche nell'attività degli istituti scientifici e di altri istituti nel campo ideologico. L'inter­vento del Comitato centrale in numerosi campi della scienza ha permesso di scoprire abitudini e tradizioni estranee agli uomini sovietici, di costa­tare casi di esclusivismo di casta e di intolleranza verso la critica, e sono state smascherate e debel­late ogni sorta di manifestazioni di ideologia bor­ghese e ogni sorta di volgari falsificazioni. Le note discussioni sui problemi della filosofia, della bio­logia, della fisiologia, della linguistica, della eco­nomia politica, hanno messo a nudo una serie di lacune ideologiche in vari campi della scienza, hanno dato impulso alla critica e alla lotta delle opinioni, hanno avuto una funzione impor­tante nello sviluppo della scienza. Il regime alla Arakceiev, che esisteva in molti settori scientifici è stato eliminato; malgrado ciò certi gruppi di scienziati respingono le forze nuove in sviluppo, ri­fuggono dalla critica e vogliono risolvere i pro­blemi della scienza con metodi amministrativi, conservano in certi rami della scienza un mono­polio che non è ancora stato liquidato del tutto. Nessuna branca della scienza può svilupparsi fe­licemente in un'atmosfera viziata e stagnante in cui, ignorando gli errori, non si fa altro che lodar­si reciprocamente.

I tentativi di instaurare il monopolio di certi gruppi di scienziati provocano inevitabilmente la stagnazione e il regresso della scienza.

II lavoro ideologico del partito deve avere una importante funzione per liberare la coscienza de­gli uomini dalle sopravvivenze del capitalismo, dai pregiudizi e dalle tradizioni perniciose della vec­chia società. Anche per il futuro, bisogna svilup­pare nelle masse un'alta coscienza dei doveri so­ciali, educare i lavoratori nello spirito del patriot­tismo sovietico e dell'amicizia tra i popoli, ren­derle sempre più sollecite degli interessi dello Sta­to, perfezionare le migliori qualità degli uomini sovietici, la fiducia nel trionfo della nostra causa, la prontezza e la capacità di superare ogni diffi­coltà.

Le organizzazioni di partito hanno il compito di mettere fine una volta per sempre alla dannosa sottovalutazione del lavoro ideologico, di raffor­zare questo lavoro in tutte le istanze del partito e dello Stato, di smascherare instancabilmente ogni manifestazione ideologica estranea al marxismo. E' necessario sviluppare e perfezionare la cultura, la scienza, la letteratura e l'arte socialista, mobili­tare tutti i mezzi di educazione ideologica e poli­tica, la nostra propaganda, l'agitazione e la stampa per migliorare la preparazione ideologica dei co­munisti, per elevare la vigilanza e la coscienza politica degli operai, dei contadini e degli intel­lettuali.

Tutti i nostri quadri, senza eccezione, hanno il dovere di elevare il loro livello ideologico e assi­milare la ricca esperienza politica del partito, per non staccarsi dalla vita ed essere all'altezza dei compiti del partito. Le organizzazioni di partito debbono condurre tra i membri effettivi e i mem­bri candidati del partito un lavoro costante per elevare il loro livello ideologico, insegnare loro il marxismo-leninismo, facendone dei comunisti coscienti, politicamente preparati.


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I nostri compiti per rafforzare ulteriormente il partito sono i seguenti:


1) Continuare a migliorare la composizione qualitativa del partito, non tollerare la caccia alla quantità, ma fare ogni sforzo per elevare il livello politico e la tempra marxista dei membri effettivi e dei membri candidati del partito; elevare l'atti­vità politica dei comunisti, fare di tutti i membri del partito dei saldi combattenti per la realizza­zione della politica e delle decisioni del partito, elementi intransigenti verso le deficienze e capa­ci di perseverare nella lotta per eliminarle; mi­gliorare e perfezionare il lavoro dei sindacati e dell'Unione della gioventù comunista; rinsaldare quotidianamente il contatto con le masse senza dimenticare che la forza e l'invincibilità del no­stro partito risiedono nei suoi stretti e indissolu­bili legami con il popolo;

2) Eliminare le tendenze allo spirito di suf­ficienza e a lasciarsi inebriare dai successi noci­vi e pericolosi per la nostra causa; liquidare le ma­nifestazioni di ostentazione e di sufficienza nel­le file del partito; denunciare coraggiosamente e risolutamente le deficienze e le debolezze del no­stro lavoro allo scopo di eliminarle; applicare coe­rentemente la democrazia interna del partito; svi­luppare più ampiamente l'autocritica e la critica dal basso; assicurare a tutti gli onesti cittadini so­vietici la possibilità di criticare audacemente e senza timore le deficienze nel lavoro delle nostre organizzazioni ed istituzioni; condurre una lotta implacabile contro tutti i tentativi volti a soffoca­re la critica per mezzo delle persecuzioni e delle rappresaglie; rafforzare con ogni mezzo la disci­plina di partito e di Stato; liquidare ogni atteggia­mento formalistico verso le decisioni del partito e del governo; lottare risolutamente contro l'indi­sciplina, contro le violazioni degli interessi dello Stato;

3) Portare a un livello più alto il lavoro degli organi del partito, per una giusta scelta, distribuzione ed educazione dei quadri; osservare rigorosamente il principio stabilito dal partito per la giusta scelta dei funzionari; lottare con intransigenza contro coloro che violano questi principi, combattere implacabilmente ogni atteggiamento burocratico nella scelta dei quadri; migliorare la qualità dei quadri dirigenti, promuovere più arditamente alle cariche direttive le persone fedeli agli interessi del partito e dello Stato, ben preparate e capaci di sviluppare il loro lavoro; rimuovere gli elementi che lavorano male, inadatti, retrogradi, non coscienziosi, rafforzare in ogni modo il controllo e la verifica dell'esecuzione in tutto il sistema di direzione, dall'alto in basso; elevare la responsabilità personale dei dirigenti di tutte le organizzazioni ed istituzioni per il controllo dell'esecuzione delle decisioni del partito e del governo; unire al controllo dall'alto il controllo dal basso, da parte delle masse dei comunisti e dei senza-partito; assicurare che la giusta scelta dei quadri e il controllo dell'esecuzione diventino effettivamente essenziali nell'attività di direzione delle organizzazioni centrali e locali del partito, dei soviet ed economiche;

4) Porre termine alla sottovalutazione del lavoro ideologico; condurre una lotta risoluta contro la tolleranza e la noncuranza nei confronti degli errori e delle deviazioni ideologiche; ele­vare e perfezionare sistematicamente la prepara­zione ideologica e politica dei nostri quadri; indi­rizzare tutti gli strumenti di influenza ideologica, la nostra propaganda, la nostra agitazione e la stampa all'educazione comunista dei cittadini sovietici; elevare a un livello più alto la scienza sovietica, sviluppando la critica e la lotta delle opinioni nel lavoro scientifico, rammentando che solo in questo modo la scienza sovietica può assolvere la sua mis­sione: occupare il primo posto nel mondo;

5) Continuare a salvaguardare, come la pu­pilla dei nostri occhi, l'unità leninista delle file del partito, che è alla base della solidarietà e dell'in­vincibilità del nostro partito.