Sulle nostre difficoltà granarie si è raccontato qui un mucchio di
storie. Ma si sono perduti di vista gli aspetti essenziali delle nostre
temporanee difficoltà granarie. Si è dimenticato, prima di tutto, che
quest'anno abbiamo avuto un raccolto lordo di frumento e di segala
inferiore di 500-600 milioni di pudi a quello dell'anno scorso. Era
possibile che ciò non avesse delle ripercussioni sulle nostre compere di
grano? Naturalmente non era possibile. È forse colpevole di questo la
politica del Comitato centrale? No, la politica del Comitato centrale qui
non c'entra per nulla. La cosa si spiega col raccolto molto cattivo nella
zona delle steppe dell'Ucraina (gelo e siccità), col raccolto parzialmente
cattivo nel Caucaso del Nord, nella Regione centrale delle Terre nere e
infine nella regione di Nord-ovest. Così soprattutto si spiega perchè,
mentre al 1° aprile dell'anno scorso in Ucraina la compera da parte dello
Stato ci aveva dato 200 milioni di pudi di cereali (frumento e segala),
quest'anno ci ha dato solo 26-27 milioni di pudi. Così si spiega perchè la
compera del frumento e della segala nella Regione centrale delle Terre
nere è diminuita di quasi 8 volte e nel Caucaso del Nord di 4 volte. In
alcune regioni orientali la compera del grano ci ha dato quest'anno quasi
il doppio. Ma questo non poteva compensare e non ha certamente
compensalo il deficit di grano che abbiamo avuto in Ucraina, nel
Caucaso del Nord, nella Regione centrale delle Terre nere. Non bisogna
dimenticare che, quando il raccolto è normale, l'Ucraina e il Caucaso del
Nord forniscono più della metà e qualche volta perfino i due terzi di tutto
il grano comperato dallo Stato nell'U.R.S.S. È strano che Rykov abbia
perso di vista questa circostanza.
Infine, una seconda circostanza, che rappresenta l'aspetto essenziale
elle nostre difficoltà temporanee nella compera del grano da parte dello
Stato. Mi riferisco alla resistenza dei kulak e degli elementi agiati della
campagna alla politica del potere sovietico per la compera del grano.
Rykov ha eluso questa circostanza. Ma eludere questo elemento significa
eludere l'essenziale in fatto di compera del grano da parte dello Stato.
Cosa dimostra l'esperienza della compera del grano in questi ultimi due
anni? Dimostra che gli strati abbienti della campagna, che hanno nelle
loro mani delle notevoli eccedenze di grano e hanno una parte
predominante sul mercato del grano, non vogliono cederci
volontariamente la quantità necessaria di grano, ai prezzi stabiliti dal
potere sovietico. Per rifornire di grano le città, i centri industriali,
l'Esercito rosso e le regioni delle culture industriali, ci occorrono circa
500 milioni di pudi di grano all'anno. Le consegne spontanee ci
permettono di comprare circa 300-350 milioni di pudi. I rimanenti 150
milioni di pudi dobbiamo prenderli esercitando una pressione organizzata
sui kulak e sugli strati agiati della campagna. Ecco che cosa ci dice
l'esperienza della compera del grano in questi ultimi due anni.
Cos'è avvenuto in questi due anni? Donde provengono questi cambiamenti?
Perchè le consegne spontanee prima ci bastavano, mentre ora
sono insufficienti? È avvenuto che in questi anni i kulak e gli elementi
agiati sono venuti aumentando, hanno tratto profitto di una serie di buoni
raccolti, si sono economicamente rafforzati, hanno accumulato un piccolo
capitale e adesso possono manovrare sul mercato, tenendo strette le
eccedenze di grano nell'attesa d'un rialzo dei prezzi e dedicandosi ad altre
culture. Il grano non è una merce ordinaria. Il grano non è il cotone, che
non si può mangiare e non si può vendere a chiunque. A differenza del
cotone, il grano, nelle nostre condizioni attuali, è una merce che tutti
comprano e senza la quale non si può vivere. Il kulak lo sa e trattiene il
grano, spingendo i detentori di grano a fare altrettanto. Il kulak sa che il
grano è la valuta delle valute. Il kulak sa che le eccedenze di grano non
sono soltanto un mezzo per arricchirsi, ma un mezzo per asservire i
contadini poveri. Le eccedenze di grano nelle mani del kulak sono, nelle
condizioni attuali, un mezzo per rafforzare le sue posizioni economiche e
politiche. Perciò, prendendo queste eccedenze ai kulak, non solo
facilitiamo il rifornimento di pane delle città e dell'Esercito rosso, ma
togliamo alla classe dei kulak il mezzo di rafforzarsi economicamente e
politicamente.
Che cosa bisogna fare per ottenere queste eccedenze di grano?
Bisogna, prima di tutto, liquidare la psicologia della spontaneità, che è
cosa nociva e pericolosa. Bisogna organizzare la compera del grano da
parte dello Staio. Bisogna mobilitare le masse dei contadini poveri e
medi contro i kulak e organizzare il loro appoggio sociale alle misure
prese dal potere sovietico per intensificare la compera del grano.
L'importanza del metodo applicato nella compera del grano negli Urali o
in Siberia, dove i contadini hanno fissato essi stessi la quantità di grano
da consegnare allo Stato, consiste precisamente nel fatto che questo
metodo offre la possibilità di mobilitare gli strati lavoratori della
campagna contro i kulak, per intensificare la compera del grano.
L'esperienza ha dimostrato che questo metodo ci dà dei risultati positivi.
L'esperienza ha dimostrato che otteniamo questi risultati positivi in due
direzioni: in primo luogo, ritiriamo le eccedenze di grano agli strati
abbienti della campagna, facilitando così il rifornimento dei paese; in
secondo luogo, mobilitiamo le masse dei contadini poveri e medi contro i
kulak, le educhiamo politicamente e ne facciamo il nostro potente
esercito politico di milioni e milioni di uomini nella campagna. Alcuni
compagni non tengono conto di quest'ultima circostanza. E invece essa è
precisamente uno dei risultati più importanti, se non il più importante, del
metodo uralo-siberiano della compera del grano. È vero, questo metodo
si combina talvolta con l'applicazione di misure straordinarie contro i
kulak, il che provoca gli strilli grotteschi di Bukharin e Rykov. Ma cosa
c'è di male? Perchè non si possono applicare, talvolta, in certe condizioni,
delle misure straordinarie contro il nostro nemico di classe, contro i
kulak? Perchè nelle città si possono arrestare gli speculatori a centinaia e
deportarli nel territorio di Turukhansk e ai kulak, che tentano di prendere
alla gola il potere sovietico e di asservire i contadini poveri, non si
possono ritirare le eccedenze di grano per via di costrizione sociale, ai
prezzi a cui i contadini poveri e medi danno il grano alle nostre
organizzazioni di approvvigionamento? Chi ha deciso che non lo si possa
fare? Si è forse mai il nostro partito pronunciato in linea di principio
contro l'applicazione ai kulak di misure straordinarie? A quanto pare
Rykov e Bukharin sono in linea di principio contro ogni applicazione di
misure straordinarie ai kulak. Ma questa è una politica liberale borghese e
non una politica marxista. Non potete ignorare che Lenin, dopo
l'introduzione della Nep, si è pronunciato perfino per il ritorno alla
politica dei Comitati di contadini poveri, a certe condizioni, beninteso.
Ebbene, che cos'è l'applicazione parziale di misure straordinarie contro i
kulak? Rispetto alla politica dei Comitati di contadini poveri, è meno di
una goccia nel mare.
I partigiani del gruppo Bukharin sperano di persuadere il nemico di
classe a rinunciare volontariamente ai suoi interessi e a darci di sua
propria volontà le sue eccedenze di grano. Essi sperano che il kulak, il
quale è venuto rafforzandosi, il quale ha la possibilità di rifarsi con altre
culture e nasconde le sue eccedenze di grano, - sperano che questo
stesso kulak ci dia di sua propria volontà le sue eccedenze di grano ai
nostri prezzi di Stato. Ma hanno dunque perduto la ragione? Non è chiaro
che essi non comprendono il meccanismo della lotta di classe, non sanno
che cosa sono le classi? Non sanno essi come i kulak prendono in giro i
nostri militanti e il potere sovietico nelle assemblee rurali, indette per
intensificare la compera del grano da parte dello Stato? Ignorano essi dei
fatti come quello successo nel Kasakstan, dove un nostro agitatore ha
parlato due ore per convincere i detentori di grano a dare il grano pel
rifornimento del paese, e un kulak si è fatto avanti con la pipa in bocca e
gli ha risposto: «Prima balla, ragazzo mio, e poi ti darò un due pudi di
grano».
Una voce: Canaglie!
Stalin: Andate un po' a convincere questa gente. Sì, compagni, una
classe è una classe. A questa verità non si sfugge. Il metodo uralosiberiano
è buono appunto perchè permette più facilmente di mettere gli
strati dei contadini poveri e medi contro i kulak, permette più facilmente
di spezzare la resistenza dei kulak e li obbliga a cedere le eccedenze di
grano agli organi del potere sovietico.
Oggi la parola che è più di moda nelle file della nuova opposizione,
nelle file del gruppo Bukharin, è la parola «esagerazioni» nella compera
del grano da parte dello Stato. Questa parola è per essi la merce più
corrente, perchè li aiuta a mascherare la loro propria linea. Quando
vogliono mascherare la loro linea, essi dicono di solito: noi non siamo,
naturalmente, contro la pressione sui kulak, ma siamo contro le
esagerazioni che si commettono in questo campo e che colpiscono il
contadino medio. Poi viene il racconto degli orrori di queste
esagerazioni, si dà lettura di lettere di «contadini», si dà lettura di lettere
piene di panico, scritte da compagni come Markov e poi si trae la
conclusione: bisogna abbandonare la politica di pressione sui kulak. Che
razza di ragionamento è questo: siccome vi sono delle esagerazioni
nell'applicazione di una politica giusta, per questo bisogna, a quanto
pare, abbandonare questa politica giusta. Tale è il metodo abituale degli
opportunisti: partendo dalle esagerazioni nell'applicazione della linea
giusta, abbandonare questa linea, sostituendole una linea opportunista.
Con ciò i sostenitori del gruppo Bukharin hanno cura di tacere che esiste
anche un'altra specie di esagerazioni, più pericolosa e più nociva, e
precisamente esistono le esagerazioni nel senso d'una saldatura con i
kulak, nel senso d'un adattamento agli strati agiati della campagna, nel
senso d'una sostituzione della politica opportunista dei destri alla politica
rivoluzionaria del partito.
È evidente che siamo tutti contro queste esagerazioni. Siamo tutti
contrari a che i colpi diretti contro i kulak vadano a colpire i contadini
medi. Questo è chiaro e su questo non può esservi il minimo dubbio. Ma
siamo decisamente contrari a che le ciance sulle esagerazioni, alimentate
con zelo dal gruppo Bukharin, vengano a infirmare la politica
rivoluzionaria del nostro partito e a sostituirle la politica opportunista del
gruppo Bukharin. No, «questa volta il trucco non vi riesce».
Citate una sola misura politica del partito che non sia stata accompagnata
da questa o da quella esagerazione. La conseguenza è che
bisogna lottare contro le esagerazioni. Ma si può forse, per questa
ragione, denigrare la linea stessa del partito, che è la sola giusta?
Prendiamo, per esempio, la decisione di applicare la giornata di 7 ore.
Non c'è dubbio che questa misura è una delle più rivoluzionarie che il
nostro partito abbia applicato in questi ultimi tempi. Chi non sa che
questa misura, profondamente rivoluzionaria nella sostanza, è spesso
accompagnata nella pratica da tutta una serie di esagerazioni, talvolta
delle più detestabili? Significa questo che dobbiamo abbandonare la
politica di applicazione della giornata di 7 ore? Non comprendono i
sostenitori della nuova opposizione in che pantano cadono, quando
puntano sulla carta delle esagerazioni in materia di compera del grano da
parte dello Stato?