Erich Honecker: l'uomo e la sua storia

Riprendiamo dal settimanale inglese «The New Worker» questa biografia di Erich Honecker scritta da Maurice Levitas nel settembre 1992, traduzione italiana in Movimento per la Pace e il Socialismo - Agenzia di Informazione.


Una famiglia di operai comuni­sti

Erich Honecker nacque nel mese di agosto 1912, mentre la Germania imperiale si preparava a met­tere in questione la divisione del mondo allora esistente tra le potenze imperialiste e la Seconda Intemazionale aveva dichiarato che la guerra era contraria agli interessi del proletariato mondiale.

Honecker nacque a Wiebelskirchen, vicino a Saarbrücken, un paese di circa 9.000 abitanti, quasi tutti famiglie di minatori e lavoratori delle acciaierie.
Il padre era un minatore, fu arruolato in marina durante la guerra e partecipò all'ammutinamento dei marinai a Kiel.
Quando i socialdemocratici si spaccarono per le posizioni opposte sulla guerra e sulle lotte del dopoguerra, il padre di Erich prese le parti della sinistra. All'età di 10 anni, con il partito comuni­sta che costituiva il gruppo più forte a Wiebelskirchen, il giovane Erich vedeva nel padre sindacalista, addetto alla sicurezza nella miniera, consigliere comunale e comunista un modello da imitare.
La famiglia, con sei figli, era molto unita. La madre non ebbe certo vita facile, specie negli anni della guerra. Per far quadrare il bilancio familiare andava anche a consegnare i giornali ed era fortu­nata ad avere una macchina da cucire per fare da sè i vestiti per i figli.
Dei sei fratelli due sono ancora in vita: Erich e Gertrude. La famiglia di Honecker fornisce un buon esempio della realtà operaia.
La sorella più vecchia, Kate, morì di tubercolosi a 19 anni. Un po' per la sorella, un po' per l'alimen­tazione insufficiente Erich fu mandato in Pomerania a lavorare in una fattoria nel quadro di un program­ma per i bambini a rischio. Un'altra sorella sposò un minatore. Il fratello Willi, anche lui minatore, arruolato nella seconda guerra mondiale, cadde durante la ritirata dall'URSS. Robert, il più giova­ne, nato nel 1923, fu arruolato nell'esercito non appena ne ebbe l'età e morì per una malattia contratta in Egitto. Gertrude, che vive ancora nella casa dei genitori, è stata attiva nel movimento dei piccoli comunisti, nella lega giovanile e poi nel partito. Lei e il marito si davano da fare per poter visitare Erich imprigionato dai fascisti.
In Pomerania Erich aveva imparato a lavorare con l'aratro e l'erpice, ma quando ritornò al paese incominciò l'apprendistato come riparatore di tetti, lavoro che gli piaceva perchè si stava al­l'aperto e per il senso di responsabilità e di soddi­sfazione per l'opera compiuta.

La Lega dei giovani comunisti

Ma il suo interesse principale era il lavoro politico e si dedicò anima e corpo alla Lega giovanile comunista. A 18 anni frequentò la scuola Lenin dell'Internazionale a Mosca e tornato in patria nel 1931 divenne segretario per il lavoro di agitazione e propaganda nella regione della Saar.

Gli anni venti furono un decennio tempestoso per la classe operaia tedesca. Il colpo di stato reazio­nario di Kapp era stato sconfitto nel 1920 da un ampio sciopero generale. Ne era nata una milizia rossa operaia nella Ruhr e una repubblica dei consigli in Baviera. Nel 1923 governi operai erano stati eletti in Sassonia e in Turingia. Ma tutte queste iniziative operaie erano state represse dalla Wehrmacht agli ordini del ministro socialdemo­cratico Ebert. Dopo il '24 subentrò una tempora­nea stabilità, ma quando nel 1929 si verificò il crollo delle borse l'attività delle masse riesplose.

Le manifestazioni per il primo maggio di quell'an­no a Berlino furono ferocemente represse. Trenta operai furono uccisi dal fuoco della polizia prussiana agli ordini del socialdemocratico Simmering.

E' in questo contesto che Erich Honecker divenne dirigente a tempo pieno della Lega giovanile co­munista alla fine del 1930. Le associazioni combattentistiche scioviniste già stavano dilagan­do, si stava sviluppando il movimento nazista che formava le bande di assassini delle sue truppe d'assalto. Gli scontri fisici, a cui Honecker non era estraneo, erano all'ordine del giorno.

La lotta contro il fascismo

Fino al 1933 l'attività di Honecker si era limitata alla Saar, tranne in qualche occasione particolare in cui aveva fatto parte delle guardie del corpo di Ernst Thälmann. Ma quando Hitler prese il potere Honecker fu destinato al lavoro illegale del partito comunista nel terzo Reich tedesco.

L'ascesa al potere di Hitler nel 1933 fu facilitata dalla divisione tra i due partiti operai, i socialde­mocratici e i comunisti. E' quasi una moda al giorno d'oggi attribuirne la responsabilità ai co­munisti perchè dipingevano i socialdemocratici come «socialfascisti». E in effetti c'era una forte tendenza di questo tipo che aveva le sue radici nella storia della Seconda Internazionale e dei dirigenti della SPD negli anni che vanno dal 1914 al 1933.

Ma già nel 1930, con Ernst Thälmann segretario generale dal 1924, i comunisti avevano tentato in tutti i modi di formare un fronte unito contro il fascismo. I tentativi si fecero ancora più insistenti nel 1932, quando si sviluppò nel partito comunista un'aspra lotta contro il «settarismo di sinistra» e si avanzarono varie proposte per giungere al tanto sospirato fronte unito. Ci furono sondaggi su pro­poste alternative di «fronte unito dal basso», ma era una strategia che poteva portare solo a successi limitati e su poche questioni.

Il bisogno di unità tra i due partiti operai si scon­trava con due fattori: tra i comunisti il ricordo della collaborazione socialdemocratica con la macchi­na statale capitalista era troppo forte e recente ma, quel che è peggio, i dirigenti socialdemocratici continuavano a mostrarsi più desiderosi di colla­borare con la borghesia che con i comunisti.
La campagna per l'unità non rimase tuttavia priva di effetti. Nelle elezioni del 1932 il partito di Hitler perse due milioni di voti, mentre i comunisti, che erano ormai il terzo partito, raggiunsero quasi sei milioni di voti.

In quella situazione furono prese rapide decisioni per istallare Hitler al potere. E qando il fascismo tedesco si trovò al comando, si scoprì ben presto che nessun settore del movimento operaio era al riparo dalla ferocia del suo attacco, dal suo sciovinismo scatenato e dalla corsa alla guerra.

Questo è il contesto storico in cui il giovane Erich Honecker era diventato funzionario a tempo pieno del Partito Comunista Tedesco e appoggiava la linea di Thälmann e Dimitrov di unità operaia e popolare contro il fascismo e la guerra.

Quando i nazisti presero il potere Honecker lavo­rava nella Lega Giovanile clandestina nello Hessen ed era conosciuto come «Herbert». Nell'autunno del 1933 lo ritroviamo nel Comitato Centrale della Lega nella Ruhr come sua area principale di inter­vento con basi a Dortmund, Essen, Duisburg e Oberhausen.

La sua attività in quella regione si concluse con l'arresto. Ma contro di lui non si trovarono prove certe ed egli riuscì ad andare ad Amsterdam.
In una riunione del Comitato Centrale in quella città egli fu sorpreso di incontrare punti di vista contrari alla strategia del fronte unito e li contestò, forte anche del fatto che quella strategia stava riportando i primi successi, con i giovani socialisti e comunisti che univano le loro energie nella Saar, nello Hessen e nella Ruhr e riuscivano a portare avanti il lavoro di agitazione nella Gioventù Hitleriana e nelle organizzazioni del lavoro. Que­sta attività si avvaleva anche della collaborazione della Lega giovanile cristiana e bisognava perciò che non fosse ostacolata.

L'attività di Honecker comportava molti viaggi: dall'Olanda alla Saar, a Parigi per il 7° congresso dell'Internazionale e più tardi a Zurigo. Infine, passando per la Cecoslovacchia si recò a Berlino per prendere la direzione della Lega giovanile comunista, un compito che gli fu assegnato a casua dei gravi pericoli che minacciavano Bruno Bauer, per la barbarie antisemita e perchè era troppo conosciuto a Berlino.

La prigione

Honecker fu arrestato nuovamente nel 1935. Ma il lavoro che aveva fatto nella Ruhr dimostrò la sua solidità. Durante il processo sette persone furono portate da Essen e dalla Ruhr per testimoniare contro di lui. Tutti e sette dissero «non è Herbert». Honecker fu condannato a dieci anni. Bruno Bauer, che era stato arrestato nello stesso periodo, a tredici.

I primi tre anni di prigione li trascorse in isolamen­to a Brandenburg-Görde e avrebbe potuto morire se non fosse stato per l'aiuto di un altro prigionie­ro, Rudi Zimmerman futuro dirigente socialdemo­cratico a Berlino, che riusciva a passargli un po' più di cibo. Un anno e mezzo di carcere duro a disposizione degli inquirenti lo aveva gravemente provato nel fisico.

Negli anni successivi tra i detenuti si formò gra­dualmente un clima di collaborazione e Honecker ebbe la fortuna di diventare assistente di un medi­co. In due anni di quella attività ebbe la possibilità di conoscere tutti i nuovi arrivati. Alla fine ebbe l'incarico di accompagnare il sergente con la cas­setta dei medicinali e potè così essere di aiuto a compagni in particolari difficoltà, anche perchè aveva rapporti con la cucina. Riuscivano perfino a organizzare delle discussioni. I detenuti chiedeva­no di parlare col dottore. A quel punto venivano chiusi in cella insieme prima di esser portati al colloquio.

A guerra iniziata, con i bombardamenti che co­minciavano a far danni a Berlino, gli operai esperti in riparazione di tetti erano ricercatissimi. Il me­stiere di Honecker tornò perciò utile a lui e agli altri prigionieri.
Come aumentavano i bombardamenti, aumenta­vano anche le trasferte a Berlino. Ma c'erano due pericoli: quello delle bombe a Berlino e quello delle esecuzioni in carcere. Quest'ultimo pericolo divenne particolarmente acuto dopo il luglio 1944, quando Hitler scampò a un'attentato ordito da ufficiali della Wehrmacht organizzati dal conte von Stauffenberg. Da quel giorno, almeno 2.000 resistenti furono impiccati o decapitati nella pri­gione di Brandenburg-Görde.

L'attesa della liberazione

L'importanza della resistenza al fascismo in Ger­mania può essere esagerata, ma può anche essere minimizzata. Gli oppositori del nazismo ebbero in primo luogo il problema di trovare il coraggio di esistere. La banda nazista alleata della Wehrmacht e del capitale finanziario era apparsa invincibile ai tedeschi e anche a molti altri in Europa. Furono Stalingrado e la battaglia del saliente di Kursk che, aprendo la strada alle sconfitte successive e portando la guerra sul suolo tedesco, rammentarono agli antifascisti la previsione di Thälmann: «Stalin spezzerà la spina dorsale di Hitler».

I1 coraggio e la fiducia in se stessi aumentarono, anche se non si sarebbe vista nel 1945 un'ondata ivoluzionaria come quella del 1918. Una nuova necessità incominciò a farsi strada: bisognava prepararsi alla responsabilità di costruire una nuo­va Germania.

E mentre prendeva corpo la sconfitta sullo stesso suolo tedesco, tanto a est che a ovest, i bombardamenti su Berlino e su altre città si intensificavano. I1 mestiere di Honecker era tanto richiesto che si ritenne più conveniente alloggiare lui e la sua squadra alla prigione femminile di via Barmin a Berlino. Ai primi di aprile del 1945 però furono ricondotti al carcere di Brandenburg-Görde, dove si era formato un comitato di detenuti che eserci­tava una notevole autorità. La situazione in effetti era tale che Honecker domandò di essere liberato, ma, dato che i combattimenti erano ancora in corso, pare che la risposta fosse questa: «Adesso non potresti comunque andar via, perciò rimani qui per il momento». Il 27 aprile la liberazione di quella zona era stata completata. Honecker andò a Berlino.
Lì giunto con alcuni compagni organizzò un cen­tro di lavoro. I primi compiti a cui i compagni si dedicarono, ancor prima della capitolazione l'8 maggio, furono lo sgombero delle macerie dalle strade e gli interventi di emergenza sugli edifici.

La ricostruzione di una Ger­mania libera dal fascismo

A metà maggio i comunisti reduci dalle prigioni e dai campi di concentramento cominciavano a raccogliersi presso la nuova sede del partito. Il partito incominciava a prender forma e Honecker, che aveva 33 anni, divenne prima segretario della gioventù presso il Comitato Centrale e poi presi­dente del Comitato per la gioventù della zona sovietica.

Quando si pose il problema della costituzione di una organizzazione giovanile di massa antifascista, i negoziati avviati per unificare socialisti e comu­nisti nel Partito di Unità Socialista facilitarono la cooperazione tra giovani socialisti e comunisti. Più difficile fu convincere le chiese ad appoggiare la Gioventù Libera Tedesca, ma alla fine anche questi sforzi ebbero buon esito.

Il problema più grave della vita politica del dopo­guerra in Germania era costituito dalla erezione di strutture democratiche. Elezioni non si potevano fare: a vincerle sarbbero stati i vecchi Gauleiter. La minoranza antifascista doveva compiere un enorme lavoro di orientamento della gente. In questo quadro i comunisti precisarono i loro pro­grammi minimo e massimo: bisognava innanzitutto affrontare i problemi immediati per rendere possi­bile e degna la vita; poi bisognava creare una Germania unita e democratica secondo gli accordi di Potsdam.

Per Honecker e per i suoi compagni questo signi­ficava in pratica aiutare la gente a uscire dalle macerie e procurare cibo e mezzi di sostentamen­to. In questo compito l'unità tra il Partito Comuni­sta e i Socialdemocratici rivestiva grande impor­tanza nella zona sovietica. L'unità nasceva dal basso.

Quelli che tornavano dalle prigioni e dai campi di concentramento e quelli cne erano rimasti attivi nei gruppi della resistenza lavoravano insieme, si ponevano obiettivi comuni. Le direttive delle dire­zioni dei due partiti che imponevano di separarsi furono un duro colpo, ma poi il processo unitario riprese anche più formalmente in tutte le zone. In seguito però fu ostacolato nelle zone occidentali e favorito in quella sovietica.

L'est e l'ovest prendono strade opposte

Naturalmente c'erano gli antifascisti, compresi i comunisti, anche nelle zone occupate dagli alleati occidentali, ma con il 1947 i comunisti furono esclusi dalle amministrazioni.

Nonostante l'accordo di Potsdam per l'edificazione di una Germania unita e democratica che esclu­desse da ogni autorità coloro che avevano appog­giato il fascismo e provocato la seconda guerra mondiale, le potenze alleate occidentali rafforza­rono l'apparato amministrativo esistente, consen­tirono la ricostituzione delle strutture monopolistiche e finanziarie e il rinnovamento dei contratti delle grandi proprietà terriere.

Passo dopo passo gli Stati Uniti e la Gran Bretagna rifiutavano di lavorare in sintonia con l'Unione Sovietica e di porsi obiettivi comuni e collabora­vano invece per ricostituire il potere del capitale tedesco, naturalmente sotto il predominio econo­mico e militare americano.

Il risultato fu la crisi totale dell'amministrazione quadripartita della Germania. Nella zona sovieti­ca le misure antifasciste avevano portato allo sradicamento del nazismo e all'espropriazione di coloro che lo avevano generato. Nelle altre zone la creazione di uno stato tedesco occidentale fu l'ul­timo sigillo politico di una scissione ormai ope­rante da tempo. La risposta fu la creazione, il 7 ottobre 1949, della Repubblica Democratica Te­desca.

Il memorabile 1949

Per Honecker il 1949 fu un anno memorabile. Non solo era stata creata la RDT, ma si era costituita la Repubblica Popolare Cinese. La lotta globale con­tro l'imperialismo aveva fatto enormi passi avanti. I motivi per le celebrazioni non mancavano e l'occasione venne con i festeggiamnenti per il 70° compleanno di Stalin nel dicembre di quell'anno. Per Honecker, presidente della Gioventù Libera Tedesca, fu dunque un grande onore accompagna­re Margot Feist (sua futura moglie) nella delega­zione a Mosca.

Come tutti i comunisti che avevano vissuto quegli anni, Honecker ebbe un grande rispetto per Stalin fino al XX Congresso del PCUS nel 1956 quando Kruscev pronunciò il discorso in cui denunciava i crimini che sarebbero stati commessi da Stalin e il culto della personalità.

Come moltissimi altri, Honecker fu profondamen­te scosso da quelle rivelazioni, ma ben presto riuscì a dare un giudizio più equilibrato, frutto forse dell'esperienza che aveva della realtà di fronte alle pressioni imperialiste
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Honecker chiarì infatti che non avrebbe mai nega­to l'importantissimo «ruolo di Stalin nel processo rivoluzionario mondiale fino alla vittoria nella guerra patriottica e alla liberazione del popolo tedesco».

Nel 1956, dopo aver completato un altro anno di studio a Mosca, Honecker diviene candidato al­l'Ufficio Politico del Partito Socialista Unificato e in seguito diviene responsabile del Comitato Cen­trale per la sicurezza.

La difesa della RDT

All'epoca il confine tra la RFT e la RDT era assai permeabile, era importante dunque porre le basi per far fronte alle pressioni che venivano esercita­te e che venivano deliberatamente organizzate a ovest. I dirigenti antisocialisti dell'occidente ave­vano fatto della RDT e di Berlino in particolare il principale obiettivo dei loro sforzi di destabilizzazione dei paesi socialisti dell'Europa orientale.

La NATO aveva costantemente accresciuto la sua macchina da guerra in Europa e le forze occiden­tali insieme all'esercito tedesco federale forte di un milione di uomini costituivano una minaccia costante per la RDT.

Agenti tedeschi occidentali e ogni sorta di agenti provocatori, partendo generalmente da Berlino Ovest, al centro della RDT, operavano nel territo­rio della Germania orientale cercando, con azioni clandestine, di provocare agitazioni. Si verifica­vano frequenti azioni di sabotaggio, con la conse­guente disorganizzazione dei trasporti e della pro­duzione. Incendi dolosi venivano appiccati nelle città e nelle campagne. La Germania occidentale offriva incentivi ai lavoratori della RDT che copri­vano le funzioni più importanti per spingerli ad andare all'ovest. Particolarmente presi di mira erano i medici, tecnici, ingegneri, artigiani specia­lizzati. L'obiettivo era causare un'emorragia di specialisti ed esperti. La Germania occidentale, con l'appoggio sotterraneo degli USA, era dispo­sta a spendere per questi incentivi somme ingenti.

Per minare l'economia orientale si faceva ricorso anche a tassi di cambio fraudolenti. Si erano formate grandi reti di contrabbando che consenti­vano agli occidentali l'acquisto di grandi quantità di prodotti dell'est a basso prezzo grazie al cam­bio. Si praticava anche direttamente il contrabban­do di valuta inondando la RDT di denaro falso, e così via.

Il muro di Berlino

Si potrebbe dire che Berlino Ovest fosse una specie di piaga aperta nel corpo della RDT, usata dall'occidente come un cavallo di Troia per di­struggere il paese avendo di mira l'attacco ai paesi del Patto di Varsavia.

Tutto ciò rappresentava un pericolo per la pace in Europa e produsse la decisione unanime del Con­siglio Politico del Patto di Varsavia di affidare il controllo del confine con la RFT e Berlino Ovest in tutti i suoi aspetti al governo della RDT. La notte del 13 agosto 1961 fu costruito il muro di Berlino.

Ne seguirono inevitabili restrizioni degli spostamenti e non pochi problemi umani. Ma la pace nell'Europa centrale fu salva, secondo quello che fu il giudizio condiviso anche da uomini come Adenauer e altri dirigenti occidentali.

Al vertice del partito e dello stato

Nel 1971, prima dell'8° congresso del Partito Socialista Unificato, Walter Ulbricht propose al­l'Ufficio Politico di essere esonerato per ragioni di età e di salute dalle funzioni di segretario generale del partito e di essere sostituito da Honecker. Così la relazióne principale al congresso fu tenuta da Honecker, mentre Ulbricht aveva pronunciato il discorso introduttivo.

Da quando Honecker aveva ricoperto le cariche di segretario generale del partito e di capo dello stato lo sviluppo dell'economia fu sempre direttamente collegato a miglioramenti nel livello di vita della gente. Il progresso era particolarmente sensibile nella fornitura di appartamenti di buona qualità. Tra il 1979 e il 1989, 3,4 milioni di appartamenti furono costruiti nuovi o rimodernati con una cre­scita corrispondente nella produzione di mobili, suppellettili e biancheria.

Per vent'anni l'economia si sviluppò a un tasso del 2,4% all'anno. Anche nel 1989 - anno assai difficile nella seconda metà - il tasso di crescita rimase superiore al 2%. Non c'era nessuno che non aves­se una casa. Non esisteva disoccupazione.

L'apprendistato e le altre strutture educative forni­vano un quadro di sicuro sviluppo per i giovani. Il servizio sanitario gratuito e altre strutture sociali come nidi e asili erano disponibili per chiunque ne avesse bisogno.

Honecker e la democrazia

L'esperienza che Honecker aveva fatto nella sua vita e le sue osservazioni lo avevano reso assai poco incline al fascino superficiale della democra­zia borghese, la cui prima funzione, non si stanca­va mai di ripetere, era quella di preservare il potere della classe capitalistica dominante. Quando poi il capitalismo correva rischi seri, subito venivano attivati meccanismi extraparlamentari, dalla fuga dei capitali alla soppressione fisica di scioperi e manifestazioni. Non solo, ma se lo ritenevano necessario i capitalisti erano prontissimi a sbaraz­zarsi delle istituzioni parlamentari per introdurre governi di tipo fascista.

In effetti se l'attuale governo parlamentare del Cile è in debito con Honecker è proprio per l'assi­stenza prestata dalla RDT ai rifugiati cileni che sfuggivano alla controrivoluzione di Pinochet.

Ma la democrazia cilena non è stata la sola beneficiaria della RDT diretta da Honecker. Tomas Borge Martinez, condannando la collaborazione russo-cilena nell'allontanamento fisico di Honecker dall'ambasciata a Mosca, scrive: «La RDT e i suoi dirigenti hanno dimostrato la loro solidarietà con il nuovo Nicaragua, a cui hanno fornito non solo un ospedale completo, compresi i medici e le forniture sanitarie, ma anche molti altri materiali essenziali».

Lo stesso si può dire dell'African National Congress (ANC) del Sudafrica e di altre parti del mondo dove le lotte contro l'imperialismo dimo­strano che la vera democrazia altro non è che il potere del popolo. Quella che chiamiamo demo­crazia borghese, le cui concessioni in materia di organizzazione e rappresentanza operaia hanno dovuto essere strappate - e continuano a doverlo essere - al prezzo di dure lotte, non cessa mai di essere al servizio della plutocrazia, del potere dei ricchi, dei capitalisti in quanto classe dominante.

Da questo punto di vista Honecker ha difeso la democrazia essenziale della RDT, il cui Fronte Nazionale ha portato nel parlamento le organizza­zioni popolari, non solo i partiti, ma anche i sindacati e le organizzazioni dei giovani e delle donne.

Non è vero che Honecker sia stato insensibile al problema di quella che alcuni (sbagliando) chia­mano «alienazione». Per dirla con le sue stesse parole: «Le acciaierie del Brandenburg non sono state progettate come proprietà dei lavoratori... dobbiamo perciò trovare il rapporto corretto tra la proprietà del popolo e la coscienza che esso ne ha, la coscienza che è la sua proprietà e che ha la responsabilità di svilupparla in nome del popolo».

E' il grande problema dello sviluppo del sociali­smo, le cui soluzioni sono indissolubilmente lega­te allo sviluppo di un alto livello di istruzione, ai livelli tecnologici, alla forza relativa dei sistemi sociali in competizione, alla qualità della coscien­za di classe e a molti altri fattori, comprese le prospettive di pace e disarmo.
E' fuor di dubbio, comunque, che su tutti questi diversi aspetti dello sviluppo socio-economico l'orientamento politico di Honecker è sempre sta­to teso ad assicurare il loro contributo a lungo termine al comunismo.