Presidente dell'Associazione è il compagno
  Luciano Bronzi
Redattori:
  Roberto Gabriele
  Paolo Pioppi

Il nostro progetto

  Non siamo un'associazione di nostalgici, ma un'associazione di comunisti che non hanno accettato e non accettano che attraverso la demolizione di Stalin passi, come in realtà è accaduto e accade, la demolizione dell'esperienza storica del movimento comunista del XX secolo, la più grande esperienza di emancipazione sociale che l'umanità abbia vissuto.

   Di questo processo Stalin è stato parte determinante per circa un trentennio e nessuna separazione è possibile tra il suo ruolo e gli avvenimenti di cui i comunisti a livello mondiale sono stati protagonisti.

   Il tentativo di separazione ha avuto due fasi. La prima con il processo controrivoluzionario iniziato nel 1956 con il famigerato rapporto segreto di Kruscev e la seconda con la presa di distanza dei comunisti 'buoni' dalle malefatte attribuite a Stalin.

   Com'è noto, le conclusioni di questa presa di distanza si sono avute con il crollo dell'URSS e dei paesi socialisti dell'Europa dell'est, con la fucilazione di Ceaucescu, con l'annessione della Germania orientale. E, cosa ancora più grave, la campagna anticomunista collegata all'azione dell'imperialismo a livello mondiale ha raggiunto il suo apice in Italia anche con il contributo del comunista 'buono' che voleva rifondare il comunismo italiano, Fausto Bertinotti.

   Molti compagni sono stati travolti dalla violenza degli avvenimenti e dalla furia della campagna anticomunista e anche se non hanno accettato di cambiar pelle si sono rifugiati nell'isolamento conservando le icone della propria esperienza comunista. Qualche voce, spesso piuttosto timida, di intellettuali non omologati si è levata qua e là ma non ha potuto contrastare la virulenza delle campagne anticomuniste. Quelli che in questi decenni si sono definiti comunisti, quando anche non hanno accettato di essere definiti 'diversi' per avere un lasciapassare nella buona società, non sono riusciti neppure ad avviare una seria controffensiva culturale. Certo, sotto le macerie del socialismo reale alzare la voce ed opporsi non era certo facile. Singolarmente e con qualche debole strumento qualcosa è stato fatto, ma molto al disotto delle necessità.

   Del resto sappiamo bene che il tentativo di cancellare le esperienze rivoluzionarie ha sempre accompagnato la storia. Si pensi alla Rivoluzione francese, alla Comune di Parigi e a tanti altri episodi di lotta rivoluzionaria. Si pensi alla la rivoluzione cinese, al Vietnam. Si pensi, in Italia, a Giampaolo Pansa con la denigrazione della guerra antifascista condotta sotto la direzione dei comunisti. I reazionari e le anime belle delle classi sfruttatrici hanno sempre tentato di imporre da vincitori il loro punto di vista, ma in ciò non vi è proprio niente di oggettivo.

   La nostra Associazione intende dunque raccogliere la sfida che da tempo ci viene lanciata sul piano dell'interpretazione degli avvenimenti che vanno dalla morte di Lenin al XX congresso del PCUS e lo farà sulla base della documentazione sui fatti. Ma insieme al continuo riferimento ai fatti bisognerà anche considerare come i comunisti si pongono di fronte ad essi. Bisognerà insomma riportare la discussione sul concetto di rivoluzione e sulle sue dinamiche, ricordandoci non solo che non si tratta di un pranzo di gala, ma soprattutto della necessità di comprendere gli avvenimenti nella loro concreta dinamica storica.

   A questo proposito nel corso del lavoro dell'ASSOCIAZIONE STALIN, partiremo da quello che Lenin scriveva contro Kautski a proposito di quella "parolina" di Marx sulla dittatura del proletariato. Non perché vogliamo usare terminologie sconvenienti, soprattutto per coloro che dietro la bandiera della democrazia gestiscono o collaborano con un potere criminale, ma perché vogliamo riportare la storia del movimento comunista fuori dai canoni interpretativi bertinottiani del novecento come "secolo degli errori e degli orrori".

  C'è necessità oggi di questo lavoro? Con le prospettive di grandi sconvolgimenti ormai all'ordine del giorno, dare uno sguardo alla storia dei comunisti acquista secondo noi un senso preciso. Ovviamente faremo un lavoro compatibile con le nostre capacità.



Precisazione importante:
L'Associazione non ha
OBIETTIVI PARTITICI,
nè intende ripetere esperienze di
ORTODOSSIA GRUPPUSCOLARE