c) Dei contadini

Il terzo errore di Bukharin riguarda la questione dei contadini. È noto che la questione dei contadini è una delle più importanti della nostra politica. I contadini, nelle nostre condizioni, si dividono in diversi gruppi sociali e precisamente: contadini poveri, medi e kulak. Si capisce che la nostra posizione non può essere eguale verso tutti e tre questi gruppi. Il contadino povero come appoggio della classe operaia, il contadino medio come alleato e il kulak come nemico di classe: ecco la nostra posizione verso questi gruppi sociali. Tutto questo è comprensibile e generalmente noto. Bukharin, però, considera la cosa un po' diversamente. Nella sua caratteristica dei contadini scompare la differenziazione, non si sa dove vada a finire l'esistenza di "gruppi sociali diversi e rimane solo una macchia grigia, chiamata campagna. Per lui il kulak non è kulak, il contadino medio non è contadino medio, e non v'è nella campagna che una specie di massa povera non differenziata. Così egli si è espresso nel suo discorso: - Può il nostro kulak esser chiamato un kulak? Ma se è un miserabile, - ha detto. E il nostro contadino medio, rassomiglia egli forse a un contadino medio? - ha domandato qui Bukhairn. Ma se è un disgraziato che non sazia la sua fame. È evidente che questa concezione dei contadini è radicalmente sbagliata, incompatibile col leninismo.

Lenin diceva che i contadini sono l'ultima classe capitalista. È giusta questa tesi? Sì, è assolutamente giusta. Perchè si qualificano i contadini come l'ultima classe capitalista? Perchè delle due classi fondamentali che costituiscono la nostra società, i contadini sono la classe la cui economia si basa sulla piccola proprietà e sulla piccola produzione mercantile. Perchè i contadini, fino a che restano contadini che dirigono una piccola produzione mercantile, esprimono e non possono non esprimere dal loro seno continuamente e ininterrottamente dei capitalisti. Questa circostanza ha per noi un valore decisivo per quanta si riferisce alla nostra posizione marxista circa il problema dell'alleanza della classe operaia e dei contadini. Ciò significa che quel che ci occorre non è una qualsiasi alleanza coi contadini, ma un'alleanza che si basi sulla lotta contro gli elementi capitalistici tra i contadini. Come vedete, la tesi di Lenin sui contadini come ultima classe capitalista, lungi dal contraddire l'idea dell'alleanza della classe operaia e dei contadini, dà, al contrario, una base a questa alleanza, definendola come alleanza della classe operaia e dei contadini diretta contro gli elementi capitalistici della nostra economia. Lenin ha enunciato questa tesi per dimostrare che l'alleanza della classe operaia e dei contadini può essere solida solo quando si basa sulla lotta contro quegli stessi elementi capitalistici che i contadini esprimono dal loro seno.

L'errore di Bukharin consiste nel non comprendere e non ammettere questa cosa così semplice, nel dimenticare i gruppi sociali nella campagna, nel perder di vista i kulak e i contadini poveri e nel non vedere più altro che una massa indifferenziata di contadini medi. Questa è una incontestabile deviazione di Bukharin verso destra, in contrapposizione alla deviazione di «sinistra», trotskista, la quale non vede nella campagna altri gruppi sociali all'infuori dei contadini poveri e dei kulak e perde di vista i contadini medi.

Qual'è la differenza tra il trotskismo e il gruppo Bukharin circa la questione dell'alleanza coi contadini? Il trotskismo si pronuncia contro la politica d'una solida alleanza con le masse dei contadini medi, mentre il gruppo bukhariniano è per qualunque alleanza con i contadini. È superfluo dimostrare che ambedue queste posizioni sono errate e che l'una vale l'altra.

Il leninismo è decisamente per una solida alleanza con le masse fondamentali dei contadini, per un'alleanza coi contadini medi, ma non per qualsiasi alleanza; esso è per un'alleanza coi contadini medi che assicuri la funzione dirigente della classe operaia, consolidi la dittatura del proletariato e faciliti l'abolizione delle classi.

«Per intesa tra classe operaia e contadini, - dice Lenin, - si può comprendere quello che si vuole. Se non si tiene presente che l'intesa, dal punto di vista della classe operaia, è ammissibile, giusta e possibile, in linea di principio, solo allorquando è un appoggio per la dittatura della classe operaia ed è una delle misure volte ad abolire le classi, se non si tiene presente questo, la formula dell'intesa della classe operaia coi contadini, rimane, evidentemente, una formula che anche tutti i nemici del potere sovietico e tutti i nemici della dittatura preconizzano nelle loro teorie» («Discorso sull'imposta in natura», Vol. XXVI p. 387 ed. russa).

E più avanti:

«Ora, - dice Lenin, - il proletariato tiene nelle sue mani il potere e lo dirige. Esso dirige i contadini. Che cosa significa dirigere i contadini? Significa, in primo luogo, orientarsi verso l'abolizione delle classi, e non verso il piccolo produttore. Se abbandonassimo questa linea radicale e fondamentale cesseremmo di essere dei socialisti e cadremmo nel campo di quei piccoli borghesi, nel campo dei socialistirivoluzionari e dei menscevichi, che sono attualmente i peggiori nemici del proletariato» («Discorso di chiusura della discussione del rapporto sull'imposta in natura», ib., pp. 399-400).

Ecco qual'è il punto di vista di Lenin circa la questione dell'alleanza con le masse fondamentali dei contadini, dell'alleanza coi contadini medi.

L'errore del gruppo Bukharin circa la questione del contadino medio è che esso non vede la duplice natura, la duplice posizione del contadino medio, che sta fra la classe operaia e i capitalisti. «Il contadino medio è una classe oscillante», diceva Lenin. Perchè? Perchè il contadino medio da un lato è un lavoratore, il che lo avvicina alla classe operaia, dall'altro lato è un proprietario, il che lo avvicina ai kulak. Di qui le oscillazioni del contadino medio. E questo è vero non solamente in teoria. Queste oscillazioni si manifestano pure nella pratica, ogni giorno, ogni ora.

«Come lavoratore, - dice Lenin, - il contadino tende verso il socialismo, preferendo la dittatura degli operai alla dittatura della borghesia. Come venditore di grano il contadino tende verso la borghesia, verso la libertà di commercio, cioè verso il passato, verso il vecchio capitalismo „abituale?, „tradizionale?» («Saluto agli operai ungheresi», Vol. XXIV, p. 314 ed. russa).

Perciò l'alleanza col contadino medio può essere solida solo se è diretta contro gli elementi capitalistici, contro il capitalismo in generale, solo se assicura la funzione dirigente della classe operaia nell'alleanza e facilita l'abolizione delle classi.

È strano che il gruppo Bukharin dimentichi delle cose così semplici e comprensibili.