Grover Furr

Kruscev mentì

Prefazione di Domenico Losurdo all'edizione italiana [*] del libro di Grover Furr
che documenta tutte le menzogne contenute nel "Rapporto segreto" di Kruscev al XX Congresso del PCUS


In Francia dopo il Termidoro i giacobini sono destinati alla ghigliottina, anche sul piano morale. Si assiste alla diffusione di scritti che li rappresentano come "sultani", come dei "satiri" che avrebbero organizzato un po' dappertutto "luoghi di piacere" e "orge" in cui abbandonarsi ad ogni sorta di eccessi. Ma non sarebbe solo la libido ad aver divorato Robespierre ma soprattutto la sete di potere: per poter salire sul trono di Francia si apprestava a sposare la figlia di Luigi XVI. Quest'ultima era l'accusa più sensazionale, e naturalmente le prove non mancavano, anzi abbon­davano: il "contratto di matrimonio" era già stato firmato; e poi in casa del tiranno dopo la sua morte era stato rinvenuto il "sigillo col giglio" della dinastia dei Borboni. Non ci potevano essere dubbi: Robespierre voleva diventare re di Francia, per questo aveva scatenato il Terrore! Quanto alle vittime del Terrore, i termidoriani cercavano in tutti i modi di farne lievitare il numero: decine, anzi centinaia di migliaia e addirittura milioni! Per qualche tempo persino Babeuf si lasciò trascinare da questa furia ideologica e contribuì addirittura ad aumentare la dose: Robespierre si sarebbe accanito contro la Vandea non per stroncare la guerra civile ma perchè voleva mettere in atto un "sistema di spopolamento" e di genocidio perchè voleva "sarchiare la razza umana"! Ben presto Babeuf si rende conto che si era lasciato ingannare dai termidoriani e accusa proprio questi ultimi di condurre una politica di genocidio che condannava le masse popolari alla morte per inedia.

Succede nella storia che, una volta sconfitta, una rivoluzione o una corrente rivoluzionaria sia sottoposta alle accuse più infamanti. Oggi, nonostante la brutalità della guerra civile che imperversò in Francia dopo il rovesciamento dell'Ancien Régime, neanche il più oltranzista degli anti-giacobini potrebbe prendere sul serio le accuse mosse all'epoca contro Robespierre. Stalin non ha avuto la stessa fortuna. E si capisce perchè: la leggenda nera costruita intorno alla sua persona è servita innanzitutto a screditare il paese da lui governato per tre decenni. Vero è che nel frattempo l'Unione Sovietica ha cessato di esistere, mentre esiste sempre, si sviluppa e si rafforza la Repubblica Popolare Cinese. Per questo adesso alla leggenda nera su Stalin si viene ad affiancare quella relativa a Mao Zedong!

Per quanto riguarda Stalin si è assistito a uno spettacolo che rasenta il grottesco. A partire dal Rapporto Kruscev lo si è accusato di non aver preparato il paese alla guerra che Hitler si apprestava a scatenare. E sulla base dello stesso Rapporto un illustre filosofo, Hannah Arendt, ha apportato il suo valido contributo alla costruzione o al rafforzamento della leggenda nera: Stalin non si sarebbe preparato alla guerra perchè nutriva cieca fiducia in Hitler; i due dittatori totalitari erano in effetti fratelli gemelli! Per buona misura, negli ultimi tempi una storiografia revisionista comparsa soprattutto in Germania lancia contro il dirigente sovietico l'accusa esattamente opposta: nonostante il patto di non-aggressione, Stalin avrebbe promosso un febbrile riarmo per poter aggredire e invadere la Germania; con l'operazione Barbarossa, Hitler non avrebbe fatto altro che prevenire i piani di guerra derl Cremlino.

Questa nuova "rivelazione" avrebbe dovuto mettere in crisi le "rivelazioni" del Rapporto Kruscev e avrebbe dovuto indurre a ridiscutere la tesi, sviluppata in particolare dalla Arendt, del tenace legame di fiducia tra le due massime incarnazioni del "totalitarismo". Niente di tutto ciò: i grandi mezzi di "informazione" mettono in evidenza e propagano a tutto spiano entrambe le accuse. Contro Stalin l'ideologia dominante brandisce tranquillamente le affermazioni e le "rivelazioni" più contraddittorie, basta che siano le più infamanti.

Per questo dobbiamo salutare l'opera di Grover Furr, che si trova perfettamente a suo agio con la lingua e gli archivi russi. Senza lasciarsi intimidire dal "politically correct" Furr conduce un lavoro di ricerca preciso, paziente, meticoloso. E ha già dimostratoo senza ombra di dubbio che, come recita il titolo del suo volume, "Kruscev ha mentito". Che l'autore del "Rapporto segreto" abbia trattato la verità storica con disinvoltura e senza vergogna è un fatto riconosciuto al giorno d'oggi da una vasta storiografia, ma adesso le manipolazioni, le mezze verità, le menzogne di Kruscev vengono smontate una dopo l'altra con una documentazione difficilmente contestabile. Per limitarsi a un esempio particolarmente eclatante, la tesi per cui Stalin, immediatamente dopo lo scatenamento dell'aggressione nazista contro l'Unione Sovietica, sarebbe piombato in uno stato di depressione e di fuga dalle proprie responsabilità, fa pensare oggi a una sorta di romanzo surreale non meno fantasmagorico di quello inventato dai termidoriani quando accusavano Robespierre di aver voluto sposare la figlia di Luigi XVI per impadronirsi del trono dei Borboni. Dietro il "Rapporto segreto" si intravede una lotta politica sulla quale c'è bisogno di indagare ancora a fondo; ma d'ora in avanti, grazie al lavoro di Furr, gli storici potranno dedicarsi a quest'opera finalmente liberi da leggende prive di fondamento.


[*] Traduzione nostra dalla prefazione dell'edizione francese

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