In che cosa consistono i nostri disaccordi, a che cosa sono legati?
Essi sono legati, prima di tutto, agli spostamenti di classe che
avvengono, in questi ultimi tempi, nel nostro paese e nei paesi capitalistici.
Alcuni compagni pensano che i disaccordi nel nostro partito
hanno un carattere fortuito. È falso, compagni. È assolutamente falso. I
disaccordi nel nostro partito sono sorti sul terreno degli spostamenti di
classe, sul terreno di quell'inasprimento della lotta di classe, che si
produce in questi ultimi tempi e che dà luogo a una svolta nello sviluppo
della situazione. L'errore principale del gruppo Bukharin è che esso non
vede questi spostamenti e questa svolta, non li vede e non li vuol vedere.
Solo in questo modo si spiega l'incomprensione dei nuovi compiti del
partito e dell'Internazionale comunista, che costituisce il tratto
caratteristico della nuova opposizione.
Avete notato, compagni, che i dirigenti della nuova opposizione,
nei loro discorsi all'Assemblea plenaria del Comitato centrale e della
Commissione centrale di Controllo, hanno completamente eluso la
questione degli spostamenti di classe nel nostro paese, non hanno detto
una parola dell'inasprimento della lotta di classe e non hanno fatto nemmeno
la più lontana allusione al fatto che i nostri disaccordi sono legati
proprio a questo inasprimento della lotta di classe? Essi hanno parlato di
tutto, e di filosofia, e di teoria, ma non hanno detto una sola parola degli
spostamenti di classe che determinano l'orientamento e la pratica del
nostro partito nel momento attuale. Come si spiega questa stranezza?
Dimenticanza, forse? Naturalmente, no! Gli uomini politici non possono
dimenticare l'essenziale. La cosa si spiega col fatto che essi non vedono e
non capiscono i nuovi processi rivoluzionari che si compiono oggi tanto
da noi, nel nostro paese, quanto nei paesi capitalistici.
La cosa si spiega col fatto che ad essi è sfuggito l'essenziale, sono
sfuggiti gli spostamenti di classe che un uomo politico non ha il diritto di
lasciarsi sfuggire. Solo in questo modo si spiega lo smarrimento e
l'impotenza che la nuova opposizione manifesta di fronte ai nuovi
compiti del nostro partito.
Ricordate gli ultimi avvenimenti nel nostro partito. Ricordate le
parole d'ordine date dal partito, negli ultimi tempi, in relazione coi nuovi
spostamenti di classe nel nostro paese. Mi riferisco a parole d'ordine
come quella dell'autocritica, dell'accentuazione della lotta contro la
burocrazia e dell'epurazione dell'apparato sovietico, come quella della
formazione di nuovi quadri pel lavoro economico e di specialisti rossi,
dell'intensificazione del movimento dei colcos e dei sovcos, dell'offensiva
contro il kulak, della riduzione del costo di produzione e di un radicale
miglioramento della pratica del lavoro sindacale, dell'epurazione del
partito, ecc. Ad alcuni compagni queste parole d'ordine sono parse
stupefacenti e vertiginose. Invece è chiaro che queste parole d'ordine
sono le più attuali e le più necessarie al partito in questo momento.
I disaccordi sono incominciati allorché, in relazione col processo di
Sciakhti, abbiamo posto in modo nuovo la questione dei nuovi quadri pel
lavoro economico, il problema della preparazione di specialisti rossi
provenienti dalla classe operaia, per sostituire i vecchi specialisti. Che
cosa ci ha rivelato il processo di Sciakhti? Ci ha rivelato che la borghesia
è ancora lungi dall'essere finita, che essa organizza e continuerà a
organizzare il sabotaggio della nostra edificazione economica, che le
nostre organizzazioni economiche, sindacali e in parte anche di partito
non hanno visto il lavoro sotterraneo dei nostri nemici di classe, che è
quindi necessario consolidare e migliorare con tutte le forze e con tutti i
mezzi le nostre organizzazioni, rendendo più acuta e più intensa la loro
vigilanza di classe.
Si è quindi posta in modo acuto la questione della parola d'ordine
dell'autocritica. Perchè? Perchè non si possono migliorare le nostre
organizzazioni economiche, sindacali e di partito, non si può far progredire
l'edificazione del socialismo e reprimere il sabotaggio borghese,
senza sviluppare in tutti i modi la critica e l'autocritica, senza sottoporre
al controllo delle masse il lavoro delle nostre organizzazioni. È pertanto
un fatto che il sabotaggio avveniva e continua ad avvenire non solo nelle
zone carbonifere, ma anche nella metallurgia, nell'industria di guerra, nei
trasporti, nell'industria dell'oro e del platino, ecc. ecc. Di qui la parola
d'ordine dell'autocritica.
In seguito, davanti alle difficoltà incontrate nella compera del grano
da parte dello Stato, davanti all'offensiva dei kulak contro la politica
sovietica dei prezzi, abbiamo posto in modo più acuto il problema dello
sviluppo più intenso e rapido dei colcos e dei sovcos, dell'offensiva
contro il kulak, dell'organizzazione della compera del grano facendo
pressione sugli elementi kulak agiati. Che cosa hanno dimostrato le
difficoltà incontrate nella compera del grano da parte dello Stato? Hanno
dimostrato che il kulak non dorme, che il kulak si rafforza e fa un lavoro
sotterraneo contro la politica del potere sovietico, mentre le nostre
organizzazioni di partito, sovietiche e cooperative, - in ogni caso una
parte di esse, - o non vedono il nemico oppure si adattano ad esso
invece di combatterlo.
Di qui una nuova accentuazione della parola d'ordine dell'autocritica,
della parola d'ordine del controllo e del miglioramento delle
nostre organizzazioni di partito e cooperative, e dei servizi di approvvigionamento
in generale.
In seguito, dati i nuovi compiti della ricostruzione dell'industria e
dell'agricoltura sulla base del socialismo, è sorta la parola d'ordine della
riduzione sistematica del costo di produzione, del rafforzamento della
disciplina del lavoro, dello sviluppo dell'emulazione socialista, ecc.
Questi compiti hanno imposto una revisione di tutta la pratica dei
sindacati e dell'apparato sovietico, una vivificazione radicale di queste
organizzazioni e la loro epurazione dagli elementi burocratici.
Di qui l'accentuazione della parola d'ordine della lotta contro la
burocrazia nei sindacati e nell'apparato sovietico.
Infine, la questione della parola d'ordine dell'epurazione del partito.
Sarebbe ridicolo pensare che sia possibile consolidare le nostre
organizzazioni economiche, sovietiche, sindacali e cooperative, che sia
possibile epurarle dalle scorie della burocrazia, senza aver meglio temprato
lo stesso partito. È fuori dubbio che degli elementi burocratici non
esistono soltanto nelle organizzazioni economiche, cooperative,
sindacali, sovietiche, ma anche nelle organizzazioni del partito. Se il
partito è la forza dirigente di tutte queste organizzazioni, è chiaro che
l'epurazione del partito è la condizione indispensabile, senza la quale non
possono essere vivificate e migliorate radicalmente tutte le altre
organizzazioni della classe operaia. Di qui la parola d'ordine
dell'epurazione del partito.
Sono fortuite queste parole d'ordine? No, non sono fortuite. Voi
stessi lo vedete che non sono fortuite. Esse costituiscono gli anelli necessari
di una catena indissolubile, che si chiama offensiva del socialismo
contro gli elementi del capitalismo.
Esse sono legate, innanzi tutto, al periodo di ricostruzione della
nostra industria e della nostra agricoltura sulla base del socialismo. E che
cosa è la ricostruzione dell'economia nazionale sulla base del socialismo?
È un'offensiva generale del socialismo contro gli elementi capitalistici
dell'economia nazionale. È uno dei progressi più seri della classe operaia
del nostro paese verso l'edificazione del socialismo. Ma per compiere
questa ricostruzione, bisogna innanzi tutto migliorare e rafforzare i
quadri dell'edificazione socialista, tanto quelli dell'apparato economico,
sovietico e dei sindacati, quanto quelli del partito e delle cooperative,
bisogna temprar meglio tutte le nostre organizzazioni, ripulirle dalle
scorie, elevare l'attività delle masse di milioni di operai e di contadini.
Inoltre, queste parole d'ordine sono legate alla resistenza degli
elementi capitalistici dell'economia nazionale all'offensiva del socialismo.
Non si può considerare fortuito il cosiddetto processo di Sciakhti.
Dei sabotatori come quelli di Sciakhti ce ne sono oggi in tutti i rami della
nostra industria. Molti sono stati eliminati, ma siamo ancora lontani
dall'averli eliminati tutti. Il sabotaggio da parte degli intellettuali borghesi
è una delle più pericolose forme di resistenza allo sviluppo del
socialismo. Il sabotaggio è tanto più pericoloso in quanto ha dei legami
col capitale internazionale. Il sabotaggio borghese dimostra
indiscutibilmente che gli elementi capitalistici sono ancora ben lontani
dall'aver deposto le armi, che essi raccolgono le forze per nuovi attacchi
contro il potere sovietico. Per quanto riguarda gli elementi capitalistici
nella campagna, tanto meno si può considerare fortuito l'attacco che i
kulak conducono, già da due anni, contro la politica sovietica dei prezzi.
Molti ancor oggi non riescono a spiegarsi perchè il kulak desse il grano
spontaneamente fino al 1927, e dopo il 1927 abbia cessato di farlo. Ma
non v'è in questo fatto niente di straordinario. Se prima il kulak era
ancora relativamente debole, se non aveva la possibilità di organizzare
seriamente la propria azienda, se non aveva dei capitali sufficienti per
rafforzare la propria azienda ed era quindi costretto a portare al mercato
tutto o quasi tutto l'eccedente della sua produzione granaria, oggi, dopo
una serie di buoni raccolti, essendo riuscito ad assestare la sua azienda,
essendo riuscito ad accumulare i capitali necessari, ha ottenuto la
possibilità di manovrare sul mercato, di mettere da parte il grano, questa
valuta delle valute, e preferisce portare sul mercato la carne, l'avena,
l'orzo e altri prodotti di culture secondarie. Sarebbe ridicolo sperare,
oggi, che il kulak ci dia il grano di sua volontà. Ecco dov'è la radice della
resistenza che il kulak oppone, attualmente, alla politica del potere
sovietico.
E che cosa rappresenta la resistenza degli elementi capitalistici
della città e della campagna all'offensiva del socialismo? È un nuovo
raggruppamento delle forze dei nemici di classe del proletariato, che ha
per scopo di difendere il vecchio contro il nuovo. Non è difficile capire
che queste circostanze non possono non provocare un inasprimento della
lotta di classe. Ma per spezzare la resistenza dei nemici di classe e
sgombrare la via al progredire del socialismo, bisogna, oltre a tutto il
resto, temprare meglio tutte le nostre organizzazioni, epurarle dalla
burocrazia, migliorare i loro quadri e mobilitare le masse di milioni di
operai e gli strati lavoratori della campagna contro gli elementi
capitalistici della campagna e della città.
Ecco quali sono gli spostamenti di classe sul terreno dei quali
hanno avuto origine le parole d'ordine attuali del nostro partito.
Lo stesso si deve dire degli spostamenti di classe nei paesi capitalistici.
Sarebbe ridicolo pensare che la stabilizzazione del capitalismo
non abbia subito modificazioni. Sarebbe ancor più ridicolo affermare che
la stabilizzazione si rafforzi, diventi duratura. In realtà la stabilizzazione
del capitalismo viene minata, viene scossa di mese in mese, di giorno in
giorno. L'inasprimento della lotta per i mercati e per le materie prime, la
corsa agli armamenti, l'antagonismo sempre più profondo tra l'America e
l'Inghilterra, lo sviluppo del socialismo nell'U.R.S.S., lo spostamento a
sinistra della classe operaia dei paesi capitalistici, l'ondata degli scioperi
e delle battaglie di classe nei paesi dell'Europa, lo sviluppo del
movimento rivoluzionario nelle colonie, India compresa, lo sviluppo del
comunismo in tutti i paesi del mondo, - tutti questi sono fatti che
indicano incontestabilmente che nei paesi del capitalismo vengono
sorgendo gli elementi di una nuova ondata rivoluzionaria.
Di qui la necessità d'intensificare la lotta contro la socialdemocrazia
e, prima di tutto, contro la sua ala «sinistra», in quanto sostegno
sociale del capitalismo. Di qui la necessità di intensificare nei partiti
comunisti la lotta contro gli elementi di destra, agenti dell'influenza
socialdemocratica. Di qui la necessità di intensificare la lotta contro la
tendenza alla conciliazione con la deviazione di destra, in quanto questa
tendenza è il rifugio dell'opportunismo nei partiti comunisti. Di qui la
parola d'ordine dell'epurazione dei partiti comunisti dalle tradizioni
socialdemocratiche. Di qui la cosiddetta nuova tattica del comunismo nei
sindacati. Alcuni compagni non comprendono il senso e l'importanza di
queste parole d'ordine. Ma un marxista comprenderà sempre che senza
l'applicazione di queste parole d'ordine è inconcepibile la preparazione
delle masse proletarie alle nuove battaglie di classe, è inconcepibile la
vittoria sulla socialdemocrazia, è impossibile procedere alla selezione di
veri capi del movimento comunista, capaci di condurre la classe operaia
alla lotta per l'abbattimento del capitalismo.
Ecco, compagni, quali sono gli spostamenti di classe nel nostro
paese e nei paesi del capitalismo, sulla base dei quali hanno avuto origine
le parole d'ordine attuali del nostro partito sia nel campo della sua
politica interna che nel campo dell'Internazionale comunista.
Il nostro partito vede questi spostamenti di classe. Esso comprende
l'importanza dei nuovi compiti e mobilita le forze per adempierli. Perciò
esso affronta gli avvenimenti armato di tutto punto. Perciò esso non teme
le difficoltà che gli stanno dinnanzi, essendo pronto a superarle.
La disgrazia della nuova opposizione, la disgrazia del gruppo
Bukharin, consiste nel fatto che non vede questi spostamenti di classe e
non comprende i nuovi compiti del partito. E appunto perchè non li
comprende, questo gruppo vive in uno stato di completo smarrimento, è
pronto a fuggire le difficoltà, a ritirarsi di fronte ad esse, a cedere le
posizioni.
Avete mai visto i pescatori quando li coglie la tempesta, in mezzo a
un grande fiume, come lo Jenissei? Io li ho visti più di una volta. Avviene
che un gruppo di pescatori, di fronte allo scatenarsi della tempesta,
mobiliti tutte le sue forze, rianimi tutti i suoi uomini e diriga con ardire la
barca incontro alla bufera: «Tenete duro, ragazzi, tenete stretto il timone,
tagliate le onde, ce la faremo!» Ma v'è anche un'altra specie di pescatori
che, quando sentono venire la tempesta, si perdono d'animo,
incominciano a piagnucolare e si demoralizzano l'un l'altro: «Che
disgrazia, la tempesta si avvicina, ragazzi, coricatevi sul fondo della
barca, chiudete gli occhi e se il destino vuole ci porterà alla riva» (Ilarità
generale). C'è ancora bisogno di dimostrare che la posizione e il modo
d'agire del gruppo Bukharin rassomigliano, come si rassomigliano due
gocce d'acqua, alla posizione e al modo d'agire del secondo gruppo di
pescatori, che di fronte alle difficoltà scappano in preda al panico?
Noi affermiamo che in Europa maturano le condizioni d'una nuova
ondata rivoluzionaria, che questa circostanza ci detta nuovi compiti: -
intensificare la lotta contro la deviazione di destra nei partiti comunisti ed
espellere i destri dai partiti, intensificare la lotta contro la tendenza dei
conciliatori che coprono la deviazione di destra, intensificare la lotta
contro le tradizioni socialdemocratiche nei partiti comunisti, ecc. ecc. E
Bukharin ci risponde che tutte queste sono sciocchezze, che non ci si
pongono affatto questi compiti nuovi, che in realtà si tratta solo del fatto
che la maggioranza del Comitato centrale vuol «metter nel sacco» lui,
Bukharin.
Noi affermiamo che gli spostamenti di classe nel nostro paese ci
dettano nuovi compiti, i quali esigono la riduzione sistematica del costo
di produzione e il rafforzamento della disciplina di lavoro nelle aziende,
che la realizzazione di questi compiti è impossibile senza un
cambiamento radicale di tutta la pratica dei sindacati. E Tomski ci
risponde che tutte queste sono sciocchezze, che non ci si pongono affatto
questi compiti nuovi e che in realtà si tratta solo del fatto che la
maggioranza del Comitato centrale vuole «mettere nel sacco» lui,
Tomski.
Noi affermiamo che la ricostruzione dell'economia nazionale ci
detta nuovi compiti: - intensificare la lotta contro la burocrazia nell'apparato
sovietico ed economico, epurare questo apparato dagli elementi
marci ed ostili, dai sabotatori, ecc. ecc. E Rykov ci risponde che
tutte queste sono sciocchezze, che non ci si pongono affatto questi
compiti nuovi, che in realtà si tratta solo del fatto che la maggioranza del
Comitato centrale vuole «metter nel sacco» lui, Rykov.
Non vi pare che ciò sia ridicolo, compagni? Non è chiaro che
Bukharin, Rykov e Tomski non vedono altra cosa al mondo che il loro
ombelico?
La disgrazia del gruppo Bukharin sta nel fatto che esso non vede i
nuovi spostamenti di classe e non comprende i nuovi compiti del partito.
E appunto perchè non li comprende, è costretto a trascinarsi alla coda
degli avvenimenti e a cedere di fronte alle difficoltà.
Ecco dove sono le radici delle nostre divergenze.
[continua la lettura: II Disaccordi circa le questioni dell'Internazionale comunista]