Dichiarazione della delegazione dell'Esecutivo dell'IC
sulla crisi della «Commissione dei nove»

(24 maggio 1922)


Da Internationale Presse Korrespondenz, 24 maggio 1922, n. 11, pp. 583-584.Traduzione italiana Aldo Agosti, Op. cit., I/2 pp. 579-582.


La Seconda Internazionale fa saltare la commissione dei nove!

Ai lavoratori e alle lavoratrici di tutti i paesi!
Viva la lotta per il fronte unico dal basso!
Ciò che l'Internazionale comunista temeva è accaduto: i capi della Seconda Internazionale hanno impedito che si tenesse il congresso mondiale dei lavoratori di cui la conferenza di Berlino dei rappresen­tanti dei tre Esecutivi aveva deliberato la convocazione. Nella prima seduta della Commissione dei nove, che si è riunita per dare esecuzione, secondo il mandato ricevuto, alle deliberazioni della conferenza di Berlino, essi si sono pronunciati contro la convocazione del congresso mondiale dei lavoratori nel più breve tempo possibile. Secondo loro si potrà pensare a un congresso di questo genere solo quando i partiti comunisti rinunceranno a ogni critica della politica dei capi social­democratici e della burocrazia sindacale, e il governo sovietico per­metterà ai menscevichi e ai socialrivoluzionari di organizzare impune­mente delle rivolte.


[Queste condizioni assolutamente inaccettabili sono un pretesto per sfuggire alla convocazione del congresso mondiale dei lavoratori. Eppure la Terza Internazionale ha adempiuto puntualmente agli impegni assunti a Berlino; il governo sovietico ha concesso il visto a un intero collegio di difesa dei socialrivoluzionari processati.]


Di fronte alle affermazioni demagogiche dei rappresentanti della Seconda Internazionale, secondo le quali l'Internazionale comunista chiederebbe il congresso mondiale dei lavoratori solo per aggiogare il proletariato mondiale al carro della politica estera della Russia sovie­tica, l'Internazionale comunista, su proposta del RKP(b), si è detta pronta a rinunciare alla richiesta che il problema della difesa della Russia sovietica sia posto all'ordine del giorno del congresso mondiale dei lavoratori. Difendete almeno la pura vita, il pezzo di pane degli operai dell'Europa occidentale, e anche in questo caso l'Internazionale comunista è pronta a collaborare e a organizzare in comune questa difesa!


[Ma di fronte alle grandi lotte operaie contro il carovita che agitano la Germania, la socialdemocrazia tedesca ha paura di rompere i suoi legami con la borghesia. E così pure in Inghilterra, prima delle elezioni, il Labour Party non vuole inimicarsi la borghesia. L'avvicinamento ai comunisti minaccia di pregiudicare in questi e in altri casi la politica collaborazionista della borghesia.]


La Seconda Internazionale voleva impedire a tutti i costi che si tenesse il congresso mondiale dei lavoratori. Ma non aveva nulla in contrario a che la Commissione dei nove continuasse ad esistere, per rendere più difficile ai comunisti la lotta contro la socialdemocrazia. L'Internazionale comunista non poteva permettere che la socialdemo­crazia di tutti i paesi e la burocrazia sindacale rendessero impossibile ogni fronte unico proletario e nello stesso tempo evitassero di assu­mersi le loro responsabilità per questa politica criminale. Per questo motivo l'Internazionale comunista ha presentato un ultimatum alla Seconda Internazionale: o essa cessava di sabotare il congresso mon­diale dei lavoratori, o l'Internazionale comunista avrebbe ritirato i suoi rappresentanti dalla Commissione dei nove.

A questo punto la cosiddetta Internazionale di Vienna è corsa prontamente in aiuto della Seconda Internazionale. Invece di ricordare alla Seconda Internazionale che la conferenza di Berlino aveva delibe­rato di convocare il congresso mondiale dei lavoratori nel più breve tempo possibile e senza alcuna condizione, e che quindi la presentazione di condizioni di qualsiasi tipo da parte della Seconda Internazionale rappresentava una netta violazione degli accordi che erano stati sotto­scritti, l'Internazionale di Vienna ha dichiarato subito che il congresso era stato reso impossibile dell'atteggiamento della Seconda e della Terza Internazionale. A prescindere dal fatto che Adler in questo modo ha posto la lotta della delegazione comunista per l'esecuzione delle deli­berazioni di Berlino sullo stesso piano di quella condotta dalla Seconda Internazionale contro le deliberazioni di Berlino, per giustificare il suo atteggiamento egli ha parlato di «contrasti nell'Esecutivo della Inter­nazionale comunista che rendono più difficile la convocazione del con­gresso». E questo nonostante che egli dovesse sapere che l'Esecutivo dell'Internazionale comunista ha ratificato all'unanimità gli accordi di Berlino. E alla fine della seduta egli si è permesso perfino di insinuare che ora i comunisti erano contro il congresso mondiale dei lavoratori, poiché il governo sovietico era alla vigilia di un compromesso con l'Intesa e non voleva essere ostacolato da un congresso operaio.


[Intorno a questa vergognosa menzogna i centristi hanno imbastito tutta una fantasiosa campagna di stampa.]


La campagna di menzogne così iniziata ha il solo scopo di nascon­dere il fatto che il 21 di questo mese, a Bruxelles, è stato concluso un accordo fra il Partito socialista francese, che appartiene all'Interna­zionale due e mezzo, e il Labour Party inglese, come pure il Partito operaio belga, che sono due dei maggiori partiti della Seconda Interna­zionale, in vista della convocazione comune, all'Aja, di un congresso mondiale dei partiti riformisti e semiriformisti. Questo accordo significa che l'Internazionale due e mezzo, priva di carattere, che non sa deci­dersi fra la rivoluzione e la controrivoluzione, fra la pseudodemocrazia borghese e la dittatura proletaria, che questa Internazionale, nella sua politica altalenante, si è decisa ora nuovamente a collaborare coi rifor­misti più dichiarati. Di fronte a questo fatto, ai rappresentanti dell'In­ternazionale comunista non restava che abbandonare la Commissione dei nove, che si avviava a diventare, da uno strumento di lotta per il fronte unico del proletariato, una sede di mercanteggiamenti fra i rifor­misti aperti e mascherati, in cui la presenza dei comunisti avrebbe dovuto svolgere una funzione da cortina fumogena.


[La Terza Internazionale non ha compiuto questa scelta a cuor leggero, sapendo quali speranze i lavoratori riponessero nella Commissione dei nove: lo ha fatto nella convinzione che quest'ultima fosse un ostacolo alla costi­tuzione di un vero fronte unico.]


Il proletariato, a prescindere da ogni differenza di partito, ha potuto accertarsi su chi è pro e chi è contro il fronte unico proletario. Il tentativo di organizzare dall'alto il fronte unico del proletariato è fallito contro la resistenza dei capi della Seconda Internazionale. Ciò impone l'obbligo di radunare tutte le forze per organizzare il proleta­riato in vista della lotta comune, in contrasto coi capi della Seconda Internazionale.

Operai comunisti! Avete il dovere di diffondere gli insegnamenti di questo primo tentativo di costituire il fronte unico proletario fra le più vaste masse operaie!

Operai dei partiti della Seconda Internazionale e dell'Internazio­nale due e mezzo! Dopo le esperienze che avete fatto coi vostri capi avete il dovere di compiere ogni tentativo e di non tralasciare alcuno sforzo per mostrare ai capi dei vostri partiti, dimentichi del loro do­vere, che non siete disposti a permettere un ulteriore sabotaggio del fronte unico, che siete intenzionati ad unirvi con gli operai comunisti nella lotta contro gli attacchi del capitale!

La parola d'ordine del congresso mondiale dei lavoratori sarà la parola d'ordine della lotta futura! Ma le esperienze di questo primo tentativo di convocare il congresso mondiale dei lavoratori hanno dimo­strato che, perché esso diventi possibile, è necessario spezzare in primo luogo la resistenza dei capi socialdemocratici in Germania e in Inghil­terra, che bisogna raccogliere le masse operaie di questi paesi, nelle lotte pratiche quotidiane, e senza riguardo alla loro lunga affiliazione di partito, in un fronte unico che si estenderà poi a tutti i paesi.

Lottiamo per il fronte unico proletario e per il congresso mondiale dei lavoratori!
Abbasso il fronte unico dei socialdemocratici e della borghesia!
Lottiamo contro i capi della Seconda Internazio­na­le, che dividono la classe operaia!
Costruite il fronte unico dal basso!