Da "Il processone", op. cit. pp.100-104
Tribunale del Corpo d'Armata Territoriale di Milano (III)
Ufficio di istruzione1 - N. 1/27 Protocollo R.mo
Milano, addì 12 marzo 1927 Anno V
All'III.mo Signor Questore ...
Comando Legione dei CC.RR ...
Ogg. : Procedimento penale di competenza del Tribunale speciale per delitti contro la sicurezza dello Stato
La Regia Questura di Bologna, ravvisando nella attività svolta dal Partito comunista italiano, nel 1926, materia incriminabile, con diverse note denunziava gli ex onorevoli Salvatori, Riboldi, Gramsci, Buffoni, Alfani, Grieco, Maffi, Gnudi, Bendini, Borin, Innamorati, Marchioro Domenico e, inoltre, Stefanini, Scali, Ferragni, Capurro, Terracini, Bibolotti, Marchioro Isidoro, Tordolo, Fabbrucci, Ravera, Scoccimarro, Flecchia, Zamboni, Ravazzoli Ettore, Togliatti, Azzario, Germanetto, Roveda, Carretto, Petronio, Negri, Fienga, Michelotti, Lisa, Montagnana, Fabbri, Gidoni, Papi, Tettamanti, Falcipieri, Tosin; tutti esponenti del detto partito, quali responsabili dei delitti di cui agli art. 118 n. 3 - 120 -134 - 135 - 246 - 247 - 251 C.P.
Richieste informazioni alla Direzione generale della pubblica sicurezza, l'on. ministero dell'Interno, con nota 4 febbraio 1927, a firma «Suardo» comunicava che, effettivamente, il Partito comunista italiano svolgeva opera delittuosa che si concretava nel tentativo di suscitare la guerra civile e nel concerto di mutare violentemente la costituzione dello Stato e la forma del governo, mercé l'insurrezione armata degli abitanti del Regno contro i poteri dello Stato.
Aggiungeva che il PCI cercava di raggiungere l'instaurazione dello Stato operaio:
a) con un'organizzazione segretissima del partito, regolata da rigidissima disciplina;
b) con continua propaganda nelle fabbriche, investente in pieno il diritto di proprietà onde disarticolare la nazione negli organi più delicati, nel momento della rivoluzione;
c) con intensa propaganda fra i contadini per la socializzazione delle terre a mezzo della violenza;
d) con diuturna propaganda nelle file delle forze armate per incitare i militari ad infrangere i doveri della disciplina e della subordinazione (diffusione dei giornali La Caserma, La Recluta ecc.);
e) con un minuzioso lavoro spionistico sulle forze armate dello Stato, per mettersi in condizione di combatterle vittoriosamente colle armi, o, quanto meno, per indebolirne la resistenza di fronte ad un attacco rivoluzionario.
L'on. ministero concludeva la sua nota, segnalando gli enti preposti allo svolgimento dell'opera delittuosa anzi accennata, e cioè:
I) Il Partito comunista italiano, come complesso di forze attive e rivoluzionarie;
II) L'ufficio I, preposto alla propaganda antimilitaristica ed allo spionaggio;
III) L'organizzazione giovanile, attivissima e vera avanguardia della rivoluzione;
IV) L'organizzazione femminile;
V) L'organizzazione sindacale che doveva asservire al PCI le masse urbane e rurali dei lavoratori, tenendole spiritualmente pronte per la rivoluzione. Inoltre tendeva a minare l'economia capitalistica attraverso gli organi di produzione, onde diminuire la resistenza delle forze nazionali, al momento della rivoluzione;
VI) Il Soccorso vittime, già Soccorso Rosso, di cui era emanazione l'ufficio giuridico. Quest'organizzazione, sotto un aspetto umanitario, celava la vera sostanza di efficace mezzo di propaganda;
VII) L'associazione fra i contadini poveri, diffusa prevalentemente nel Meridione e nelle Isole per la quale il PCI profuse larghi mezzi di uomini e di denaro.
Questa organizzazione preparava, con lenta e tenace opera di propaganda, la coscienza rivoluzionaria indispensabile per la riuscita di qualsiasi movimento di carattere urbano e, mentre smussava gli inevitabili antagonismi fra città e campagna, spianava la via alla costituzione dei comitati di operai e contadini;
VIII) La sezione agit-prop che con larghissima dovizia di stampati, circolari ecc., irradiava dal centro alla periferia, a mezzo di corrieri segreti, ordini ed istruzioni per sfruttare ogni fatto economico, politico, sociale, di carattere locale, nazionale o internazionale, onde mantenere costantemente, fra le masse, quello stato di eccitamento e di ipersensibilità, utile ai fini rivoluzionari.
Dall'istruttoria penale in corso, emergerebbe che il PCI, nel 1926, avrebbe svolta una attivissima opera di propaganda, sia a mezzo di fidati emissari, sia col lancio e la diffusione di manifestini, opuscoli e giornali, stampati clandestinamente, fra le masse dei lavoratori e fra i militari, incitando pubblicamente all'odio di classe in modo pericoloso all'ordine pubblico, alla guerra civile e alla rivoluzione armata contro l'attuale forma di governo.
Risulterebbe pure che il PCI svolgerebbe attiva opera fra gli allogeni della Venezia Tridentina e della Venezia Giulia, per determinarli a insorgere in armi contro lo Stato italiano compiendo così fatti diretti a sottoporre le nuove terre, unite all'Italia con l'ultima vittoriosa guerra, al dominio straniero.
Inoltre emergerebbe che il PCI tenterebbe di suscitare moti insurrezionali fra i sudditi delle colonie contro lo Stato italiano.
Risulterebbe infine, da informative di R. Questure, che nel 1926 sarebbero state sequestrate numerose armi e munizioni a comunisti o simpatizzanti e che si sapeva che il PCI aveva, in diverse località del regno, depositi nascosti di armi e munizioni.
Da quanto sopra sembrerebbe che il PCI, nel 1926, svolgesse opera per suscitare la guerra civile e per mutare violentemente la costituzione dello Stato e la forma di governo e che, per raggiungere tali scopi, i capi ed esponenti del detto partito:
a) concertassero e stabilissero di commettere con determinati mezzi (propaganda fra le masse, incitante alla rivoluzione; depositi di armi e munizioni), il delitto di cui all'art. 104 Cod. Pen. (allogeni e sudditi coloniali) ed i delitti di cui agli art. 118 -120 Cod. citato (insurrezione contro i poteri dello Stato, mutamento violento della costituzione dello Stato e della forma di governo);
b) commettessero fatti diretti (propaganda attivissima preparante le masse dei lavoratori alla rivoluzione, tenendole in continuo stato di eccitazione e di esasperazione; tentativo di disgregamento dell'economia nazionale e delle forze militari; propalazione di notizie false e tendenziose; opera di spionaggio; depositi di armi e munizioni, organizzazione segreta di carattere schiettamente militare, incitamento all'odio di classe, additamento delle classi borghesi e del Partito nazionale fascista, come nemici da combattere colle armi, ecc.) a suscitare la guerra civile (art. 252 C.P.);
c) ottenessero la rivelazione, o si procurassero altrimenti la cognizione, di segreti politici o militari, concernenti la sicurezza dello Stato (art. 108 Cod. Pen.);
d) facessero parte di un'associazione diretta, fra l'altro a commettere i delitti di cui all'art. 247 (251 C.P.);
e) facessero l'apologia di reato, incitando alla disobbedienza alle leggi ed all'odio fra le classi sociali in modo pericoloso all'ordine pubblico, specie a mezzo della diffusione per il Regno di manifesti, opuscoli, giornali, stampati clandestinamente, contenenti apologia di reato o incitamenti alle masse all'odio di classe, alla guerra civile, alla disobbedienza alle leggi ed alla rivoluzione, o inviti ai militari, a venir meno ai precetti disciplinari e ad infrangere le norme della subordinazione gerarchica.
Ciò premesso, prego la S.V. Ill.ma compiacersi trasmettermi un rapporto dettagliato sull'organizzazione di tutti gli enti comunisti della provincia e sulla attività da loro svolta, precisando se nel 1926:
1) siano state sequestrate armi e munizioni e rilevanti somme di denaro a comunisti o simpatizzanti (specificare i nomi, il quantitativo delle armi e munizioni, l'importo delle somme e unire copia dei rapporti relativi ai fatti);
2) siano stati diffusi, per opera del PCI, manifesti, opuscoli, giornali, stampati alla macchia, incitanti a combattere con le armi i partiti borghesi ed in ispecie il PNF, all'odio di classe, alla disobbedienza alle leggi, alla rivoluzione; o facenti apologia di reato (possibilmente inviare un esemplare di tali stampati, unendo una copia dei rapporti compilati sui fatti);
3) siano stati diffusi, fra i militari di codesta provincia, giornali o altro, contenenti materia antimilitaristica (unire un esemplare e copia dei rapporti compilati sui fatti);
4) sia stata fatta opera dal PCI di spionaggio, militare o politico (unire copia dei rapporti compilati sui fatti);
5) siano stati sorpresi comunisti o simpatizzanti a fare propaganda tendente a indurre le masse dei lavoratori a combattere colle armi le classi borghesi ed il PNF; incitante alla disobbedienza alle leggi, alla rivoluzione, all'odio di classe, o facenti apologia di reato (eventualmente unire copia dei rapporti compilati sui fatti);
6) risulti che il PCI abbia svolto opera per far sorgere in armi gli allogeni della Venezia Giulia e della Venezia Tridentina contro i poteri dello Stato, per sottoporre tali regioni al dominio straniero (eventualmente, unire copia dei rapporti compilati sui fatti);
7) risulti che il PCI abbia svolto opera per far sorgere in armi i sudditi delle colonie contro lo Stato italiano (eventualmente, unire copia dei rapporti compilati sui fatti);
8) risulti che il PCI abbia costituito depositi clandestini di armi e munizioni nella provincia sottoposta al controllo della S.V. Ill.ma o altrove (notizie ufficiali o fiduciose);
9) siano stati commessi da esponenti del PCI fatti diretti a far sorgere in armi gli abitanti del Regno contro i poteri dello Stato, per mutare violentemente la costituzione e la forma di governo (eventualmente, inviare copia dei rapporti compilati sui fatti).
Rivolgo, inoltre, viva preghiera alla S.V. Ill.ma di compiacersi di segnalarmi tutte le notizie riguardanti l'attività criminosa svolta dal PCI nella sua provincia, con speciale riguardo ai delitti anzi menzionati ed alle informazioni fornite dall'on. ministero dell'Interno, concernenti le diverse organizzazioni comuniste e la loro attività.
Sarò grato, se la S.V. Ill.ma si compiacerà trasmettermi tutte quelle notizie che Ella riterrà utili ai fini dell'istruttoria in corso, specie riguardo agli imputati. Sarò grato di cortese sollecitudine.
In attesa ringrazio.
Il Giudice istruttore militare
Avv. Enrico Macis