I preziosi servizi della Gestapo
per destabilizzare le democrazie popolari

Una nota di Herbert Aptheker sul ruolo di Reinhard Gehlen, da "La verità sull'Ungheria", pp. 179-184)


[Reinhard] Gehlen, nato verso il 1900, era un colonnello in servizio presso lo Stato maggiore tedesco quando scoppiò la seconda guerra mondiale. Dal 1942 al 1945, gli fu affidato lo spionaggio militare sul fronte orientale: in questa sua qualità, secondo le note su Gehlen pubblicate da Joachim Joesten [1], egli non fu legato al Servizio segreto tradizionale del­l'Armata germanica, ma piuttosto agì come alto dirigente della Gestapo. Sempre a quel che rife­risce Joesten, tutti i diretti collaboratori di Gehlen «erano - e sono ancora - addestrati e educati ideologicamente dalla temuta polizia politica na­zista». Gehlen esegui le sue mansioni nell'Europa orientale occupata e nell'URSS. con piena soddi­sfazione di Hitler, e alla fine della guerra aveva raggiunto il grado di tenente-generale.

Quando la vittoria definitiva dell'Armata Rossa fu in vista, Gehlen si trasferi in fretta verso occi­dente, in Baviera, recando però con sé «i suoi inestimabili archivi e le sue liste di agenti segreti» : e qui si arrese al generale Patton e offerse i suoi servigi agli americani. I servizi di spionaggio ame­ricani - citiamo sempre Joesten - «gli dissero di tornare al lavoro senza por tempo in mezzo, e andare avanti». così facendo, «all'inizio del 1946 Gehlen era di nuovo in attività e al suo vecchio posto, meno l'uniforme nazista e la nuova dire­zione cui obbediva».

Il suo quartier generale fu stabilito nei dintorni di Monaco. Scrivendo da questa città, Edward J. Byng dichiarava recentemente che, dopo il 1945, Gehlen «diresse l'organizzazione sotto supervisione americana fino al 1954, quando essa fu trasferita all'amministrazione tedesca occidentale, sempre ri­manendo Gehlen alla sua testa» [2].

Da fonti pubbliche si ricava che l'organizzazione di Gehlen conta da 4 a 5 mila agenti, concentrati specialmente, ma non esclusivamente, in paesi del­l'est europeo. E' chiaro, peraltro, che Byng anticipa la data del ritorno dell'organizzazione sotto il controllo del Governo tedesco. In un dispaccio del-l'Associated Press da Bonn, datato 20 luglio 1955, si legge: «Il Governo federale tedesco ha infor­mato oggi il Parlamento del suo piano di assu­mere il controllo della rete spionistica internazio­nale diretta dall'ex - tenente generale R. Gehlen, finanziata dagli americani». Essa doveva ora assu­mere la denominazione di Servizio federale tede­sco di informazioni, continuando a «operare da entrambe le parti della cortina di ferro». La stessa fonte asseriva che lo spionaggio americano aveva finanziato l'organizzazione Gehlen per una somma di circa 48 milioni di dollari a partire dal 1948; e dichiarava che i finanziamenti americani avreb­bero dovuto aver termine con l'agosto 1955, quando l'organizzazione sarebbe passata alle dipendenze del Governo di Bonn [3].

L'organizzazione ha funzionato senza troppe scosse, con tre soli rovesci gravi. L'ultimo, legato alla defezione di Otto John e di Schmidt-Witt-mack, nel 1954, fu senza dubbio pagato a caro prezzo: ma su di esso non si hanno informazioni pubbliche. L'anno prima, errori imprevedibili e certe mosse oscure produssero un'altra crisi, che, ricorda il Joesten «condusse all'arresto di decine di agenti di Gehlen al di là della cortina di ferro». Nel 1952 ci fu un altro fiasco, che vide implicati la c.i.a., il suo ausiliario Gehlen e altri gruppi ter­roristici controrivoluzionari: di questo si ebbe noti­zia in pubblico, in modo succinto, ma più completo che per i «guai» del '53 e '54. Vennero così alla luce alcuni fatti, indizi e argomenti che hanno un certo rilievo per la nostra ricerca sull'appoggio go­vernativo americano alle attività controrivoluzio­narie e terroristiche contro i paesi socialisti.

Una parte di questa storia apparve nel New York Times del 10 ottobre 1952 sotto il titolo abba­stanza singolare «Sabotatori Tedeschi Tradiscono la Fiducia degli Stati Uniti». Datato da Bonn, il testo che seguiva parlava di un gruppo di terroristi, sabotatori e guerriglieri, finanziato dagli americani e addestrato, ufficialmente, per servire come forza irregolare «nel caso di una guerra con l'Unione Sovietica».

L'addestramento risultò condotto dall'associazione CIA-Gehlen attraverso il Bund Deutscher Jugend [Lega della gioventù tedesca], che il New York Times descriveva come «un gruppo giovanile di destra spesso accusato di tendenze estremistiche» [4]. I giovani venivano istruiti e addestrati militarmente : ma nulla sarebbe trapelato, probabilmente, se la loro foga non li avesse spinti a organizzare per proprio conto un «gruppo d'assassinio», prepa­rando anche le liste delle future vittime. I loro patroni non furono tanto imbarazzati dalla cosa in sé, sembra, quanto dal fatto che fra i candidati alla liquidazione emergevano non soltanto diversi co­munisti, ma anche decine di eminenti socialdemo­cratici, fra cui personaggi di Governo in carica. Dopo un trambusto di qualche giorno, lo scandalo fu dimenticato; alle punizioni se ve ne furono non fu data pubblicità.

Il «guaio» però, non danneggiò certamente Herr Gehlen. Anzi, sentiamo riparlare brevemente di lui nel 1955 in rapporto al suo passaggio sotto l'am­ministrazione del Governo di Bonn, di cui si è già detto, e poi ancora solo per un momento, dopo la crisi ungherese dell'ottobre-novembre 1956. Qui, in un servizio da Monaco il 18 novembre, il già citato Edward J. Byng ci dice che l'organizzazione Gehlen «è considerata come non estranea alla 'rivoluzione d'ottobre ' ungherese contro il comunismo», no­tando poi che, a quest'epoca «gli agenti fissi di cui essa dispone sono circa 5.000», e che

«in circoli diplomatici bene informati si asserisce che, seb­bene la recente sollevazione antisovietica in Ungheria fosse l'esplosione spontanea dell'ira di una nazione contro i suoi carnefici, la rete di agenti altamente specializzati del gene­rale Gehlen ebbe una funzione importante nell'esaltarne l'impeto».

La carriera di Herr Gehlen, infine, fu portata all'altezza dei tempi con l'annunzio da Bonn, nel febbraio 1957, che il Governo della Germania occi­dentale aveva nominato il capo dello spionaggio di Hitler nell'Europa orientale alla nuova carica di presidente del Servizio federale d'informazioni.

NOTE

1. In The New Republic, 4 ottobre 1954.
2. New York World Telegram and Sun, 17 novembre 1956.
3. Nel New York Times del 21 luglio 1955 apparve un servizio da Bonn di M. S. Handler sullo stesso argomento. Mr. Handler sciiveva che insieme a Gehlen era passato «allo spionaggio americano quasi tutto il personale della sezione dello Stato maggiore dell'Eser­cito tedesco che aveva condotto lo spionaggio contro i russi», e che la sua organizzazione era considerata come «il corpo più efficiente nella lotta contro i Governi comunisti dell'Europa orientale e i loro servizi di sicurezza».
4. Il New Statesman and Nation (18 ottobre 1952) pubblicò qual­che estratto di un discorso di un capo del b.d.j.: «Coloro che di­cono " I cristiani non devono uccidere " sono dei falsi cristiani.:. Riconquisteremo Brcslavia e Koenigsberg... Siamo contro ogni forma di economia pianificata... La denazificazione è stata il pili grosso crimine e il maggior imbroglio ai danni del popolo tedesco. Gli u.s.a. sono la nostra garanzia di vittoria: gli americani sono i ro­mani del nostro secolo... Continueremo a oombattere per difendere l'onore delle Waffen-S.S.».