Vietnam
Come vincere la battaglia contro la povertà
dopo aver vinto gli USA


Dopo il "crollo del muro di Berlino", come riferimento di una disfatta del fronte comunista e della capacità dell'imperialismo di riprendere la sua avanzata in importanti parti del mondo da dove le rivoluzioni comuniste lo avevano scacciato, le cose non sono andate come i nuovi vincitori avevano previsto. Non solo per le nuove contraddizioni che a partire dagli anni '90 sono emerse di fronte all'imperialismo occidentale a guida americana: difficoltà economiche, militari e geopolitiche (il riemergere della Russia di Putin come potenza mondiale e il rafforzamento della Cina), ma anche perchè alcuni punti significativi di quello che è stato il fronte mondiale del socialismo sono rimasti in piedi e giocano un ruolo non certamente marginale: Cuba per l'America latina, la RPDC di fronte al punto di forza militare dell'imperialismo USA in Asia, il Vietnam che dopo una guerra vittoriosa ma devastante ha consolidato il proprio futuro socialista.

Per capire le questioni che i comunisti vietnamiti hanno di fronte e come intendono affrontarle, pubblichiamo l'intervento del Partito comunista del Vietnam all'incontro internazionale dei partiti comunisti e operai tenuto ad Hanoi il 28-30 ottobre 2016, da cui emergono alcuni dati essenziali.

Il primo è che alla fine della guerra il 75% della popolazione era sotto la soglia di povertà e l'inflazione era del 700%. Il secondo che la politica portata avanti dal governo vietnamita ha portato il livello di povertà al 4% e prodotto l'allungamento della vita media di più di 11 anni come conseguenza del cambiamento del tenore di vita della popolazione.

Nell'intervento del rappresentante del PCV viene sottolineato che tutto ciò è stato possibile perchè sono stati modificati i modelli di sviluppo socio-economici che si erano dimostrati incompatibili con lo sviluppo delle forze produttive necessario al paese.

La cultura della sinistra anticomunista in Italia, come in tutto il mondo occidentale, ci ha abituati a ignorare o disprezzare lo sviluppo concreto dei processi rivoluzionari nei paesi del socialismo reale e quindi anche il Vietnam viene compreso nella categoria di situazioni recuperate al capitalismo. Se teniamo presente che Trotsky sosteneva che già subito dopo la morte di Lenin il 'termidoro' staliniano aveva azzerato il socialismo possiamo ben capire da quale scuola vengono le considerazioni odierne che riguardano il Vietnam e ovviamente la Cina.