Lo squadrismo nel 1921


Dal volume: Squadristi, protagonisti e tecniche della violenza fascista. 1919-1922, di Mimmo Franzinelli , Mondadori, Milano 2003, pp. 301-361 riprendiamo la cronologia relativa al 1921


   GENNAIO

   1 Rissa mortale a Casale Monferrato (AL). Un ufficiale dell'esercito uccide a pistolettate l'operaio socialista Secondo Reale durante un acceso diverbio.
   3 Rappresaglia in grande stile a Ferrara, per l'eccidio al castello Estense.
   7 Sfortunata spedizione notturna nel Vercellese. Una decina di giovani ex combattenti, giunti a notte fonda con un camion nella piazza di Albano, scalzano la lapide dedicata «Ai morti che dettero ignari la giovinezza alla causa del capitalismo»: una guardia comunale spara contro il gruppo con un fucile caricato a pallini e ferisce mortalmente Aldo Milano, calciatore della Pro Vercelli (si spegnerà in ospedale l'indomani). Arrestati la guardia e, per istigazione all'omicidio, il prosindaco socialista.
   8 Squadrismo domenicale a Rovigo. Il fascista Gigi Lanzoni, «esasperato dopo una vivace discussione con un gruppo di socialisti», spara all'impazzata in piazza Garibaldi ferendo seriamente tre contraddittori e il suo compagno Umberto Klinger, legionario fiumano. Lanzoni è arrestato.
   - A San Valentino di Sorano (GR) i carabinieri sparano contro i braccianti che occupano le terre: un morto.
   9 Devastata la Camera del lavoro di Valle d'Istria (Pola).
   10 Primo assalto alla Camera del lavoro di Modena.
   - Spedizione punitiva contro il municipio socialista di Ponticelli (NA).
   12 Distrutto dai fascisti il circolo di cultura del rione triestino di Roiano (TS).
   14 Sparatoria contro treno di pendolari sulla linea Bologna-Bazzano. Appena il convoglio parte dalla stazione di Bologna alcuni fascisti, celati dietro le colonne del portico, sparano contro una vettura e uccidono un operaio.
   15 Attacco squadristico ai portuali genovesi: un morto.
   16 Ucciso ad Abbiate (CO) il cavallante socialista Giuseppe Lissi. I fascisti sparano contro un gruppo di cittadini col garofano all'occhiello: un morto e vari feriti.
   17 Inaugurati nel sangue due fasci di combattimento. Nella giornata costitutiva del fascio di Ostiano (CR) muore in uno scontro con i carabinieri il socialista Mattarossi. Il comandante degli squadristi milanesi Luigi Lanfranconi, di ritorno dall'inaugurazione del fascio di Cantù (CO) guida una spedizione punitiva contro i socialisti, uno dei quali viene ucciso.
   18 D'Annunzio lascia Fiume.
           Matteotti resiste ai manganellatori. Giunto a Ferrara per assumere la direzione della Camera del lavoro, il deputato socialista viene assediato dalle camicie nere e rimane leggermente ferito.
  19 Socialista ucciso a Ferrara. Ferito mortalmente il panettiere socialista Ettore Borghetti, all'uscita dalla Camera del lavoro, dai colpi di pistola esplosi da un gruppo di fascisti appostati nei pressi della sede sindacale.
   - Scontri a Castellammare di Stabia (NA) per piazza Spartaco. Una manifestazione contro l'amministrazione socialista di Castellammare di Stabia - originata dal tentativo di ostacolare l'intitolazione di una piazza al promotore della ribellione degli schiavi, Spartaco - trascende nell'assalto alla casa comunale, dove si erano barricati i sostenitori della giunta. Nelle sparatorie perdono la vita 5 socialisti (l'operaio metallurgico Francesco Lo Russo, il marinaio Michele Esposito, il lattaio Sabato Amato, il panettiere Sebastiano Viesti, l'artigiano Antonio Donnarumma) e il maresciallo dei carabinieri Clemente Carlino (colpito da un proiettile alla schiena). La polizia cattura un centinaio di socialisti, arroccatisi nel municipio (verranno tutti assolti in Corte d'assise dopo un processo durato due mesi e mezzo).
   21-22 Ucciso a Modena un giovane fascista. Aggressione notturna di anarchici a tre fascisti nei pressi di Porta San Francesco; due degli aggrediti fuggono, mentre il terzo - il diciannovenne Mario Ruini, ex legionario fiumano - cade a terra colpito da un proiettile: un aggressore gli è sopra e lo finisce con un colpo a bruciapelo.
   23 Morti e rappresaglie a Modena. Durante i funerali di Mario Ruini scoppiano scontri fra camicie nere, socialisti, comunisti e guardie regie; nella sparatoria rimangono uccisi lo squadrista Augusto Baccolini e l'operaio nazionalista Orlando Antonini: fra i feriti vi è il dirigente del fascismo bolognese Arpinati; incendiata per ritorsione la Camera del lavoro di via del Carmine, devastata la sede dell'Unione socialista di Bologna, saccheggiato lo studio del deputato socialista Pio Donati, bastonati alcuni assessori socialisti.
   - Scontri a Casteldebole (BO). Aggredita e uccisa la guardia regia Radames Pasquali; i fascisti occupano per rappresaglia la Camera del lavoro.
   - Prime spedizioni punitive allestite da Italo Balbo. Il nuovo comandante del fascismo ferrarese guida l'assalto alla Lega di Denore, nel corso del quale restano gravemente feriti 2 socialisti e, in forma lieve, lo stesso Balbo e lo squadrista Breviglieri. Gli squadristi devastano anche le sedi della Lega di Aguscello e di San Biagio.
   24 Saccheggi, incursioni e scontri. Bruciata a Milano la libreria dell'«Avanti!». A Poggibonsi (SI) gli squadristi devastano e depredano negozi ed esercizi pubblici, distruggono un caffè gestito dal vicesindaco socialista, la tipografia dell'ex sindaco e la Casa del popolo. Scontri a Vignole Borbera (AL): ucciso un socialista. In provincia di Ferrara sono incendiate le leghe socialiste di San Martino (dove è ucciso a rivoltellate il socialista Fioravante Bernagozzi) e di Fossanova San Marco; una bomba devasta la sede del sindacato operaio di Cona. Un comunista muore negli scontri con i fascisti di Cecina (LI).
   24-25 Offensiva violenta a Bologna. Incendiate nella notte le sedi della Camera del lavoro, dell'Unione socialista e del giornale «La Squilla»; la polizia, presente in forze, non interviene. Leandro Arpinati scaccia dalla città il deputato socialista Luigi Salvatori, impegnato in un'indagine sulla violenza politica.
   - Roghi politici e devastazioni. In fiamme le sedi delle Camere del lavoro di Modena, Carpi e di Padova. Devastata a Vicenza la Camera del lavoro di palazzo del Territorio.
   25 In fiamme la Camera del lavoro di Vicenza.
   - Ferito mortalmente a Cecina (LI) il nazionalista Dino Leoni. Durante una manifestazione patriottica il reduce ventiseienne ricolloca con una trentina di giovani la lapide per i caduti in guerra fatta togliere dagli amministratori: il sindaco comunista Ersilio Ambrogi si affaccia al balcone del municipio e spara contro i manifestanti (al ventiseienne Leoni - spirato dopo tre settimane di sofferenze - verrà intitolata una squadra d'azione livornese; Ambrogi sarà scarcerato a fine maggio, dopo l'elezione alla Camera).
   26 Socialista ucciso nell'Alessandrino. Arrestati a Vignole Borbera alcuni fascisti dopo un conflitto con i socialisti, uno dei quali è colpito mortalmente.
   - Fuoco, manganelli e proteste a Firenze. I fascisti, espugnata nel pomeriggio la sede del settimanale socialista «La Difesa», vi appiccano il fuoco e impediscono l'intervento dei pompieri. Proclamato lo sciopero cittadino di protesta.
   27 Nascita di un Fascio e morte di una Casa del popolo nel Reggiano. La fondazione del fascio di Sant'Ilario d'Enza (RE) coincide con l'assalto alla Casa del popolo cittadina: sfondate le porte con un camion, l'edificio è incendiato e una ventina di socialisti rimangono feriti.
   - Devastata dai socialisti la sede del fascio di Arezzo.
   28 Otto fascisti percuotono a Modena il deputato socialista Gregorio Agnini.
   29 Attacco squadristico-mafioso ai socialisti di Vittoria (RG). Gli ex combattenti organizzati da Filippo Pennavaria, i fascisti di Totò Giurato e i mafiosi del clan dei «caprai» assaltano le sedi socialiste, uccidendo il consigliere comunale Giuseppe Campagna.
   30 Lo squadrista Carmine Fiorello uccide con una rivoltellata un socialista di Ivrea.
           Devastata la Casa del popolo di Novi (MO).
           
   
   FEBBRAIO

   3 Incendiata nella notte la Camera del lavoro di Taranto.
   5 Assassinio notturno a Bologna. Squadristi percuotono in via Lame gli abitanti, considerati «sovversivi»; ridotto in fin di vita a manganellate e finito con un colpo di pistola fuori dalla propria abitazione il falegname Armando Ramazzotti, repubblicano.
   6 Violento sciopero dei leghisti «bianchi» vicentini. Incendi di fienili e saccheggi nei pressi di Sarego, durante la vertenza sui canoni d'affitto, condotta con metodi estremisti dalle leghe contadine cattoliche.
   7 Tre morti nel Parmense. Negli incidenti scoppiati a Busseto tra fascisti, carabinieri e socialisti perdono la vita il ventiseienne proprietario terriero Vittorio Bergamaschi (segretario del fascio di Busseto, aggredito mentre rincasa nella notte) e gli operai di sinistra Attilio Fragni e Massimino Ugolini. (Il funerale dello squadrista diverrà un'imponente prova di forza: l'orazione funebre di Farinacci, dinanzi a 2000 squadristi, innescherà una catena di violenze commesse nel nome del «martire Vittorio Bergamaschi».)
   - Duplice omicidio politico nel Maceratese. A Monte San Giusto il fascista Aldo Ciai uccide a revolverate 2 socialisti e ne ferisce altri 2.
   8 Danneggiata a Trieste la tipografia del giornale sloveno «Edinost». Bastonati redattori e tipografi.
   9 Gravi incidenti a Trieste. L'omicidio del carabiniere in borghese Giobbe Cecchin (attribuito dai fascisti ai comunisti, i quali riconducono l'uccisione a motivi privati di carattere sentimentale) scatena le rappresaglie: le camicie nere effettuano retate di «sovversivi» in Campo San Giacomo e nel rione di piazza Garibaldi per poi tentare l'assalto alla redazione del «Lavoratore», respinto da giornalisti, tipografi e operai.
   10 «Il Lavoratore» in fiamme. In serata squadre di fascisti assaltano nuovamente la sede del foglio comunista: i giornalisti si difendono con rivoltelle e bombe a mano, a quel punto le guardie regie intimano la resa e penetrano nel palazzo arrestando redattori e tipografi; sgomberato il caseggiato, i fascisti vi appiccano il fuoco. La Camera del lavoro proclama lo sciopero cittadino.
   11 Stroncato a Monfalcone (GO) lo sciopero antifascista. Camicie nere agli ordini di Giunta, armate di fucili e di bombe, impediscono al cantiere navale manifestazioni di solidarietà con i comunisti triestini, aggrediscono i portuali (un morto e 5 feriti), incendiano le Camere del lavoro di Monfalcone e di Parenzo.
   13-14 Assediata l'amministrazione socialista di Matera. Gli squadristi cercano di impedire con la violenza il congresso socialista di Matera, impongono le dimissioni all'amministrazione comunale e incendiano la Camera del lavoro.
   15        Bastonato a sangue l'assessore comunale socialista di Ferrara Luigi Ravà.
   16 Imponente manifestazione socialista a Milano. Circa 20.000 i partecipanti alla protesta contro le violenze fasciste.
   - Incendiata dagli squadristi di Vigevano la Camera del lavoro di Cilavegna (PV).
   - Stroncato con la violenza lo sciopero antifascista a Livorno.
   17 Ucciso a Salara (RO) un socialista. Fioravante Rizzieri, svegliato dagli squadristi nel cuore della notte, socchiude la porta ed è fulminato da colpi di rivoltella.
   - Tre spedizioni punitive. Distrutti il circolo operaio di Nabresina, in Istria, e il circolo di cultura di Perteole (UD); bastonati gli avventori della cooperativa di consumo di Rubiera (RE).
   18 Percosso a Roma un deputato socialista. L'onorevole Alceste Della Seta è schiaffeggiato dalla squadrista Ines Donati e bastonato dai suoi camerati, nei pressi di Montecitorio: è la seconda aggressione subita dal parlamentare del PSI.
   19 Distruzioni con un morto a Trieste. Saccheggio della Camera del lavoro e del circolo di cultura di Santa Croce; ucciso dai fascisti l'operaio Kosuta.
   20 Offensiva squadrista in Puglia, Basilicata e Campania. Devastata nuovamente la Camera del lavoro di Taranto, ucciso un comunista. Percosso nella prefettura di Bari l'onorevole Romeo Campanini: aggredito dagli squadristi, il deputato socialista viene portato in prefettura dalle guardie regie, perquisito e pestato ripetutamente (l'indagine ministeriale sancirà la rimozione del questore). Devastata la sezione socialista di Matera. Le squadre di Padovani e Sansanelli aggrediscono a Napoli i lavoratori in piazza Mercato uccidendo Diodato Bertone e Giuseppe Candiani.
   21 Scontri in Piemonte e nel Friuli. A Bra (CN) un gruppo di legionari fiumani aggregati al 74° fanteria uccide un socialista; assaltata la Camera del lavoro di Cella Monte (AL). Offensiva armata in Friuli: devastata la Camera del lavoro di Aiello (UD), invasi i circoli socialisti di Romans e di Cervignano.
   22 Spedizione punitiva contro i contadini pugliesi. Gli squadristi assaltano a Bari il Congresso dei lavoratori della terra e devastano la Camera del lavoro; a Spinazzola uccidono l'operaio socialista Ive, mentre a Minervino Murge cade per mano «sovversiva» il sessantasettenne fascista Domenico Lorusso.
   23 Spedizione punitiva nell'Istria. Una squadra di fascisti muove da Pola a Rovigno per colpire i socialisti del luogo, autori di «articoli diffamanti l'Italia»: un morto e vari feriti.
   - Agguato notturno nel Ferrarese. Alcuni giovani socialisti reduci da un raduno cadono in un'imboscata in località Canella: muore per un colpo di pistola il bracciante comunista diciottenne Armando Barboni, arrestati 3 fascisti di Mirabello e latitanti 4 loro compagni.
   - Incidenti a Torre Annunziata (NA). Dopo una rissa fra socialisti e fascisti gli squadristi organizzano un'incursione nel corso della quale rimane ucciso un loro avversario; proclamato uno sciopero di protesta.
   - Conflitti armati in provincia di Bari. A Minervino Murge i fascisti - per vendicare la morte di Lorusso - incendiano la Camera del lavoro, sparano contro la folla uccidendo una donna e cacciano dal paese i contadini leghisti, che, per ritorsione, incendiano le masserie lasciate incustodite dai proprietari scesi in città per la spedizione punitiva; Riccardo Barbera, arroccato nella masseria a Montemilone, uccide a fucilate 4 assedianti, prima di venire a sua volta abbattuto.
   24 Assalita e devastata dagli squadristi friulani la sede del circolo socialista di cultura di Ioannis (UD).
   24-26 Violenze e scioperi di protesta a Bari. Alla protesta indetta dalle leghe bracciantili contro le violenze fasciste (che avevano impedito lo svolgimento del raduno degli agricoltori socialisti della Puglia e della Basilicata, convocato a Bari il giorno 23) gli squadristi reagiscono con l'assalto al municipio; negli scontri muore la guardia comunale Salvatore Leone; il tentativo di penetrare nella città vecchia è respinto dalla popolazione al prezzo di una decina di morti. A Conversano viene ucciso un tenente incaricato della requisizione dei cereali. Completamente distrutte la Camera del lavoro di Bisceglie e di Terlizzi. Lo sciopero si estende a tutta la Puglia.
   25        Squadrismo in Istria. Devastati il circolo di cultura di San Lorenzo di Mossa (GO), i sodalizi socialisti di Valdoltra e di Crevatini.
   - Ucciso nella notte dagli squadristi di Torre Annunziata (NA) l'operaio Diodato Bertone.
   25-        26 Fuoco e morte nel Polesine. Un centinaio di fascisti ferraresi bruciano a Pincara (RO) la sede dell'ufficio di collocamento socialista, quindi si recano a Lendinara dove incendiano la Lega contadina, irrompono nell'abitazione del capolega Luigi Ghirardini e lo uccidono con due colpi di moschetto; nella notte muore lo squadrista sedicenne Edmo Squarzanti, raggiunto dal fuoco incrociato dei suoi compagni durante le concitate fasi dell'assalto.
   26 Violenze antisocialiste in Calabria. Il congresso provinciale del PSI, convocato a Reggio Calabria, è assalito e disperso dai fascisti, che percuotono l'onorevole Dante Argentieri e incendiano la tipografia del quotidiano di partito «Il Corriere di Calabria». La manifestazione indetta dalla Lega del lavoro di Aiello Calabro (CS) contro la tassa sul focatico è stroncata dal fuoco dei carabinieri, che uccide Vincenzo Lepre e Vincenzo Quercio, ferendo altri 3 manifestanti.
   27 Incursioni mortali nel Vercellese. Squadristi a bordo di due camion irrompono a Vercelli nel sobborgo «il Canada», uccidono il capomastro Francesco Brasa (comunista), feriscono gravemente la giovane Teresa Tommasino e la bimba Maria Bellotti; gli aggressori si ritirano solo quando le guardie regie minacciano di intervenire. Ucciso un antifascista ad Albano.
   - Squadrista triestino ucciso in un agguato. Il diciottenne Floriano Beuzzar, reduce da una spedizione a Pola (dove si era celebrata l'annessione della città al Regno d'Italia) è ferito gravemente alla schiena da fucilate esplose da ignoti contro il camion sul quale viaggiano i fascisti (morirà l'indomani).
   - Pugnalato un possidente fascista ferrarese. Ferito a morte da un socialista il quarantaquattrenne Napoleone Lenzi, piccolo proprietario di Buonacompra iscritto al sindacato fascista. Distratta per rappresaglia la locale Lega contadina.
   - Incendiata la Casa del popolo di Sant'Ilario d'Enza (RE). Percossi una ventina di socialisti che, oppostisi con le armi agli aggressori, avevano ferito leggermente una camicia nera; arrestati dai carabinieri sindaco, vicesindaco e segretario della Casa del popolo con l'imputazione di tentato omicidio. Mentre cerca di spegnere l'incendio è ferito mortalmente il comandante dei pompieri reggiani, l'ingegnere Carlo Carfani.
   - Devastata la Lega contadina di Pincara (RO).
   - Agguati e rappresaglie a Firenze. Un gruppo di anarchici assale in piazza Antinori un corteo formatosi dopo l'inaugurazione del vessillo dei Fasci di avanguardia, ferisce mortalmente il carabiniere Antonio Petracci e lo studente ventiquattrenne Carlo Menabuoni (si spegnerà il 14 marzo), più lievemente una quindicina di persone; il ferroviere Gino Mugnai, con al bavero un distintivo socialista, viene freddato per non essersi tolto il cappello al passaggio della vettura che trasportava all'ospedale il carabiniere. Una squadra di camicie nere assale la sede dell'Associazione comunista degli invalidi di guerra, dove si trova Spartaco Lavagnini, segretario regionale toscano del sindacato ferrovieri e direttore del periodico fiorentino «Azione comunista»: il malcapitato - pur estraneo agli scontri - è abbattuto a colpi di pistola e la sezione viene devastata.
   28 A Firenze sciopero antifascista: ucciso Giovanni Berta. Nei quartieri operai vengono erette barricate a difesa delle sedi delle organizzazioni di sinistra; gli squadristi - fiancheggiati dalle guardie regie - non riescono a vincere la resistenza degli abitanti del quartiere San Frediano. I fascisti uccidono una dozzina di cittadini e ne feriscono un centinaio; in Borgo Allegri i rivoltosi uccidono il fante Roberto Parigi; il giovane Giovanni Berta, figlio di un industriale, è selvaggiamente percosso su un ponte e quindi gettato nell'Arno; 4 agenti cadono in servizio di ordine pubblico.
   - Distruzioni antioperaie. Incendiata la Camera del lavoro di San Lorenzo di Mossa (GO); nell'assalto alla Casa del popolo di via Madonnina e alla vicina Banca slava gli squadristi triestini uccidono un antifascista. Saccheggiate la Casa del popolo di Reggio Emilia e la Camera del lavoro di La Spezia (negli scontri muoiono l'anarchico Uliviero e la guardia regia Nunzio Calabresi). Ucciso nella spedizione contro i comunisti di Savignano di Romagna (FO) il maresciallo dei carabinieri Pietro Ragni, intervenuto in soccorso a un fascista aggredito.
   - Anarchici contro carabinieri a Certaldo (FI). Una rissa scoppiata al mercato per futili motivi si trasforma in una sparatoria fra i carabinieri e i fratelli Scarselli, di orientamento anarchico: perdono la vita il carabiniere Gavino Pinna e Ferruccio Scarselli.
   - Sindaco ucciso in municipio. I fascisti irrompono nella casa comunale di Ferrandina (MT) e assassinano il sindaco socialista, Montefinesi.
   
   MARZO

   1 Empoli: eccidio di marinai in borghese scambiati per squadristi. Due camion diretti da Pisa a Firenze, con a bordo 64 marinai in borghese destinati a sostituire i ferrovieri scesi in sciopero per l'assassinio di Lavagnini, vengono assaliti a Empoli dalla popolazione convinta di trovarsi di fronte a una spedizione punitiva fascista: vengono uccisi 6 marinai (Enrico Bottini, Alberto Incarbone, Salvatore Lo Pinto, Salvatore Santaniello, Antonio Sergianni, Carlo Alberto Tulli) e 3 carabinieri (Francesco Cinus, Salvatore Masu, Giovanni Pinna). In serata la cittadina viene occupata militarmente; sindaco e assessori fuggono, i bersaglieri arrestano centinaia di persone, i fascisti incendiano la Camera del lavoro.
   - Continuano le violenze politiche in Toscana. Prosegue l'assedio militare del quartiere San Frediano, a Firenze. La truppa occupa la Società operaia di Rifredi. In località Bandino di Bagno a Ripoli, è ucciso durante la rimozione delle barricate il maresciallo Siro Biancardi. Espugnata dai fascisti la sede fiorentina della Federazione italiana operai metallurgici.
   - Incendiati dagli operai i cantieri navali triestini. Militanti di sinistra appiccano il fuoco ai cantieri di San Marco a Muggia, in segno di rappresaglia per l'incendio della Camera del lavoro provinciale; i rivoltosi vengono affrontati dai militari della brigata Sassari; negli scontri cadono il maresciallo Armando Postiglioni e la guardia regia Poddu. Sanguinosi combattimenti a Trieste, con l'uccisione dell'operaio Rigutti durante le rappresaglie per la morte dello squadrista Beuzzar (avvenuta il giorno precedente), l'assalto alla Camera del lavoro e alla Banca slava, l'invasione dell'agenzia giornalistica socialista Dolzani e Fichera; Francesco Giunta presiede un improvvisato «tribunale marziale fascista».
   - Devastata la Lega contadina di Serravalle (FE).
   2 Scontri diffusi tra fascisti, antifascisti e forza pubblica. Gli squadristi triestini, sequestrato un battello a Pirano, sbarcano nottetempo a Muggia e distruggono la Camera del lavoro; assalita la redazione cittadina del quotidiano sloveno «Edinost». Cessato a Firenze lo sciopero antifascista, scoppiano incidenti in numerose località toscane: a Scandicci una brigata di carabinieri impiega l'artiglieria e le autoblinde contro i militanti di sinistra, asserragliati nella Casa del popolo. L'incursione a Masi (PD) provoca un morto fra i socialisti.
   - Squadrista in fin di vita a Badia Polesine (RO). Il ventenne calzolaio Valentino Schiavon ferisce a colpi di pistola 3 «sovversivi» in località Masi prima di essere abbattuto mortalmente a bastonate.
   4 Incendi e spedizioni punitive in Toscana. A San Casciano (SI) i comunisti attaccano la villa del marchese Domenico Serlupi, organizzatore fascista che - spalleggiato da alcuni amici - uccide un aggressore e ne ferisce vari altri, respingendo l'assalto. Contro la sede sindacale di Siena si scatena l'azione congiunta di reparti delle camicie nere e dei carabinieri: due cannoncini abbattono le porte dell'edificio, una sessantina di persone rinserrate nella sede vengono arrestate, i locali sono saccheggiati e incendiati dagli squadristi. Marcignana (FI) è messa a ferro e fuoco dai fascisti, che subito dopo, avvicinatisi a Fucecchio, vengono respinti e perdono uno dei loro (il commerciante ventitreenne Gustavo Mariani, colpito da un proiettile mentre è in piedi sul camion). Bruciata la Camera del lavoro di Santa Croce sull'Arno (PI).
   - Bombe e fuoco distruggono le sedi leghiste di Villanova e Coronella (FE).
   - Devastata la Casa del popolo di Carasco (GE).
   5 Ucciso a Adria (RO) un socialista sedicenne. Durante lo sciopero dei facchini il giovane Antonio Franzosi, impiegato della Lega socialista, aggredisce i crumiri protetti dai fascisti: lo uccide con un colpo alle spalle lo squadrista Giulio Donà.
   6 Imboscata e ritorsioni a Casale Monferrato (AL). Grande adunata di camicie nere per l'inaugurazione del fascio cittadino. Terminata la cerimonia, un'automobile è colpita da fucilate provenienti dalla Camera del lavoro: uccisi 2 anziani ex tamburini dell'esercito piemontese (Costantino Brioglio e Antonio Strucchi), ferito il comandante dei fascisti torinesi De Vecchi. Fascisti e carabinieri espugnano la Casa del popolo con un cannoncino e due mitragliatrici: negli scontri cadono lo squadrista della Enrico Toti Luigi Scaraglio, i socialisti Francesco Novarese e Domenico Patrucco; le forze dell'ordine arrestano circa 200 «sovversivi».
   - Assalto congiunto alla Camera del lavoro di Dignano (UD). Carabinieri, militari e fascisti espugnano la Camera del lavoro e il Circolo studi sociali, uccidendo un difensore; arrestati 120 «sovversivi».
   7 Violenze politiche nel Veneto. A Correzzola (PD) vengono uccisi i fratelli Silvio e Galileo Grinzato, coltivatori diretti, fondatori del locale fascio di combattimento; per ritorsione le squadre d'azione incendiano le abitazioni di alcuni dirigenti socialisti.
   - Devastata a Casale Monferrato (AL) la redazione del giornale «Bandiera Rossa».
   8 Scontro fra contadini e agrari nel Vicentino. A Mossano le leghe «rosse» si oppongono allo sfratto deciso dal possidente Antonio Bisognin: interviene una squadra di fascisti e nella rissa il proprietario è ferito mortalmente dai socialisti con un colpo di roncola.
   - Squadrismo in Istria e nel Friuli. Devastata la Camera del lavoro di Isola (GO). Ucciso a San Pietro (GO) il muratore Giovanni Cianel.
   - Incursioni nel Ferrarese. Devastata la Lega «rossa» di Montalbano; squadristi bolognesi uccidono a revolverate la lavoratrice Angelina Toni, di Pieve di Cento.
   - Scontri fra carabinieri e socialisti a Castiglione d'Adda (LO): feriti nove «rossi».
   9         Rappresaglie in concomitanza con i funerali dei fratelli Grinzato. Distrutte le Camere del lavoro di Piove di Sacco e di Correzzola (PD).
   10 Distrutte la Camera del lavoro e il circolo socialista di Denore (FE).
   10-11 Violenze politiche a Fano (PS). L'avvocato Sandro Diambrini Palazzi, sindaco socialista di Fano, recatosi a Bologna per motivi di studio è bastonato in piazza Nettuno da un gruppo di fascisti; l'indomani i socialisti fanesi bruciano copie del «Popolo d'Italia» e malmenano il marchese Celso Calcagnini d'Este, organizzatore del fascio cittadino.
   11 Escalation squadristica in un comune reggiano. La devastazione della cooperativa di consumo di Rolo avvia una campagna di violenze contro l'amministrazione municipale socialista: dimissionario nel giro di pochi giorni il consiglio comunale, «banditi» i dirigenti della cooperativa e dell'ufficio di collocamento.
   - Invasa la Camera del lavoro di Lussinpiccolo (Pola).
   12 Sequestrato l'onorevole Matteotti. Il deputato socialista, recatosi a Castelguglielmo (RO) per un comizio, cade nelle mani di una squadra d'azione: trasportato su un camion verso Fratta Polesine, viene rilasciato alcune ore più tardi, dopo essere stato seviziato.
   - Vilipeso l'onorevole Enrico Ferri. Riconosciuto dai fascisti all'uscita del Tribunale di Bologna, dove si era recato per difendere un imputato, il vecchio parlamentare socialista è inseguito, sputacchiato e bastonato insieme agli agenti della scorta.
   - Bastonato l'onorevole Donati. Il congresso provinciale socialista di Modena viene interrotto e disperso da squadristi, che percuotono al capo il deputato Pio Donati. I dirigenti socialisti accusano il questore della città di aver informato i fascisti della riunione, organizzata nel massimo riserbo per evitare provocazioni.
   13 Violenze generalizzate a Poggio Rusco (MN). Squadristi provenienti da Modena, Ferrara e Verona compiono un'operazione in grande stile a Poggio Rusco: assalita la Camera del lavoro, percuotono una trentina di socialisti, costringono alle dimissioni i consiglieri comunali e bandiscono dal paese il sindaco.
   - Devastate le sedi delle associazioni socialiste di Vittoria (RG).
   13-14 Misteriosa morte di un deputato socialista. Rinvenuto in una galleria ferroviaria nei pressi di Pizzo Calabro (W) il cadavere dell'onorevole Domenico Piccoli. Dubbi sul motivo della morte del deputato vicentino verranno espressi da Turati nella commemorazione alla Camera: la stampa fascista aveva infatti intimato ai deputati socialisti di non rimettere piede in Calabria.
   - Morte di un agrario fascista. L'affittuario ferrarese Alberto Tognoli (responsabile nel giugno 1920 dell'omicidio di 2 socialisti) viene ucciso durante una spedizione puntiva a Coronella (FE); per rappresaglia è bastonato a sangue il consigliere provinciale socialista Pietro Carletti.
   14 Aggrediti a Reggio Emilia i dirigenti socialdemocratici Prampolini e Zibordi. Un gruppo di squadristi irrompe nella redazione del foglio socialdemocratico «La Giustizia», insulta e percuote i due deputati accusandoli del trasferimento da Reggio di un capitano dei carabinieri filofascista.
   - Assaltato il municipio socialista di Corigliano (CS) durante la seduta del consiglio comunale.
   15 Arpinati: dalla galera al trionfo. Il segretario politico del fascio bolognese, accusato di corresponsabilità in omicidio per una spedizione punitiva a Pieve di Cento (BO), è catturato dagli agenti alla stazione ferroviaria di Milano. Scarcerato tre giorni più tardi, verrà accolto a Bologna da migliaia di camicie nere festanti.
   - Distrutte dai fascisti triestini la Casa del popolo di Grado (GO) e il circolo di cultura di Aquileia (UD).
   - Violenze a Livorno. Una trentina di «sovversivi» aggrediscono in piazza Cavour sei giovani della squadra d'azione Dino Leoni: ferito mortalmente il diciannovenne Ugo Botti; i carabinieri effettuano una decina di arresti, gli squadristi organizzano spedizioni punitive nei rioni popolari.
   16 Ucciso dai comunisti di Genzano (RM) un carabiniere.
   - Sparatoria contro i braccianti di Brolo (ME). I carabinieri uccidono una bimba e feriscono gravemente un lavoratore.
   - Dimissioni forzate al municipio di Comiso (RG). La squadra d'azione Capitano Bocchieri, guidata da Totò Giurato, espugna il comune e costringe alle dimissioni il sindaco, allontanato con la forza dalla cittadina.
   17 Scontri nel Senese. I carabinieri uccidono un militante della Lega comunista di Marmoraia.
   - Incendiata in serata la Lega di Montesanto (FE).
   18 Assalti a sedi politico-sindacali della sinistra. Devastati la Camera del lavoro e il circolo socialista di Pirano (TS). Distrutta da una bomba la Lega socialista di Burana (FE).
   - Giovane donna uccisa per sbaglio a Venezia dai fascisti. Squadristi entrati nel quartiere «rosso» di San Leonardo, ingaggiato uno scontro con i socialisti sparano all'impazzata e colpiscono mortalmente una passante, Luisa Cicogna.
   19 Ucciso a Strugnano, in Istria, un giovane antifascista. Una squadra di fascisti, in viaggio sulla linea ferroviaria Trieste-Parenzo, spara dal treno contro un gruppo di ragazzi che facevano gesti ostili: un morto e 4 feriti.
   - Assassinio e violenze nel Ferrarese. In serata quattro fascisti, entrati in un'osteria di Mesola, provocano il facchino socialista Nino Bernardini: costui non reagisce ed esce dal locale, ma Alcide Chiarelli lo insegue, uccidendolo con una rivoltellata. Devastata la Lega «rossa» di Dogato.
   - Prosegue l'offensiva degli squadristi iblei contro le amministrazioni socialiste. Dopo l'inaugurazione di un gagliardetto fascista le camicie nere assaltano il municipio di Vittoria (RG), obbligano il sindaco Salvatore Mole alle dimissioni e lo bandiscono dalla città.
   20 Violenze nel Cremonese e in Lomellina. A Gabbioneta (CR) un avventizio ingaggiato durante lo sciopero della mungitura viene aggredito e reagisce uccidendo un leghista. Distrutta nottetempo la Casa del popolo di San Giorgio di Lomellina (PV).
   - Sparatorie a Greco Milanese. Conclusa la commemorazione delle «cinque giornate di Milano» del 1848 una colonna di giovani fascisti si dirige al quartiere di Greco, roccaforte socialista, per una spedizione punitiva: l'assalto a una casa con una bandiera rossa al balcone provoca 2 morti (lo squadrista diciassettenne Aldo Sette e una popolana) e una trentina di feriti.
   - Ucciso a Adria (RO) l'antifascista Oddone Ferrarese.
   20-21 Agguato notturno alla squadra del fascio di Villamarzana (RO). Ferito mortalmente da colpi esplosi da dietro una siepe il ventiseienne squadrista Antonio Peretto, durante una spedizione notturna a Fiesso Umbertiano (RO).
   - Scontri accaniti in Puglia. Incursione notturna nella Camera del lavoro di Cerignola (FG); l'indomani il carrettiere Nicola Ciffo, di passaggio dinanzi alla sede fascista durante una furiosa sparatoria, muore colpito da un proiettile vagante. A Canosa (BA) gli squadristi incendiano la Camera del lavoro per ritorsione contro il ferimento di uno dei loro; i socialisti assaltano la sede del fascio e vengono respinti; la notte successiva viene data alle fiamme la sede dell'Associazione muratori.
   21 Incursione a Foro Bonaparte. Alcuni ex Arditi capeggiati da Albino Volpi, Giuseppe Restani ed Ettore Casiraghi - decisi a vendicare la morte di Aldo Sette - espugnano il circolo socialista Spartacus di Foro Bonaparte, a Milano, e assassinano a rivoltellate il vecchio operaio Giuseppe Inversetti, ritirandosi con una bandiera rossa come trofeo.
   - Distrutte due sedi di sinistra. Nuovamente devastata la Camera del lavoro di Gorizia. Incendiata la Lega contadina di Ottobiano (PV).
   - Squadrista ucciso dalla sua pistola. Il trentaseienne Sisto Periccioli, ex combattente, muore nella sede del fascio di Firenze per lo scoppio accidentale del revolver.
   22 Conflitti politici a Perugia. Gli squadristi replicano al ferimento dello studente Pietro Romei con la mobilitazione generale e il bando ai dirigenti di sinistra; incendiata la Tipografia Sociale (dove si stampava il foglio socialista «La Battaglia»), distrutte le sezioni della Camera del lavoro, del circolo socialista, del Partito comunista, del movimento anarchico. Gli squadristi sono guidati da Alfredo Misuri ed Enrico Tei; gli agenti di PS, pur presenti in forze, non intervengono. In provincia distrutte la Camera del lavoro e la sezione socialista di Magione.
  - Attentato a Sesto San Giovanni (MI) contro l'imprenditore Ercole Morelli.
  - Offensiva delle squadre d'azione istriane contro i minatori che occupano le miniere di Albona.
   - Ucciso a Trapani dai «sovversivi» il vicecommissario di PS Luciano Vaccarisi.
   22-23 Spedizioni squadristiche e scioperi di protesta. Le squadre di Casale Monferrato (AL) si dirigono in forze nel circondario di Mortara (PV) per stroncare lo sciopero agricolo; nella nottata l'abitato di Ceretto (PV) è messo a ferro e fuoco, gli squadristi sparano a casaccio, uccidendo la ventiduenne Maria Monchetti, incinta di alcuni mesi, e ferendo seriamente tre uomini. L'evento suscita un'ondata di raccapriccio e l'indizione di uno sciopero zonale di protesta contro le violenze politiche.
   23 Sommossa operaia e ritorsioni fasciste nell'Aretino. I minatori di Castelnuovo dei Sabbioni - impegnati in una dura lotta sindacale - incendiano gli uffici della direzione lavori, uccidono l'ingegner Agostino Longhi e feriscono un capotecnico; le squadre d'azione di Arezzo e Firenze, preso possesso del paese, ordinano a ogni famiglia l'esposizione del tricolore e scatenano la caccia ai rivoluzionari. A San Giovanni Valdarno fascisti fiorentini devastano la sede della corale «Vincenzo Bellini» e uccidono il capostazione socialista Salvagno.
   - Due morti. Il ventunenne squadrista piemontese Carletto Spagna è ferito mortalmente nell'azione antisciopero attuata a Sartirana (PV) dalle squadre d'azione di Casale Monferrato. Ucciso da un ufficiale dell'esercito un operaio socialista di Roasio (VC).
   - Sfasciato il circolo comunista di Monte Donato (BO).
   - Eccidio al teatro Diana. Militanti anarchici, per protesta contro la carcerazione di Errico Malatesta, fanno esplodere a Milano intorno alle ore 22.30 una bomba che dovrebbe uccidere il questore Giovanni Gasti; l'ordigno, collocato per imperizia degli attentatori (Giuseppe Mariani, Giuseppe Boldrini ed Ettore Aguggini) ad alcuni metri dall'abitazione del funzionario, manca il bersaglio - il questore riporta lievi ferite - e provoca una ventina di morti fra il pubblico (Enrico Aldi, Carlo Ardizzoni, Pietro Lazzari, Alessandro Lorenzi, Giuseppe Maggi, Vitaliano Maiocchi, Giuseppe Marano, Teresita Nastri, Ettore Pecoraro, Angelo Rastelli, Renzo Rosi, Leontina Rossi, Vittoria Troeschel) e i musicisti (Pietro Boni, Margherita Leoni, Gemma Malatesta, Mario Tedeschi, Ernesto Troeschel) del teatro Diana, dove si rappresenta lo spettacolo di varietà Mazurka blu di Franz Lehar. Mezz'ora dopo la strage una squadra di camicie nere irrompe nella sede del giornale anarchico «Umanità Nova» e appicca un incendio che distrugge documenti e mobili; contemporaneamente una spedizione punitiva mette a soqquadro il circolo socialista di Porta Venezia e l'Unione sindacale di via Mauro.
   24 Nuovo assalto all'«Avanti!». Alle due del mattino gli squadristi assaltano la nuova sede milanese del quotidiano socialista, in via San Gregorio; respinti dalla forza pubblica scagliano bombe incendiarie contro il capannone che funge da deposito del giornale: si scatena un enorme rogo; scacciati a pistolettate i pompieri accorsi per domare l'incendio. Il comitato d'azione del fascio milanese rivendica il rogo e annunzia ulteriori violenze: «Milanesi! E inutile piangere o commemorare. E, soprattutto, delittuoso distinguere. Troppo odio e da troppi è stato seminato - dal partito socialista al comunista all'anarchico -per potere oggi scaricare il terribile fardello della colpa sulle spalle dei più umili gregari. Bisogna vendicare. Solo in tal modo si ristabilisce la giustizia [...] Vendetta dunque sia!».
   - Devastate due sedi sindacali. Invasi e danneggiati gli uffici provvisori della Camera del lavoro di Muggia (TS) per rappresaglia contro l'aggressione a un corteo fascista; distrutta dal fuoco la Camera del lavoro di Carpi (MO).
   24-25 Gravi incidenti in Umbria. A Foligno (PG) la bomba di un anarchico provoca la morte di 3 artiglieri e il ferimento di vari altri; l'indomani una spedizione squadristica guidata da Agostino Iraci uccide un «sovversivo» e ne ferisce diversi. Ulteriori violenze a Perugia: squadre d'azione fiorentine uccidono l'orefice socialista Gaetano Stivalini e distruggono la Camera del lavoro e il circolo Libertà.
   25 Morte di uno squadrista pisano. Durante una spedizione punitiva contro i lavoratori tessili socialisti di Ponte a Moriano (LU) un camion si guasta: gli squadristi proseguono a piedi, ma gli antifascisti tendono un agguato alle 5 camicie nere rimaste di guardia al veicolo: il ventitreenne Tito Menichetti, colpito da una rivoltellata mentre è seduto sull'argine di un canale, cade in acqua e viene ripescato agonizzante.
   - Sanguinosa inaugurazione del fascio di San Giovanni in Persiceto (BO). Un'automobile carica di fascisti si blocca dinanzi al caffè Martini per punire un gruppo di avventori che avevano commentato negativamente il passaggio del veicolo: ucciso l'operaio Pirro Mocci.
   - Al rogo «Il Proletario». I fascisti sequestrano in tutte le rivendite di Pavia il giornale socialista «Il Proletario» e ne bruciano le copie in piazza.
   - Azioni squadriste. Ucciso a Ponte a Moriano (LU) un antifascista. Espugnate le «sedi sovversive» di Cutigliano (PT).
   26 Le squadre d'azione occupano Cerignola (FG). Lo sciopero dei braccianti socialisti e il comizio dell'onorevole Domenico Majolo vengono impediti dai fascisti, che presidiano militarmente la cittadina agli ordini di Caradonna. Ucciso nelle campagne di Cerignola, durante una sparatoria contro i familiari di un agricoltore recatisi al lavoro durante lo sciopero, il dodicenne Giuseppe Specchio.
   27 Incendi e distruzioni in Umbria e in Toscana. I fascisti bruciano la Camera del lavoro di Città di Castello (PG) per rappresaglia contro in articolo pubblicato dal locale periodico sindacale. Danneggiato dai comunisti il circolo cattolico di Montevarchi (AR). Devastato il circolo socialista di Barberino di Mugello (FI).
   - Ucciso dai carabinieri di Arcola (SP) l'anarchico Dante Carnesecchi.
   28 Battesimo di sangue per il fascio di Alessandria. L'inaugurazione del gagliardetto di Alessandria - con una folta presenza di squadristi torinesi, milanesi e piacentini - è seguita da scontri nei quali perdono la vita il comunista Giuseppe Pasina e un socialista; gravemente ferito lo studente fascista Pier Paolo Chiara (morirà il 19 agosto); arrestati 2 squadristi.
   - Spedizioni squadristiche in Umbria. Iniziate il 24 marzo a Perugia, le aggressioni si estendono velocemente all'intera regione e culminano nella distruzione della Camera del lavoro di Foligno e degli uffici del periodico socialista «La Rivendicazione»; il bilancio della giornata è di 2 morti e di numerosi feriti.
   - Bruciata la Casa del popolo di Monsummano (PT).
   - Assalto al municipio socialista di Capua (CE).
   28-29 Spedizioni punitive nel Ferrarese. Perde la vita in un'incursione nella roccaforte comunista di Portomaggiore il ventisettenne Rino Moretti, colpito da una revolverata mentre è di guardia al camion; la ritorsione squadrista uccide il leghista Pietro Zappaterra, brucia la Camera del lavoro e costringe alle dimissioni l'amministrazione municipale socialista. Le rappresaglie si estendono alla Camera del lavoro di Reno di Portorotto, alle leghe di Sandolo e Maiero, nonché a vari dirigenti delle organizzazioni di sinistra, le cui abitazioni sono incendiate.
   29 Scontri in Toscana, Valle d'Aosta e Sicilia. A Carmignano (PO) l'uccisione dei carabinieri Vittorio Pucci e Giuseppe Verdini scatena la reazione fascista, culminata nel rastrellamento del paese e nell'invasione della Camera del lavoro di Poggio a Caiano dove, durante il discorso tenuto in piazza da Dino Perrone Compagni, un gruppo di comunisti spara contro gli squadristi e uccide il ventiseienne Ettore Cecchi. A Ponte San Martino (AO) i fascisti uccidono un comunista. A Sommatino (CL) nel conflitto a fuoco con i carabinieri muore un comunista e restano feriti una dozzina di suoi compagni.
   - Nuovamente devastata la Camera del lavoro di Gorizia.
   29-30 Assalto notturno alle organizzazioni proletarie di Canosa (BA). Quarta incursione notturna di squadre fasciste a Canosa: incendiato (per la seconda volta) il circolo giovanile socialista, saccheggiata la cooperativa proletaria.
   30 Espugnate varie sedi di sinistra. Nella Venezia Giulia è distrutta la Camera del lavoro di Montona e sono danneggiate numerose abitazioni di antifascisti di Antignana. Ucciso a Santa Croce dagli squadristi di Trieste l'operaio Tretjak. Appiccate le fiamme alla cooperativa socialista di Voghiera (FE). Devastata a Capua (CE) la Società di mutuo soccorso fra gli operai dello Stato.
   - Avviata nel Polesine l'offensiva squadristica contro le «amministrazioni rosse». Gli squadristi di Pino Bellinetti costringono alle dimissioni sindaco e giunta comunale di Adria (RO): nei giorni successivi l'operazione verrà ripetuta in diverse cittadine del Polesine.
   31 Altri assalti a strutture «sovversive». Invase la Camera del lavoro di Lucca e la Casa del popolo di Tavola (PO), devastata la cooperativa di consumo di Cortona (AR), incendiati nel Mantovano i sodalizi operai di Felonica e di Quatrelle.
   
   APRILE

   1 Un oste ucciso a Buie (TS). Irruzione fascista in un pubblico esercizio gestito da un socialista: ammazzato da tre revolverate il banconiere Francesco Papo.
   - Costrette alle dimissioni le amministrazioni municipali di sinistra di Fiesso Umbertiano e di Adria (RO).
   2 Dimissionaria l'amministrazione socialista di Capua (CE). La giunta del comune casertano cede il passo dopo che i fascisti hanno espugnato il palazzo municipale, distrutto la sede della Società operaia e devastato l'abitazione del sindaco, minacciato di morte.
   3 Delitto politico a Ferrara. Alla vigilia della visita di Mussolini in città, il promotore e dirigente dello squadrismo ferrarese Arturo Breviglieri uccide nei pressi della darsena il diciassettenne Tullio Zecchi, membro della Gioventù comunista, e ferisce gravemente un altro adolescente «sovversivo». Inseguito da un mandato d'arresto per omicidio volontario, Breviglieri prosegue nella latitanza l'attività squadristica.
   - Incidente fatale per uno squadrista-aviatore. Il quarantaseienne Luigi Pontecchi, del fascio di combattimento di Firenze, precipita per un guasto meccanico nel cielo di Signa durante il lancio di migliaia di volantini sulle campagne.
   - Morti e feriti a Carnizza (UD). Una spedizione punitiva contro un militante comunista viene ostacolata a fucilate dagli abitanti di Carnizza; sopraggiungono squadre da Pola e Trieste che mettono a ferro e fuoco il paese.
   - Violenze leghiste a Tribano (PD). Braccianti socialisti attaccano i crumiri ingaggiati dagli agrari, uccidendone uno a bastonate.
   - Devastazioni squadriste. Saccheggiata la sezione socialista di Mutignano (TE). In fiamme la Camera del lavoro di Minervino Murge (BA) e la nuova sede della Camera del lavoro di Capua (CE).
   4 Dimissioni dell'amministrazione socialista di Novellara (RE). Occupata militarmente la cittadina, gli squadristi irrompono nell'abitazione del sindaco e lo costringono a firmare la rinunzia al mandato elettivo, quindi decretano il bando per gli assessori e gli esponenti più in vista delle organizzazioni sindacali e cooperativistiche.
   - Agguato contro uno squadrista mantovano. Il contadino Umberto Gambetti è freddato da un ignoto attentatore mentre in bicicletta si reca per una spedizione punitiva a Schivenoglia.
   - Incendiato il circolo giovanile socialista di Cormons (GO), devastata la Camera del lavoro di Cavarzere (VE).
   - Bastonato il consigliere delegato del «Resto del Carlino». In serata il commendatore Achille Gherardi viene manganellato a Bologna, nei pressi della sua abitazione, da otto squadristi
   4-6 Aggressioni e sparatorie nell'Istria. La squadra d'azione Quis contra nos rastrella la campagna di Carnizza (UD) e sequestra un oste, battendo poi in ritirata incalzata dalla reazione popolare: ne scaturiscono scontri con i soldati, con l'uccisione del caporale Simeone Palmerindo e di un civile; ferite decine di persone. Gli incidenti si estendono alla zona mineraria dell'Arsa, dove i militari attaccano gli operai che occupavano le miniere, uccidendone 3. Incendiate dai fascisti diverse abitazioni di Vareschi. Occupazione squadrista dell'abitato di Abbazia (Fiume).
   5 Occupazione del municipio di Canosa (BA). Attacco fascista all'amministrazione socialista, sloggiata con la forza dalla casa comunale e costretta alle dimissioni.
   6 Incendiati due circoli di San Vitale di Reno (BO). La distruzione del circolo socialista rionale e del circolo Coltura e svago si accompagna a violenze contro i cittadini.
   - Spedizione punitiva mortale a Minerbio (BO). Una squadra d'azione ferrarese devasta la frazione di Ca' de' Fabbri: un colpo esploso dagli incursori uccide Giuseppina Pilati, di 5 anni.
   7 Scioglimento anticipato della Camera. Convocate per il 15 maggio le elezioni politiche generali.
   - Saccheggiate e incendiate a Scicli (RG) chiesa metodista e Lega contadina. 7-8 Spirale di violenze a Venezia. I fascisti vendicano l'aggressione subita da un giovane squadrista con la devastazione del circolo ferrovieri di Calle Priuli: i socialisti proclamano uno sciopero di protesta e assaltano l'abitazione del segretario politico del fascio (durante gli scontri muore un passante, Nino Mazzone, per arresto cardiaco); gli squadristi sequestrano un consigliere comunale socialista.
   8 Inaugurazione squadrista della campagna elettorale. A Reggio Emilia i fascisti assaltano un treno con a bordo operai di sinistra, che rispondono al fuoco e feriscono mortalmente il giovane Pier Luigi Davolio: immediata la rappresaglia con l'incendio della Camera del lavoro, la distruzione della redazione del giornale socialriformista «La Giustizia», della libreria e del circolo socialista. A Rivaralo (CR) gli squadristi di Farinacci reagiscono al taglio delle viti praticato dai leghisti ai danni degli aderenti al fascio di combattimento, distruggendo la cooperativa ed effettuando incursioni nelle abitazioni degli iscritti ai sodalizi contadini. A Padova brucia la Camera del lavoro e viene disperso un corteo di protesta.
   - Incendiata dai socialisti la sede dell'Associazione combattenti di Trezzo d'Adda (MI).
   - Ucciso un comunista a Padova.
   - Incendiato l'ufficio di collocamento di Jolanda di Savoia (FE) e costretti alle dimissioni gli amministratori municipali.
   - Offensiva squadrista ad Arezzo. Devastate le sedi della Camera del lavoro, della FIOM e di alcuni circoli comunisti; ucciso un antifascista.
   - Costituzione del fascio di Umbertide (PG) e devastazione della Camera del lavoro.
   - Percosso e scacciato da Catignano (PE) il deputato socialista Emidio Agostinone.
   9-10 Tre braccianti socialisti uccisi a Ragusa. A piazza San Giovanni gli squadristi di Filippo Pennavaria attaccano a colpi di pistola una manifestazione socialista cui prende parte l'onorevole Vacirca, provocando la morte di Rosario Occhipinti, Carmelo Vitale e Rosario Gurrieri; l'indomani giungono in città i fascisti di Comiso e di Vittoria che occupano il municipio, invadono e devastano le sezioni delle leghe «rosse», della Camera del lavoro e del PSI.
   10 Un martire fascista. L'operaio ventiquattrenne Arturo Breviglieri - latitante per omicidio politico - è ferito mortalmente durante una spedizione punitiva a Pontelagoscuro (FE); i suoi compagni occupano militarmente la cittadina e compiono dure rappresaglie, incendiando la Camera del lavoro. I «sovversivi» sono costretti a sfilare dinanzi al feretro e a baciare le mani del cadavere.
   - Invasione di sedi antifasciste in provincia di Bologna. Distrutte le organizzazioni di sinistra di Toscanella; incendiati a Mordano - paese natale del dirigente fascista Grandi - la Lega, il circolo proletario e la sezione comunista.
   - Imprese squadristiche nel Veneto. Bruciate ad Ariano Polesine (RO) le sedi della Camera del lavoro e della Lega contadina. Quattrocento fascisti mettono a ferro e fuoco l'abitato di Mossano (VI), con l'incendio di case coloniche e la bastonatura di «sovversivi». A Venezia gli squadristi disperdono il comizio dell'onorevole Elia Musatti («deputato milionario») e devastano un paio di circoli di sinistra.
   - Marcia distruttiva nel Pavese. La fondazione del fascio a Mezzana Bigli è seguita dalla devastazione della locale Società di mutuo soccorso e delle organizzazioni di sinistra con sede a Garlasco, Lomello, Tromello, San Giorgio, Valle Lomellina e Ottobiano: a dirigere le spedizioni sono i fratelli Cesare e Mario Forni.
   - Incursione in un quartiere popolare di Arezzo. In serata i fascisti irrompono nel rione Santo Spirito a caccia di «guardie rosse»: giunti in piazzetta San Giacomo aprono il fuoco contro i cittadini, uccidendo il giovane Nello Ercolani e ferendone la fidanzata; altre 5 persone riportano serie ferite.
   - Sciolta d'autorità dagli squadristi la Lega mista dei sindacati di Sant'Angelo in Colle (SI).
   - Offensiva nera a San Severo (FG). Squadre fasciste provenienti da Cerignola espugnano il municipio di San Severo; nel successivo assalto a un circolo di sinistra è gravemente ferito l'autista del camion della Disperata, il ventiseienne Raffaello La Serpe (spirerà dopo tre giorni di agonia).
   11 Devastate varie sedi di sinistra. In provincia di Verona gli squadristi invadono la Lega «rossa» di Peschiera e incendiano la Camera del lavoro di Buttapietra. Saccheggiate la cooperativa di Pieveottoville (PR), la Camera del lavoro di Arezzo e l'Unione sindacale parmense. La neocostituita squadra d'azione padovana Me ne frego invade il circolo socialista di Bastia (PD) e percuote gli avventori.
   - Una vittima nell'assalto alla sezione socialista di Castelnuovo Scrivia (AL).
   11-12 Assalti e uccisioni notturne nel Polesine. Bruciata la Camera del lavoro di Granzette (RO) e ucciso nella sua abitazione, dinanzi ai familiari, il cassiere Luigi Masin.
   12 Squadristi rastrellano i quartieri popolari di Arezzo. Armi da fuoco e bombe a mano stroncano la resistenza dei militanti di sinistra e devastano il circolo ferrovieri. In provincia sono danneggiate la casa comunale e la Camera del lavoro di Foiano della Chiana.
   - Distruzioni in serie in Emilia-Romagna. Saccheggiata a Bologna la cooperativa socialista di via Polese; distrutte in provincia le leghe di Monzuno, la cooperativa di consumo e la Camera del lavoro di Vado. La Camera del lavoro di Mirandola (MO) è occupata e trasformata in sede del fascio cittadino.
   13 Maestro socialista assassinato a Pisa. Ucciso da una rivoltellata nel cortile della scuola elementare in via Contessa Matilde, nel sobborgo Porta Nuova, l'insegnante ventitreenne Carlo Cammeo, attivista del Sindacato magistrale italiano e firmatario di articoli polemici con le donne fasciste sul settimanale socialista «L'Ora Nostra».
   - Una vittima degli squadristi a Incisa Valdarno (FI).
   - Prosegue l'offensiva contro le sedi «rosse». Devastate l'Unione sindacale di Parma e la sezione del PSI di Pieveottoville, il circolo triestino San Giovanni, la sezione del sindacato ferrovieri di Arezzo, la Camera del lavoro di Sansepolcro (AR) e la cooperativa di consumo socialista di Camucia, la Camera del lavoro di Livorno e le organizzazioni proletarie di Cecina, la cooperativa di Montone (PG). Spedizione in grande stile nel Mantovano: saccheggio della cooperativa Uniti di Pegognaga e della cooperativa La Riscossa a Bondeno di Gonzaga; bastonati e costretti alle dimissioni sindaco e consiglieri di Carbonara di Po. Invasa la Casa del popolo di Finale Ligure (SV). A Rieti occupato il municipio e devastata la Camera del lavoro.
   14 Livorno in sciopero. La protesta contro le violenze fasciste è funestata da scontri con 2 morti, una decina di feriti e l'incendio della Camera del lavoro.
   - Morìa di amministrazioni municipali di sinistra nell'Aretino. Spedizioni squadriste a Paiano, Stia, Pratovecchio, Ponte a Egola, Poppi e Bibbiena contro sedi «sovversive»; imposte le dimissioni a sindaci e consiglieri comunali socialisti. Distrutti nella provincia i circoli del Casentino, di Rassina e di Papiano.
   - L'onorevole Morgari bastonato e bandito da Carpi (MO). Il deputato socialista Oddino Morgari, reduce da un viaggio in Ungheria, è percosso per la mancata denunzia della dittatura bolscevica; caricato sul treno, viene minacciato di maggiori violenze in caso di ritorno nella cittadina.
   - Devastazioni di sedi proletarie. Invasa a Bologna la cooperativa La Sociale e in provincia incendiato il circolo operaio di San Lazzaro di Savena. Devastati nel Mantovano l'ufficio di collocamento di Borgofranco sul Po e la Camera del lavoro di Gonzaga.
   - Offensiva armata in Friuli-Venezia Giulia e Istria. Distruzioni di circoli socialisti e di Camere del lavoro a Cormons, Cherso, Gradisca e nei rioni triestini Chiadino e Servola.
   - Ritorsione e rappresaglia a Pegognaga (MN). Braccianti socialisti tagliano le viti di 5 proprietari terrieri, ritenuti mandanti delle devastazioni della cooperativa. Immediata la vendetta dei fascisti, che irrompono in paese e, dopo aver ferito a revolverate alcuni «sovversivi», incendiano la Camera del lavoro.
   14-15 Ferrara sotto assedio. Un centinaio di squadristi scorrazzano per la città, scatenandosi contro la Casa del popolo e il circolo ferrovieri del quartiere Fiera. Nel secondo giorno di violenze vengono distrutti il circolo comunista e la Camera del lavoro sindacale.
   15 Distruzioni nelle province di Pavia, Arezzo e Perugia. Devastata a Mortara (PV) la redazione del «Proletario». Danneggiate le sedi socialiste di Sansepolcro e Anghiari (AR), intimate le dimissioni agli amministratori comunali. Incendiata la Camera del lavoro di Spello (PG).
           Omicidio politico nel Ferrarese. Durante l'assemblea degli ex aderenti alla Lega socialista di Roncodigà, da poco passati nel sindacato fascista, Umberto Donati propone il ritorno nella Camera del lavoro ed è per questo ucciso a rivoltellate.
   15-16 L'onorevole Arturo Velia bastonato. Il deputato socialista viene percosso e scacciato da Barletta (BA), dove le camicie nere bruciano e saccheggiano Camera del lavoro, circolo mutilati e invalidi di guerra, cooperativa Rinascente, circolo ferroviario.
   16        Devastazioni nel Bolognese. Assalita la Camera del lavoro di Bazzano, invase a Pianoro la Camera del lavoro e la cooperativa, devastata la cooperativa di Pian di Macina.
   - Dimissionaria l'amministrazione socialista di Rovigo. Con la caduta di Rovigo gli squadristi capitanati da Bellinetti concludono vittoriosamente l'offensiva che in una quindicina di giorni ha indotto alle dimissioni le amministrazioni municipali di sinistra del Polesine.
   - Invasi a Bassano del Grappa (VI) municipio e Camera del lavoro.
   16-17 Violenze e dimissioni ad Argenta (FE). Nella notte 400 fascisti provenienti da Ferrara e da varie località della provincia occupano Argenta, devastano la Camera del lavoro e la sede della Lega barrocciai, invadono le abitazioni di noti socialisti, percuotono diversi cittadini. Gruppi di squadristi visitano le frazioni di San Biagio, Consandolo e, in provincia di Bologna, Trebbo e Belvedere, danneggiando le sezioni delle associazioni di sinistra. L'indomani, 17 aprile, l'amministrazione comunale di Argenta si dimette.
   17        / socialisti reggiani si ritirano dalla competizione elettorale. Il congresso provinciale socialista di Reggio Emilia delibera «l'astensione dalle attuali elezioni politiche in segno di ammonitrice protesta contro l'uso della violenza», non intendendo mantenere seggi parlamentari al costo di vite umane.
   - Spedizioni punitive domenicali. Distrutte le leghe di San Biagio (FE) e Montalcino (SI); incendiata la Camera del lavoro di Prà (GE); devastate in provincia di Pavia la cooperativa di consumo di Lardirago e la Casa del popolo di Cergnago, incendiati a Fontanella (BG) il circolo operaio Francisco Ferrer e a Torre de' Picenardi (CR) la cooperativa in frazione San Lorenzo. A Legnago (VR) l'uscita dall'ospedale dello squadrista Valente è festeggiata con la devastazione della Camera del lavoro, della Casa del popolo e della sezione socialista: gli archivi vengono bruciati in piazza Vittorio Emanuele. Saccheggiata la Camera del lavoro di Pianoro (BO). Gli squadristi livornesi devastano la Camera del lavoro di Figline Valdarno (FI) Un morto fra i difensori della Camera del lavoro di Vaiano (PO). Spedizione punitiva a Campi Bisenzio (FI): un morto. Assalto al comune di Sansepolcro (AR) per togliere la bandiera rossa: un morto. Ucciso a Città della Pieve (PG) il socialista Arturo Giovannini, devastata la Camera del lavoro e ferito gravemente il giovane socialista Vittorio Borroni. Espugnate a Vasto (CH) la Camera del lavoro e la cooperativa socialista. Assalite a Corigliano Calabro (CS) la Camera del lavoro e la casa municipale amministrata dai socialisti. Distrutte a San Piero Patti (ME) le sedi delle organizzazioni politiche e sindacali di sinistra. Prima incursione squadristica in Sardegna, contro il comizio cagliaritano del deputato socialista Angelo Corsi.
   - Incidente sul lavoro. Lo squadrista Ciro Pinsuti perde le dita di una mano durante il confezionamento di una bomba a Murlo (SI).
   - Dimissionaria l'amministrazione socialista di Cerignola (BA). Le dimissioni sono motivate, nella lettera al prefetto, dallo «stato di violenza autorizzata in cui trovasi il nostro paese».
   17-18 Agguato agli squadristi e vendetta fascista a Foiano della Chiana (AR). Un camion carico di squadristi fiorentini devasta in mattinata la sezione comunista di Pozzo; l'incursione mette sull'avviso i leghisti socialisti di Foiano della Chiana, che si preparano a fronteggiare le camicie nere. Un autocarro con una ventina di fascisti è fermato a colpi di fucile da caccia; rimangono uccisi lo studente diciottenne Aldo Roselli (promotore del fascio di Arezzo), lo studente ventenne Tolemaide Cinini (militare in licenza) e l'operaio ventunenne Dante Rossi (autista del camion). L'indomani si scatena la ritorsione: all'alba partono da Firenze - al comando di Tullio Tamburini - sette camion carichi di armati, cui si uniscono nel corso della giornata centinaia di fascisti da tutta la Toscana. Occupato il paese, si procede a un'inchiesta sommaria contro diverse decine di cittadini sospettati di «sovversivismo». Il primo a cadere è il calzolaio Gino Gherardi; la contadina Luisa Braciali viene uccisa dopo un interrogatorio, con lei sono assassinati il capolega Alfredo Rampi, il comunista Leopoldo Niccolini, Egisto Burzi, Igino Milani e il socialista Tito Corti insieme al figlio. Abbandonata Foiano le camicie nere si dirigono a Incisa Valdarno, dove fucilano un paio di comunisti. In giornata sono uccisi dagli squadristi 2 inermi abitanti di Vaiano (PO) ed è espugnato il municipio «rosso» di Sansepolcro (AR) con l'uccisione di un socialista.
   18        Spedizione punitive in provincia di Pavia. Devastate a Domo le sedi della Lega contadina e del circolo giovanile socialista; assaltate e danneggiate le abitazioni di alcuni «sovversivi». I fascisti di Sannazzaro de' Burgondi invadono in tarda serata la cooperativa di consumo di Balossa Bigli e irrompono nell'abitazione di un socialista mutilato di guerra, violentemente percosso.
   - Assaltata la Camera del lavoro di Mira (VE), incendiato il circolo socialista di Mezzomerico (NO).
   - Aggressione antioperaia in Sardegna. Una quarantina di fascisti provenienti da Iglesias devastano la sede del sindacato minatori di Domusnovas (CA) e bastonano diversi operai di sinistra.
   18-19 Occupazione del municipio e distruzione della Camera del lavoro di Modica (RG). Costretti alle dimissioni gli amministratori socialisti; assalita l'abitazione del deputato socialista Vacirca, bandito dalla città.
   19        Distrutto il circolo socialista di San Mauro (TO).
   -Dimissioni forzate nel Ferrarese per le amministrazioni socialiste di Bondeno e Ostellato.
   - Deputato socialista bastonato. A Modena quattro squadristi percuotono l'onorevole Confucio Basaglia, nei pressi della sua abitazione.
   - Ucciso il fascista Giuseppe Fabbri a Civitella di Romagna (FO). Il cinquantatreenne Fabbri, componente di un gruppo di squadristi venuti alle mani con alcuni socialisti in una sala da ballo, è ucciso da una coltellata.
   - Svuotata la redazione dell'«Iconoclasta». La sede del periodico anarchico di Pistoia è invasa dalle camicie nere, che asportano l'archivio e i mobili.
   - Sequestrato il sindaco di Cortona (AR). Squadristi umbri catturano Foscolo Scipioni, percosso e costretto a sfilare al grido di «Viva l'Italia!» per le vie della cittadina di cui è sindaco.
   - Devastata la Casa dei socialisti di Moiano (PG).
   - Incendiata la cooperativa di consumo di Minervino Murge (BA).
   - Occupato il municipio di Taviano (LE) e imposte le dimissioni al sindaco socialista.
   - Incendiata a Taranto la Camera sindacale del lavoro. Quattrocento fascisti espugnano la sede dell'organizzazione anarco-sindacalista e feriscono 5 operai, uno dei quali mortalmente.
   19-20 Combattimenti a Parma. Gli squadristi tentano di espugnare i quartieri popolari San Benedetto, Aurelio Saffi e Borgo Naviglio, uccidendo 2 persone; il Comitato popolare «Unità operaia» proclama lo sciopero cittadino e allestisce le difese. Devastata la Casa del popolo in Borgo Rossi.
   - Accanite battaglie a Taranto. Dopo l'assalto alla Camera del lavoro si registrano ulteriori violenze, con vari feriti. Proclamato lo sciopero generale cittadino di protesta.
   20 Rappresaglia a Canove (VR). Per rappresaglia contro l'aggressione a un piccolo conduttore agricolo, zio di un fascista, vengono devastate la Casa del popolo e la cooperativa ferrovieri; l'amministrazione municipale socialista di Canove è costretta alle dimissioni, il capolega arrestato.
   - Impedito un comizio comunista ad Acqui (AL). Una cinquantina di squadristi - capitanati dall'avvocato Edoardo Torre, candidato fascista alla Camera - interrompono con la forza un comizio comunista e sparano sui convenuti: cade esanime la casalinga Angela Casagrande; viene poi devastata la Camera del lavoro. Spiccato un mandato di cattura contro Torre (latitante, verrà eletto deputato il 15 maggio).
   - Aggressioni mortali nel Parmense. Gli squadristi cercano d'impossessarsi di una bandiera rossa innalzata a Parma, in Borgo del Naviglio, e nell'impresa uccidono il giovane antifascista Italo Strina. L'operaio trentunenne Amleto Rossi viene ammazzato a bastonate in località Osteriaccia in presenza del figlio decenne. Proclamato lo sciopero generale di protesta
   - Oltraggiato l'onorevole Fabrizio Maffi. Il deputato della sinistra socialista, sequestrato da tre squadristi a Pavia, viene sottoposto al rituale del taglio della barba; il segretario del fascio cittadino, avvocato Lanfranconi (candidato alle elezioni) gli ordina di improvvisare un comizio dai contenuti patriottico-nazionalistici, minacciando - in caso di rifiuto - di gettarlo da un balcone; infine il parlamentare viene scacciato dalla città, con l'intimazione di mai più ritornarvi.
   - Dimissionaria, su pressione squadrista, l'amministrazione di Ostiglia (MN).
   - Dimissioni degli amministratori socialisti di Barletta (BA).
   20-21 Mantova occupata dalle squadre d'azione. Assunto il pieno controllo della città, le camicie nere devastano la Camera del lavoro confederale e quella sindacalista, l'Università popolare, il circolo ferroviario e l'abitazione del deputato socialista Enrico Dugoni. In provincia viene occupato militarmente il municipio di Suzzara.
   21 Disordini e dimissioni a San Miniato (PI). L'amministrazione socialista è costretta con la forza a rassegnare le dimissioni. Gli squadristi scambiano per comunista un mutilato di guerra (privo di una gamba) e lo riducono in fin di vita; il presidente della locale sezione dei Combattenti, decorato al valore e mutilato, cerca di chiarire l'equivoco ma viene a sua volta malmenato.
   - Distruzione di circoli proletari. Danneggiate nel bolognese le Camere del lavoro di Granarolo e di Camugnano e il circolo di Riola. Distrutta la Camera del lavoro e occupato il municipio di Mestre (VE). Incendiato il circolo socialista di San Damiano al Colle (PV) e ucciso un difensore. Saccheggiati cooperativa e circolo socialista di Frugarolo (AL).
   - Ucciso a Pavia il segretario provinciale comunista. Il ventiduenne Ferruccio Ghinaglia, studente di medicina e segretario provinciale del PCd'I, nonché comandante cittadino degli Arditi del popolo, muore in un agguato tesogli da quattro squadristi (saranno processati nel febbraio 1922 e assolti per legittima difesa).
   22 Spedizioni punitive contro due comuni socialisti del mantovano. Una quarantina di squadristi di Carpi incendiano gli arredi della Camera del lavoro di Marcaria e si recano successivamente a Viadana, dove devastano la cooperativa Chi lavora mangia.
   - Incendiate a Iglesias (CA) sedi di sinistra e abitazioni di «sovversivi». All'assalto con bombe a mano alla Camera del lavoro segue la devastazione di diverse case di militanti della federazione minatori.
   - Un comunista ucciso a San Damiano al Colle (PV). Una squadra di fascisti assale a pistolettate un gruppo di operai: un morto e 3 feriti.
   23 Camion carico di squadristi precipita in una scarpata. L'imperizia del conducente di un camion diretto a Cortona (AR) per una spedizione punitiva provoca il ribaltamento del veicolo in località Santa Caterina, con la morte del diciassettenne Agostino Magi Meconi e il ferimento di numerosi squadristi.
   24 Guerra all'irredentismo tirolese. Bolzano viene invasa da squadre fasciste lombarde, venete e trentine capitanate da Achille Starace, accorse nella cittadina per contrastare gli irredentisti filotedeschi. Negli incidenti perde la vita il maestro Franz Innerhofer e rimangono ferite 66 persone; le forze dell'ordine arrestano alcune camicie nere.
   - Assalto alla polveriera di Borgofranco d'Ivrea (TO). Anarchici sparano contro il servizio di guardia: uccisa una sentinella, ferito un soldato.
   - Scontri a Sora (FR) e a Caltanissetta. Contadini socialisti uccidono l'ufficiale giudiziario Giuseppe Marzano: immediata la rappresaglia da parte della squadra Sempre pronti, con l'incendio della sezione socialista. A Caltanissetta i fascisti incendiano il circolo ferrovieri; negli scontri è colpito mortalmente da una rivoltellata lo studente diciottenne Luigi Gattuso.
   - Paese vicentino sotto controllo squadristico. Sei camion scaricano a Poiana Maggiore fascisti armati di tutto punto, che, occupata la cooperativa «rossa» e il teatro popolare, prelevano dalle abitazioni gli amministratori comunali e li percuotono; la cooperativa è data alle fiamme.
   - Controversa inaugurazione della cooperativa portuale di Savona. I fascisti contestano al canto di Giovinezza la costituzione di un sodalizio filosocialista: negli scontri si registrano una decina di feriti e un morto, il quarantunenne impresario fascista Ettore Gherardi.
   - Raduno fascista a Piacenza. In serata gli squadristi distruggono la cooperativa vinicola di via Taverna, la sezione socialista e la redazione del periodico «Bandiera Rossa».
   - Spedizione punitiva a Confienza (PV). L'avvocato Luigi Lanfranconi (candidato alla Camera) e l'ex colonnello Silvio Magnaghi guidano l'incursione di 150 fascisti contro il municipio socialista (dove viene esposto il tricolore), la Casa del popolo (semidistrutta) e le abitazioni dei maggiorenti socialisti del luogo (invase e saccheggiate).
   25 Espugnata nottetempo la Camera del lavoro di Torino. L'uccisione del trentatreenne operaio fascista Cesare Odone da parte del comunista Galbiati (aggredito dall'Odone e da 2 altri fascisti) determina, quale rappresaglia, l'assalto alle ore 3 del mattino da parte di 36 squadristi armati di pistole, bombe a mano e taniche di benzina del palazzo dell'Associazione generale degli operai, sede della Camera del lavoro e di varie associazioni proletarie. Le guardie regie comandate a protezione dell'edificio rimangono spettatrici degli eventi: il portinaio viene ucciso a pugnalate e lo stabile è completamente distrutto dalle fiamme; i pompieri non possono intervenire, impediti dagli squadristi, uno dei quali - il diciannovenne studente reggiano Amos Maramotti, iscritto al Politecnico - è colpito mortalmente dopo aver scavalcato il muro di cinta. L'indomani verrà devastata la sede cittadina della FIOM.
   - Distruzioni di sedi «sovversive». Devastate la Camera del lavoro di Lonigo (VI) e quella di Cesoie (MN): in entrambe le località i fascisti asportano registri e arredi, bruciati in piazza. Espugnata la Casa del popolo di Abbadia San Salvatore (SI).
   - Deputato socialista percosso e oltraggiato. Bastonato l'onorevole Gino Panebianco, costretto a sfilare sanguinante per le vie di Padova fra schiamazzi e insulti.
   - Spedizione contro una fabbrica occupata: un morto a Lecce. Fascisti e nazionalisti assaltano la Manifattura Tabacchi di Lecce, occupata dagli operai; lo stabilimento è difeso da un contingente di guardie di finanza, che spara contro gli aggressori: ucciso il ventisettenne Pasquale Leone, guardia municipale aggregatasi agli squadristi.
   - Altra amministrazione municipale dimissionaria. Gli squadristi obbligano alle dimissioni gli amministratori socialisti di Savelli (KR).
   26 Spedizioni punitive. Saccheggiate a Pola le organizzazioni socialiste di via Carducci e minacciato di morte il candidato Antonio Riosa. A Venezia l'incursione squadrista nel sestiere popolare di Castello costa la vita all'operaio Giacomo Caporin. Devastati a Frugarolo (AL) il circolo ferrovieri, la sezione socialista, negozi e abitazioni di vari «sovversivi». A Piacenza viene manganellato il deputato socialista Armando Bussi. A Oneglia (IM) il comizio elettorale del generale Asclepia Gandolfo, fondatore del fascio cittadino e candidato alle elezioni politiche, fornisce l'occasione di gravi scontri, con l'uccisione di un antifascista e il ferimento di una quindicina di persone. Emissari del fascio di Mantova costringono alle dimissioni le amministrazioni comunali di Castel d'Ario e Serravalle. Una squadra di camicie nere carpigiane devasta la cooperativa di Buscoldo (MN) e ferisce una decina di socialisti. Spedizione squadristica contro l'amministrazione municipale di Busseto (PR), per ottenerne le dimissioni.
   27 Assassinato a Buie (TS) l'agricoltore socialista Antonio Cacovich.
   - Spedizione omicida a Tromello (PV). Nella notte fascisti mascherati invadono le abitazioni di alcuni socialisti, uccidendo a colpi di mazza ferrata sotto gli occhi dei familiari il dirigente del Consorzio provinciale delle cooperative Giovanni Salvadeo e ferendo mortalmente il segretario della Lega socialista Angelo Maria Gorini.
   - Devastate la Camera del lavoro di Medea (GO) e la cooperativa di consumo di Buscoldo (MN).
   - Violenze anticattoliche a Verona. Distrutta la tipografia del «Corriere del Mattino», giornale legato alla curia vescovile.
   - Costrette alle dimissioni dagli squadristi le amministrazioni di Villa Poma (MN) e di Cortona (AR).
   - Offensiva delle squadre d'azione di Perugia. Le squadre Disperatissima, Satana, Grifo e Toti irrompono nel centro di Terni, espugnano il municipio socialista e distruggono la Camera del lavoro con altre sezioni dei movimenti di sinistra; gli stessi squadristi incendiano a Bevagna (PG) la sezione socialista e devastano le sedi di sinistra a Spoleto e a Piediluco.
   27-28 Occupazione del municipio di Fiume. La sera del 27 un colpo di mano militare istituisce un effimero «Governo eccezionale di Fiume d'Italia», espressione del fascio di combattimento e presieduto dal comandante degli squadristi triestini Francesco Giunta. Il 28 s'insedia come commissario straordinario l'avvocato Salvatore Bellasich, riconosciuto dal governo italiano.
   28 Interrotto il consiglio comunale di Crevalcore (BO) e imposte le dimissioni agli amministratori «rossi».
   - Panico e morti ai funerali del fascista Gattuso. A Caltanissetta le esequie del giovane Gattuso sono turbate da una sparatoria: nella ressa che ne segue muoiono 3 persone; devastate per ritorsione le sedi «sovversive» cittadine.
   29 Distruzioni in Piemonte, Veneto e Toscana. Devastati il circolo socialista di Oleggio (NO), le Camere del lavoro di Frugarolo e Bozzole (AL); la sede fiorentina della FIOM è invasa con sequestro di incartamenti e registri degli iscritti. A Poiana Maggiore (VI) gli squadristi circondano l'abitato e, tagliati i fili telefonici, bastonano il sindaco e gli bruciano la casa, imponendo quindi le dimissioni all'amministrazione municipale.
   - Impedito a Vercelli un comizio dell'onorevole Maffi.
   - Ordinanza preelettorale del questore di Milano. Proibita nel capoluogo lombardo qualsiasi manifestazione, inclusi i tradizionali cortei del 1° maggio.
   29-30 Squadristi all'opera nel Bolognese. In serata un gruppo di fascisti provenienti da San Giorgio di Piano irrompe nella sede della Lega di Santa Maria in Duno (comune di Bentivoglio) e spara contro i convenuti: ucciso sul colpo il capolega Amadeo Lipparini, ferite 6 persone. Spedizione punitiva a Castenaso: invasa la Camera del lavoro, gli squadristi percuotono il sindaco socialista.
   30 Dimissionario il sindaco di Reggio Emilia. Informato dell'intenzione delle camicie nere di penetrare nel palazzo municipale per prelevare il gonfalone del comune ed esibirlo a una commemorazione di Maramotti, il sindaco, chiesto invano l'intervento del prefetto, si dimette. Espugnato, in provincia, il municipio di Fabbrico, dove sindaco e assessori - bastonati e costretti alle dimissioni - sono sostituiti dal commissario prefettizio.
   - Distruzioni squadristiche. Devastati dai fascisti tre sodalizi: a Trieste il circolo di cultura della Maddalena; ad Asigliano Veneto (VI) la cooperativa socialista, a Palermo la Camera del lavoro.
   - Concentramento fascista e dimissioni dell'amministrazione «rossa» di Asola (MN).
   - Bombarolo fascista mutilato. Enrico Ceccarelli perde la mano sinistra mentre a Siena «fabbricava segretamente delle bombe per la causa fascista»: lo squadrista intendeva lanciare l'ordigno contro la manifestazione del 1 ° maggio.
   - Pugnalato mortalmente a Rieti lo squadrista ventiquattrenne Pietro Fantini. Pugnalato in un agguato mentre è di ronda notturna con 2 fascisti, Fantini morirà il 4 maggio.
   - Offensiva decisiva contro i socialisti di Legnago (VR). Nuove violenze a un paio di settimane dalla precedente spedizione punitiva: distrutto l'arredo della Casa del popolo, saccheggiata la cooperativa ferrovieri e imposte le dimissioni al sindaco.
   
   MAGGIO

   1 Festa del lavoro funestata da gravi incidenti. L'astensione dal lavoro è generale, con poche eccezioni; i rari treni sono scortati da fascisti armati e bersagliati da fucilate esplose da attivisti di sinistra. Sulla linea Pisa-Viareggio è colpito lo squadrista diciannovenne Pacino Pacini (morirà l'indomani): per ritorsione viene bastonato il deputato socialista Modigliani, in viaggio sullo stesso treno. I candidati socialisti Giuseppe Mingrino e Luigi Salvatori, recatisi a Viareggio per un comizio, sono sequestrati e costretti ad aprire un corteo inneggiante all'Italia. Il corteo dei lavoratori di Romagnano Sesia (NO) è disperso a revolverate dai fascisti, che uccidono l'operaio comunista Giuseppe Giustina e feriscono gravemente 2 suoi compagni. Conflitti sanguinosi avvengono a Dignano (UD), a Monza (MI), Rieti e Roma. A Ravenna viene ucciso a revolverate il cinquantacinquenne operaio socialista Francesco Segurini. A Cavriago (RE) cadono sotto i colpi di una squadra d'azione il cattolico Stefano Barilli e l'anarchico Primo Francescotti. A Piacenza viene ucciso il giovane comunista Stefano Fiorani, del Sindacato ferrovieri secondari e tranvieri; in provincia gli squadristi ammazzano l'operaio Giovanni Chia. A Trieste l'uccisione del fascista Giovanni Comisso è vendicata dall'assalto al giornale comunista «Il Lavoratore». Incendiate la cooperativa e la sezione socialista di Occhiobello (RO). A Spilimbergo (PN) l'invasione della sede socialista è seguita dal rogo di bandiere rosse e arredi vari. A Napoli gli squadristi di Aurelio Padovani disperdono il comizio comunista di Misiano e Bordiga e uccidono il ferroviere Giuseppe Spina. Due morti e numerosi feriti nell'espugnazione della Casa del popolo e della Camera del lavoro di Corato (BA) da parte di squadristi, carabinieri e guardie regie.
   2 Catena di distruzioni in varie province. Ucciso dagli squadristi un comunista di Casale Monferrato (AL). Incendiato il circolo operaio di Vogogna (VB). Nel Mantovano incendiati registri e arredi della cooperativa Sempre Avanti! di Rodigo, distrutti mobili e registri della cooperativa di consumo di Roncoferraro. Danneggiata la Camera del lavoro di Conegliano (TV). Devastate in Toscana la Casa del popolo di Monsummano (PT) e di Pietrasanta (LU).
   3 Ritorsioni antisocialiste a Poggibonsi (SI). Il segretario del fascio di Siena, Chiurco, guida una ventina di camicie nere contro i capilega socialisti, indotti con la violenza a restituire finanziamenti raccolti per la Camera del lavoro. Tornati in città, gli squadristi vengono arrestati.
   - Violenze generalizzate nel Mantovano. Bruciati registri e arredi della cooperativa di Redondesco; manganellato mortalmente il segretario della cooperativa agricola di Sustinente, Gavioli. Gli squadristi di Suzzara espugnano in serata la cooperativa di Buscoldo (frazione di Curtatone) e bastonano gli avventori del caffè.
   4 Ucciso ad Ariano Polesine (RO) il sindaco Ermenegildo Fonsatti. Arrestati il caposquadra Mario Ansoldi e alcuni altri esponenti del fascio locale.
   - Spedizioni punitive nel Piacentino. Invasa la sede della Lega di Gariga; imposte le dimissioni al sindaco di Podenzano.
   - Aggrediti gli amministratori socialcomunisti di Crevalcore (BO). Minacciate ulteriori violenze in caso di mancate dimissioni.
   - Due morti nel Cuneese. Spedizione punitiva a Mondovì contro un comizio socialista: Cesare Mandruzza, figlio del direttore della Richard-Ginori, uccide a rivoltellate l'operaio Giovanni Battista Ferretti e il manovale Felice Turco.
   5 Tre morti nel Reggiano. I fascisti uccidono a Luzzara l'anarchico Riccardo Siliprandi, a Rubiera i comunisti Nino Neviani (sedicenne) e Armando Morselli (trentaduenne).
   - Due morti a Bologna. Muore per un colpo accidentale della propria arma lo squadrista Piero Ranuzzi. Ucciso in scontri di piazza il maresciallo dei carabinieri Pietro Biragi.
   - Un morto a Vittorio Veneto (TV). I fascisti assaltano il circolo socialista cittadino e uccidono Giulio Tandura.
   - Un morto in provincia di Varese. Devastata la cooperativa di Fagnano Olona e ucciso a Olgiate il comunista Antonio Visalberghi.
   - Distrutte quattro sedi «sovversive». Invasi e danneggiati i locali della Lega contadina di Varzi (PV), dei circoli socialisti di Asigliano Vercellese e di Medicina (BO), della Camera del lavoro autonoma di Borgo San Donnino, a Parma.
   - Ucciso dagli squadristi di Moneglia (GE) un comunista.
   - Spedizioni punitive a Pisa e provincia. Concluso il funerale del fascista Pacini, le squadre d'azione pisane iniziano la distruzione metodica delle sedi di sinistra ad Arnaccio, Asciano, Bagni di San Giuliano, Cascina, Gello, Orzignano, Ripafratta, San Lorenzo a Pagnatico e San Martino a Ulmiano. In città vengono bruciate le redazioni del settimanale socialista «L'Ora Nostra» e dell'«Avvenire anarchico». Distruzioni anche in provincia di Livorno, a Collesalvetti e Vicarello.
   - Offensiva contro l'amministrazione municipale di Perugia. Dopo l'assalto al palazzo dei Priori, sede dell'amministrazione civica, una delegazione fascista viene ricevuta dal prefetto e ottiene la sostituzione della giunta socialista con un commissario straordinario.
   - Redazioni partenopee devastate. Fascisti armati assalgono e danneggiano a Napoli gli uffici del periodico comunista «Soviet» e del quotidiano amendoliano «Il Mondo».
   6 Sanguinoso conflitto nel Padovano fra squadristi e carabinieri. A Cittadella la squadra d'azione Benito Mussolini occupa la Camera del lavoro come ritorsione per il ferimento del segretario fascista Angelo Rossi; l'intervento della forza pubblica porta all'incarcerazione dei fascisti: immediata l'adunata delle camicie nere venete, con l'assedio della prigione e una sparatoria con i carabinieri; gli assalitori uccidono un maresciallo ma hanno la peggio e perdono 3 componenti della squadra La Serenissima (Angelo Boscolo Bragadin, Giovanni Battista Fumei, Vittore Mezzomo).
   - Sopraffazioni anticattoliche in Istria. Ad Antignana le camicie nere sequestrano il parroco, lo percuotono a sangue e l'indomani lo consegnano al commissario di polizia di Pola, dopo avergli fatto firmare una dichiarazione in cui s'impegna a non rientrare in parrocchia prima delle elezioni.
   - Le violenze di un candidato al Parlamento. L'avvocato Lanfranconi, candidato fascista alla Camera, guida la spedizione contro il circolo socialista di Varzi (PV); nel corso della giornata gli squadristi invadono le case di alcuni «sovversivi» e bastonano anche i loro familiari.
   - Devastazioni in Toscana. Invase e distrutte la Società di mutuo soccorso di Rifredi, a Firenze, i circoli socialisti e comunisti di Pontedera e di Bientina (PI), la sezione socialista e il circolo anarchico di Monterotondo Marittimo (GR); spedizioni squadristiche espugnano diversi municipi «rossi» in provincia di Pisa.
   - Dimissioni forzate per le amministrazioni comunali di Bagnolo San Vito e di Roncoferraro (MN).
   7 Distrutte la Camera del lavoro di Sestri (GE) e le leghe braccianti e barrocciai di Sasso Morelli (BO).
   7-8 Massacrato un comunista ferrarese. Natale Gaiba, dirigente comunista di Argenta, viene catturato nottetempo nella sua abitazione da una ventina di squadristi, condotto in un bosco, percosso e ucciso a rivoltellate quando tenta la fuga.
   8        Domenica violenta. La giornata festiva registra una quindicina di vittime. Devastata la Camera del lavoro di Udine. Ad Ascoli Piceno gli squadristi di Raffaello Riccardi uccidono 2 comunisti che contestano il comizio di Silvio Gai. A Vinacciano (PT) muore per una pugnalata, al termine di un comizio socialista, il brigadiere Vittorio Ardini. Tre squadristi uccidono a Vittorio Veneto (TV) l'antifascista Agostino Da Ros. Due comunisti uccisi a Monastero di Cavriglia (AR) nell'assedio alla Casa del popolo. Di ritorno a Brescia da una spedizione punitiva il diciannovenne Fausto Lunardini cade durante il rastrellamento contro i «sovversivi» del quartiere di Ponte Mella (probabilmente raggiunto da uno dei numerosi colpi esplosi dagli squadristi nel transito della borgata). Nell'incursione contro la Lega contadina di Scaldasole (PV) è ferito mortalmente il capo degli squadristi, il trentaseienne Angelo De Giorgi: distrutta per rappresaglia la Casa del popolo. Espugnato il circolo socialista di Baveno (VB). Incendiata in serata la Camera del lavoro di Bologna. Un militante del PPI muore a Orta di Atella (CE) negli scontri con i socialisti. Al ritorno da una spedizione notturna a Taranto una squadra cade in un agguato: muore il diciottenne studente Domenico Mastronuzzi. A Castelvetrano (TP) una manifestazione elettorale del PSI è assalita dai fascisti: 8 i morti, inclusi gli squadristi Paolo Malanca (gettatosi contro il corteo su un carro dal quale spara contro la folla) e Giuseppe Forte (quindicenne, «si slancia insieme al padre e ad altri camerati in mezzo alla massa dei sovversivi, rimanendo così vittima del proprio ardimento»). Ad Avola (SR) un gruppo di pregiudicati di Vittoria ingaggiati dagli agrari ferisce alcuni contadini socialisti e nella sparatoria uccide una bimba di quattro anni.
   9         Spedizione punitiva a Caorso (PC). Devastate la Camera del lavoro, la cooperativa di consumo, la cooperativa calzolai e la cooperativa muratori.
   - Assalto alla Camera del lavoro di Udine.
   10 Ucciso un anarchico a Casale Monferrato (AL).
   - Invasione squadrista dell'abitazione del sindaco di Pravisdomini (PN), con sequestro di documenti.
   - Squadrismo agrario nel Parmense. Lo sciopero generale nelle campagne parmensi, giunto al secondo giorno, registra generalizzati assalti delle camicie nere ai braccianti socialisti, con incendi e devastazioni. Scontri a fuoco avvengono a Sorbolo, Fontanellato e San Lazzaro. Al termine di un comizio degli scioperanti, gli squadristi assaltano e danneggiano la cooperativa di Fontevivo.
   - Devastazioni preelettorali nel Bolognese. Una squadra d'azione penetrata in un deposito del Partito comunista a Bologna, in via Broccaindosso, sequestra centomila schede elettorali e migliaia di manifesti e volantini: tutto il materiale viene bruciato dinanzi alla sede del fascio di via Marsala. In provincia sono invase e danneggiate la Lega di Altedo, la Casa del popolo di Pegola, la cooperativa di consumo di Camugnano.
   - Dimissioni umilianti nel Mantovano. Gli amministratori socialisti di Revere costretti alle dimissioni dopo aver salito le scale della sezione fascista camminando sui vessilli rossi sequestrati nelle sedi di sinistra.
   - Assalto fascista al municipio di Orta Nova (FG) e dimissioni dell'amministrazione socialista.
   10-11 Assediata Torre di Pordenone. Nella mattinata del 10 un'incursione contro una manifestazione della Camera del lavoro costa la vita allo squadrista diciottenne Pio Pischiutta; immediata la mobilitazione fascista, col concentramento di centinaia di camicie nere verso Torre di Pordenone, messa a ferro e fuoco; il comune è occupato, diverse case incendiate, numerose persone bastonate.
   11 Scontro mortale a Trieste. L'attacco fascista al circolo giovanile di Ponziana è respinto da socialisti e comunisti guidati da Vittorio Vidali (poi arrestati dalla polizia): ucciso da una revolverata il diciottenne legionario fiumano Pasquale Napolitano.
   - Nuove violenze nel Mantovano. Ferito e costretto alle dimissioni il sindaco di Commessaggio; gli squadristi di Viadana assediano nottetempo a Ponteterra di Sabbioneta l'abitazione della famiglia Bini: ucciso il capolega Pietro Bini e feriti gravemente i suoi fratelli.
   - Ulteriori devastazioni alla cooperativa di Fontevivo (PR).
   - Scontri a San Marino. Squadre fasciste inseguono sin nella Repubblica di San Marino socialisti e comunisti emiliani ivi rifugiatisi. Il medico cinquantacinquenne Carlo Bosi, trovatosi casualmente con degli amici nei pressi di Rimini lungo il tragitto dei fascisti a bordo di una vettura con bandiera tricolore, è ucciso in un agguato teso da elementi di sinistra che ritenevano il veicolo l'avanguardia di una spedizione punitiva.
   - Carabinieri e fascisti espugnano la sezione socialista di Corigliano Calabro (CS).
   - Funerale con violenze a Taranto. Le esequie del diciottenne squadrista Domenico Mastronuzzi forniscono l'occasione per l'assalto alla sezione sindacale ferrovieri e alla cooperativa scaricanti; nel parapiglia muore un bimbo di otto anni.
   12 Bruciate le Camere del lavoro di La Spezia. I fascisti incendiano sia la Camera del lavoro confederale sia quella aderente all'Unione sindacale italiana.
   - Sequestro e liberazione dei dirigenti della cooperativa di Aviano (PN). Una dozzina di fascisti armati sequestrano il presidente e il segretario della cooperativa di lavoro: il pronto intervento dei carabinieri li sottrae agli squadristi, che li avevano già caricati su un camion.
   - Muore a Bagnolo Cremasco (CR) uno squadrista in scontri con i popolari. Ucciso il quindicenne Antonio Tonisi, accorso con altri fascisti in aiuto di un compagno aggredito da avversari politici.
   - Un morto e un moribondo per lo scoppio di un'arma. Il caposquadra della Audace, Ennio Cavina, resta seriamente ferito e l'ex Ardito Antonio Bono perde la vita durante una spedizione nel Veneziano, per un errore nel maneggio di un'arma.
   - Ucciso un comunista a Cosenza.
   12-14 Squadristi senesi in «gita di propaganda» nel Grossetano. Devastate le sedi di sinistra e percossi i «sovversivi» di Montieri, Gerfalco e Travale.
   13 Duri scontri a Marina di Carrara. A margine di un comizio del Blocco nazionale repubblicani e socialisti si scontrano con gli squadristi di Ricci: muoiono il brigadiere della finanza Giuseppe Caragnano e il socialista Gino Bertoloni.
   - Assassinato un consigliere provinciale di Biella. In serata alcuni fascisti, in compagnia del candidato alla Camera Dante Coda, entrati nella trattoria in località Favaro, gestita dal socialista Eriberto Ramella Germanin, consigliere provinciale e assessore del comune di Cossila, lo provocano e alla sua reazione lo uccidono con un colpo di pistola.
   - Violenze diffuse. Un comizio dell'onorevole Barberis a Torino è turbato da incidenti fra comunisti e fascisti: vittima accidentale, un cittadino estraneo agli scontri. Devastate la Camera del lavoro di Cigliano (VC), la Casa del popolo di Cureggio (NO), la sezione socialista di Genzano (RM) e la Casa del popolo di Vogogna (VB). Invasa la cooperativa di consumo di Sarginesco (MN) e sottratto l'archivio. Spedizioni punitive nel comune di Sorano (GR). Camicie nere interrompono il consiglio comunale di Cadeo (PC), bastonano il prosindaco e i consiglieri socialisti, costretti alle dimissioni. Devastate le sedi di sinistra di Chiusi (SI), gli squadristi esibiscono per le vie della città sei vessilli rossi. Nella provincia di Foggia, a Trinitapoli sono arrestati 6 fascisti per l'assassinio di un avversario politico e a Cerignola è gravemente ferito il segretario della Lega dei contadini, Affaitati.
   14 Fascisti e carabinieri contro il clero istriano. Alla vigilia del voto la violenza antislava raggiunge il culmine e nella diocesi di Trieste-Capodistria assume connotazioni anticlericali. Il parroco di Stregna (UD), arrestato e malmenato dai carabinieri (i militi gli spezzano la mascella), viene trascinato per le vie incatenato e col tricolore in mano, costretto a gridare «Viva l'Italia!». I parroci di Antignana e Dolina fuggono minacciati di morte; le canoniche sono devastate.
   - Aggressioni mortali alla vigilia del voto. Una spedizione fascista provoca a Fagnano Olona (VA) la morte di un socialista. A Cergnago (PV) il socialista Battista Gobbi è ferito da una pistolettata e finito a pugnalate; devastata - per la seconda volta in un mese - la Casa del popolo. Lo squadrista ventisettenne Sebastiano Monari, fabbro (volontario di guerra, fondatore della sezione fascista di Sant'Agata Bolognese), è ferito mortalmente a Sala Bolognese, durante la spedizione contro propagandisti elettorali antifascisti. Ucciso brutalmente a Sasso Pisano da colleghi di lavoro comunisti il trentenne operaio fascista Alfredo Musi.
   - Violenze contro le amministrazioni comunali di sinistra. Occupato dagli squadristi il municipio socialista di Dicomano (FI): sequestrati documenti e armi nella casa comunale, i fascisti espongono al balcone la bandiera tricolore e intimano alla giunta le dimissioni dal mandato elettivo. Bastonati nel Piacentino i sindaci socialisti di Pontenure e di Villanova sull'Arda.
   - Invasione di sedi «sovversive». Squadre d'azione devastano la sede comunista e la cooperativa socialista di Rivalta Scrivia (AL) e la Camera del lavoro di Nizza di Sicilia (ME). Una dozzina di fascisti distruggono arredi e archivio della cooperativa Emancipazione di Gonzaga (MN).
   - Disastroso incidente a un camion di squadristi. Allertati in serata dalla richiesta di un intervento urgente in località Isola (PI), gli squadristi partono da San Miniato a piena velocità ma in una curva l'automezzo si ribalta, determinando la morte del quarantunenne Umberto Pontanari e il ferimento di una quindicina di camicie nere.
   14-15 Minacciati e sequestrati nell'Istria i rappresentanti di liste antifasciste. Gli squadristi di Parenzo organizzano il metodico sabotaggio degli avversari politici: a Visogliano, Torre, San Domenico di Castellier, Grisignana, Umago, Montona, Rovigno i delegati delle liste diverse dal Blocco nazionale sono esclusi con la violenza dai seggi. In aggiunta a ciò, in diversi seggi gli elettori debbono votare «a scheda aperta».
   15 Domenica elettorale funestata da 22 morti. Le elezioni politiche si svolgono nella violenza. Il deputato del PPI Miglioli viene bastonato e deve essere ricoverato in ospedale. Scontri mortali fra attivisti di opposte fazioni avvengono a Biella, Gozzano (NO), Vigevano (PV), Castelbelforte (MN), Crema (CR), Padova, Canale (TR), Melissano (LE), Siracusa. La partecipazione a una spedizione punitiva a Borgo Vercelli costa la vita al sedicenne Riccardo Celoria. Un'incursione a Marésego (Capodistria) - «covo di vipere slave» - fallisce sanguinosamente e costa la vita a 3 squadristi, circondati e uccisi dai contadini: il quindicenne Giuseppe Basadonna («benché giovinetto, fu squadrista dotato di audacia e volontà»), il ventenne Francesco Giachin e il ventitreenne Giuliano Rizzato; una spedizione punitiva ad Albona, in Istria, a base di bombe Sipe e bombe Thévenot, uccide il minatore Prendonzan. A Treviso scontri di piazza provocano la morte dello squadrista diciassettenne Vittorio Benetazzo e del carabiniere Carmine Cippolletta. Tre morti nel Mantovano: a Soave i contadini della cooperativa socialista, respinta con i forconi una spedizione punitiva, massacrano 2 giovani squadristi di Marminolo, il diciottenne Arrigo Caleffi e il diciassettenne Eugenio Morandini; nei pressi di Canicossa le camicie nere freddano il muratore Guido Gigliati, che non si era tolto il cappello dinanzi a un fascista ferito. Uccisa a Berceto (PR) l'antifascista trentunenne Palmira Magri. A Caorso (PC) gli squadristi uccidono il calzolaio Federico Ziliani, intervenuto in soccorso di un amico brutalmente pestato. Depredata la sede dell'Unione cattolica del lavoro di Crema (CR). A Sogliano al Rubicone (FO) cade negli scontri con gli antifascisti lo studente repubblicano cesenate Enrico Amici (poi inserito nei martirologi fascisti). Espugnata la Lega contadina di Villa Marone (PV) con rogo di archivio e arredi. Il sindaco socialista di Buonconvento (SI) viene «arrestato» dagli squadristi e condotto alla sede provinciale del fascio. A Perugia viene inseguito e ucciso a pistolettate dallo squadrista Francesco Scassellati il giovane socialista Guglielmo Rotini. In provincia di Terni incendiate a Papigno la Camera del lavoro e la cooperativa La Concordia; ucciso a Canale l'agente investigativo Enrico Cecconelli durante l'assalto a una vettura postale. Saccheggiata nella notte a Maglio di Goito (MN) la cooperativa di consumo. Due scontri mortali in Puglia: a Cerignola (FG) gli squadristi uccidono 3 componenti di una famiglia di sinistra (i fratelli Michele e Matteo Bancone e la madre Maria Russo) e 5 antifascisti che si recavano a votare (Giovanni Cimili, Antonio Guglielmi, Nicola D'Aligio, Domenico Margiotta, Vito Pappalardo); a Noci (BA) il quarantacinquenne operaio fascista Oronzio Loperfido è ucciso a pugnalate. A Ponticelli e a Resina (NA) le squadre di Navarra Viggiani uccidono 4 militanti di sinistra: Pellegrino Giordano, Pasquale Migliaccio, Aniello Riccardi e Paolo Scognamiglio. Secondo i dati del ministero dell'Interno, durante la giornata elettorale avrebbero perso la vita 6 fascisti, 5 fra socialisti e comunisti, 10 estranei a conflitti politici, un agente.
   15-16 Ritorsioni postelettorali a Udine. Nella notte - non appena conosciuti i risultati elettorali cittadini che danno vincenti socialisti e popolari - Gino Covre incendia con altri fascisti la tipografia San Paolino, attigua al palazzo arcivescovile, e la redazione del quotidiano del PPI «Il Friuli»; le forze dell'ordine arrestano alcuni incendiari e pongono sotto sequestro la sede del fascio. L'indomani convengono a Udine centinaia di camicie nere triestine e ferraresi: la città viene messa a ferro e fuoco; le violenze cessano con la scarcerazione degli attentatori e la restituzione della sede al fascio. I tipografi della provincia proclamano uno sciopero di protesta.
   - Invasa la sede dei Lavoratori del mare. A Genova camicie nere e dissidenti della Federazione italiana lavoratori del mare (FILM) occupano i locali dell'organismo sindacale diretto dal capitano Giuseppe Giulietti; l'intervento della forza pubblica ottiene lo sgombero della sede.
   - Devastazioni varie. Espugnate e danneggiate nel Pavese la Camera del lavoro, la biblioteca popolare e le sezioni socialista e comunista di Stradella, la cooperativa di consumo di Gravellona e la Lega contadina di Gambarana. A Torre del Greco (NA) viene invaso un «covo sovversivo». La morte di un ex ufficiale fascista a Bilegno scatena rappresaglie in tutto il Piacentino e determina la fuga di centinaia di «sovversivi», che cercano riparo in altre province. A Castelnuovo Scrivia (AL) una squadra d'azione si scontra con un gruppo di anarchici, che uccidono i fascisti Raimondo Suigo e Giuseppe Torti: devastata per ritorsione la Camera del lavoro e occupato il comune (l'amministrazione municipale socialista verrà sciolta dal prefetto pochi giorni più tardi).
   16 Battaglia campale a Viareggio (LU) e a La Spezia. I fascisti fiorentini uccidono 2 avversari politici e ne feriscono molti altri, prima che la forza pubblica - arrestati i segretari politico e amministrativo del fascio di Viareggio - occupi la città; in segno di protesta per le aggressioni viene proclamato lo sciopero generale cittadino. A La Spezia una manifestazione sindacale degenera in scontri con i carabinieri, che aprono il fuoco: rimangono sul selciato 3 morti (incluso l'agente investigativo Mario Rocchieri) e 3 feriti gravi.
   - Squadristi all'opera nel Cremonese e nel Vicentino. Squadre d'azione convergenti verso Vicenza devastano varie sedi delle organizzazioni di sinistra: una trentina di fascisti disperdono una manifestazione socialista a Torri di Quartesolo, distruggono il circolo di Santa Croce e uccidono Giordano Battaglia. A Crema (CR) i fascisti percuotono mortalmente un militante del PPI; a Porta Mosa, in Cremona, le squadre di Farinacci, spalleggiate dalle guardie regie, uccidono Pietro Zigghetti e un altro antifascista.
   - Vittime fasciste in «azioni di propaganda». Ucciso a Sozzago (NO) il venticinquenne ex combattente Giuseppe Fenini. Muore durante una spedizione punitiva a Padova il trentanovenne Ernesto Scapin («ex ufficiale, fra i più valorosi squadristi padovani»). Cade a Castelbelforte (MN) - nei preliminari di un'incursione - il ventiseienne Giuseppe Ferrari. La morte dello studente universitario Nando Gioia, in una sparatoria nel corso di una spedizione punitiva a Bilegno (PC), provoca immediate ritorsioni, con l'imposizione delle dimissioni agli amministratori municipali socialisti di Borgonovo Val Tidone. Sei squadristi pisani, recatisi in automobile a Pomarance, sono circondati e percossi: il trentaduenne bracciante fascista Primo Salvini è colpito da una fucilata mortale. Ucciso a Siracusa lo studente diciottenne Angelo Rizza.
   - Sparatoria a Bologna. Una giovane con coccarda rossa, respinta l'intimazione di alcuni squadristi a gettare il nastro per terra, ripara nel portone della propria abitazione, in via San Giacomo 49: i fascisti esplodono diversi colpi di pistola e un proiettile uccide il nichelatore Aldo Tugnoli, diciottenne anarchico abitante nel medesimo stabile.
   17 Altre vittime della violenza politica. A Milano muore in servizio di ordine pubblico la guardia regia Bastiano Pistritto. Uccisi 2 comunisti: uno a Bologna e l'altro a Firenze. A Livorno lo studente diciassettenne Giorgio Moriani (figlio di un generale dell'esercito), gettatosi alla testa di una squadra d'azione contro un gruppo di «sovversivi», è freddato da una revolverata. Uccisi dai fascisti a Torano (MS) l'operaio Ercole Bonvini, a San Gimignano (SI) il taglialegna Adamo Borri. Cadono a Pietrasecca di Carsoli (AQ) gli ex combattenti Francesco Burelli e Luigi Lucantoni.
   - Devastazioni nell'Alessandrino e nel Mantovano. Incendiata la Camera del lavoro di Balzola (AL): impedito ai pompieri lo spegnimento delle fiamme. In provincia di Mantova saccheggiati a Castel d'Ario il magazzino della cooperativa di consumo La Proletaria e il circolo vinicolo, con un danno di 58.000 lire; incendiata a Soave di Porto Mantovano la cooperativa socialista.
   - Violenze in provincia di Rieti. In serata un autocarro con a bordo carabinieri diretti a Magliano Sabina, per sedare scontri tra fascisti e antifascisti, è fermato in località Belardelli da militanti di sinistra convinti che il veicolo trasporti squadristi: nella sparatoria, i carabinieri hanno la meglio, ma perdono uno dei loro (Nazzareno Rosati).
   - Dimissionaria la giunta socialista di Taranto, piegata dalle violenze.
   18 Devastati a Milano due ritrovi di sinistra. Gli squadristi sfasciano il circolo socialista di via della Pergola e il circolo comunista di via Niccolini.
   - Incendiati nella notte il circolo socialista di Apecchio e l'Unione marinai di Fano (PS). Le distruzioni sono opera di una trentina di squadristi partiti da Lugo di Ravenna su due autocarri e reduci da una spedizione punitiva a Città di Castello (PG).
   19 Retata di fascisti milanesi. Il questore ordina la perquisizione della sede dei Fasci e l'arresto del segretario Umberto Pasella, insieme a una dozzina di dirigenti del movimento, per le aggressioni consumate nei giorni precedenti ai danni degli avversari politici. Le proteste di Mussolini presso il questore e il prefetto ottengono la liberazione dei reclusi nel giro di poche ore.
   - Sparatoria mortale contro gli scioperanti di Borghetto (PR). Gli squadristi di Carpi irrompono nella Lega contadina di Borghetto di Noceto, feriscono in modo mortale il bracciante Francesco Cella, di sessantacinque anni, e in forma meno grave 4 suoi compagni, quindi incendiano la sede del sodalizio filosocialista.
   - Assalti a sedi di sinistra. Incendiata la Casa del popolo di Lignana (VC), devastato il circolo socialista di Landiona (NO), danneggiate a Rimini la Casa del ferroviere e il circolo di cultura comunista.
   - Tre comunisti massacrati nel Senese. Una squadra di fascisti, decisa a vendicare il ferimento di una camicia nera di Chiusi, uccide 3 comunisti e ne ferisce parecchi altri.
   19-20 Spedizione punitiva e rivolta popolare a Civitavecchia (RM). Nutriti reparti di squadristi entrano in città e uccidono 2 comunisti; proclamato lo sciopero generale.
   - Terrore in Romagna. L'uccisione notturna a colpi di pistola del ferroviere Giuseppe Platania (ex anarchico, mutilato e decorato di guerra, segretario del fascio di Rimini) scatena terribili rappresaglie da parte degli uomini di Balbo e Grandi: gli squadristi mettono a ferro e fuoco i luoghi di raduno della sinistra riminese e successivamente inseguono i loro avversari sino a San Marino, asilo di circa 400 «sovversivi» (le indagini appureranno che l'assassino di Platania era il suo amico Carlo Ciavatti, lui pure ex anarchico).
   20 Al rogo la stampa socialista di Pavia. I fascisti, guidati da Carlo Natale, sequestrano nella redazione del «Proletario» l'intera tiratura di settemila copie, bruciata sulla piazza municipale.
   - Gli squadristi uccidono «per sbaglio» un cittadino di Fornasotto (MN).
   - Colpito a morte il comunista Ugo Cavestro a Padova.
   - A soqquadro il circolo anarchico di Rimini «13 ottobre» e la cooperativa di consumo di Canicossa (MN).
   21 Uccisione di un antifascista a Sortino (SR).
   - Quarta aggressione contro il sindaco di Soragna (PR). Tornato nel comune di cui è sindaco, Mario Bertani, colpito dal «bando», è inseguito dagli squadristi, che già in tre occasioni lo avevano malmenato.
   21-22 Agguato e ritorsione a Sestri Ponente (GE). Ucciso in uno scontro notturno nei pressi della Camera del lavoro il trentottenne Manlio Cavagnaro: occupata per ritorsione la sede sindacale, dopo accaniti combattimenti.
   22 Eccidio a Santa Giustina di Rimini. Squadristi bolognesi reduci dal funerale di Platania reagiscono ai fischi della popolazione con una fitta sparatoria nella quale restano uccisi 3 inermi cittadini: il contadino Ferdinando Samuelli, il colono Salvatore Sarti e il diciottenne Pierino Vannoni; all'eccidio seguono perquisizioni domiciliari con percosse per quanti risultino aderenti a movimenti antifascisti.
   - Imboscata contro una squadra d'azione lucchese. Un camion con a bordo una ventina di squadristi reduci da una spedizione punitiva a Valdottavo (LU), al comando di Carlo Scorza, viene colpito da un masso che gli antifascisti scagliano dalla china di un monte: perdono la vita l'operaio ventiduenne Nello Degl'Innocenti e lo studente ventitreenne Gino Giannini (la squadra d'azione adotterà il nome di Superstiti di Valdottavo).
   - Violenza e ritorsione a Migliano di Cantagallo (PO). L'uccisione del calzolaio fascista Agostino Santi, entrato in un'osteria per intimare il silenzio a un gruppo di avventori che cantavano inni rivoluzionari, richiama in paese gli squadristi di Prato, che incendiano il circolo e la cooperativa socialista, nonché le abitazioni degli aggressori del Santi.
   - Aggressione domiciliare a Sant'Agata Bolognese. All'1.30 di notte una ventina di fascisti si radunano dinanzi alla casa del consigliere comunale socialista Adriano Guiduzzi e lo chiamano a gran voce, iniziando poi una sparatoria contro porta e finestre: un proiettile uccide la madre del ricercato.
   23 Sparatoria mortale contro il caposquadra Teodoro Maggiolaro. Il trentunenne Maggiolaro, «capo spirituale dei fascisti della riviera del Brenta», è colpito da una rivoltellata mentre, sul camion con a bordo gli uomini della sua squadra, viaggia verso Dolo (VE) per l'ennesima spedizione punitiva.
   24 Azione antisindacale a Fiume. Lo sciopero politico dei portuali è domato dalle squadre d'azione.
   - Massacrata una famiglia di Asola (MN). Ucciso nel sonno il piccolo affittuario comunista Guglielmo Morbi, gravemente feriti il fratello e la sorella.
   25 Sparatorie a Parma. Alle 6 del mattino alcuni fascisti in transito dinanzi al caffè Bizzi (piazza Garibaldi) apostrofano un gruppo di operai che si recano al lavoro e si vendicano degli insulti sparando contro i denigratori: perde la vita il quarantottenne Antonio Massera e resta ferito seriamente il quattordicenne Ghiretti.
   26 Arrestato Italo Balbo. Il dirigente del fascismo ferrarese finisce in galera per il possesso di un revolver. Diffusasi la notizia dell'arresto, colonne di camicie nere si dirigono verso la prigione, la circondano ed esigono dal questore l'immediata liberazione del loro comandante. Balbo viene scarcerato e festeggiato, col lancio di una pubblica sottoscrizione per sostituire con una nuova pistola l'arma sequestratagli dalla polizia.
   - Scarcerato l'onorevole Angelo Faggi. Il deputato socialista viene rimesso in libertà dopo 45 giorni di arresti per «complicità morale», avendo firmato una circolare di solidarietà con l'anarchico Malatesta. Il giudice istruttore proscioglie il parlamentare insieme a 7 altri sottoscrittori della circolare diffusa nelle province di Parma e di Modena.
   - Ucciso dai carabinieri a Governolo (MN) l'antifascista Pietro Lorenzini.
   27 Due vittime degli squadristi. Ammazzato a Diolo di Soragna (PR) il socialista Angelo Rossi. Spedizione notturna a Novellara (RE): ucciso il comunista Ernesto Loschi.
   29 Eccidio a Modica (RG). Una squadra di camicie nere apre il fuoco contro un migliaio di lavoratori radunatisi per un comizio di protesta contro le violenze nelle elezioni amministrative: rimangono uccisi 6 manifestanti (i socialisti Vincenzo Carulli, Agostino Civello, Raffaele Ferrisi e Rosario Liuzzo; gli anarchici Carmelo Pollara e Carmelo Vacirca); alla strage assistono, senza intervenire, 25 carabinieri e il delegato prefettizio Angelo Muccio.
   - Due vittime fasciste. Gli squadristi di Siena, recatisi a Trevinano (VT) per intimare la resa ai socialisti, si trovano a malpartito e perdono il ventitreenne Eutimio Gallinella, alfiere del fascio di Palazzone, ucciso a revolverate. Il venticinquenne Benedetto Martinotti è colpito a morte a Trino Vercellese, nel viaggio di ritorno da un'incursione punitiva a Palazzolo.
   - Devastazioni notturne alla cooperativa di consumo di Landiona (NO) e al circolo socialista di Coniolo (AL).
   30 L'onorevole Di Vagno al bando. I fascisti di Conversano (BA) decretano che l'onorevole Giuseppe Di Vagno, organizzatore dei braccianti baresi, non possa svolgere attività politica nel suo collegio elettorale: il deputato socialista decide di tenere un comizio nella cittadina natale e gli squadristi disperdono la folla, provocando un morto e una decina di feriti; gli aggressori perdono uno dei loro (lo studente diciassettenne Emilio Ingravalle).
   - Muore in una caduta accidentale dal camion lo squadrista bolognese Giorgio Tinti.
   31 Devastazioni antisocialiste a Broni (PV). Distrutte la Lega dei contadini, la biblioteca popolare, l'edicola dell'«Avanti!» e la sezione socialista.
   - Sparatoria contro giovani socialisti piacentini. Il discorso del deputato Angelo Faggi agli abitanti del quartiere Sant'Agnese è turbato dall'incursione di un'agguerrita squadra d'azione che spara contro alcuni adolescenti antifascisti: gravemente feriti il diciassettenne Alfredo Ricci e i sedicenni Pietro Orsi e Luigi Zanchini.
   
   GIUGNO
   1 Devastato a Torino il circolo socialista di piazza Strada.
   2 Duplice omicidio a Carrara. Squadristi fiorentini al comando di Dino Castellani e Amerigo Dumini uccidono il socialista Renato Lazzeri e sua madre, interpostasi per proteggere il figlio.
   - «Dimissionata» dagli squadristi l'amministrazione socialista di Lungro (CS).
   3 Assaliti i ritrovi «sovversivi» di Dronero (CN): 2 morti.
   - Bastonato il sindaco socialista di Casalgrande (RE).
   - Distrutti i sodalizi socialcomunisti di Campiglio Marittima (LI) e di Lardano (PT).
   4 Percosso il prefetto di Modena. Paolo Bodo passeggia per le vie della città in compagnia della moglie, quando transita un camion di squadristi: un suo commento («Sono i soliti ragazzacci che fanno chiasso... ») è interpretato ostilmente dalle camicie nere, che lo percuotono al capo e alla schiena. Secondo i resoconti giornalistici, «l'episodio è oggetto di infiniti commenti, tanto più che il Prefetto di Modena è stato sempre considerato come un simpatizzante dei fasci».
   - Assalti a leghe e a cooperative. Irruzione alla Lega di Monticelli (PR) durante l'assemblea dei soci; danneggiata, pure nel Parmense, la cooperativa di Vidalenzo. Saccheggiata, dopo un conflitto a fuoco, la Lega contadina di Ottobiano (PV).
   5        Incursione di squadristi modenesi a Trento: percossi numerosi socialisti.
   - Le squadre carraresi occupano Pontremoli (MS).
   - Ucciso a Lerma (AL) il contadino fascista Lorenzo Repetto. Il cinquantaduenne Repetto rincorre con altri fascisti alcuni «sovversivi» in fuga col vessillo tricolore strappato al balcone del municipio: nella rissa che ne segue l'uomo «rimane vittima del suo amor patrio».
   6 Due spedizioni punitive. Semidistrutta la cooperativa socialista di Vidalengo (BG). A Rivarotta di Pasiano (PN) i socialisti percuotono un fascista: poco dopo una decina di squadristi giungono nella borgata e devastano alcune abitazioni, vendicando il loro compagno.
   7 Devastata la cooperativa di Fabiano (PR).
   - Squadristi bolognesi assaltano le carceri di Spilimbergo (PN) e liberano due loro compagni.
   8 Imposte le dimissioni all'amministrazione municipale di Castiglione delle Stiviere (MN). Devastati i locali della cooperativa socialista, negozi e abitazioni di esponenti di sinistra.
   - Antifascista ucciso a Pordenone.
   - A soqquadro la Camera del lavoro di Taranto.
   8-9 Aggressioni politiche nell'Alessandrino. Sette squadristi in perlustrazione notturna a Valenza si scontrano con un gruppo di socialisti: nella sparatoria muore il ventiduenne Vincenzo Alterano (già ferito in precedenti azioni). Alla mattina del giorno 9 squadre casalesi, alessandrine e astigiane convergono verso la cittadina, devastano una sezione di sinistra, incendiano la Camera del lavoro e bastonano i più noti antifascisti.
   - Caposquadra padovano ferito mortalmente in una spedizione punitiva. Il ventiseienne Arturo Salvato, comandante dei Lupi neri, assale in località Prata il segretario della Camera del lavoro di Pordenone, mentre rincasa in bicicletta: l'uomo si getta in un fosso e spara contro gli aggressori, colpendo gravemente 0 loro capo.
   9         Marcia su Valbona (PD). In serata circa quattrocento squadristi confluiscono da varie località del Polesine sulla cittadina e incendiano le abitazioni dei dirigenti delle leghe «rosse».
   - Squadrista vittima di un incidente. Il barbiere ventiduenne Bruno Manzoli, partito con alcuni camerati da Ostiglia per una spedizione punitiva a Villimpenta (MN), cade dalla bicicletta ed è dilaniato dal petardo che nascondeva sotto la giubba.
   - Espugnata la Casa del popolo di Noceto (PR).
   9-10 I fascisti di Arezzo occupano Anghiari. Uccisi 3 «sovversivi».
   10 Cariche di polizia a Roma. Al circolo ricreativo Cairoli una manifestazione di mutilati filosocialisti e di pubblici funzionari in sciopero viene dispersa da guardie regie e dalla polizia a cavallo: numerosi i feriti e gli arrestati.
   - Devastata la cooperativa di Santa Croce (MO).
   11 Ucciso un amministratore comunale comunista di Litta Parodi (AL). Il dirigente dello squadrismo alessandrino, Raimondo Sala, capeggia la spedizione contro il dottor Domenico Balza, ritenuto il mandante dell'uccisione del fascista Alterano: Balza, prima di cadere esanime, ferisce 2 assalitori.
   - Agitata inaugurazione del fascio di Casalmaggiore (CR). L'uccisione del ventiduenne fascista Pietro Galli da parte dei comunisti provoca la distruzione di tutti i ritrovi «rossi» della cittadina.
   - Ucciso un contadino a Sant'Andrea di Busseto (PR). Gli squadristi perquisiscono un'abitazione alla ricerca di un antifascista e, alle resistenze del proprietario, lo uccidono e feriscono due suoi figli.
   12 Violenze domenicali alla spicciolata. Gli squadristi di La Spezia marciano su Porto Venere e uccidono un anarchico. Distrutte le Case del popolo di Santa Margherita (GE) e di Calcara (BO). Incendiata la cooperativa di Diolo (PR). Assalita dai comunisti la sede del Blocco nazionale di Migliarina a Mare (SP). Ucciso a Minervino Murge (BA) il contadino comunista Pantone e incendiate alcune abitazioni di «sovversivi».
   - Gli squadristi di Ricci all'offensiva in Lunigiana. Le squadre carraresi muovono verso Sarzana (SP), dove devastano la Casa del popolo e uccidono un settantenne del paese.
   - Spedizione in grande stile contro Molinello (BO). Squadre d'azione ferraresi occupano la cittadina di Molinella, roccaforte del socialismo riformista, devastano la cooperativa di consumo e le sedi dei partiti di sinistra e danno la caccia al sindaco Giuseppe Massarenti, costretto ad abbandonare il comune.
   13 Scacciato dalla Camera il «deputato disertore». I deputati fascisti espellono dal Parlamento l'onorevole Misiano, disertore durante la Grande Guerra (coinvolto nei moti spartachisti in Germania, rappresentò per i nazionalisti il simbolo del tradimento della patria), dopo che Farinacci gli ha tolto la rivoltella e l'ha depositata sul banco del governo.
   - Ucciso a Milano il giovane comunista Romeo Cozzi. L'uccisore è il ventunenne squadrista Renato Mistretta, che ferisce gravemente un compagno di Cozzi.
   - Assalto mortale a Venezia. Squadristi veneziani comandati da Gino Covre devastano il circolo ferrovieri di Calle Priuli e uccidono il socialista Giovanni Vallini.
   - A ferro e fuoco il circolo ferrovieri di Padova.
   - Distrutta la Camera del lavoro di Ponte Buggianese (PT). Gli squadristi vendicano il ferimento di uno dei loro con la devastazione delle abitazioni dei capi socialisti.
   - Assalita a Roma la redazione del «Paese», quotidiano «nittiano antifascista».
   14 Scontri a Venezia. Nella città si susseguono diversi incidenti: per ritorsione contro l'uccisione di Vallini alcuni lavoratori, incrociato per strada il venticinquenne triestino Spartaco Bello (ex Ardito) lo uccidono; gli uomini di Gino Covre disperdono un comizio comunista nel Ghetto vecchio e uccidono il comunista Luigi Cattelan.
   - Occupazioni e distruzioni squadristiche. Saccheggiati in provincia di Bologna il circolo ricreativo e la Lega socialista di San Pietro Capofiume. Devastate le sedi antifasciste di Arcidosso (GR).
   15 Spedizione punitiva in provincia di Grosseto. Sfasciate le sezioni di sinistra e il teatro popolare a Bagnore e a Santa Fiora.
   - Arresto contrastato di alcuni squadristi a Venezia. La cattura di 2 camicie nere accusate di omicidio politico e rinchiuse nella caserma delle guardie regie di San Zaccaria provoca l'assedio dell'edificio e una sparatoria con gli agenti: un cittadino è ferito mortalmente.
   16 Sparatoria mortale nel Modenese. In località Cristo di Sorbara alcuni operai fischiano un gruppo di squadristi che, ricevuti rinforzi, sparano uccidendo il giovane Francesco Setti e ferendone gravemente il padre Diobene (gli assassini saranno assolti il 9 novembre 1922 con formula piena dalla Corte d'assise di Modena).
   17 Assassinio di un bracciante a San Secondo (PR). Rincasato al termine della giornata lavorativa, il trentaduenne Arnaldo Secchi è atteso dallo squadrista Orlandini, che alla presenza di moglie e figlioletti lo fredda con un colpo di pistola in fronte.
   18 Scontri politici in Friuli. La morte del caposquadra Arturo Salvato (ferito gravemente nella notte fra l'8 e il 9 giugno, durante una spedizione punitiva) determina, per ritorsione, l'incendio della Camera del lavoro di Pordenone e la devastazione delle abitazioni dei più noti antifascisti, nonché la bastonatura di decine di socialisti.
   - Nuovo assalto fascista a Venezia, con 2 morti. Un centinaio di fascisti in assetto di guerra tenta nuovamente l'assalto del sestiere Castello: uccisi l'operaio Vittorio Teson e il ferroviere Filiberto Forni; incendiata la Manifattura Tabacchi.
   - Assassinato dagli squadristi di Modica (RG) il bracciante socialista Angelo Ficili.
   19 Rappresaglie in provincia di Mantova. Ucciso in un agguato a San Benedetto Po, al termine di un raduno di camicie nere, il falegname diciannovenne Francesco Scardo velli, fascista. Una zuffa fra squadristi e i fratelli Secchi, socialisti di Bondeno, è seguita da una spedizione punitiva, culminata nell'uccisione di Attilio Secchi e nel ferimento grave di una sua sorella. Durante l'assalto all'abitazione della famiglia socialista Cavicchioli, a Schivenoglia, è ucciso il giovane invalido Mario Bertelli.
   20 Un socialista ucciso a Santa Maria degli Angeli (PG). Pietro Graziarli, ex tenente degli Arditi e segretario del fascio, uccide nei pressi di Assisi un avversario politico nel corso di una rissa.
   21 Due morti nel Ferrarese, uno nel Foggiano. A Bondeno (FE) tre squadristi impongono a un gruppo di comunisti, nella notte dal 20 al 21, di cessare i canti rivoluzionari: si scatena una sparatoria nella quale muoiono l'operaio fascista Ezio Varani e un comunista. A Ischitella (FG) le camicie nere uccidono un antifascista.
   -Distrutto il circolo comunista di Coniolo Monferrato (AL).
   - Fracassati gli arredi della cooperativa di Gramignazzo (PR).
   22 Arrestato per truffa il capo degli Arditi milanesi. Ferruccio Vecchi, alfiere dell'arditismo filofascista, è incarcerato per aver pagato un commerciante con un assegno scoperto: la polizia scopre i retroscena di un'associazione a fini di truffa.
   23 Ucciso a Sermide (MN) in un conflitto notturno il fascista Ezio Varini.
   - Concentramento squadrista a Valbona (PD): devastate le abitazioni dei capilega.
   24 Spedizione punitiva a Marsciano (PG).
   24-25 Agguato notturno a Massa. L'ex legionario fiumano Gilberto Giberti è ucciso da un iscritto al fascio (secondo la versione degli squadristi l'assassino sarebbe un comunista fintosi fascista).
   25 Incidenti di piazza a Como. Una dozzina di fascisti assale e disperde un corteo di lavoratori tessili; negli scontri resta ferito l'ex legionario fiumano Jolando Tamberi, ventenne (morirà il 28 giugno).
   - Guardia regia uccisa a Parma. Interpostosi fra comunisti e fascisti, cade l'agente Vincenzo Cernilo.
   - Invasa la Camera del lavoro di Bassano del Grappa (VI).
   - Devatata la cooperativa socialista in località Santa Maria Codifiume di Argenta (FE).
   26 Ucciso un bracciante di Canaro (RO). Nel pomeriggio una squadra fascista percuote sulla piazza di Canaro il segretario comunale Pietro Destro; il settantottenne Francesco Fei e il figlio primogenito Francesco, inseguiti dagli squadristi, fuggono nella propria abitazione: gli inseguitori sfondano la porta e uccidono a rivoltellate il secondogenito Andrea Fei.
   - Spedizioni punitive nel Vicentino. Devastate le Case del popolo di Cismon del Grappa e di Bassano.
   - Ucciso un possidente fiorentino. Il quarantasettenne Mario Filippi, titolare di un'azienda agricola, è ucciso a Iano San Vivaldo (FI) da appartenenti alla Banda dello zoppo, di tendenza anarchica.
   27 Dimissioni del governo Giolitti.
   27-28 Scontri a Fiume fra alpini e dannunziani. Una manifestazione contro l'assegnazione di Porto Baros alla Jugoslavia, con un tentativo di occupazione del principale porto di Fiume, sfocia in scontri con gli alpini: il fuoco dei soldati regolari provoca 5 morti (Ettore Forcato, Bruno Mondolfo, Glauco Nascimbeni, Antonio Toncinich, Alberto Zambon) e numerosi feriti.
   28        Incendiati i magazzini della cooperativa agricola di Borra di Marmorta (BO).
   28-29 Prime azioni su Grosseto. Una squadra d'azione, proveniente da Siena, percorre il centro storico di Grosseto e percuote chiunque dia l'impressione di essere antifascista; in mattinata il bilancio delle aggressioni è di 5 feriti gravi e di un morto (Cesare Savelli, capolega dei muratori). Il giorno 29 l'uccisione di Rino Daus, di guardia al bivacco squadrista presso Porta Nuova, scatena la rappresaglia: devastate la Camera del lavoro, la tipografia del settimanale comunista «Il Risveglio», gli studi di alcuni avvocati «sovversivi», diversi luoghi di ritrovo di socialisti e comunisti.
   - Una vittima socialista in provincia di Mantova. Gli squadristi uccidono a Schivenoglia Aurelio Corradi.
   - Morte accidentale di uno squadrista. L'esplosione della pistola uccide a Sampierdarena (GE) Venturino Bernardini.
   29        Devastata la cooperativa di Campitello (MN).
   - Uccisione del marchese Alfredo Bargagli, del fascio fiorentino. Incerte le ragioni dell'agguato mortale, scattato al ritorno del possidente nella sua villa di Troghi: ritorsione politica, o criminalità comune? I sospetti si indirizzano sulla «banda dello Zoppo», di tendenza anarchica.
   - Suicida a Bologna dopo una spedizione armata lo squadrista Andrea Stupazzini.
   30 Occupazione di Grosseto. Per vendicare l'uccisione di Daus, convergono su Grosseto numerose colonne di camicie nere in assetto di guerra che s'impadroniscono della città, piegando la resistenza degli antifascisti e dei carabinieri. Fra le vittime degli squadristi: Angelo Diani, Angelo Francini, Giovanni Neri; una trentina i feriti.
   
   LUGLIO

   1 Ucciso a Pordenone l'operaio comunista Tranquillo Moras. Gli squadristi lo feriscono mortalmente nell'agguato tesogli all'uscita da una riunione in municipio.
   - Spedizione punitiva a Roccastrada (GR). Squadre di camicie nere convergono a Roccastrada, devastano l'abitazione del sindaco, incendiano il circolo contadino e i magazzini della cooperativa, terrorizzano la cittadinanza con spari e minacce di ulteriori violenze qualora l'amministrazione socialista non rassegni le dimissioni.
   2 Devastato l'ufficio delle leghe di San Martino in Argine (BO).
   - Bastonato a Firenze un deputato del PPI. I fascisti Tullio Tamburini e Ottone Rosai manganellano l'onorevole Gustavo Brunelli.
   3 Si delinea un patto di pacificazione tra fascisti e socialisti, patrocinato da Mussolini e Modigliani.
   - Fascisti e carabinieri espugnano la Camera del lavoro di Sestri Ponente (GE). Decine di arresti fra i militanti di sinistra; incendiata la sede sindacale dalle squadre d'azione comandate da Edoardo Malusardi (che rimane ferito negli scontri).
   - Assoluzione con trionfo per uno squadrista omicida. Giulio Donà, già imprigionato per l'assassinio di un socialista di Adria (RO), è prosciolto e «portato in trionfo dai compagni di squadra».
   4 Costituzione del governo Bonomi.
   - Antifascista ucciso a Poggio a Calano (PO).
   - Scontri fra operai e carabinieri nel Parmense. Operai idroelettrici in sciopero feriscono un commissario di PS; i carabinieri sparano e uccidono un lavoratore.
   5 Nuovi saccheggi a Sestri Ponente (GE). Invase e depredate la Camera del lavoro e la cooperativa di falegnami Egualitaria, percossi i dirigenti dei sodalizi operai. Indetto per l'indomani lo sciopero generale cittadino.
   6 Esordio degli Arditi del popolo. Centinaia di militanti della nuova organizzazione, in divisa grigioverde e con l'elmetto in testa, al comando dell'ex tenente dei reparti d'assalto Argo Secondari, assicurano il servizio d'ordine a una manifestazione romana indetta all'Orto botanico dal Comitato di difesa proletaria (composto da socialisti, comunisti, repubblicani e anarchici). Al termine del raduno la cavalleria carica la folla e si registrano scontri fra Arditi del popolo e fascisti.
   7 Nuova offensiva squadrista. Alla devastazione della Camera del lavoro di Novara, accompagnata dal sequestro dei registri dei sottoscrittori, segue lo sciopero cittadino. I fascisti occupano il municipio di Brandizzo (TO) e bruciano il circolo di sinistra. In fiamme la Camera del lavoro di Carrara e la cooperativa di Torrechiara (PR).
   - Caposquadra caduto durante una spedizione punitiva in Istria. Il diciannovenne Arrigo Apollonio, già legionario fiumano e caposquadra dei fascisti di Pirano, guida la caccia a un comunista di Buie (TS): una pallottola lo atterra mentre irrompe nell'abitazione del ricercato. Distrutte per ritorsione le sedi «sovversive» della cittadina.
   - Ucciso dai contadini «rossi» il fascista torinese Aldo Campiglio. Perso il contatto coi compagni durante una spedizione punitiva a Settimo Torinese, il ventenne squadrista è ferito a colpi di falcetto e gettato nel torrente Storcila. La ritorsione fascista distrugge la casa comunale e il circolo di sinistra di Brandizzo.
   9 Saccheggiata la Camera del lavoro di Seravezza (LU).
   - Incursione contro i cavatori carraresi. Ferito mortalmente il capolega di Bedizzano (MS), l'anarchico Grassi, e distrutta la sezione della locale Lega cavatori.
   10 Agguato fallito e rappresaglie a Imola (BO). Aggredito in un'osteria di Imola, l'anarchico Primo Bassi riesce a divincolarsi e nella fuga spara sugli inseguitori, che rispondono al fuoco: un proiettile uccide il ragioniere Edgardo Gardi; immediata la rappresaglia, con l'incendio della redazione del periodico libertario «Sorgiamo! » e la bastonatura del direttore del foglio comunista «Il Momento».
   - Spedizione punitiva a Berra (FE). Una quarantina di squadristi montati su due camion partono da Ferrara verso Berrà, dove devastano le abitazioni dei più noti socialisti del luogo, feriscono gravemente 4 «rossi» e uccidono la moglie di uno degli aggrediti, che aveva cercato di difendere il marito con un forcone.
   - Ritorsioni contro un avvocato antifascista. Il Tribunale militare di Trieste assolve diversi militanti di sinistra accusati dell'incendio del cantiere San Marco: in serata il loro difensore, Zennaro, è percosso dagli squadristi.
   - Occupazione di Orbetello (GR). Trecento fascisti giunti in treno da Pisa e da Livorno occupano il centro di Orbetello, distruggono la Camera del lavoro, devastano la sezione socialista e irrompono in diverse abitazioni.
   10-13 Inaugurazione del fascio e sciopero cittadino a Viterbo. I fascisti festeggiano il battesimo del gagliardetto di Viterbo costringendo i passanti a togliersi il cappello dinanzi al vessillo nero: chi si rifiuta, è bastonato. Un contadino viene ucciso e si proclama lo sciopero antifascista: la città è in stato d'assedio. Arditi del popolo sparano contro una vettura nella quale ritenevano esservi degli squadristi: si tratta in realtà di turisti inglesi, uno dei quali muore. Devastate sedi della sinistra, innalzato il tricolore sul municipio.
11         Tre morti in Piemonte. Ucciso a revolverate a Castiglione Falletto (CN) lo studente fascista diciassettenne Dario Pini; gli squadristi, per ritorsione, incendiano il circolo Andrea Costa di Torino e ammazzano 2 «sovversivi».
   - Sette feriti nella spedizione punitiva a San Giovanni del Dosso (MN).
   - Invase la sezione socialista di Magliano (GR) e la Camera del lavoro di Pietra-santa (LU).
   12 Gravemente ferito a Firenze il conte-squadrista Annibale Foscari. Entrato con alcuni compagni nella bottega di un calzolaio comunista, muore nel disperato corpo a corpo con l'artigiano, che gli affonda il trincetto nella gola (Foscari spirerà dopo cinque giorni di agonia).
   - Devastata la cooperativa del lavoro di Vidigulfo (PV).
   - Incursione squadrista a Scansano (GR). In seguito all'occupazione della cittadina, l'amministrazione comunale socialista rassegna le dimissioni.
   13 Incendiata a Garlasco (PV) la cooperativa socialista di consumo.
   - Un antifascista ucciso e diversi altri feriti a Poggio Rusco (MN).
   - Ucciso un bracciante anarchico bolognese. Alcune camicie nere intimano il blocco dei lavori ai braccianti del fondo Colombarina, in località San Prospero, che utilizzano le trebbiatrici della cooperativa socialista: al rifiuto degli addetti alle macchine, gli squadristi sparano e uccidono Ugo Masrati.
   13-15 Occupazione fascista di Treviso. Un migliaio di squadristi invadono la città: obiettivo principale della spedizione punitiva è l'onorevole Mario Bergamo, attorno al quale si è venuto costituendo un ampio movimento antifascista legato al PRI. Gli assalitori, cui le forze dell'ordine lasciano mano libera, sono dotati di mitragliatrici collocate su autocarri. Espugnata dopo una cruenta battaglia la sede della federazione provinciale repubblicana. Imprecisato il numero dei morti fra i trevigiani, le camicie nere lamentano un solo caduto: il geometra Giulio Boscaro (colpito da una rivoltellata mentre si affaccia nottetempo dalla finestra dell'albergo, morirà dopo sei giorni di agonia). Piegata la resistenza, gli squadristi distruggono le redazioni dei giornali «La Riscossa» (repubblicano) e «Il Piave» (popolare), devastano sezioni di partito, compiono una spedizione punitiva contro i ferrovieri comunisti.
   14 Violenze a Brescia e a Firenze. Devastate a Brescia la Camera del lavoro, a Firenze le sedi della FIOM e della federazione giovanile socialista.
   - Omicidio a Sant'Andrea di Busseto (PR). Un gruppo di squadristi irrompe nella casa del fittavolo sessantenne Giacomo Schiavi e lo uccide; feriti i 2 figli mentre cercano di difendere il genitore.
   15 Dimissioni forzate nel Parmense. Costrette alle dimissioni le amministrazioni municipali di Fornovo, Busseto, Soragna e Medesano, invise ai fascisti.
   - Ucciso a Tendola di Carrara il nazionalista Pietro Procuranti. L'impresario edile sessantenne è abbattuto a revolverate in un'imboscata notturna.
   - Ucciso a Minerbio (BO) l'agente agrario Giulio Toschi. L'assassinio, compiuto nottetempo da ignoti, è in relazione alle vertenze agrarie e al ruolo giocato dalla vittima in favore dei fascisti.
   17 Bastonate contro i cattolici istriani. Una festa religiosa a Isola d'Istria è dispersa da squadristi affluiti su autocarri; il professor Zustovich viene ucciso dalla bomba a mano scagliata dallo squadrista Mario Forti.
   - Devastazioni in Lomellina e in Emilia. Distrutte in provincia di Pavia la cooperativa socialista, la Casa del popolo e il Teatro del popolo di Zeme; danneggiate la Camera del lavoro e la cooperativa socialista di Voghera. Saccheggiate a Imola (BO) la sezione del PSI e la redazione del giornale «La Lotta».
   - Spedizioni punitive con 2 vittime. Ucciso un antifascista a Legnano (MI). Agguato mortale in serata al socialista Michele Del Vicario, a San Severo (FG).
   - Arrestato Ricci, comandante degli squadristi carraresi. Renato Ricci guida 150 fascisti a Monzone (uccisi i comunisti Luigi Rossi, Primo Garfagnini e un vecchio contadino, incendiati la cooperativa e il circolo socialista), a Santo Stefano Magra (altre 2 vittime: gli operai Del Vecchio e Edoardo Vannucci) e infine a Sarzana, dove i carabinieri fronteggiano gli squadristi (che uccidono Rinaldo Spadaccini e lasciano sul terreno il cavatore Venanzio Dell'Amico) e arrestano Ricci con una decina di seguaci.
   17-18 Devastato nella notte a Livorno il circolo degli studi sociali, d'orientamento anarchico.
   18 Comunista ucciso dai carabinieri a Montebello (VI).
   - Cade in un'imboscata a Imola (BO) l'agricoltore fascista Ugo Argilli. Il trentaduenne contadino, protagonista di diverse imprese squadriste, è ucciso in un agguato notturno in località Piratello.
   - Deputato socialista aggredito a Campiglio (LI). I fascisti, sequestrato alla stazione ferroviaria l'onorevole Mingrino, lo costringono a sfilare per la cittadina (dove aveva in programma un comizio) inneggiando all'Italia.
   19 I deputati fascisti plaudono alla pacificazione. Il gruppo parlamentare fascista con voto unanime auspica la cessazione di «ogni atto di forza non strettamente imposto da una necessità di legittima difesa».
   - Ucciso un antifascista a Lavino di Mezzo (BO).
   - Incendiato il teatro socialista di Anguillara Veneta (PD).
   20 Violenze alla Camera. Il deputato comunista Giuseppe Tuntar denuncia le violenze perpetrate nel Goriziano da squadristi e funzionari statali: il discorso è contestato da fascisti e nazionalisti che si slanciano verso i banchi della sinistra; il presidente De Nicola sospende la seduta quando il fascista Italo Capanni scaglia una sedia contro il socialista Vincenzo Pagella.
   - Devastato il circolo socialista di Quiliano (SV).
   21 Disfatta squadrista a Sarzana (SP). Circa 500 fascisti toscani agli ordini di Dumini e Banchelli, radunatisi la sera del giorno 20 a Marina di Carrara, convergono su Sarzana nell'intento di liberare Ricci e gli altri camerati incarcerati tre giorni addietro. Nella marcia d'avvicinamento gli squadristi uccidono ad Ameglia un contadino e perdono due dei loro (Amedeo Maiani e Augusto Bisagno). All'alba i fascisti schieratisi sul piazzale della stazione sono fronteggiati dai carabinieri al comando del capitano Guido Jurgens; nella sparatoria cadono il caporale Paolo Diana e cinque fascisti (Michele Bellotto, Alcide Borghini, Rizieri Lombardini, Giuseppe Montemaggi e Vezio Parducci), mentre altri tre moriranno dopo il ricovero ospedaliero (Gastone Bartolini, Guido Lottini e Lorenzo Taddeucci). La ritirata si trasforma in una disastrosa rotta: la popolazione assale i fuggiaschi, tre dei quali (Dante Bertozzi, Paolo Pelù e Arnaldo Puggelli), vengono massacrati. Gli squadristi ripartono dalla cittadina con un treno speciale e dalle vetture sparano uccidendo un casellante e venendo a loro volta presi di mira: in questa fase è colpito mortalmente Piero Gattini. Dumini riparerà a Fiume, per evitare l'arresto.
   - Gravi scontri a Cesena (FO). Un centinaio fra comunisti, socialisti e anarchici sfilano per le vie della città, contrastati dalle guardie regie e dagli antifascisti: ucciso il giovane comunista Pierino Casadei e feriti gravemente a colpi di mazze ferrate 2 altri manifestanti (Giordano Ceprini e l'invalido di guerra Mafaldo Franchini).
   - Ucciso dai carabinieri di Piacenza un comunista.
   22 Combattimenti a Parma fra camicie nere e Arditi del popolo. I militanti antifascisti, sostenuti da numerosi abitanti dei quartieri proletari, respingono l'assalto degli squadristi.
   - Uccisi a San Frediano a Settimo (PI) 2 squadristi. Il trentaduenne marchese Domenico Serlupi e il ventitreenne Giovanni Zoccoli, ex ufficiale degli Arditi, rincasano in bicicletta dopo una missione per imporre a municipi e abitazioni private della zona l'esposizione della bandiera a lutto per l'eccidio di Sarzana. Apostrofato da un contadino, Zoccoli lo colpisce a pugni e a calci: accorrono due parenti dell'aggredito e si scatena una rissa, nella quale l'aggressore è ucciso da un colpo di pistola (probabilmente il revolver che stringeva nel pugno), Serlupi è ferito al fianco da una coltellata (morirà una settimana più tardi) e due contadini sono colpiti al petto e all'avambraccio da pistolettate.
   - Spedizione notturna mortale contro un leghista senese. Tre fascisti assaltano nottetempo l'abitazione del colono Gino Castellani, attivista della Lega socialista Fratellanza economica, e uccidono due suoi fratelli: Ottorino e Bruno Castellani.
   - Caccia implacabile ai «sovversivi» carraresi. Gli squadristi, recatisi a Fossola (MS) con liste di antifascisti da punire, uccidono in un'osteria il muratore Gino Colombini, per strada l'operaio Pietro Piccinini e nella sua abitazione l'operaio Cesare Chiappini.
   - Spedizione punitiva a Figline Valdarno (FI). Distrutto il circolo socialista, gli squadristi impongono le dimissioni al sindaco.
   22-23 Sequestro ed esecuzione notturna. A notte fonda una trentina di fascisti giunti col camion a Cascina (PI), catturano nel suo letto Archimede Bartoli e, portatolo a una cinquantina di metri dall'abitazione, lo uccidono con un colpo di pistola.
   23 Un morto e un ferito grave ad Acqui (AL). Poco dopo una rissa tra fascisti e socialisti, lo squadrista Alessandro Sassone spara contro la folla che commenta l'episodio: ucciso Guido Cordara (apolitico) e ferito seriamente un socialista.
   - Vendetta per il marchese Serlupi. Spedizione punitiva a San Frediano a Settimo (PI), luogo in cui fu ucciso il fascista Serlupi: incendiate la sezione del PSI, un bar e la bottega di un falegname socialista.
   Spedizione punitiva a Castelfiorentino (FI). Squadristi uccidono per sbaglio un passante.
   24 Omicidio e spietate rappresaglie a Roccastrada (GR). L'uccisione dello squadrista grossetano Ivo Saletti, per un colpo esploso da dietro una siepe al termine di una spedizione punitiva a Roccastrada, scatena ritorsioni generalizzate, con l'assassinio a sangue freddo di una decina di contadini e l'incendio di abitazioni e fienili. I primi a cadere sono il sessantenne Tommaso Bartaletti e suo figlio Guido, incontrati dai fascisti nei pressi del paese; al rumore degli spari i cittadini si chiudono in casa, inseguiti dagli squadristi che uccidono a rivoltellate e a pugnalate Angiolo Barni, Vincenzo Tacconi, Francesco Minocchieri, Luigi Nativi, Ezio Checcucci, Giuseppe Regoli, Giovanni Gori e il sessantottenne pastore Antonio Fabbri (la figlia del quale è ferita gravemente). Vengono bruciate 17 case (la magistratura spicca una cinquantina di mandati d'arresto: 15 contro comunisti e anarchici e 33 contro fascisti: i «sovversivi» sono catturati, l'ex tenente Dino Castellani e i suoi squadristi restano latitanti).
   - Imboscata contro una squadra vicentina. Agguato notturno a Bassano del Grappa contro un gruppo di camicie nere reduci da un «giro di propaganda»: muore il sedicenne Mario Toniolo, «primo martire fascista vicentino».
   - Ucciso a Dolo (VE) l'anarchico Romeo Semenzato, militante degli Arditi del popolo.
   - Due morti a Imola (BO). Il quarantasettenne fascista Francesco Nanni, entrato in un'osteria per bastonare alcuni «sovversivi», muore nella rissa che ne segue: con lui è ucciso l'anarchico Vincenzo Zanelli.
   - Due fascisti dilaniati a Piombino (LI) durante il confezionamento di una bomba. L'operaio ventunenne Giovanni Bellosi prepara incautamente nella propria abitazione un ordigno esplosivo, che scoppia uccidendolo insieme allo squadrista Fortunato Burba.
   - Ucciso a Montalcino (SI) da due fascisti il meccanico comunista Edoardo Martini.
   26 Ardito del popolo vittima dei fascisti a Monterotondo (RM).
   - Ardito del popolo ucciso da un funzionario di PS a Piombino (LI). Giuseppe Morelli, individuato mentre affigge manifesti contrari al patto di pacificazione, è freddato dalla pistolettata esplosa da un vicecommissario di polizia.
   - Spedizione punitiva con 3 morti a Bergiola (MS).
   27 Conseguenze di un'aggressione a San Martino in Rio (RE). Lo squadrista Cesare Baroni, arrestato con l'imputazione di tentato omicidio del comunista Aurelio Campani (gravemente ferito il 24 luglio da una pallottola al torace nel corso di una spedizione punitiva), si suicida in cella.
   - Arrestati a Cascina (PI) Dumini e altri sei squadristi. I carabinieri, fermato un camion con a bordo la squadra d'azione di Amerigo Dumini, arrestano i fascisti e sequestrano 5 moschetti austriaci, cartucce, caricatori e bombe a mano (le camicie nere torneranno in libertà dopo due giorni).
   29 Ferito mortalmente a Rieti il commerciante fascista Nazzareno Ilari. L'assassino è un suo cugino «sovversivo».
   30 Agguato notturno in provincia di Ferrara contro una squadra d'azione. Muore a Tresigallo, in un conflitto a fuoco, il contadino fascista Romildo Squarzoni.
   
   AGOSTO

   1 I fasci di combattimento del Polesine condannano il patto di pacificazione.
   - Ferito mortalmente in un'imboscata a Sant'Agostino (FE) il fascista Paolo Accorsi.
   2 Retata a Mantova contro gli Arditi del popolo. Arrestati una quarantina di militanti del movimento paramilitare di estrema sinistra, per detenzione di bastoni e coltelli.
   - Caduto durante un'incursione il fascista reggiano Italo Tedeschi. La notte dal 2 al 3 agosto i fascisti reggiani organizzano una spedizione a Praticello di Gattatico (RE) «per rintuzzare l'arroganza dei numerosi sovversivi locali»: il ventitreenne Tedeschi, rimasto di vedetta a un crocevia, è ferito mortalmente a rivoltellate.
   3 Sottoscritto il patto di pacificazione. L'accordo vincola gli aderenti a «fare immediatamente opera perché minacce, vie di fatto, rappresaglie, punizioni, vendette, pressioni e violenze personali di qualunque specie abbiano subito a cessare». Il patto è firmato a Montecitorio da Mussolini, De Vecchi, Giuria ti, Rossi, Pasella e Polverelli in rappresentanza del Consiglio nazionale dei Fasci di combattimento; da Bacci, Zannerini, Musatti e Morgari per il direttivo e il gruppo parlamentare socialista; da Baldesi, Galli e Caporali per la Confederazione generale del lavoro, dal presidente della Camera De Nicola in veste di garante. Arditi del popolo, anarchici e comunisti restano estranei alle trattative; popolari e repubblicani, pur non ritenendo di prendere parte alla sua elaborazione, sono favorevoli all'accordo.
   - Distruzione squadristica del circolo ricreativo operaio di Ponte a Nievole (PT).
   4 Scacciati dagli squadristi gli amministratori socialisti di Livorno.
   5 Ardito del popolo ucciso a Firenze. Il responsabile cittadino dell'organizzazione paramilitare di estrema sinistra Amedeo Mazzetti cade per mano dei fascisti; la prefettura impedirà funerali pubblici, celebrati egualmente dai suoi compagni che vengono dispersi e imprigionati dai carabinieri.
   6 Ferito mortalmente a Piacenza l'antifascista Emilio Rossi. Alla sua morte, il 12 agosto in ospedale, sono spiccati due mandati di cattura contro gli assassini: gli squadristi Umberto Ghirani e Giovanni Malvezzi.
   - Incendiate nel Parmense le cooperative di Ragazzola, Fontanelle e Stagno.
   7 Tre antifascisti uccisi. Bastonato a sangue a Muggia (TS) il socialista Demarchi (morirà l'indomani); massacrato a colpi di manganello il capolega di Massenzatico (RE), Silingardi; freddato da un proiettile a Trino Vercellese l'antifascista Carlo Coletto.
   - Arresti in massa di Arditi del popolo. A Piacenza la polizia scioglie una manifestazione antifascista e arresta una cinquantina di Arditi del popolo che - disarmati - assicuravano il servizio d'ordine.
   8 Arditi del popolo all'offensiva. Esponenti del movimento paramilitare di estrema sinistra assaltano il fascio di Trino Vercellese (ammazzato per ritorsione un comunista) e di Castagnola (MS), dove uccidono l'agricoltore fascista Francesco Abboni.
   9        Arditi del popolo disperdono gli squadristi triestini. Espugnata la sede fascista del rione San Vito, i militanti della sinistra assediano i fascisti in piazza San Giacomo.
   - Uccisi 2 antifascisti. Freddato da una revolverata a Bagnacavallo (FO) il trentaseienne comunista Giulio Melandri; un'altra vittima degli squadristi cade a Gossolengo (PC).
   10 Rappresaglie e controrappresaglie in provincia di Ravenna. A Lugo una squadra di «ciclisti rossi» uccide a pistolettate gli squadristi Giovanni Bartolotti e Paolo Figna; per ritorsione viene freddato il diciannovenne comunista Primo Randi e sono bastonati alcuni «sovversivi» della cittadina, nonché devastate la cooperativa barrocciai, la cooperativa metallurgici e il caffè Vendina. Arrestati un paio di comunisti.
   - Agguato mortale nei pressi di Piacenza. Il comunista Anguissola colpisce a revolverate in località Montale il carrettiere venticinquenne Ernesto Curcumi, ex comunista passato da pochi mesi con le camicie nere. Per rappresaglia i fascisti invadono la Camera del lavoro di Piacenza e battono la campagna alla ricerca di «sovversivi».
   - Anarchico fulminato a Terni dall'alta tensione. Filippo Raffaelli muore durante il sabotaggio di un traliccio, nella fase preparatoria dell'assalto alla sede fascista di Borgo Bovio.
   10-11 11 congresso dei fasci emiliani boccia il trattato di pacificazione.
   11 Due anarchici uccisi dalle guardie regie ad Ardenza (LI). In serata gli agenti sparano contro gli Arditi del popolo che preparavano un attacco agli squadristi: colpiti mortalmente l'elettricista trentenne Amadeo Baldessaroni e l'operaio ventinovenne Averardo Nardi.
   - Ardito del popolo massacrato a Lugo (RA). Ferito a pistolettate e finito a colpi di pugnale l'ex Ardito pluridecorato Alberto Acquacalda, dirigente degli Arditi del popolo ravennati, recatosi a Lugo per contrastare un raduno fascista.
   - I fascisti uccidono un «sovversivo» a Suzzara (MN).
   12 Devastate a Pieve Porto Morone (PV) la Camera del lavoro e la cooperativa comunista.
   13 Due vittime degli squadristi in provincia di Pavia e di Rovigo. Il fascista Francesco Tassi fredda in un'osteria di Valeggio (PV) un comunista che cantava Bandiera rossa. Ucciso a Villanova del Ghebbo (RO) il bracciante Sante Carobba.
   14 Uccisi 2 antifascisti in Emilia-Romagna. Ammazzato a Bianconese (PR) il trentunenne Giuseppe Pincolini. A Canolo di Correggio (RE) l'agricoltore Aristodemo Cocconi è freddato con due rivoltellate al capo mentre rincasa nella notte.
   15 Conflitti locali. Riscossa fascista a Trieste: le camicie nere, tornate in forze al quartiere San Giacomo, devastano un circolo di sinistra. Sanguinosa rissa a Castelferro (AL) durante la festa patronale: gli squadristi ventitreenni Filippo Borsano e Marziano Chiappino strappano il fazzoletto rosso a un comunista, ma perdono la vita nella sparatoria che ne segue. Ucciso a Pistoia un «sovversivo» e a Vergato (BO) il comunista Adolfo Comani. Percosso con mazze ferrate il sindaco socialista di Casalgrande (RE). Caduto a Gavorrano (GR) il capo degli Arditi del popolo, Giovanni Pastasio.
   16 Fronda fascista contro il patto di pacificazione. I rappresentanti di 544 fasci, convenuti a Bologna per discutere la pacificazione con gli avversari politici, contestano l'intesa e chiedono l'immediata convocazione del congresso fascista. Il raduno - che assume accenti antimussoliniani - è organizzato da Grandi e da Farinacci.
   - Spedizioni punitive. Incursione fascista a Palaia (PI): ucciso un amministratore socialista. Devastata la Lega socialista di Gallaviola (PV). A Mantova è ferito in un conflitto a fuoco il fascista diciannovenne Settimo Leoni (morirà il 12 ottobre). A Marcialla (FI) è ucciso, nel ritorno da una spedizione punitiva, il quarantenne squadrista Ido Giandotti.
   17 Padre e figlio uccisi nel Mantovano. I contadini Domenico e Albino Cavazzori vengono uccisi in località Molinello per non essersi voluti togliere la cravatta rossa.
   18 Assassinato un sindacalista cattolico. In serata cinque fascisti col volto mascherato ammazzano con due rivoltellate nei pressi di San Felice sul Panaro (MO) l'agricoltore ventottenne Agostino Baraldini, attivista sindacale cattolico.
   - Ardito del popolo ucciso a Gavorrano (GR) dai carabinieri.
   19 Ucciso il segretario del fascio di Gioia del Colle (BA). Il possidente Federico Colucci cade in un agguato: secondo i fascisti si tratta di un delitto politico, secondo i socialisti di una faida familiare (il nome di Colucci non figurerà nel martirologio fascista).
   20 Antifascista ucciso a Bergiola (MS).
   21 Quattro vittime dello squadrismo parmense. Sospeso per motivi di ordine pubblico un comizio dell'onorevole Guido Picelli a Noceto, i fascisti aggrediscono gli Arditi del popolo e uccidono il ventiquattrenne Egidio Guareschi e il ventinovenne Eugenio Manghi. A San Secondo gli squadristi uccidono il barbiere quarantaseienne Vincenzo Pezzarossa e il sarto cinquantacinquenne Alberto Porta; ferito il segretario del fascio di Fontanellato, Mario Dotti.
   - I fasci della Capitanata sconfessano il trattato di pacificazione. Giuseppe Caradonna è il capofila dell'opposizione all'intesa con i socialisti.
   22 Due morti in scontri politici. Perdono la vita in scontri armati un antifascista ad Asola (MN) e l'ufficiale di complemento Carmelo Casarotti, durante una spedizione punitiva a Stienta (RO).
   23 Spedizione punitiva a Balzola (AL): ucciso il comunista Ardino Allora, in fin di vita un suo compagno.
   24 Ucciso a Savona il fascista Ettore Ghelardi.
   27 Aggredito mortalmente a Bologna Elio Pulga, segretario della Lega di Anzola dell'Emilia.
   28 Scontri cruenti. A Montebello Vicentino muoiono un Ardito del popolo e il carabiniere Riccardo Cipriani, a Castelletto (BO) lo squadrista diciannovenne Romolo Mellini perde la vita nell'aggressione a un gruppo di comunisti; a Poggetto di San Pietro in Casale (BO) il diciassettenne Luigi Vaccari della squadra d'azione Me ne frego è colpito mortalmente in una sparatoria notturna: caduto a terra, disperde gli aggressori a revolverate; a Forlimpopoli (FO) si scontrano repubblicani e comunisti: perdono la vita l'operaio repubblicano Luigi Ranieri, il bracciante comunista Pietro Calboli e il carabiniere Francesco Remigi; incendiata la sezione comunista. Ferito a pugnalate dagli Arditi del popolo di Viterbo il pirotecnico fascista Melito Amorosi (si spegnerà il 7 settembre).
   - Percosso a Sovizzo (VI) il deputato socialista Marchioro. Sessanta fascisti aggrediscono l'onorevole Domenico Marchioro e alcuni suoi compagni di partito: il deputato è bastonato a sangue e scaraventato in un fosso.
   29 Squadrismo «rosso» e «nero». Nel pomeriggio il fascista Mario Gherardi colpisce con una revolverata un socialista di Castiglione dei Pepoli (BO); in serata alcuni compagni del ferito si recano nell'abitazione dei Gherardi e nella rissa uccidono la signora Emma Gherardi. A Montebello Vicentino cadono in uno scontro a fuoco un Ardito del popolo e il carabiniere Cipriano Roccardo (iscritto al fascio di Arzignano). Gli Arditi del popolo di Cavarzere (VE) assaltano la sede del fascio e le abitazioni di alcune camicie nere. Arditi del popolo uccidono a Strada in Chianti (FI) il colono Eugenio Viggiani, consigliere comunale, segretario del fascio locale e «squadrista intrepido». Freddato nella propria abitazione di Stradella (PV) il comunista Quaroni. Ferito in un agguato notturno a Pescia (PT) il ventitreenne squadrista genovese Piero Somensi, accorso in Lucchesia per soccorrere i compagni di fede (spirerà il 9 settembre).
   30 Offensiva squadristica in provincia di Siena. Ucciso a revolverate un comunista di Abbadia San Salvatore; cinque aggressori sono arrestati mentre il sesto riesce a fuggire e a informare dell'episodio il segretario della federazione fascista, Chiurco, che organizza immediatamente una spedizione nella cittadina ed esige dal prefetto la liberazione dei prigionieri.
   31 Ucciso a Lugo (RA) il quarantenne operaio socialista Saverio Chiusi.
   
   SETTEMBRE

   1 Aggredito l'onorevole Mingrino. Il dirigente degli Arditi del popolo è percosso dai fascisti alla stazione ferroviaria di Cascina (PI), insieme al sindaco socialista della cittadina.
   2 I fascisti fiorentini contro il patto di pacificazione. Il convegno provinciale fascista sollecita il comitato centrale del movimento a denunziare la tregua sottoscritta coi socialisti.
   3 Aggredito a Prato, dopo un comizio, il deputato comunista Ferdinando Garosi. Bastonato alla stazione, è caricato a forza sul treno con l'ordine di non ritornare più in città, se tiene alla vita.
   4 Scontri e ritorsioni: 7 morti. Ucciso ad Alessandria un anarchico. Percossi a Trieste l'onorevole Josip Wilfan e il direttore del giornale «Edinost», Edoardo Slavich. Ucciso un comunista a Montecalvo Versiggia (PV), costretti alla fuga gli amministratori comunali; devastata la Casa del popolo di Olevano. Ucciso dagli squadristi un antifascista a Stornara (FG). Aspri scontri a San Piero Patti (ME), con la morte dei contadini socialisti Carmelo Lauria e Nicolò Marmocco, il ferimento di 3 socialisti e di 4 fascisti.
   - Pellegrini sotto tiro. A Roma il raduno nazionale della Gioventù italiana di Azione cattolica è turbato da aggressioni di fascisti e di nazionalisti, che - affiancandosi alle guardie regie - disperdono il corteo. Esponenti del PPI denunciano l'intesa fra squadristi e forza pubblica.
   5 Ucciso per sbaglio un cittadino di Mezzolara di Budrio (BO). Un colpo vagante fredda il diciassettenne Ferdinando Brazzi, spettatore di uno scontro tra fascisti e antifascisti nei pressi del circolo ricreativo.
   - Aggressione fascista contro il raduno della Gioventù cattolica di Ferrara.
   - Infausta spedizione punitiva a Partino di Palaia (PI). B diciottenne Aldo Mazzei, delle squadre d'azione livornesi, si aggrega durante le vacanze estive ai camerati pisani, coi quali effettua un'incursione notturna contro i rivoluzionari: un comunista, uscito dalla propria abitazione, spara una revolverata che riduce in fin di vita il giovane (spirato due giorni più tardi all'ospedale di Pontedera).
   6 Autodifesa e rappresaglia a Pieve d'Olmi (CR). Un camion carico di squadristi viene accolto in una borgata cremonese da una fucileria che uccide il ventunenne Sigifredo Priori. Giunti i rinforzi, gli uomini di Farinacci occupano la cooperativa, convocano i soci e ordinano le dimissioni dell'amministrazione comunale, lo scioglimento della sezione comunista e il divieto di scioperi politici.
   - Incarcerati a Bologna gli Arditi del popolo. Una perquisizione della polizia alla sede della Camera del lavoro del quartiere delle Lame culmina nell'arresto di 32 appartenenti all'organizzazione della sinistra estrema.
   8 Nuove violenze anticlericali. Il ritorno degli aderenti all'Azione cattolica da Roma alle località di provenienza è turbato da aggressioni fasciste, di particolare virulenza a Torino, dove viene percosso il senatore Taddei.
   8-9 Avvisaglie di violenze squadristiche in Emilia. Camicie nere provenienti da Bologna, Modena e Reggio Emilia si concentrano su Medicina (BO) e Bagnara di Romagna (RA), dove nella notte fra l'8 e il 9 assaltano la Casa del popolo: negli scontri cade il contadino fascista Medardo Gianstefani, subito vendicato con l'uccisione dell'operaio trentenne Giuseppe Gulmanelli.
   9 Squadrismo anticattolico a Udine e a Vicenza. Attaccate a Udine le sezioni del Partito popolare, devastata la sede dell'Unione del lavoro, assaliti i militanti della federazione giovanile cattolica; fra i bastonati vi è l'onorevole Tiziano Tessitori. A Torre Rossa di Camisano (VI) gli squadristi sequestrano un militante delle leghe «bianche» e uccidono un suo compagno che lo voleva liberare.
   - Ucciso un comunista in località Mazzorno di Adria (RO).
   10-11 Grande adunata delle camicie nere emiliane. Le squadre d'azione ferraresi si congiungono a Lugo (RA) con i compagni emiliani, per muoversi agli ordini di Balbo verso il Ravennate e scompaginare la rete organizzativa socialista e repubblicana, preparando il terreno al radicamento dell'associazionismo fascista.
   11 Due caduti fascisti. Perdono la vita durante scontri con avversari politici il cavatore Alcide Andreani a Colonnata (MS) e il caposquadra Secondo Frigeri, abbattuto «alla testa della sua squadra, mentre accorreva a Bonferraro (VR) per dar man forte a quei camerati impegnati in una lotta senza quartiere con i social-comunisti».
   - Spedizioni punitive con vittime e distruzioni. L'assedio posto dagli squadristi all'abitazione della famiglia Dani, in località Oliveto (comune di Scarlino, provincia di Grosseto) si conclude tragicamente: Gabbriello Dani, padre del ricercato, risponde col fucile alle pistolettate degli assalitori ed è ucciso. Invasa la cooperativa di Sant'Ilario d'Enza (RE), bastonati e scacciati a rivoltellate banconiere e avventori. Ucciso il sessantaduenne Antonio Crepaldi in un'osteria di Mazzorno (RO).
   12 Squadristi contro i braccianti in sciopero. L'agitazione proclamata dalle leghe contadine nel circondario di Pavia è contrastata dalle camicie nere, che invadono la cooperativa socialista di Mirabello e bastonano gli scioperanti a Sannazzaro de' Burgondi, Pieve Albignola e San Genesio.
   12-13 Tremila fascisti occupano militarmente Ravenna. Nella città sono in corso le celebrazioni del sesto centenario della morte di Dante: le camicie nere assaltano la Camera del lavoro di piazza Marsala e varie sedi di partiti e di cooperative, saccheggiano negozi, bastonano e insultano alcuni sacerdoti (incluso monsignor Celso Costantini, delegato apostolico a Fiume). Oltre a Balbo, i comandanti della spedizione sono Caradonna, Grandi e Misuri.
   13 Uccisi dai fascisti un contadino socialista a Coniale (FI) e un comunista a Castel d'Ario (MN).
   15 Selvaggia aggressione contro i socialisti a Legnago (VR). Il congresso dei dirigenti socialisti veneti, convocato in segreto presso il circolo di Legnago, è impedito dall'arrivo di tre camion di squadristi che bastonano i convenuti e devastano la sede dell'incontro.
   - Due fascisti caduti in agguati notturni. Il diciottenne Alfredo Sassek, della squadra d'azione di Fiume, uscito coi compagni per una ronda notturna è ucciso a Pola, in Istria. Il trentenne Evaristo Cappellozza, del fascio di Monselice, muore in un'imboscata notturna a Crosara (VI).
   16 Ucciso a Zocca (MO) il socialista Igino Bellordi.
   17 Sequestrato e percosso a Venezia dai Cavalieri della morte il segretario socialista Girolamo Li Causi.
   18 Ucciso nel Veronese un vecchio contadino socialista. A Carpi di Villa Bartolomea una ventina di camicie nere aggrediscono Mario Valdo; in suo aiuto accorrono due familiari: l'anziano padre Eugenio è freddato da 5 revolverate, il fratello Ferdinando gravemente ferito alla schiena (è spiccato mandato d'arresto contro il dirigente del fascio locale, Plinio Mutti).
   - Conflitto a San Frediano a Settimo (LU) fra Arditi del popolo e fascisti. Tre squadristi, assaliti da numerosi Arditi del popolo, uccidono il ventitreenne Corrado Bellucci e il ventiquattrenne Paris Profeti, ferendo gravemente un altro aggressore. Dei tre fascisti rimane ferito Gustavo Boni, soccorso dai camerati che si sottraggono all'inseguimento dei numerosi avversari.
   - Un antifascista ucciso ad Assisi (PG).
   19 Spedizioni punitive nel Reggiano e nel Parmense. Ucciso a Guastalla (RE) il comunista Paolino Mantovani. A San Prospero Parmense le camicie nere sono spalleggiate dai carabinieri, uno dei quali - Vittorio Malvolti - muore per un colpo di pistola.
   20 II comitato regionale dei fasci toscani denunzia il trattato di pacificazione.
   Uccisi 2 operai a Montopoli in Val d'Arno (PI). L'assemblea della Lega mattoni e affini in località Capanne di Montopoli è interrotta dall'irruzione di una decina di fascisti: uccisi a colpi di pistola Artibano Granchi e Ugo Susini, gravemente feriti 4 altri operai; arrestati 2 squadristi.
   22 I fasci umbro-sabini disconoscono il patto di pacificazione.
   - Scontro mortale in un esercizio pubblico. L'uccisione del fabbro diciannovenne Mario Cattaneo, simpatizzante fascista, durante l'irruzione notturna di una squadra in una trattoria di Borgolavezzaro (NO) innesca ritorsioni generalizzate: il paese viene passato al setaccio, i cittadini perquisiti e se sospettati di sovversivismo arrestati dai fascisti, il circolo socialista cittadino è distrutto.
   23 Pugnalato mortalmente a Terni il comunista Giovanni Manni.
   24 Scorreria fascista a Borzano (RE). Imposta la chiusura degli esercizi pubblici, gli squadristi bastonato mortalmente Romeo Bianchetti.
   - Al bando il segretario della cooperativa braccianti di Riolo (RA). Invasa in serata l'abitazione di Augusto Montanari, dirigente socialista, gli squadristi gli danno tempo sino all'alba per abbandonare il paese: l'ordine viene eseguito.
   25 Assassinato l'onorevole Giuseppe Di Vagno. Il parlamentare viene aggredito a Mola (BA), al termine della cerimonia di inaugurazione della sezione socialista: mentre passeggia per le vie della cittadina un gruppo di giovanissimi fascisti lo uccide con tre colpi di pistola e una bomba a mano. Proclamati 2 giorni di sciopero in provincia di Bari.
   - Spedizione punitiva nel Bresciano. Gli squadristi assaltano un raduno socialista a Pisogne e uccidono un manifestante; la reazione degli aggrediti volge in fuga gli assalitori, uno dei quali - Battista Maranta - è colpito gravemente (morirà di lì a cinque giorni).
   26 A Modena le guardie regie uccidono 8 squadristi. La tensione tra fascisti e forze dell'ordine - originata dalle percosse a un commissario di PS che non si era tolto il cappello dinanzi a un gagliardetto - sfocia in sanguinosi scontri di piazza, costati la vita agli squadristi Ezio Bosi, Umberto Carpigiani, Gioacchino Gallini, Giovanni Micheli, Aurelio Sanlej, Duilio Sinigaglia, Alfredo Zulato (Tullio Garuti morirà l'8 ottobre) e a 3 guardie regie. Fra i feriti vi è l'onorevole Marco Vicini. Le proteste fasciste convincono il governo a esonerare il questore di Modena e a ordinare l'arresto del commissario Guido Cammeo e di un paio di agenti.
   - A Cagliari gli squadristi incontrano forti resistenze. L'aggressione ai militanti del Partito sardo d'azione, nelle piazze centrali e nei locali pubblici di Cagliari, viene respinta dalla controffensiva guidata dall'onorevole Lussu; arrestato dai carabinieri il comandante fascista Francesco Caput.
   27 Arrestato l'onorevole Picelli. Il deputato parmense, percosso dai fascisti a piazza Garibaldi, ritorna sul luogo dell'aggressione con un gruppo di Arditi del popolo; gli agenti fermano e perquisiscono il parlamentare: il rinvenimento di armi ed esplosivo (rivoltelle e 4 chilogrammi di gelatina) ne determina l'arresto (mantenuto sino al 7 ottobre).
   28 La federazione dei fasci di Venezia rigetta il trattato di pacificazione.
   - Intimidazioni contro un deputato socialista ferrarese. Lo studio dell'onorevole Mario Cavallari è messo a soqquadro dai fascisti.
   - Devastato il circolo ferrovieri di Avellino.
   29 Squadristi in servizio di polizia in provincia di Pordenone. La squadra d'azione del conte Alessandro Ferro, prelevati nottetempo dalle loro abitazioni alcuni socialisti di San Giovanni di Polcenigo sospettati di violenze contro fascisti, li consegnano ai carabinieri di Aviano: i socialisti vengono incarcerati, gli squadristi denunciati per sequestro di persona, violazione di domicilio, lesioni e violenza privata.
   
   OTTOBRE

   1 Caccia agli Arditi del popolo. A Pavia perquisizioni domiciliari contro 300 militanti di estrema sinistra permettono alla polizia di impadronirsi di un elenco cifrato degli aderenti agli Arditi del popolo; decodificato il documento, vengono arrestati 22 comandanti di squadra e identificati un centinaio di aderenti. A Bologna finiscono in galera 3 fiduciari dell'organizzazione.
   - L'assemblea del fascio di Treviso dichiara nullo il patto di pacificazione.
   2 Morte di 2 squadristi a Fossoli (MO). In uno scontro fra comunisti e fascisti questi ultimi hanno la peggio: l'operaio Enea Arbizzi è pugnalato mortalmente, il ventitreenne venditore ambulante Ermete Lodi nell'estrarre la pistola si uccide con un colpo accidentale.
   - Scontri con 2 morti in provincia di Arezzo e di Brescia. Ucciso dai carabinieri a Stia (AR) un Ardito del popolo; colpito mortalmente a Corticella Pieve (BS), in uno scontro di strada, il commerciante fascista Giovanni Scalvenzi.
   - Aggredito dai carabinieri un deputato socialista. Tre carabinieri aggrediscono nella sua abitazione di Monsummano (PT) l'onorevole Lorenzo Ventavoli.
   3 Ucciso a Viano (RE) un antifascista.
   4 Ucciso a Staffoli (PI) in una rissa politica lo squadrista diciannovenne Ferruccio Cristiani.
   4-5 Scioperi e incidenti a Trieste e Pola. Agitazioni operaie dei cantieri navali e dei metallurgici sono represse dagli squadristi; nell'assalto alla Camera del lavoro di Trieste cade il diciannovenne pinerolese Gabriele Berutti (della squadra Floriano Beuzzar); uno scioperante muore a Pola, colpito dai carabinieri.
   5 Sciolta a bastonate la riunione dei metallurgici alla Camera del lavoro di Este (PD).
   6 In Emilia operazioni a tappeto contro gli Arditi del popolo. La polizia compie ripetute perquisizioni contro militanti e simpatizzanti del movimento, con l'obiettivo di sequestrare armi e di neutralizzare il sodalizio paramilitare di sinistra.
   7 Uccisi a Monfalcone (GO) gli operai Giuseppe Nicolausig e Dionisio Rizzardini.
   - Uccisa a Bologna la guardia regia Biagio Biasco. Di pattuglia in servizio notturno, Biasco intima l'alt a uno sconosciuto che, esploso un colpo mortale, si dilegua.
   8 Squadrismo antizanelliano a Fiume. I festeggiamenti per l'insediamento del governo autonomista vengono turbati dagli assalti delle camicie nere, che si scagliano con pistole e bombe a mano contro i sostenitori del governatore Riccardo Zanella.
   9 Rissa fatale in un'osteria in località Cento Pozzi (PR). Tre membri della squadra Ardita entrano in serata in un esercizio pubblico nella frazione del comune di Salsomaggiore: scoppia un serrato scontro con gli avventori che costa la vita al diciottenne fascista Livio Rossini (spirerà il 15 ottobre).
   10        Conflitto fra squadristi e «sovversivi» a Mazzorno (RO): un morto fra gli antifascisti.
   13 Ucciso dai carabinieri di Viadana (MN) lo squadrista Umberto Ghizzi. Fermato dai carabinieri per il possesso di una pistola non denunciata, il trentenne Ghizzi fugge, ma è colpito da una rivoltellata all'addome (morirà un mese più tardi).
   14 Due vittime di scontri politici in Lombardia. Incursione contro gli antifascisti di Roverbella (MN): un morto. In serata, durante un comizio elettorale del Blocco di centrodestra, ignoti antifascisti di Fagnano Olona (VA) sparano contro il servizio d'ordine: muore il ventenne Battista Ponti.
   16 Otto vittime e un moribondo in cinque diversi episodi. Tre morti per una spedizione punitiva a Pandino (CR): 2 antifascisti e lo squadrista sedicenne Giuseppe Stabilini (gravemente ferito, morirà di lì a un mese). Gino Pacini, segretario politico del fascio di Cerreto Guidi, recatosi con una squadra d'azione a Poggio Tempesti (FI) per intimare la resa ai comunisti locali, viene ferito mortalmente; nella sparatoria muore anche un antifascista. L'incursione contro la Casa del popolo di Villa Prati di Bagnacavallo (RA) culmina nell'uccisione a rivoltellate del ventiseienne Paolo Valenti, segretario della sezione comunista di Traversara. Ferito gravemente al capo con il calcio di un moschetto il socialista Pietro Palini, durante una spedizione punitiva congiunta di squadristi e carabinieri a San Lorenzo a Merse (SI). Otto squadristi, giunti in bicicletta a Pianello (PG), percuotono diversi cittadini e sparano all'impazzata uccidendo i vecchi coloni Gaetano Branchinelli e Adamo Remma. Freddato da un colpo a bruciapelo esploso da fascisti nell'osteria di Castenaso (BO) il venticinquenne artigiano socialista Luigi Morini.
   16-17 Pugnalato nella notte a Marzabotto (BO) il muratore fascista Giuseppe Spinelli.
   17 Nuovi scontri in Toscana. Ucciso l'antifascista Italo Bonuccelli durante una spedizione punitiva a Bedizzano (MS). Arditi del popolo feriscono mortalmente in località Pontorme (FI) il sedicenne fascista empolese Italo Gambacciani.
   18 Respinte le camicie nere ad Albuzzano (PV). Una decina di fascisti impegnati in un'azione contro i «rossi» di Albuzzano vengono costretti dai carabinieri alla ritirata; tornati sul posto in forze sono accolti da una fitta sparatoria, nella quale perde la vita il ventiseienne Angelo Bellani, comandante della squadra Cesare Battisti del fascio di Villanterio.
   - Ucciso a Terontola (AR) da un carabiniere il comunista Oliviero Giulierini.
   19 Condannato per squadrismo il figlio del generale Oreste Baratieri. Durante una spedizione punitiva aveva scambiato l'industriale torinese Guala per un «sovversivo», uccidendolo: i giudici, concesse le attenuanti, lo condannano a 4 mesi di reclusione, con i benefici della condizionale.
   - Ucciso dai carabinieri un «sovversivo» di Bolano (SP).
   - Percosso a Piacenza don Dante Colombini, caporedattore del «Nuovo Giornale».
   20 Devastata la Camera del lavoro di Bassano del Grappa (VI).
   22 Spedizione punitiva e mandato di cattura. Tre componenti della squadra La Disperata di Parma si recano in località Sala Bassa e uccidono un avversario: spiccato contro di loro un mandato di cattura per omicidio.
   23 Ucciso dagli squadristi a Seniga (BS) il contadino cattolico Angelo Timelli.
   - Incursione contro gli anarchici carraresi. Le camicie nere di Carrara irrompono in serata nel caffè Frigerio, punto d'incontro degli anarchici, e uccidono 2 «sovversivi».
   24 Due vittime di spedizioni punitive. A Sala Baganza (PR) muore l'antifascista cinquantunenne Carlo Fava, e a Terni l'Ardito del popolo Alfredo Zamperlan.
   - Spedizioni punitive contro le amministrazioni del PPI a Nove (VI) e San Pietro in Gu (PD).
   28 Ucciso a Magliano (GR) il socialista Piero Ruggiero.
   29 Massacrato a Conselice (RA) un anarchico. Il facchino trentasettenne Paolo Veronesi è atterrato a bastonate e freddato da una revolverata mentre acquista il quotidiano antifascista «Il Paese».
   - Duplice assassinio a Pontecimato (MS). I fascisti uccidono gli operai Natale Bedini e Giuseppe Volpi.
   30 Omicidio politico e saccheggio a Lucca. Ubaldo Ciomei, consigliere comunale di Pescia per il PPI e attivista dell'Unione del lavoro di Lucca, è ucciso a pistolettate dai fratelli Paolo e Nello Lamberti, proprietari di una cartiera chiusa a causa di uno sciopero (i Lamberti, militanti fascisti, resteranno latitanti sino al marzo 1923, quando la Corte d'appello di Lucca li amnistierà). In serata è devastata la Camera del lavoro di Rio Marina (LI).
   - Contrastata spedizione squadristica a Ortonovo (SP). Uccisi in una sparatoria il comunista Severino Pietra e l'ex sindaco liberale Pietro Montefiori, da poco passato coi fascisti.
   - Scontri di piazza a Porto di Mezzo (FI). Due vittime: un Ardito del popolo e l'alfiere della squadra d'azione di Signa, il venticinquenne Roberto Saccardi.
   
   NOVEMBRE

   2 Ucciso in un agguato notturno a Medole (MN) il mugnaio fascista Romolo Boselli.
   3 Scontro fra carabinieri, fascisti e «sovversivi». A Forno Apuania (MS) squadristi e carabinieri provocano un gruppo di estremisti di sinistra: immediata la risposta, con una sparatoria nella quale cade il carabiniere Giovanni Faustino Dinelli, iscritto segretamente al fascio locale.
   4        Morte di 3 antifascisti. Ucciso un contadino a Massa Lombarda (RA). Una squadra d'azione effettua una spedizione punitiva in località Villa Serraglio (RA): il cinquantatreenne Giuseppe Cavalazzi, gettato a terra, è finito a randellate. Accoltellato mortalmente ad Acqui (AL) il comunista Ernesto Galliano.
   - Due morti a Bottrighe (RO). Un Ardito del popolo muore e il diciannovenne squadrista Pietro Rossi resta seriamente ferito (spirerà un mese più tardi) in uno scontro armato.
   5 Scontri in Emilia e Veneto. Carabinieri contro Arditi del popolo a Cadelbosco di Sopra (RE): ucciso il «sovversivo» Umberto Dugoni. Spedizione punitiva mortale a Bottrighe (RO) contro l'antifascista Mansueto Marchiori.
   6 Ardito del popolo ucciso dai carabinieri a Malnate (VA).
   7 Un antifascista di Gragnano (NA) ucciso dagli squadristi.
   8-9 Strutturate in un convegno romano le squadre d'azione nazionaliste. Le camicie azzurre della milizia Sempre pronti per la Patria e per il Re, costituite a inizio anno ma rimaste del tutto marginali, sono ristrutturate e potenziate nel corso del convegno dei nazionalisti.
   9 Aggressioni contro deputati della sinistra. Il comunista Tuntar viene percosso a Cagliari, mentre commemorava la rivoluzione sovietica; il socialriformista D'Aragona, in viaggio sulla linea ferroviaria Milano-Roma, è riconosciuto e svillaneggiato da squadristi che lo insultano e gli tagliano la barba.
   9-13 Costellato da violenze il congresso costitutivo del PNF. Le camicie nere affluite a Roma per prestare servizio d'ordine al raduno nazionale fascista si scontrano ripetutamente con avversari politici e con cittadini. La prima vittima è il macchinista ferroviere Guglielmo Farsetti, freddato allo scalo San Lorenzo; per ritorsione gli antifascisti sparano contro il corteo che sfila per il quartiere San Lorenzo, uccidendo il quarantottenne milanese Franco Baldini, fondatore della squadra d'azione Aldo Sette. L'indomani gli squadristi si scatenano e massacrano i muratori Rosario Pugliesi e Alfredo Monaldini, il fornaciaio Zeno Morabici (quindicenne) e il falegname Camillo Magrini; cade inoltre l'operaio Romolo Barbieri (ucciso da un militare accorso in difesa di un fascista aggredito dalla folla). Il Comitato di difesa proletaria dichiara l'astensione del lavoro, mentre gli squadristi costituiscono un comitato d'azione segreto. Gravi incidenti scoppiano nei quartieri Te-staccio, San Lorenzo, Trionfale e Trastevere; il giorno 13 un ex capitano degli Arditi, il torinese Mario Gobbi, uccide in via Crescenzio l'operaio Giovanni Coppola.
   11 Ucciso a Modena il fascista diciassettenne Gino Tabaroni. Militante dell'Avanguardia giovanile fascista, cade con alcuni amici in un agguato nei dintorni della città.
   - Ferito gravemente a Orvieto (TR) l'industriale fascista Piero Mutti. Segretario politico del fascio di Collecchio (PR), è colpito da una rivoltellata durante una sosta del viaggio di ritorno dal congresso del PNF al paese natale (ricoverato all'ospedale di Firenze, muore pochi giorni più tardi).
   12 Squadristi ferraresi in azione. Un gruppo di fascisti parte da Ferrara per una spedizione punitiva in Polesine: ad Alberane il socialista Rizziero Granata è ucciso a bastonate.
   - Ucciso a Torre Sacchetti (PV) l'ex Ardito Andrea Vercesi. Comandante di una squadra d'azione, guida i suoi uomini alla devastazione di un circolo socialista ma nel rincasare è ucciso a rivoltellate.
   13 Quattro morti in Emilia e in Toscana. Gli squadristi ammazzano il giovane comunista Agide Barbieri a San Martino in Rio (RE) e il trentacinquenne antifascista Carlo Cattabiani a Golese (PR). Ferito mortalmente in uno scontro a fuoco in località Borgo a Buggiano (PT) lo squadrista diciottenne Alessandro Zanni, dopo che aveva strappato un garofano rosso all'operaio comunista Puccini, lui pure ucciso.
   - Assalti a organizzazioni di sinistra. Spedizione contro la Lega dei contadini di Alagna (PV). Distrutta la cooperativa socialista di Cortona (AR).
   14 Cessa lo sciopero ferroviario. Essenziale, per il fallimento dell'agitazione, il ruolo giocato dalle squadre d'azione: il bilancio degli scontri fra camicie nere e ferrovieri ammonta a 5 morti e 120 feriti.
   15 «Il trattato di pacificazione da oggi è denunciato e decaduto». Con questa titolazione a tutta pagina «Il Popolo d'Italia» riproduce il comunicato del comitato centrale fascista sul disconoscimento del patto con i socialisti.
   16 Ritorsione per la morte di Mutti. Il decesso del segretario del fascio di Collecchio (PR), Piero Mutti, scatena ritorsioni generalizzate: devastati diversi circoli di sinistra in provincia di Parma e uccisi 5 antifascisti.
   17 Uccisione mirata nel Bolognese. Gli squadristi uccidono a bastonate il ventiseienne socialista Ugo Morara mentre si trova nella casa della fidanzata, a Medicina.
   - In azione a Venezia i Cavalieri della morte. Una ventina di squadristi capeggiati da Gino Covre distruggono le sedi degli Arditi del popolo, del circolo israelita e del circolo socialista Jean Jaurès.
   18 Incendiato il circolo comunista di Bressana (PV).
   20        Uccisi 2 fascisti. Il comunista Cesare Ferrari, venuto a diverbio con due squadristi impegnati in una missione propagandistica negli esercizi pubblici di Castel San Giovanni (PC), ferisce un avversario e fugge, inseguito dal ventiduenne Ercole Mainardi, che è colpito a morte da una rivoltellata.
   - Incendiate le sedi comuniste di Monsummano (PT).
   21        Gettato in un burrone a Visinada, in Istria, il fascista Antonio Petronio.
   23        Uccisi a Castel San Pietro (BO) 2 fascisti. Un gruppo di socialisti intenti nel gioco delle carte in un'osteria in località Casona reagisce violentemente all'intimazione degli squadristi Giuseppe Barnaba e Remo Ravaglia di cessare ogni commento politico: si scatena una rissa, nella quale viene ucciso Ravaglia ed è ferito mortalmente Barnaba (spentosi di lì a quattro giorni).
   - Fine di uno squadrista istriano. Il trentacinquenne Giuseppe Derin, fondatore del fascio di San Pietro dell'Amata e organizzatore di spedizioni punitive antislave, rincasando dopo «un'esercitazione tattica» con alcuni camerati è abbattuto da una revolverata in comune di Pirano (Pola).
   24        Incendiate a Stroppiano (VC) le sedi di sinistra.
   26 Assassinato a Trieste il tipografo Müller. Gli squadristi sequestrano 2 tipografi socialisti, li portano nel recinto della fiera di Sant'Andrea e li colpiscono a rivoltellate, lasciandoli per morti: Giorgio Müller perde la vita, mentre il suo compagno Giuseppe Giraldi, raccolto rantolante, sopravvive (morirà un paio d'anni più tardi, per i postumi dell'aggressione).
   27 Ucciso dai fascisti un «sovversivo» di Trebbo (BO).
   28 Morte violenta di un sindacalista socialista. Primo Sibani, del direttivo della Lega edile di Grizzana Morandi (BO), ricercato dai carabinieri in quanto coinvolto in una sparatoria con i fascisti, è ferito mortalmente durante l'arresto in località Vimignano e si spegne all'ospedale di Vergato.
   29 Pesanti condanne agli assassini del fiorentino Berta. Il Tribunale di Firenze condanna 7 imputati a pene varianti dagli 8 ai 23 anni. L'accusa, sostenuta dall'onorevole Gino Sarrocchi, conferisce al processo la valenza di giudizio generale contro le aggressioni commesse dai militanti di sinistra. Berta primeggia nel novero dei martiri dell'idea fascista.
   30 Violenze contro i braccianti bolognesi organizzati dalla Federterra. Aggressioni squadristiche a Minerbio, Ca' de' Fabbri, Granarolo e Mezzolara contro i lavoratori impegnati nello scavo del canale del Dugliolo.
   
   DICEMBRE

   1 Spedizione punitiva a Strettoia (LU).
   2 Spedizioni punitive a Poviglio e Rolo (RE).
   3 L'onorevole Misiano nuovamente cacciato dalla Camera. All'ingresso in aula del parlamentare comunista i deputati della destra abbandonano i lavori, mentre i fascisti si scagliano contro i banchi dell'estrema sinistra e il «disertore» deve abbandonare il campo, protetto dai colleghi di partito: il presidente toghe la seduta per evitare ulteriori scontri fisici (il copione si ripeterà una settimana più tardi).
   7 Spedizione punitiva a Sarteano (SI).
   8 Sanguinosa incursione a Bergantino (RO). Due morti: il bracciante socialista Stefano Ravagnani, vittima designata dell'incursione, e il trentaduenne fascista Vincenzo Zanella.
   - Spedizione punitiva a Brugneto (RE). Una quindicina di squadristi invasa la cooperativa di consumo, feriscono gravemente il barbiere Mentore Cara-maschi; l'irruzione alla trattoria della Pace provoca l'uccisione dell'operaio Romeo Pasotti.
   10 Squadristi milanesi in azione. Intenzionati a togliere il quadro di Lenin dalla sezione comunista di Rosate (MI), i fascisti irrompono nel locale, uccidono uno dei presenti e ne feriscono 3; impadronitisi del ritratto, lo sfregiano e infine lo bruciano sulla piazza del paese.
   - Gli squadristi impongono le dimissioni ai sindaci di Pieve del Cairo, Gambarana e Suardi (PV).
   11 Assassinato il vicepresidente del consiglio provinciale di Cremona. Attilio Boldori, invalido di guerra, dirigente del PSI e della Camera del lavoro di Cremona nonché vicepresidente del consiglio provinciale, viene individuato dagli squadristi in aperta campagna, fra Cremona e Soresina, mentre - insieme ad altri tre consiglieri provinciali - ripara l'automobile: i quattro si danno alla fuga ma Boldori viene raggiunto ed è massacrato a calci e bastonate; un suo compagno è ridotto in fin di vita. Proclamato lo sciopero generale nel Cremonese. In giornata la polizia arresta 12 partecipanti all'aggressione.
   12-13 Movimentata cattura di un comunista piacentino. Circondato nottetempo nella sua abitazione a Borgonovo Val Tidone da carabinieri in borghese e fascisti, il comunista Ernesto Rossi si difende a fucilate: cade il carabiniere Umberto Madoni e 2 altri militi restano feriti. Dopo l'arresto di Rossi, la casa è saccheggiata e bruciata.
   14 Scioglimento teorico delle squadre d'azione cremonesi. Il provvedimento resta inapplicato, data l'indisponibilità di Farinacci a disarmare i suoi seguaci e l'impotenza dell'autorità prefettizia.
   - Incidente fatale a Terni per il comandante della squadra Turbine. Il ventiseienne Amos Bartoli esamina al caffè Pazzaglia una rivoltella sequestrata a un comunista, quando un movimento incauto fa partire un colpo mortale.
   17 Spedizioni punitive in provincia di Alessandria. Una dozzina di fascisti, armati e mascherati con fazzoletti sul viso, irrompe nell'abitato di Giarde, terrorizza la popolazione e saccheggia il circolo cattolico e la cooperativa socialista, percuotendo alcuni avversari politici. Incendio notturno al sindacato edile e al circolo socialista Edmondo De Amicis di Casale Monferrato.
   18 Devastate la cooperativa di consumo di Agoiolo (CR) e la Casa del popolo di Roncaglia (AL).
   - Ucciso dai fascisti a Diolo di Soragna (PR) il cinquantasettenne Severino Allegri.
   20 Commemorazioni fasciste a Ferrara. L'anniversario della morte di 3 squadristi viene solennemente commemorato con una messa celebrata in Duomo dall'arcivescovo monsignor Francesco Rossi; si colloca una lapide sul palazzo comunale e in serata le camicie nere occupano la Camera del lavoro, incendiando registri e documenti.
   20-21 Assediato il sindaco di Pozzonovo (PD). Nella notte una decina di squadristi circondano la casa del sindaco socialista e iniziano una sparatoria; dalle finestre l'aggredito risponde al fuoco: cade colpito a morte lo studente ventitreenne Italo Tinazzi, salito su una scala per irrompere nell'abitazione (il sindaco verrà arrestato per omicidio).
   21 Ferito mortalmente uno squadrista di Farinacci. Accoltellato mentre rincasa a Cella Dati (CR) il venticinquenne casaro Antonio Pagani (morirà di lì a un mese).
   23        Il governo ordina ai prefetti lo scioglimento delle formazioni paramilitari. Previsti la chiusura dei covi, il sequestro delle armi, la denunzia dei promotori delle strutture illegali. Il disarmo e la proibizione di qualsiasi organismo paramilitare (Arditi del popolo, «guardie rosse», squadre d'azione, ecc.) rimarranno inattuati nei confronti delle organizzazioni fasciste, poiché i prefetti concentreranno l'azione repressiva contro i gruppi della sinistra.
   - Freddato un comunista di Collecchio (PR). Lo squadrista Lanfranco Cavazzini, incontrato per strada il ventitreenne comunista Alfredo Avanzini, lo abbatte con due pistolettate (l'assassino, colpito da mandato di cattura, è latitante).
   24        Caduto nella periferia bolognese il fascista Ernesto Cesari. Scontratosi in un'osteria di Trebbo (BO) con diffusori di giornali antifascisti, il ventisettenne squadrista Cesari è ucciso da un colpo di pistola.
   25 Ucciso il segretario della cooperativa di Frassinella Monferrato . Dopo un ballo alla Casa del popolo, con l'intrusione di fascisti e lo (AL)scoppio di tafferugli, gli squadristi, invasa nottetempo l'abitazione del segretario della cooperativa socialista, Bartolomeo Ruschena, lo trucidano.
   - Ucciso a Gragnana (MS) l'antifascista Orfeo Frassinetti.
   - Natale di sangue a Verzino (KR). Una manifestazione contro i carabinieri è dispersa a prezzo di 2 morti.
   26 II segretario politico del fascio di Vigolzone (PC) uccide un comunista a rivoltellate.
   - Devastata la cooperativa di Fontanelle di Roccabianca (PR).
   26-27 Ucciso a Dosolo (MN) il fascista Remo Cini. Lasciato un ballo notturno per accorrere in aiuto di alcuni camerati impegnati in scontri con avversari politici, il diciottenne Cini è freddato a colpi di revolver.
   27 Caduto a Napoli lo squadrista venticinquenne Alfredo Cannavale. Assaliti alcuni sottoscrittori comunisti, Cannavale è colpito mortalmente alla testa con la borsa ricolma di monete raccolte per la colletta pro-Russia.
   28 Spedizione notturna a Pieve di Campo (PG). Gli squadristi infliggono agli avversari un numero imprecisato di morti.
   30 Ucciso un antifascista a Monterotondo (RM).
   31 Scontro mortale con rappresaglia nel Ravennate. Ucciso a Voltana di Lugo in uno scontro a fuoco coi comunisti lo squadrista ventitreenne Lorenzo Falzoni; incendiato per ritorsione il deposito di macchine agricole della cooperativa di sinistra.