Ho già detto che Bukharin non vede e non capisce i nuovi compiti
dell'Internazionale comunista, che consistono nell'eliminare i destri dai
partiti comunisti, nel debellare i conciliatori e nell'epurare i partiti
comunisti dalle tradizioni socialdemocratiche; nuovi compiti, che ci sono
dettati dal maturare delle condizioni di una nuova ondata rivoluzionaria.
Questa tesi è stata pienamente confermata dai nostri disaccordi circa le
questioni dell'Internazionale comunista.
Da che cosa sono incominciati i nostri disaccordi in questo campo?
Si è incominciato con le tesi sulla situazione internazionale presentate
da Bukharin al VI Congresso. Di solito le tesi venivano esaminate
previamente in seno alla delegazione del Partito comunista (bolscevico)
dell'U.R.S.S. In questo caso, però, questa condizione non venne osservata
e accadde che le tesi, firmate da Bukharin, vennero inviate
contemporaneamente alla delegazione del Partito comunista (bolscevico)
dell'U.R.S.S. e alle delegazioni al VI Congresso dei partiti comunisti
fratelli. Ora, le tesi apparvero insoddisfacenti in parecchi punti. La
delegazione del Partito comunista (bolscevico) dell'U.R.S.S. dovette
apportare alle tesi circa 20 emendamenti.
Questo fatto mise Bukharin in una situazione alquanto imbarazzante.
Ma di chi è la colpa? Che bisogno aveva Bukharin di distribuire le
tesi alle delegazioni dei partiti fratelli prima che fossero state esaminate
dalla delegazione del Partito comunista (bolscevico) dell'U.R.S.S.?
Poteva la delegazione del Partito comunista (bolscevico) dell'U.R.S.S.
non fare degli emendamenti, se le tesi risultavano insoddisfacenti? E
avvenne che la delegazione del Partito comunista (bolscevico)
dell'U.R.S.S. presentò, in sostanza, delle nuove tesi sulla situazione internazionale,
tesi che le delegazioni dei partili fratelli incominciarono a
contrapporre alle vecchie tesi firmate da Bukharin. È chiaro che non si
sarebbe creata questa situazione imbarazzante se Bukharin non si fosse
troppo affrettato a inviare le sue tesi alle delegazioni dei partiti fratelli.
Vorrei richiamare l'attenzione su quattro emendamenti fondamentali
apportati alle tesi di Bukharin dalla delegazione del Partito comunista
(bolscevico) dell'U.R.S.S. Vorrei richiamare l'attenzione su questi
emendamenti fondamentali per mostrare più chiaramente il carattere dei
disaccordi circa le questioni dell'Internazionale comunista.
La prima questione riguarda il carattere della stabilizzazione del
capitalismo. Dalle tesi di Bukharin risultava che nel momento attuale non
c'è niente di nuovo che scuota la stabilizzazione del capitalismo, che, al
contrario, il capitalismo si sta ricostruendo e che la sua situazione è, in
sostanza, più o meno solida. E chiaro che con tale caratteristica del
cosiddetto terzo periodo, del periodo, cioè, che stiamo attraversando ora,
la delegazione del Partito comunista (bolscevico) dell'U.R.S.S. non
poteva dichiararsi d'accordo. Essa non poteva dichiararsi d'accordo
perchè mantenendo tale caratteristica del terzo periodo si sarebbe
permesso ai nostri critici di dire che ci poniamo dal punto di vista del
cosiddetto «risanamento» del capitalismo, cioè dal punto di vista di
Hilferding, punto di vista che noi, comunisti, non possiamo accettare.
Perciò la delegazione del Partito comunista (bolscevico) dell'U.R.S.S.
propose un emendamento, da cui risulta che la stabilizzazione del
capitalismo non è solida e non può esserlo, che essa e e continuerà ad
essere scossa nel corso degli avvenimenti, dato l'aggravarsi della crisi del
capitalismo mondiale. Questa questione, compagni, ha un'importanza
decisiva per le sezioni dell'Internazionale comunista. Si sfascia o si
consolida la stabilizzazione del capitalismo? Da questo dipende tutto
l'orientamento dei partiti comunisti nel loro lavoro politico quotidiano.
Stiamo noi attraversando un periodo di declino del movimento
rivoluzionario, un periodo di semplice raggruppamento delle forze,
oppure stiamo attraversando un periodo in cui maturano le condizioni di
una nuova ascesa rivoluzionaria, un periodo di preparazione della classe
operaia alle prossime battaglie di classe? Da questo dipende la posizione
tattica dei partiti comunisti. L'emendamento apportato dalla delegazione
del Partito comunista (bolscevico) dell'U.R.S.S., accettato in seguito dal
congresso, è tanto più giusto in quanto orienta chiaramente verso la
seconda prospettiva, la prospettiva del maturare delle condizioni di una
nuova ascesa rivoluzionaria.
La seconda questione riguarda la lotta contro la socialdemocrazia.
Nelle tesi di Bukharin si diceva che la lotta contro la socialdemocrazia è
uno dei compiti principali delle sezioni dell'Internazionale comunista.
Questo, evidentemente, è giusto. Ma è insufficiente. Perchè la lotta
contro la socialdemocrazia possa svilupparsi con successo è necessario
porre in modo acuto il problema della lotta contro la cosiddetta ala
«sinistra» della socialdemocrazia, contro quell'ala «sinistra» che,
giocando con le frasi di «sinistra» e abilmente ingannando gli operai,
frena il loro distacco dalla socialdemocrazia. È chiaro che senza debellare
i socialdemocratici di «sinistra» è impossibile vincere la socialdemocrazia
in generale. Ciononostante, nelle tesi di Bukharin la questione
della socialdemocrazia di «sinistra» era lasciata completamente in
disparte. Evidentemente, questa era una grande lacuna. Perciò la
delegazione del Partito comunista (bolscevico) dell'U.R.S.S. dovette
apportare alle tesi di Bukharin l'emendamento corrispondente, emendamento
che è poi stato approvato dal congresso.
La terza questione riguarda le tendenze conciliatrici nei problemi
dell'Internazionale comunista. Nelle tesi di Bukharin si parlava della
necessità di lottare contro la deviazione di destra, ma non si faceva parola
della lotta contro le tendenze conciliatrici con la deviazione di destra.
Evidentemente, questa era una grande lacuna. È un fatto che quando si
dichiara la guerra alla deviazione di destra, i destri, di solito, si
mascherano da conciliatori e mettono il partito in una situazione difficile.
Per prevenire questa manovra dei destri è necessario porre la questione
d'una lotta decisa contro i conciliatori. Perciò la delegazione del Partito
comunista (bolscevico) dell'U.R.S.S. credette necessario apportare alle
tesi di Bukharin l'emendamento corrispondente, emendamento che è poi
stato approvato dal congresso.
La quarta questione riguarda la disciplina. Nelle tesi di Bukharin
non si faceva allusione alla necessità di mantenere una disciplina di ferro
nei partiti comunisti. Neppure questa era una lacuna di poca importanza.
Perchè? Perchè nel periodo in cui si intensifica la lotta contro la
deviazione di destra, nel periodo in cui si applica la parola d'ordine
dell'epurazione dei partiti comunisti dagli elementi opportunisti, i destri,
di solito, si organizzano in frazione, creano la loro propria disciplina di
frazione, mentre spezzano e distruggono la disciplina del partito. Per
preservare il partito dalle manovre frazioniste dei destri è necessario
porre la questione dell'esistenza di una disciplina di ferro nel partito e
della sottomissione incondizionata dei membri del partito a questa
disciplina. Senza questo è inutile pensare a una lotta seria contro la
deviazione di destra. Perciò la delegazione del Partito comunista
(bolscevico) dell'U.R.S.S. apportò alle tesi di Bukharin l'emendamento
corrispondente, emendamento che è poi stato approvato dal VI
Congresso.
Potevamo noi esimerci dall'apportare questi emendamenti alle tesi
di Bukharin? È chiaro che non lo potevamo. Anticamente si diceva a
proposito del filosofo Platone: «Amiamo Platone, ma la verità l'amiamo
ancor di più». Lo stesso si potrebbe dire di Bukharin: «Amiamo
Bukharin, ma la verità, il partito, l'Internazionale comunista, li amiamo
ancor di più». Perciò la delegazione del Partito comunista dell'U.R.S.S. si
è vista costretta ad apportare questi emendamenti alle tesi di Bukharin.
Questa è stata, per cosi dire, la prima tappa dei nostri disaccordi
circa le questioni dell'Internazionale comunista.
La seconda tappa dei nostri disaccordi è legata al cosiddetto affare
Wittorf e Thälmann. Wittorf è l'ex segretario dell'organizzazione di
Amburgo, accusato di aver dilapidato del denaro appartenente al partito,
ciò che gli valse di essere espulso dal partito. I conciliatori, nel Comitato
centrale del Partito comunista tedesco, sfruttando le relazioni esistenti tra
Wittorf e il compagno Thälmann, sebbene il compagno Thälmann non
avesse niente a che fare col delitto di cui si era reso colpevole Wittorf,
trasformarono l'affare Wittorf in un affare Thälmann e si accinsero a
rovesciare la direzione del Partito comunista tedesco. Certamente sapete,
dalle notizie dei giornali, che i conciliatori Ewert e Gerhart riuscirono,
allora, a trascinare temporaneamente dietro a sè la maggioranza del
Comitato centrale del Partito comunista tedesco contro il compagno
Thälmann. E che fecero? Esclusero Thälmann dalla direzione, lo
incolparono di corruzione e pubblicarono una risoluzione
«corrispondente», all'insaputa e senza la sanzione del Comitato esecutivo
dell'Internazionale comunista, in tal modo, invece di adempiere le
direttive del VI Congresso dell'Internazionale comunista circa la lotta
contro le tendenze conciliatrici, invece di combattere la deviazione di
destra e le tendenze conciliatrici, si giunse, in pratica, alla più grossolana
violazione di queste direttive, si condusse una lotta contro la direzione
rivoluzionaria del Partito comunista tedesco, una lotta contro il
compagno Thälmann, allo scopo di coprire la deviazione di destra e di
dare il sopravvento alle tendenze conciliatrici nelle file dei comunisti
tedeschi.
Ed ecco che, invece di dare un colpo di timone e ristabilire la
situazione, invece di rimettere in vigore le direttive del VI Congresso
violate in questo modo, invece di richiamare all'ordine i conciliatori,
Bukharin propone, nella lettera che conoscete, di sanzionare il colpo di
mano dei conciliatori, di confidare il Partito comunista tedesco ai
conciliatori, e di bollare nuovamente il compagno Thälmann nella
stampa, dichiarandolo ancora una volta colpevole. E questo si chiama un
«dirigente» dell'Internazionale comunista! È possibile che vi siano sulla
terra dei «dirigenti» di questo stampo?
Il Comitato centrale ha esaminato la proposta di Bukharin e l'ha
respinta. Questo, si capisce, non ha fatto piacere a Bukharin. Ma di chi la
colpa? Le decisioni del VI Congresso sono state approvate non già per
essere violate, bensì per essere applicate. Se il VI Congresso ha deciso di
dichiarare la lotta alla deviazione di destra e alle tendenze conciliatrici,
mantenendo alla direzione il nucleo fondamentale del Partito comunista
tedesco con il compagno Thälmann alla testa, e ai conciliatori Ewert e
Gerhart è venuto in mente di passar sopra a questa decisione, il dovere di
Bukharin era di richiamare all'ordine i conciliatori e non di lasciar loro la
direzione del Partito comunista tedesco. La colpa è di Bukharin, che ha
«dimenticato» le decisioni del VI Congresso.
La terza tappa dei nostri disaccordi è legata alla questione della
lotta contro i destri nel Partito comunista tedesco, alla questione della
disfatta della frazione di Brandler e di Thalheimer e dell'espulsione dal
Partito comunista tedesco dei dirigenti di questa frazione. La «posizione»
di Bukharin e dei suoi amici in questa questione cardinale è consistita
nell'essersi sempre rifiutati di partecipare alla soluzione di questo
problema. In sostanza si decideva delle sorti del Partito comunista
tedesco. Ma Bukharin e i suoi amici, pur sapendo come stavano le cose,
hanno continuamente messo i bastoni tra le ruote, rifiutandosi
sistematicamente di partecipare alle sedute delle istanze competenti. E
perchè? Certamente per poter rimanere «immacolati» e davanti
all'Internazionale comunista e davanti ai destri del Partito comunista
tedesco. Per poter poi dire: «Non siamo stati noi, bukhariniani, ma è stata
la maggioranza del Comitato centrale che ha espulso Brandler e
Thalheimer dal partito comunista». E questo si chiama lottare contro il
pericolo di destra !
Infine, la quarta tappa dei nostri disaccordi. Essa è legata alla
richiesta fatta da Bukharin, prima dell'Assemblea plenaria del Comitato
centrale di novembre, di allontanare dalla Germania Neumann e di
richiamare all'ordine il compagno Thälmann, reo, a quanto pare, di aver
criticato in uno dei suoi discorsi il rapporto di Bukharin al VI Congresso.
Noi, naturalmente, non potevamo dichiararci d'accordo con Bukharin,
non avendo nelle mani assolutamente nessun documento a sostegno della
richiesta di Bukharin. Bukharin aveva promesso di presentare dei
documenti contro Neumann e Thälmann. Però non ha presentato nessun
documento. Invece dei documenti ha mandato ai membri della
delegazione del Partito comunista (bolscevico) dell'U.R.S.S. il noto
discorso di Humbert-Droz alla segreteria politica del Comitato esecutivo
dell'Internazionale comunista, quel discorso che il Presidium del
Comitato esecutivo dell'Internazionale comunista ha qualificato, in
seguito, come un discorso opportunista. Inviando il discorso di Humbert-
Droz ai membri della delegazione del Partito comunista (bolscevico)
dell'U.R.S.S. e raccomandandolo come materiale contro Thälmann,
Bukharin voleva dimostrare la giustezza della sua richiesta di allontanare
Neumann e di richiamare all'ordine il compagno Thälmann. In realtà,
invece, egli ha dimostrato di essere solidale con Humbert-Droz, le cui
posizioni sono considerate dal Comitato esecutivo dell'Internazionale
comunista come posizioni opportuniste.
Ecco, compagni, i punti principali dei nostri disaccordi circa le
questioni dell'Internazionale comunista.
Bukharin pensa che, conducendo la lotta contro la deviazione di
destra e le tendenze conciliatrici verso di essa nelle sezioni dell'Internazionale
comunista, epurando il partito tedesco e il partito cecoslovacco
dagli elementi e dalle tradizioni socialdemocratiche, cacciando dai partiti
comunisti i Brandler e i Thalheimer, noi «disgreghiamo» l'Internazionale
comunista, noi «roviniamo» l'Internazionale comunista. Noi pensiamo, al
contrario, che, conducendo questa politica e ponendo in modo acuto la
questione della lotta contro la deviazione di destra e contro le tendenze
conciliatrici verso di essa, consolidiamo l'Internazionale comunista, la
epuriamo dagli opportunisti, bolscevizziamo le sue sezioni e aiutiamo i
partiti comunisti a preparare la classe operaia ai prossimi scontri
rivoluzionari.
Voi vedete che non si tratta di semplici sfumature che si manifestino
nelle file del Comitato centrale del Partito comunista (bolscevico)
dell'U.R.S.S., ma di disaccordi abbastanza seri circa le questioni cardinali
della politica dell'Internazionale comunista.
[continua la lettura: III I disaccordi in materia di politica interna]