Ciu Enlai
Rapporto al X Congresso
del Partito Comunista Cinese

Presentato il 24 agosto e approvato il 28 agosto 1973.
Da
"Vento dell'Est", anno VIII, novembre 1973, pp. 15-30.


Compagni!
Il X Congresso nazionale del Partito comunista cinese si tiene nel momento in cui è stata sconfitta la cricca antipartito di Lin Piao, la linea del IX Congresso nazionale del Partito ha conquistato grandi vit­torie e la situazione sia in patria che all'estero è eccellente.

A nome del Comitato centrale, faccio questo rapporto al X Con­gresso nazionale. Gli argomenti principali sono: la linea del IX Con­gresso, la vittoria ottenuta sconfiggendo la cricca antipartito di Lin Piao, la situazione e i nostri compiti.

SULLA LINEA DEL IX CONGRESSO

Il IX Congresso del Partito si è tenuto nel momento in cui grandi vittorie erano state ottenute nella grande Rivoluzione culturale prole­taria iniziata e guidata personalmente dal presidente Mao.

Basandosi sulla teoria del marxismo-leninismo-pensiero di Mao Tse-tung sulla continuazione della rivoluzione sotto la dittatura del pro­letariato, il IX Congresso ha fatto il bilancio dell'esperienza storica e delle nuove esperienze acquisite durante la grande Rivoluzione cul­turale proletaria, ha criticato la linea revisionistica di Liu Shao-chi e riaffermato la linea e le politiche fondamentali del Partito per l'in­tero periodo storico del socialismo. Come i compagni ricorderanno, quan­do si aprì il IX Congresso, il 1° aprile 1969, il presidente Mao lanciò il grande appello: «Uniamoci per ottenere vittorie ancora più grandi». Alla I Sessione plenaria del IX Comitato centrale, il 28 aprile dello stesso anno, il presidente Mao affermò chiaramente ancora una volta: «Unia­moci per un solo scopo: consolidare la dittatura del proletariato». «Per conquistare la vittoria occorre assicurare l'unità delle larghe masse po­polari di tutto il paese sotto la direzione del proletariato». Egli inoltre predisse: «Probabilmente tra qualche anno sarà necessario attuare un'al­tra rivoluzione». I discorsi del presidente Mao e il Rapporto politico del Comitato centrale approvato al congresso formulavano una linea marxi­sta-leninista per il nostro Partito.

Come tutti sappiamo, il Rapporto politico al IX Congresso venne stilato sotto la guida personale del presidente Mao. Prima del Congresso Lin Piao aveva presentato un progetto di rapporto politico in collabo­razione con Chen Po-ta. Essi si opponevano alla continuazione della rivo­luzione sotto la dittatura del proletariato, sostenendo che il compito principale dopo il IX Congresso era di sviluppare la produzione. Si trat­tava di una versione rimaneggiata, nelle nuove condizioni, dello stesso ciarpame revisionistico che Liu Shao-chi e Chen Po-ta avevano intro­dotto di soppiatto nella risoluzione dell'VIII Congresso, in cui si pre­tendeva che la contraddizione principale nel nostro paese non era la contraddizione tra proletariato e borghesia, ma quella «tra il sistema socialista avanzato e le forze produttive arretrate della società». Natu­ralmente, questo progetto di rapporto di Lin Piao e Chen Po-ta fu re­spinto dal Comitato centrale. Lin Piao segretamente appoggiava Chen Po-ta nella aperta opposizione di questi al rapporto politico stilato sotto la guida del presidente Mao e soltanto dopo che i suoi tentativi furono frustrati, Lin Piao accettò con riluttanza la linea politica del Comitato centrale e ne lesse il rapporto politico al Congresso. Ma durante e dopo il IX Congresso, Lin Piao continuò con la cospirazione e il sabotaggio nonostante gli ammonimenti, le critiche e gli sforzi compiuti per sal­varlo da parte del presidente Mao e del Comitato centrale del Partito. Egli giunse inoltre a mettere in moto un colpo di Stato controrivoluzio­nario, che peraltro abortì, alla II Sessione plenaria del IX Comitato cen­trale nell'agosto 1970, quindi nel marzo 1971 elaborò il piano per un colpo di Stato controrivoluzionario armato intitolato «Schema di pro­getto "571"», e l'8 settembre lanciò il colpo nel forsennato tentativo di assassinare il nostro grande dirigente presidente Mao e costituire un Comitato centrale rivale. Il 13 settembre, dopo il fallimento della sua cospirazione, Lin Piao salì clandestinamente a bordo di un aereo e prese il volo verso i revisionisti sovietici, tradendo il Partito e il paese, e morì in un incidente a Undur Khan nella Repubblica popolare di Mongolia.

La sconfitta della cricca antipartito di Lin Piao è la più grande vit­toria del nostro Partito dall'epoca del IX Congresso e costituisce un pesante colpo inferto ai nemici interni ed esterni. Dopo l'incidente del 13 settembre, l'intero Partito, l'intero Esercito e le centinaia di milioni del popolo di tutte le nazionalità del nostro paese hanno seriamente discusso la questione e espresso la loro intensa indignazione proletaria nei confronti del carrierista borghese, cospiratore, doppiogiochista, rin­negato e traditore Lin Piao e dei suoi fanatici seguaci, e hanno ribadito il loro risoluto appoggio al nostro grande dirigente presidente Mao e al Comitato centrale del Partito da lui guidato. In tutto il paese è stato lan­ciato un movimento per criticare Lin Piao e rettificare lo stile di lavoro. L'intero Partito, l'intero Esercito e tutto il popolo hanno profondamente studiato il marxismo-leninismo-pensiero di Mao Tsetung, conducendo una critica rivoluzionaria di massa di Lin Piao e altri truffatori come lui, denunciando i loro crimini controrivoluzionari sul piano ideologico, politico, organizzativo, e hanno elevato la propria capacità di distinguere il marxismo genuino dal falso marxismo. Come hanno dimostrato i fatti, la cricca antipartito di Lin Piao era soltanto un piccolo gruppo che era estremamente isolato in mezzo all'intero Partito, Esercito e popolo e non era in grado di influire sulla situazione nel suo complesso. La cricca antipartito di Lin Piao non ha arrestato, né era in grado di farlo, l'impe­tuoso fluire della rivoluzione del popolo cinese. Al contrario, ha ulterior­mente sollevato tutto il Partito, l'Esercito e il popolo ad «unirsi per con­quistare vittorie ancora più grandi».

Grazie al movimento per criticare Lin Piao e rettificare lo stile di lavoro, la linea del IX Congresso è più che mai radicata tra il popolo. La linea del IX Congresso e le politiche proletarie del Partito sono state attuate meglio che in passato. In tutti i campi della sovrastruttura sono stati ottenuti nuovi successi nella lotta-critica-trasformazione. Lo stile di lavoro consistente nel ricercare la verità dai fatti seguendo la linea di massa e la gloriosa tradizione di modestia, prudenza e duro la­voro, che per un certo periodo erano stati danneggiati da Lin Piao, si sono sviluppati ulteriormente. L'Esercito popolare cinese di Liberazione che si è conquistato nuovi meriti nella grande Rivoluzione culturale pro­letaria, ha dato nuovi contributi nel rafforzare i preparativi contro la guerra e nel prendere parte alla rivoluzione e alla costruzione insieme con il popolo. La grande unità rivoluzionaria del popolo di tutte le nazio­nalità, guidata dal proletariato e basata sull'alleanza operai-contadini, è più forte che mai. Essendosi liberato del vecchio e avendo assorbito il nuovo, il nostro Partito, con 28 milioni di membri, è ora una ancor più vigorosa avanguardia del proletariato.

Spronato dal movimento per criticare Lin Piao e rettificare lo stile di lavoro, il popolo del nostro paese ha reso vano il sabotaggio della cricca antipartito di Lin Piao, ha superato seri disastri naturali e con­seguito nuove vittorie nella costruzione socialista. L'industria, l'agricol­tura, le comunicazioni, i trasporti, le finanze e il commercio del nostro paese vanno bene. Non abbiamo debiti né esterni né interni. I prezzi sono stabili e il mercato è florido. Si sono conseguiti nuovi successi nel campo della cultura, dell'istruzione, della sanità, della scienza e della tecnica.

Sul piano internazionale, il nostro Partito e Governo hanno fermamente attuato la politica estera stabilita dal IX Congresso. Sono state ulteriormente rafforzate la nostra amicizia rivoluzionaria con paesi socia­listi fratelli e con i partiti e le organizzazioni autenticamente marxisti-leninisti di vari paesi e la nostra cooperazione con paesi amici. Il nostro paese ha stabilito relazioni diplomatiche con un crescente numero di paesi sulla base dei cinque princìpi della coesistenza pacifica. E' stata restaurata la legittima posizione del nostro paese alle Nazioni Unite. La politica di isolare la Cina ha fatto bancarotta: in una certa misura sono migliorate le relazioni tra la Cina e gli Stati Uniti. La Cina e il Giappone hanno normalizzato le loro relazioni. I contatti amichevoli tra il nostro popolo e i popoli di vari paesi sono più estesi che mai: ci aiutiamo e appoggiamo a vicenda, spingendo la situazione mondiale a continuare a svilupparsi nella direzione favorevole ai popoli di tutti i paesi.

La pratica rivoluzionaria dopo il IX Congresso, e principalmente la pratica della lotta contro la cricca antipartito di Lin Piao, hanno dimo­strato che le linee politica e organizzativa del IX Congresso sono cor­rette e la direzione del Comitato centrale del Partito con alla testa il presidente Mao è corretta.

LA VITTORIA OTTENUTA
SCONFIGGENDO LA CRICCA ANTIPARTITO DI LIN-PIAO

Lo svolgimento della lotta per sconfiggere la cricca antipartito di Lin Piao e i crimini della cricca sono già noti a tutto il Partito, l'Esercito e il popolo. Pertanto, non c'è bisogno qui di dilungarci oltre.

Il marxismo-leninismo insegna che la lotta interna al partito è il riflesso nel partito della lotta di classe nella società. Dopo la sconfitta della cricca rinnegata di Liu Shao-chi si è fatta avanti la cricca antipar­tito di Lin Piao per continuare la prova di forza con il proletariato. Ciò è appunto una chiara manifestazione dell'acuta lotta di classe in patria e all'estero.

Già il 13 gennaio 1967, quando la grande Rivoluzione culturale pro­letaria era in pieno svolgimento, Breznev, il capo della cricca rinnegata revisionista sovietica, attaccava freneticamente la grande Rivoluzione culturale nel suo discorso a un raduno di massa nella regione di Gorky e dichiarava apertamente di stare dalla parte della cricca rinnegata di Liu Shao-chi. dicendo che la caduta di questa cricca era «una grossa tragedia per tutti i veri comunisti in Cina, ai quali esprimiamo la nostra profonda simpatia». Allo stesso tempo, Breznev annunciava pubblica­mente che occorreva sovvertire la direzione del Partito comunista cinese, e proclamava di «lottare... per riportarla sulla via dell'internazionali­smo» («Pravda», 14 gennaio 1967). Nel marzo 1967 un altro capo del revisionismo sovietico anche più sfacciatamente diceva in comizi tenuti a Mosca che «prima o poi le forze sane esprimenti i veri interessi della Cina diranno la parola decisiva», «e faranno trionfare le idee marxi-ste-leniniste nel loro grande paese» («Pravda», 4 e 10 marzo 1967). Quelle che essi chiamavano «forze sane» non sono altro che le forze decadenti che rappresentano gli interessi del socialimperialismo e di tutte le classi sfruttatrici; «la parola decisiva» non è altro che l'usurpa­zione del potere supremo del Partito e dello Stato; la «vittoria delle idee» non è altro che il dominio in Cina del falso marxismo-leninismo, ossia dell'autentico revisionismo; e la «via dell'internazionalismo» non è altro che la via per ridurre la Cina a una colonia del social­imperialismo revisionista sovietico. La cricca rinnegata di Breznev ha impetuosamente espresso il desiderio comune dei reazionari, svelando così la natura di estrema destra della cricca antipartito di Lin Piao.

Lin Piao e il suo pugno di fanatici seguaci erano una cricca cospi­rativa controrivoluzionaria «che non si mostravano mai senza una copia delle "Citazioni" in mano e mai aprivano la bocca senza gridare "viva viva", dicendo parole di elogio davanti per poi pugnalare alle spalle». L'essenza della loro linea revisionista controrivoluzionaria e il loro cri­minale scopo nell'organizzare un colpo di Stato armato controrivoluzio­nario consistevano nell'usurpare il potere supremo del Partito e dello Stato, tradire fino in fondo la linea del IX Congresso, cambiare radical­mente la linea e le politiche fondamentali definite dal Partito per tutto il periodo storico del socialismo, trasformare il Partito comunista cinese marxista-leninista in un partito revisionista, fascista, sovvertire la ditta­tura del proletariato e restaurare il capitalismo. All'interno della Cina, essi volevano reinstallare le classi dei proprietari terrieri e della borghe­sia, che il nostro Partito, Esercito e popolo avevano rovesciato sotto la guida del presidente Mao, e instaurare una dittatura feudale-compra-dora-fascista. Sul piano internazionale, volevano capitolare di fronte al socialimperialismo revisionista sovietico e allearsi con l'imperiali­smo, il revisionismo e la reazione per opporsi alla Cina, al comunismo e alla rivoluzione.

Lin Piao, questo carrierista borghese, cospiratore e doppiogiochista, era impegnato in macchinazioni all'interno del nostro Partito non da un decennio soltanto ma da parecchi decenni. Da parte sua esisteva un processo di sviluppo e di autosmascheramento e da parte nostra esisteva un processo di imparare a conoscerlo. Nel «Manifesto del Partito comu­nista» Marx e Engels hano detto: «Tutti i passati movimenti storici sono stati movimenti di minoranza, o nell'interesse di minoranze. Il mo­vimento proletario è il movimento autonomo dell'immensa maggioranza, nell'interesse dell'immensa maggioranza». Il presidente Mao ha fatto del «lavorare per gli interessi della vasta maggioranza del popolo della Cina e del mondo» uno dei principali requisiti per i successori della causa della rivoluzione proletaria, e ciò è stato scritto nello Statuto del nostro Partito. Costruire un partito per gli interessi della vasta maggioranza o per gli interessi della minoranza? Questa è la linea di demarcazione tra un partito politico proletario e uno borghese e la pietra di paragone per distinguere i veri comunisti da quelli falsi. Lin Piao è entrato nel Partito comunista nei primi tempi della Rivoluzione di nuova democrazia della Cina. Persino allora era pessimista circa il futuro della rivoluzione cinese. Subito dopo la riunione di Kutien (di­cembre 1929 - n.d.t.), il presidente Mao scrisse una lunga lettera a Lin Piao, «Una scintilla può dar fuoco a una prateria», cercando seriamente e pazientemente di educarlo. Ma, come più tardi hanno dimostrato i fatti, la concezione del mondo borghese e idealistica di Lin Piao non ne risultò affatto riplasmata. Negli importanti frangenti della rivoluzione egli commise invariabilmente errori di opportunismo di destra e inva­riabilmente ricorse al doppiogioco, assumendo un falso atteggiamento per ingannare il Partito e il popolo. Quindi, con l'ulteriore sviluppo della rivoluzione cinese e specialmente quando essa diventò di natura socia­lista e divenne sempre più risoluta, mirando al completo rovesciamento della borghesia e di tutte le altre classi sfruttatrici, allo stabilimento della dittatura del proletariato in luogo della dittatura della borghesia e al trionfo del socialismo sul capitalismo, Lin Piao e i suoi simili responsabili del Partito che seguivano la via capitalista negli interessi di una minoranza, più era elevata la carica che ricoprivano e più si facevano ambiziosi, sopravalutavano le proprie forze sottovalutando quelle del popolo, e non potendo più stare nascosti, sono entrati in campo per misurarsi in una prova di forza con il proletariato. Quando, sotto il bastone di comando del revisionismo sovietico, tentò di dire la sua «parola decisiva» al fine di servire i bisogni dei nemici di classe interni ed esterni, il suo smascheramento e la sua bancarotta divennero completi.

Engels disse giustamente: «Lo sviluppo del proletariato procede dappertutto in mezzo a lotte interne... E quando, come Marx e me stesso, si è combattuto più duramente per tutta la vita contro i sedicenti socia­listi che contro chiunque altro (poiché noi consideriamo la borghesia come una classe e non ci siamo quasi mai impegnati in conflitti con sin­goli borghesi), non ci si può rammaricare troppo che l'inevitabile lotta sia scoppiata...» (lettera di Frederick Engels a August Bebel, 28 otto­bre 1882).

Compagni!
Negli ultimi cinquanta anni il nostro Partito è passato attraverso dieci lotte principali tra le due linee. Il crollo della cricca antipartito di Lin Piao non significa la fine della lotta tra le due linee all'interno del Partito. Tutti i nemici interni e esterni sanno bene che la via più facile per catturare una fortezza è dall'interno. E' molto più conveniente peri proprietari terrieri e i capitalisti dare ai seguaci della via capitalistica al potere che si sono infiltrati nel Partito l'incarico di sovvertire la dit­tatura del pr oletariato, che farsi avanti essi stessi: ciò vale specialmente quando i proprietari terrieri e i capitalisti sono ormai universalmente detestati nella società. In futuro, anche dopo che saranno scomparse le classi, esisteranno ancora contraddizioni tra la sovrastruttura e la base economica e tra i rapporti di produzione e le forze produttive. E ci sa­ranno ancora lotte tra le due linee che riflettono queste contraddizioni, lotte tra ciò che è avanzato e ciò che è arretrato, tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Inoltre, la società socialista copre un periodo storico considerevolmente lungo. Per tutto questo periodo storico esistono le classi, le contraddizioni di classe e la lotta di classe, esiste la lotta tra la via socialista e la via capitalistica, esiste il pericolo della restaurazione capitalistica e esiste la minaccia di sovversione e di aggressione da parte dell'imperialismo e del socialimperialismo. Per molto tempo ancora nel futuro esisteranno lotte tra le due linee all'interno del Partito, come riflesso di queste contraddizioni, e tali lotte si verificheranno dieci, venti o trenta volte. Appariranno ancora altri Lin Piao e persone come Wang Ming, Liu Shao-chi, Peng Teh-huai e Kao Kang. Si tratta di qualcosa che non dipende dalla volontà dell'uomo. Pertanto, tutti i compagni nel nostro Partito devono essere mentalmente ben preparati per le lotte dei lunghi anni che verranno e essere in grado di fare il miglior uso della situazione e guidare il proletariato alla vittoria di questa lotta, per quan­to il nemico di classe possa cambiare le sue tattiche.

Il presidente Mao c'insegna che «avere una linea ideologica e poli­tica corretta o sbagliata decide di tutto». Se la linea non è corretta, è inevitabile la sconfitta, anche se si ha il controllo della direzione cen­trale, locale e dell'esercito. Se la linea è corretta, anche se dapprima non si ha neanche un soldato, si avranno soldati, e anche se non si ha potere politico, si otterrà potere politico. Ciò è dimostrato dall'esperienza storica del nostro Partito e da quella del movimento comunista internazio­nale sin dai tempi di Marx. Lin Piao voleva «avere tutto sotto il suo comando e tutto a sua disposizione», ma ha finito per non avere niente sotto il suo comando e niente a sua disposizione. Il punto cruciale della questione è la linea. Questa è una verità inconfutabile.

Il presidente Mao ha elaborato per il nostro Partito la linea e le politiche fondamentali per l'intero periodo storico del socialismo e anche linee e politiche specifiche per lavoro specifico. Dobbiamo attribuire importanza non solo alle linee e politiche del Partito per il lavoro spe­cifico ma, particolarmente, alla sua linea e politica fondamentali. Questa è la garanzia fondamentale di vittorie più grandi per il nostro Partito.

Avendo fatto il bilancio dell'esperienza accumulata nelle dieci lotte tra le due linee all'interno del Partito e particolarmente dell'esperienza acquisita nella lotta per sconfiggere la cricca antipartito di Lin Piao, il presidente Mao ha lanciato un appello a tutto il Partito: «Praticare il marxismo e non il revisionismo; unirsi e non dividersi; essere aperti e leali e non intrigare e cospirare». Egli ha in tal modo avanzato il criterio per distinguere la linea giusta dalla linea errata e fornito i tre princìpi fondamentali che ogni membro del Partito deve osservare. Ognuno dei nostri compagni deve tenere fermamente a mente questi tre princìpi, applicarli e condurre energicamente e correttamente la lotta tra le due linee all'interno del Partito.

Il presidente Mao ci ha costantemente insegnato: E' indispensabile notare che una tendenza ne copre un'altra. L'opposizione di destra di Chen Tu-hsiu che sosteneva «solo unione, niente lotta» copriva l'op­portunismo di «sinistra» di Wang Ming che sosteneva «solo lotta, niente unione». La rettifica della deviazione di «sinistra» di Wang Ming copriva la deviazione di destra di Wang Ming. La lotta contro il revi­sionismo di Liu Shao-chi copriva il revisionismo di Lin Piao. Si sono avuti molti esempi nel passato in cui una tendenza ne copriva un'altra e quando arrivava un'ondata, la maggioranza la seguiva, mentre solo pochi la contrastavano. Oggi, sia nelle lotte internazionali che in quelle interne, possono verificarsi tendenze simili a quelle del passato, cioè, quando c'era un'alleanza con la borghesia, venivano dimenticate le lotte necessarie, e quando c'era una rottura con la borghesia, veniva dimenticata la possibilità di un'alleanza a determinate condizioni. Da noi si richiede che facciamo del nostro meglio per discernere e rettificare in tempo tali tendenze. E quando una tendenza sbagliata avanza verso di noi come una marea crescente, non dobbiamo temere l'isolamento ma dobbiamo osare andare controcorrente e affrontarla. Il presidente Mao afferma: «Andare controcorrente è un principio marxista-leninista». Nell'andare controcorrente e attenersi alla linea corretta nelle dieci lotte tra le due linee all'interno del Partito, il presidente Mao costituisce il nostro esempio ed è il nostro maestro. Ognuno dei nostri compagni deve prendere esempio dal presidente Mao e attenersi a questo principio.

Sotto la guida della linea corretta rappresentata dal presidente Mao, il grande, glorioso e giusto Partito comunista cinese ha avuto lunghe prove di forza con i nemici di classe, sia all'interno che all'esterno del Partito, in patria e all'estero, armati e disarmati, scoperti e nascosti. Il nostro Partito non è stato diviso né sconfitto. Al contrario, la linea marxista-leninista del presidente Mao si è ulteriormente sviluppata e il nostro Partito è diventato ancora più forte. L'esperienza storica ci rende convinti che «questo nostro Partito ha un futuro luminoso». Proprio come ha previsto il presidente Mao nel 1966: «Se la destra inscena un colpo di Stato anticomunista in Cina, sono certo che anch'essa non avrà pace e il suo dominio sarà molto probabilmente di breve durata, perché non sarà tollerato dai rivoluzionari che rappresentano gli interessi del popolo che costituisce il 90 per cento della popolazione». Nella misura in cui l'intero nostro Partito tiene a mente l'esperienza storica, e so­stiene la linea corretta del presidente Mao, tutti i piani di restaurazione della borghesia sono destinati al fallimento. Per quante altre lotte prin­cipali tra le due linee si possano avere, le leggi della storia non cambie-ranno, e la rivoluzione in Cina e nel mondo alla fine trionferà.

LA SITUAZIONE E I NOSTRI COMPITI

Il presidente Mao ci ha spesso insegnato: noi siamo ancora nell'era dell'imperialismo e della rivoluzione proletaria. Sulla base del principio fondamentale del marxismo, Lenin fece un'analisi scientifica dell'impe­rialismo e dette la definizione: «Imperialismo, fase suprema del capita­lismo». Lenin pose in risalto che l'imperialismo è capitalismo monopo­listico, parassitario o capitalismo decadente, moribondo. Egli disse anche che l'imperialismo intensifica tutte le contraddizioni del capita­lismo fino all'estremo. Egli pertanto concluse che «l'imperialismo è la vigilia della rivoluzione sociale del proletariato», e avanzò le teorie e le tattiche della rivoluzione proletaria nell'era dell'imperialismo. Stalin disse: «Il leninismo è il marxismo dell'era dell'imperialismo e della rivo­luzione proletaria». Ciò è completamente corretto. Dopo la morte di Lenin, la situazione mondiale ha subito grandi cambiamento. Ma l'era non è cambiata. I princìpi fondamentali del leninismo non sono supe­rati: essi rimangono la base teorica che guida oggi il nostro pensiero.

L'attuale situazione internazionale è caratterizzata da grandi scon­volgimenti. «Il vento che soffia attraverso la torre annuncia l'arrivo di un temporale dalle montagne». Ciò descrive in modo calzante come ap­paiono oggi le contraddizioni fondamentali del mondo, quali sono state analizzate da Lenin. La distensione è un fenomeno temporaneo e super­ficiale, mentre i grandi sconvolgimenti continueranno. Tali grandi scon­volgimenti sono una cosa buona per il popolo, non una cosa cattiva. Essi creano confusione e divisione tra i nemici, mentre risvegliano e tem­prano il popolo, aiutando la situazione internazionale a svilupparsi in una direzione favorevole ai popoli e sfavorevole all'imperialismo, al revisionismo moderno e a tutta la reazione.

Il risveglio e lo sviluppo del Terzo mondo sono un avvenimento im­portante nei rapporti internazionali contemporanei. Il Terzo mondo ha rafforzato la sua unità nella lotta contro la politica di egemonia e la poli­tica di potenza delle superpotenze e sta svolgendo un ruolo sempre più importante negli affari internazionali. Le grandi vittorie ottenute dai po­poli del Vietnam, del Laos e della Cambogia nella guerra di resistenza contro l'aggressore statunitense e per la salvezza nazionale hanno forte­mente incoraggiato i popoli di tutto il mondo nelle loro lotte rivolu­zionarie contro l'imperialismo e il colonialismo. Nella lotta del popolo coreano per la riunificazione indipendente e pacifica della sua patria si è creata una nuova situazione. Le lotte del popolo palestinese e di altri popoli arabi contro l'aggressione del sionismo israeliano, le lotte dei popoli africani contro il colonialismo e la discriminazione razziale e le lotte dei popoli latino-americani per mantenere a 200 miglia marine le acque territoriali o per le zone economiche, sono tutte in continuo pro­gresso. Le lotte dei popoli dell'Asia, Africa e America Latina per conqui­stare e difendere l'indipendenza nazionale e salvaguardare la sovranità dello Stato e le risorse nazionali si sono ulteriormente approfondite e ampliate. Le giuste lotte del Terzo mondo così come quelle dei popoli dell'Europa, dell'America del nord e dell'Oceania si appoggiano e inco­raggiano a vicenda. I paesi vogliono l'indipendenza, le nazioni vogliono la liberazione, e i popoli vogliono la rivoluzione: questa è diventata una tendenza storica irresistibile.

Lenin ha detto che «una caratteristica essenziale dell'imperialismo è la rivalità tra varie grandi potenze nel cercare l'egemonia». Oggi sono principalmente le due superpotenze nucleari - gli USA e l'URSS - che si contendono l'egemonia. Mentre predicano il disarmo, in realtà accre­scono ogni giorno i loro armamenti. Il loro scopo è di contendersi l'ege­monia mondiale. Esse sono in conflitto e al tempo stesso collaborano. La loro collusione serve lo scopo di una più intensa contesa. La contesa è assoluta e a lunga scadenza, mentre la collusione è relativa e tempo­ranea. La dichiarazione di quest'anno come «L'anno dell'Europa» e la convocazione della Conferenza per la sicurezza europea indicano che strategicamente il punto chiave della loro contesa è l'Europa. L'Occi­dente cerca sempre di spingere i revisionisti sovietici verso l'Est, per orientare il pericolo verso la Cina, e tutto andrebbe bene se all'Ovest non ci fosse niente di nuovo.

La Cina è un buon pezzo di carne desiderato da tutti, ma è anche molto duro, e per molti anni nessuno è stato capace di affondarvi i denti. E ora che Lin Piao, la «superspia», è caduto, è ancora più diffi­cile. Attualmente, i revisionisti sovietici stanno «facendo una finta al­l'Est mentre attaccano nell'Ovest», e stanno intensificando la loro con­tesa in Europa e la loro espansione nel Mediterraneo, nell'Oceano In­diano e dovunque possano mettere le mani. La contesa americano-sovie­tica per l'egemonia è la causa della mancanza di tranquillità nel mondo. Essa non può essere nascosta da alcuna falsa apparenza da loro creata ed è già percepita da un crescente numero di popoli e di paesi. Il Terzo mondo le ha opposto forte resistenza mentre è stata causa di risenti­mento da parte del Giappone e di Paesi dell'Europa occidentale. Piene di difficoltà sul piano interno e sul piano internazionale, le due super­potenze - gli USA e l'URSS - trovano sempre più difficile andare avanti. Come dice la poesia, «I fiori appassiscono, per quanto uno fac­cia»: questo verso spiega bene la situazione in cui si trovano le due superpotenze. Ciò è stato ulteriormente dimostrato dalle conversazioni americano-sovietiche del giugno scorso e dal susseguente corso de­gli eventi.

«Il popolo, soltanto il popolo è la forza motrice che crea la storia del mondo». Le ambizioni delle due superpotenze - gli USA e l'URSS - sono una cosa, ma poterle realizzare è tutta un'altra cosa. Esse vogliono divorare la Cina, ma trovano che è troppo dura persino da addentare. Anche l'Europa e il Giappone sono troppo duri da addentare, per non parlare del vasto Terzo mondo. Il declino dell'imperialismo statunitense è cominciato dopo la sua disfatta nella guerra di aggressione contro la Corea. Esso ha apertamente ammesso che è sempre più in declino. Non ha potuto fare a meno di ritirarsi dal Vietnam. Nel corso degli ultimi venti anni, la cricca dominante revisionista sovietica, da Kruscev a Breznev, ha fatto degenerare un Paese socialista in un Paese socialimpe-rialista. All'interno essa ha restaurato il capitalismo, ha imposto una dittatura fascista e reso schiavo il popolo di tutte le nazionalità, appro­fondendo in tal modo le contraddizioni politiche e economiche così come quelle tra le nazionalità. All'estero, ha invaso e occupato la Cecoslovac­chia, ha ammassato le sue truppe lungo il confine cinese, ha inviato truppe nella Repubblica popolare di Mongolia, ha appoggiato la cricca traditrice di Lon Nol, ha represso la ribellione degli operai polacchi, si è ingerita negli affari dell'Egitto, causando l'espulsione degli esperti so­vietici, ha smembrato il Pakistan e intrapreso attività sovversive in molti paesi dell'Asia e dell'Africa. Questa serie di fatti ha profondamente sma­scherato le sue abiette fattezze di nuovi zar e la sua natura reazionaria, vale a dire: «Socialismo a parole, imperialismo nei fatti». Ma più sono le cose cattive e vergognose che fa, più si avvicina il momento in cui il revisionismo sovietico sarà relegato nel museo della storia dal popolo dell'Unione Sovietica e dai popoli del resto del mondo.

Recentemente, la cricca rinnegata di Breznev ha detto un sacco di sciocchezze sui rapporti cino-sovietici. Essa sostiene che la Cina è contro la distensione nel mondo e non vuole migliorare le relazioni cino-sovie-tiche, ecc. Queste parole sono rivolte al popolo sovietico e ai popoli di altri paesi nel vano tentativo di alienare i loro sentimenti amichevoli verso il popolo cinese e di nascondere il vero volto dei nuovi zar. Ma queste sciocchezze sono dirette soprattutto ai capitalisti monopolistici nella speranza di ottenere maggiori compensi per i servigi resi nell'op-porsi alla Cina e al comunismo. Questo era un vecchio trucco di Hitler, ma Breznev vi ricorre in maniera più maldestra. Se siete così ansiosi per la distensione mondiale, perché non dimostrate la vostra buona fede facendo una o due cose - per esempio, ritirando le vostre forze armate dalla Cecoslovacchia e dalla Repubblica popolare di Mongolia, o resti­tuendo le quattro isole settentrionali al Giappone? La Cina non ha occu­pato il territorio di alcun paese straniero. Forse che la Cina dovrebbe dare ai revisionisti sovietici tutto il suo territorio a nord della Grande muraglia al fine di dimostrare che è favorevole alla distensione mondiale e che vuole migliorare le relazioni cino-sovietiche? Il popolo cinese non si fa ingannare né intimorire. Le controversie cino-sovietiche sulle que­stioni di principio non devono ostacolare la normalizzazione delle rela­zioni tra i due Stati sulla base dei cinque principi della coesistenza pacifica. La questione del confine cino-sovietico deve essere risolta pacificamente mediante negoziati liberi da ogni minaccia. «Noi non attaccheremo se non saremo attaccati; se siamo attaccati, certamente contrattaccheremo»: questo è il nostro costante principio. E sappiamo che cosa diciamo.

Noi dobbiamo qui porre in risalto che i necessari compromessi tra paesi rivoluzionari e paesi imperialistici devono essere distinti dalla collusione e dal compromesso tra il revisionismo sovietico e l'imperia­lismo statunitense. Lenin ha detto bene: «Esistono compromessi e compromessi. Si deve essere in grado di analizzare la situazione e le con­dizioni concrete di ciascun compromesso, o di ciascuna varietà di com­promessi. Si deve imparare a distinguere tra un uomo che dà ai ban­diti danaro e armi al fine di alleviare il danno che essi possono fare e facilitare la loro cattura e la loro esecuzione capitale, e un uomo che dà ai banditi danaro e armi per partecipare alla spartizione del bottino». («L'estremismo, malattia infantile del comunismo».) Il trattato di Brest-Litovsk concluso da Lenin con l'imperialismo tedesco rientra nella prima categoria: le azioni di Krusciov e Breznev, entrambi traditori di Lenin, rientrano nella seconda.

Lenin ha posto ripetutamente in risalto che l'imperialismo signifi­ca aggressione e guerra. Il presidente Mao, nella sua dichiarazione del 20 maggio 1970 ha messo in evidenza: «Il pericolo di una nuova guerra mondiale esiste ancora, e i popoli di tutti i paesi devono prepararsi. Ma oggi nel mondo la tendenza principale è la rivoluzione». Sarà possibile impedire la guerra, nella misura in cui i popoli, che sempre più si risve­gliano, afferrano chiaramente l'orientamento, accrescono la loro vigilan­za, rafforzano l'unità e perseverano nella lotta. Se gli imperialisti voles­sero nonostante tutto scatenare la guerra, essa inevitabilmente produrrà più grandi rivoluzioni su scala mondiale che affretteranno la loro fine.

Nell'eccellente situazione che prevale attualmente in patria e al­l'estero è della massima importanza per noi gestire bene gli affari della Cina. Pertanto, sul fronte internazionale, il nostro Partito deve attenersi all'internazionalismo proletario e alla sua politica conseguente, raffor­zare ulteriormente la nostra unità con il proletariato e i popoli e le na­zioni oppressi di tutto il mondo e con tutti i paesi soggetti all'aggres­sione, alla sovversione, all'intervento, al controllo e alla vessazione del­l'imperialismo e formare il più vasto fronte unito contro l'imperialismo, il colonialismo e il neocolonialismo, e in particolare contro la politica di egemonia delle due superpotenze - gli USA e l'URSS. Dobbiamo unirci con tutti i partiti e le organizzazioni autenticamente marxisti-leninisti del mondo, e portare la lotta contro il revisionismo moderno fino in fondo. Sul fronte interno, dobbiamo seguire la linea e le politiche fonda­mentali, perseverare nel continuare la rivoluzione sotto la dittatura del proletariato, unire tutte le forze che possono essere unite e lavorare duro per costruire il nostro paese facendone uno Stato socialista possente, al fine di dare un più grande contributo all'umanità.

Dobbiamo attenerci all'insegnamento del presidente Mao: «Essere preparati contro la guerra, essere preparati contro le calamità naturali, e fare tutto per il popolo». E dobbiamo «scavare gallerie profonde, im­magazzinare cereali dappertutto, e mai ricercare l'egemonia», mantenere alta la vigilanza e essere completamente preparati contro qualsiasi guerra di aggressione che l'imperialismo possa lanciare, e particolarmente con­tro gli attacchi di sorpresa al nostro paese da parte del socialimperialismo revisionista sovietico. L'eroico Esercito popolare di liberazione e le vaste masse della milizia popolare siano pronti in ogni momento a spaz­zare via qualsiasi nemico che tenti un'invasione.

La provincia di Taiwan è sacro territorio della nostra patria, e il popolo di Taiwan è nostro consanguineo. Noi ci preoccupiamo infinita­mente dei nostri compatrioti di Taiwan, che amano e desiderano la patria. I nostri compatrioti di Taiwan potranno avere un futuro luminoso sol­tanto ritornando in seno alla patria. Taiwan deve essere liberata. La nostra grande patria deve essere unificata. Questa è la comune aspira­zione e il sacro dovere del popolo di tutte le nazionalità del nostro paese, compresi i nostri compatrioti di Taiwan. Adoperiamoci insieme per raggiungere questo obiettivo.

Compagni!
Dobbiamo renderci conto che sebbene abbiamo conseguito grandi successi nella rivoluzione socialista e nella costruzione socialista, siamo sempre indietro rispetto alle necessità della situazione oggettiva. Ab­biamo ancora di fronte compiti molto gravi nella nostra rivoluzione socialista. I compiti di lotta-critica-trasformazione della grande Rivolu­zione culturale proletaria devono essere portati a termine in maniera risoluta su tutti i fronti. Sono necessari maggiori sforzi per superare i difetti, gli errori e certe tendenze malsane nel nostro lavoro. Tutto il nostro Partito deve approfittare dell'attuale situazione favorevole per consolidare e portare avanti le realizzazioni della grande Rivoluzione culturale proletaria e lavorare bene in tutti i campi.

Prima di tutto, dobbiamo continuare a far bene il lavoro di criticare Lin Piao e rettificare lo stile di lavoro. Dobbiamo fare pieno uso di quell'insegnante in senso negativo che è la cricca antipartito di Lin Piao, per educare l'intero Partito, Esercito e popolo di tutte le nazionalità del nostro paese nella lotta di classe e nella lotta tra le due linee, e criticare il revisionismo e la concezione borghese del mondo, affinché le masse siano in grado di assimilare l'esperienza storica delle dieci lotte tra le due linee nel nostro Partito, acquisire una più profonda comprensione delle caratteristiche e delle leggi della lotta di classe e della lotta tra le due linee nel periodo della rivoluzione socialista nel nostro paese e elevare la loro capacità di distinguere il marxismo autentico da quello falso.

Tutti i membri del Partito devono studiare coscienziosamente le opere di Marx, Engels, Lenin e Stalin e del presidente Mao, attenersi al materialismo dialettico e al materialismo storico, combattere l'idea­lismo e la metafisica e riplasmare la propria concezione del mondo. I quadri a livello superiore in particolare, devono compiere sforzi più grandi per «leggere e studiare coscienziosamente e avere una buona conoscenza del marxismo», fare del loro meglio per impadronirsi delle teorie fondamentali del marxismo, conoscere la storia delle lotte del marxismo contro il revisionismo vecchio e nuovo e l'opportunismo di ogni genere, e capire come il presidente Mao abbia ereditato, difeso e sviluppato il marxismo-leninismo nel processo d'integrazione della verità universale del marxismo-leninismo con la pratica concreta della rivolu­zione. Noi speriamo che mediante prolungati sforzi «le larghe masse dei nostri quadri e del popolo saranno in grado di armarsi delle teorie fon­damentali del marxismo».

Dobbiamo attribuire importanza alla lotta di classe nella sovrastrut­tura, compresi i diversi campi della cultura, trasformare tutte le parti della sovrastruttura che non sono conformi alla base economica. Dob­biamo trattare correttamente i due differenti tipi di contraddizioni. Dob­biamo continuare ad applicare con zelo tutte le linee politiche proletarie del presidente Mao. Dobbiamo continuare ad attuare bene la rivolu­zione nella letteratura e nell'arte, nell'insegnamento e nella sanità, il lavoro per quanto riguarda i giovani intellettuali che si recano nelle zone montane e in altre zone rurali, gestire bene le scuole per qua­dri «7 maggio» e appoggiare tutte le cose nuove che emergono nel socialismo.

Economicamente, il nostro è un paese ancora povero e in via di sviluppo. Noi dobbiamo risolutamente attuare la linea generale di ado­perarsi a fondo, mirare alto e conseguire risultati maggiori, più rapidi, migliori e più economici nel costruire il socialismo, tenere in pugno la rivoluzione e promuovere la produzione. Dobbiamo continuare ad appli­care il principio di «prendere l'agricoltura come fondamento e l'indu­stria come fattore guida» e la serie di linee politiche consistenti nel camminare sulle due gambe e costruire il nostro paese secondo i criteri di indipendenza e autonomia e contare sulle proprie forze, con lotta dura, diligenza e frugalità. Marx ha posto in rilievo che «la mag­giore forza produttiva è la stessa classe rivoluzionaria». Una espe­rienza fondamentale derivante dalla nostra costruzione socialista nel corso di più di vent anni è di fare affidamento sulle masse. Al fine di imparare da Taching per l'industria e da Tachai per l'agricoltura, dob­biamo persistere nel mettere la politica al posto di comando, lanciare vigorosamente movimenti di massa e dare pieno corso all'entusiasmo, alla saggezza e alla creatività delle masse. Su questa base, devono essere rafforzati la pianificazione e il coordinamento, perfezionate le norme e i regolamenti razionali e messa ulteriormente in pieno valore l'iniziativa centrale e locale. Le organizzazioni di Partito devono fare bene atten­zione alle questioni di politica economica, preoccuparsi del benessere delle masse, fare bene le inchieste e lo studio, e adoperarsi efficace­mente per compiere o superare i piani statali per sviluppare l'econo­mia nazionale affinché l'economia socialista compia progressi ancora più grandi.

Noi dobbiamo ulteriormente rafforzare la direzione centralizzata del Partito. Dei sette settori - industria, agricoltura, commercio, cultura e educazione, esercito, governo e partito - è il Partito che esercita la dire­zione su tutto. I comitati di partito a tutti i livelli devono studiare «Sul rafforzamento del sistema dei comitati di partito», «Metodi di lavoro dei comitati di partito» come anche gli altri scritti del presidente Mao, fare il bilancio della propria esperienza e rafforzare ulteriormente la direzione centralizzata del Partito ideologicamente, organizzativamente e per quanto riguarda i regolamenti. Allo stesso tempo il ruolo dei comitati rivoluzionari e delle organizzazioni di massa deve essere fatto valere in pieno. Dobbiamo rafforzare la direzione nelle organizza­zioni di base al fine di assicurare che qui la direzione sia veramente nelle mani dei marxisti e nelle mani degli operai, dei contadini poveri e medio-poveri e degli altri lavoratori, e che il compito di consolidare la dittatura del proletariato sia assolto in ogni organizzazione di base. I comitati di partito a tutti i livelli devono applicare meglio il centra­lismo democratico e migliorare la loro arte di direzione. Deve essere messo bene in risalto che non pochi comitati di partito sono impegnati quotidianamente in problemi di routine e questioni di scarsa importanza, senza fare attenzione alle cose importanti. Ciò è molto pericoloso. Se non cambiano, essi imboccheranno inevitabilmente la strada del revisio­nismo. Si spera che i compagni di tutto il Partito, specialmente i com­pagni dirigenti, staranno in guardia contro tale tendenza e si impegne­ranno a cambiare tale stile di lavoro.

L'esperienza di triplice unione di anziani, adulti e giovani nei gruppi dirigenti, creata dalle masse durante la grande Rivoluzione culturale proletaria, ci ha offerto condizioni favorevoli per formare milioni di successori della causa rivoluzionaria del proletariato in accordo con i cinque requisiti avanzati dal presidente Mao. Le organizzazioni di Partito a tutti i livelli debbono tenere all'ordine del giorno questo com­pito fondamentale che è cruciale per le future generazioni. Come dice il presidente Mao: «I successori della rivoluzione proletaria crescono in­variabilmente in mezzo a grandi tempeste». Essi devono essere tem­prati nella lotta di classe e in quella tra le due linee e educati sia dal­l'esperienza positiva che da quella negativa. Pertanto, un comunista vero deve essere pronto a accettare un incarico superiore o inferiore e essere in grado di sopportare la prova di salire o scendere molte volte. Tutti i quadri, veterani e nuovi, devono mantenere stretti legami con le masse, essere modesti e prudenti, guardarsi dall'arroganza e dall'impetuosità accettare qualsiasi incarico secondo le esigenze del Partito e del popolo e attuare fermamente la linea e la politica rivoluzionaria del presidente Mao in ogni circostanza.

Compagni!
Il X Congresso nazionale del Partito avrà un'influenza profonda sul processo di sviluppo del nostro Partito. Presto convocheremo la IV As­semblea popolare nazionale. Il nostro popolo e i popoli di tutti i paesi ripongono grandi speranze nel nostro partito e nel nostro paese. Noi siamo fiduciosi che il nostro partito, sotto la guida del presidente Mao, si atterrà alla sua linea rivoluzionaria proletaria, lavorerà bene e soddi­sferà le speranze del nostro popolo e dei popoli di tutto il mondo.

Il futuro è luminoso, la strada è tortuosa.

Che tutto il nostro Partito si unisca, che il nostro popolo di tutte le nazionalità si unisca, siano risoluti, non temano sacrifici e sormontino ogni difficoltà per conquistare la vittoria!


Viva il grande, glorioso e giusto Partito comunista cinese!

Viva il marxismo-leninismo-pensiero di Mao Tsetung!

Viva il presidente Mao! lunga, lunga vita al presidente Mao!