TUTTO IL POTERE AI SOVIET!

(17 settembre 1917)

Testo pubblicato come editoriale sul n. 13 del Raboci Put (La via operaia). Lenin formulò la parola d'ordine "Tutto il potere ai soviet!" nelle Tesi di aprile. Compito del partito era appoggiare il passaggio dalla prima tappa della rivoluzione "che diede il potere alla borghesia" alla seconda tappa, quella del potere al proletariato e agli strati poveri dei contadini.

La rivoluzione è in marcia. Presa a fucilate durante le giornate di luglio e seppellita alla Conferenza di Mosca, essa risolleva la testa travolgendo i vecchi ostacoli e creando un nuovo potere. La prima linea delle trincee della controrivoluzione è espugnata. Dopo Kornilov, Kaledin batte in ritirata. Nel fuoco della lotta si rianimano i soviet, che. sembravano morti. Hanno ripreso il timone e guidano le masse rivoluzionarie. Tutto il potere ai soviet! Questa è la parola d'ordine del nuovo movimento.
Il governo di Kerenski ingaggia la lotta contro questo nuovo movimento. Fin dai primi giorni della rivolta di Kornilov esso aveva minacciato lo scioglimento dei comitati rivoluzionari, trattando come un "abuso di autorità" la lotta contro la cricca di Kornilov. Da allora la lotta contro i comitati non ha smesso di intensificarsi, trasformandosi negli ultimi tempi in una guerra aperta. Il soviet di Sinferopoli arresta il noto Riabuscinski, coinvolto nel complotto di Kornilov. Il governo Kerenski per tutta risposta ordina che "vengano prese misure per la liberazione di Riabuscinski e per l'incriminazione di coloro che hanno proceduto a questo arresto illegale" (Riec).
A Tashkent tutto il potere passa al soviet e le vecchie autorità vengono destituite. Il governo Kerenski per tutta risposta "prende una serie di misure, tenute per ora segrete, che faranno rinsavire i dirigenti del soviet dei deputati degli operai e dei soldati di Tashkent, che hanno perso il senso della misura" (Russkie Viedomosti).
I soviet esigono un'inchiesta severa e completa sulle azioni di Kornilov e dei suoi adepti. Il governo Kerenski per tutta risposta "limita l'inchiesta a una cerchia insignificante di persone, lasciando inutilizzate alcune fonti molto importanti che darebbero la possibilità di qualificare il delitto di Kornilov come tradimento della patria e non solo come ribellione" (Novaia Gizn, rapporto di Sciubnikov).
I soviet esigono la rottura con la borghesia e in primo luogo con i cadetti. Il governo Kerenski per tutta risposta tratta con i Kisckin e con i Konovalov, invitandoli a entrare nel governo, proclamando "l'indipendenza" del governo dai soviet. Tutto il potere alla borghesia imperialista! Questa è la parola d'ordine del governo Kerenski. Nessun dubbio è possibile.
Siamo in presenza di due poteri: da una parte il potere di Kerenski e del suo governo, dall'altra il potere dei soviet e dei comitati.
Il momento che attraversiamo è caratterizzato dalla lotta che si svolge fra questi due poteri.
O il potere del governo Kerenski e allora si avrà l'egemonia dei grandi proprietari fondiari e dei capitalisti, la guerra e lo sfacelo.
O il potere dei soviet e allora si avrà l'egemonia degli operai e dei contadini, la pace e la fine dello sfacelo.
La vita stessa pone la questione in questi termini. A ogni crisi del potere la rivoluzione ha posto questa questione. Ogni volta i signori conciliatori hanno evitato di dare una risposta diretta e, agendo così, hanno consegnato il potere nelle mani dei nemici. I conciliatori, convocando la conferenza invece del congresso dei soviet, volevano ancora una volta tirarsi indietro e cedere il potere alla borghesia. Ma hanno sbagliato i conti. È venuto il tempo in cui non è più possibile tirarsi indietro.
La questione, posta direttamente dalla vita, esige una risposta chiara e precisa.
Pro o contro i soviet!
Che i signori conciliatori facciano la loro scelta.