Alcune considerazioni
su come abbiamo impostato il nostro lavoro su Stalin,
sulla controrivoluzione in URSS e sulla crisi del movimento comunista.


Ai compagni e alle compagne che sono venuti a contatto col lavoro di informazione che l'Associazione Stalin sta portando avanti dobbiamo alcune spiegazioni su come abbiamo proceduto finora e su come intendiamo procedere.

Nella prima parte di questo lavoro, nei 22 fascicoli che abbianmo chiamato "Strumenti", sono raccolti testi che riguardano Stalin, le sue posizioni, la polemica attorno a queste posizioni, i passaggi storici che hanno caratterizzato l'URSS dal 1924 al 1953. Su questo i lettori troveranno non una narrazione storica, ma riferimenti ai testi, che dovranno essere valutati direttamente e confrontati con la vulgata antistalinista di varia estrazione.

Abbiamo così evitato il condizionamento soggettivo di chi scrive un testo e dato invece a chi legge la possibilità di utilizzare la documentazione, non solo per andare alla fonte e evitare il culto delle icone, ma anche e soprattutto perchè in questi testi si potrà constatare la fondatezza di posizioni che attengono ai vari passaggi storici che normalmente vengono travisati non solo dagli anticomunisti borghesi ma anche dai 'comunisti' democratici. Questa scelta, a nostro parere, servirà ai compagni e alle compagne 'stalinisti' come arma scientificamente documentata per continuare, in modo diverso dal passato, la loro battaglia per l'affermazione della verità storica.

La raccolta dei testi non riguarda solo l'URSS e il Partito comunista bolscevico, ma ad essa abbiamo aggiunto altre cose come il giudizio del Partito comunista cinese su Stalin [qui] e le posizioni del PCI prima della svolta del XX congresso per dimostrare che il comunismo all'italiana si esprimeva in modo assai diverso [qui, qui e qui] (e questo vale anche per Pietro Secchia [qui]).

La parte finale della documentazione, che riguarda l'URSS fino alla sua dissoluzione, [qui] è basata sulla ricostruzione dei passaggi successivi alla morte di Stalin, sulle ragioni della liquidazione di Beria, sulle caratteristiche del gruppo dirigente del PCUS scaturito dal XIX congresso e la posizione di Stalin nel 1952. Soprattutto attraverso le ricerche di Grover Furr il cui caposaldo è il volume che sta uscendo anche in Italia Kruscev mentì [qui] siamo stati in grado di documentare che cosa veramente ha rappresentato la svolta del '56 e il famoso rapporto segreto. Infine, abbiamo fornito alcuni punti di riferimento sul periodo di Breznev e il programma gorbacioviano della Perestrojka.

Ci rendiamo conto che il nostro lavoro ha bisogno di numerosi approfondimenti storiografici e di analisi del contesto economico-sociale in cui costruzione del socialismo e controrivoluzione si sono sviluppati. A questo lavoro che noi auspichiamo, devono dedicarsi coloro, tra di noi, che animati dalle nostre stesse finalità vogliono ampliare gli orizzonti. Noi per ora ci siamo limitati ai preliminari per porre le basi necessarie per successivi contributi. Col pessimismo dell'intelligenza e l'ottimismo della volontà.

La controrivoluzione in URSS e il ruolo di Stalin nel periodo in cui ha diretto l'edificazione del socialismo e l'intero movimento comunista non sono gli unici elementi del nostro lavoro di documentazione e di ricerca. La questione della fine dell'URSS e della crisi del movimento comunista internazionale va inquadrata nel suo complesso, perchè gli avvenimenti dopo il 1953 hanno investito tutti i paesi socialisti e tutti i partiti comunisti. Come hanno reagito alla svolta kruscioviana e quali effetti si sono avuti? Di questo ci occuperemo da ora in poi estendendo la nostra documentazione alla Cina, all'Albania, al PCI e alle democrazia popolari e non ci soffermeremo solamente sui dati più noti della vicenda, ma cercheremo di trovare le ragioni della vittoria della controrivoluzione in tutto il campo socialista e in tutto il movimento comunista.

Gli anatemi però non bastano, e non sono bastati, come gli avvenimenti hanno dimostrato. Cerchiamo di vedere le cose con l'ottica del materialismo storico. Essere comunisti significa in sostanza questo.