Lettera di invito
per il I Congresso dell'Internazionale comunista


Il testo, del 24 gennaio 1919, è ripreso da Die Kommunistische Internationale, 1919, n.1, pp. 3-7 e in traduzione italiana da Aldo Agosti, La Terza Internazionale - Storia documentaria, vol I,1, pp.18-22


Cari compagni,

i sottoscritti partiti e organizzazioni considerano di urgente ne­cessità la convocazione del primo congresso della nuova Internazionale rivoluzionaria. Non soltanto nel corso della guerra e della rivoluzione si è manifestato il fallimento più completo dei vecchi partiti socialisti e socialdemocratici e, ad un tempo, della Seconda Internazionale, nonché l'incapacità degli elementi intermedi della vecchia socialdemo­crazia (il cosiddetto «centro») di una effettiva azione rivoluzionaria, ma già si vedono attualmente delinearsi i contorni della vera Inter­nazionale rivoluzionaria. Il movimento ascendente, estremamente ra­pido, della rivoluzione mondiale che pone sempre nuovi problemi; il pericolo di soffocamento di questa rivoluzione da parte dell'alleanza degli Stati capitalistici che si uniscono contro la rivoluzione sotto lo stendardo ipocrita della Società delle Nazioni; i tentativi dei partiti socialdemocratici di unirsi e di aiutare di nuovo i loro governi e la loro borghesia a tradire la classe operaia, dopo essersi accordata una reciproca «amnistia»; infine l'esperienza rivoluzionaria, estremamente ricca, già acquisita e l'internazionalizzazione dell'intero movimento ri­voluzionario - tutte queste circostanze ci obbligano a prendere l'ini­ziativa di mettere all'ordine del giorno la convocazione di un con­gresso internazionale dei partiti proletari rivoluzionari.

I.
Gli scopi e la tattica

Il riconoscimento dei seguenti paragrafi, qui fissati come pro­gramma ed elaborati sulla base dei programmi della lega Spartaco in Germania e del Partito comunista (bolscevico) in Russia deve, secondo noi, servire di base alla nuova Internazionale.

1. L'attuale è il periodo della decomposizione e del crollo del­l'intero sistema capitalistico mondiale e sarà quello del crollo della civiltà europea in generale se non viene distrutto il capitalismo con le sue insolubili contraddizioni.

2. L'obiettivo del proletariato è, nel presente momento, quello di prendere il potere dello Stato. La presa del potere dello Stato significa la distruzione dell'apparato statale della borghesia e l'organizza­zione di un nuovo apparato di potere proletario.

3. Il nuovo apparato di potere deve rappresentare la dittatura della classe operaia e, in alcuni paesi, anche dei piccoli contadini e degli operai agricoli, deve cioè essere lo strumento del rovesciamento sistematico e dell'espropriazione della classe sfruttatrice. Non la falsa democrazia borghese - questa forma ipocrita della dominazione della oligarchia finanziaria - con la sua eguaglianza puramente formale, ma la democrazia proletaria, con la possibilità per le masse lavora­trici di realizzare la loro libertà; non il parlamentarismo, ma l'autoam­ministrazione di queste masse attraverso i loro organismi eletti; non la burocrazia capitalistica, ma organi di amministrazione creati dalle masse stesse, con la partecipazione reale delle masse all'amministrazione del paese ed all'attività della edificazione socialista: ecco quale deve essere il tipo dello Stato proletario. Sua forma concreta è il potere dei consigli operai o delle organizzazioni operaie.

4. La dittatura del proletariato deve essere la leva per la espro­priazione immediata del capitale, per l'abolizione della proprietà pri­vata sui mezzi di produzione e per la trasformazione di questa pro­prietà in proprietà popolare.
La socializzazione (per socializzazione qui s'intende l'abolizione della proprietà privata che viene rimessa allo Stato proletario ed alla amministrazione socialista della classe operaia) della grande industria e delle banche, suoi centri di organizzazione; la confisca delle terre della grande proprietà fondiaria e la socializzazione della produzione agricola capitalistica; il monopolio del commercio estero; la socializ­zazione dei grandi fabbricati nelle città e delle grandi proprietà nelle campagne; l'introduzione dell'amministrazione operaia e la centraliz­zazione delle funzioni economiche nelle mani degli organismi creati dalla dittatura proletaria - ecco i problemi essenziali dell'ora.

5. Per la sicurezza della rivoluzione socialista, per la sua difesa contro i suoi nemici interni ed esterni, per l'aiuto alle altre frazioni del proletariato nazionale in lotta, ecc. sono necessari il disarmo com­pleto della borghesia e dei suoi agenti e l'armamento generale del proletariato.

6. La situazione mondiale esige ora il contatto più stretto tra le differenti parti del proletariato rivoluzionario e l'unione completa dei paesi nei quali ha trionfato la rivoluzione socialista.

7. Il metodo fondamentale di lotta è l'azione di massa del pro­letariato, ivi compresa la lotta aperta a mano armata contro il potere dello Stato del capitale.

II.
Rapporti con i partiti «socialisti»

8. La II Internazionale si è divisa in tre gruppi principali: i socialpatrioti dichiarati che, durante tutta la guerra imperialistica degli anni 1914-18, hanno sostenuto la loro borghesia e hanno trasformato la classe operaia in boia della rivoluzione internazionale; il «centro», il cui dirigente teorico è attualmente Kautsky, e che rappresenta una organizzazione di elementi sempre oscillanti, incapaci di seguire una linea direttrice stabile, che agiscono talvolta da veri e propri traditori; infine, l'ala sinistra rivoluzionaria.

9. Nei confronti dei socialpatrioti, che dovunque, nei momenti critici, si oppongono armi alla mano alla rivoluzione proletaria, è pos­sibile solo la lotta implacabile. Nei confronti del «centro», la tattica del distacco degli elementi rivoluzionari e della critica spietata e dello smascheramento dei capi. Ad una certa tappa dello sviluppo, sarà as­solutamente necessaria la rottura organizzativa dagli elementi del centro.

10. È invece necessario il blocco con quegli elementi del movi­mento rivoluzionario che, pur non avendo mai fatto parte del movi­mento socialista, si pongono oggi nel complesso sul terreno della dit­tatura proletaria nella forma del potere sovietico. Tali sono in primo luogo gli elementi sindacalisti del movimento operaio.

11. Infine è necessario attirare tutti i gruppi e organizzazioni pro­letari che, pur non essendosi uniti apertamente alla corrente rivolu­zionaria di sinistra, tuttavia manifestino, nella loro evoluzione, una tendenza in questo senso.

12. Concretamente, proponiamo che partecipino al congresso i rappresentanti dei seguenti partiti, tendenze e gruppi (membri a pieno titolo della Terza Internazionale saranno partiti del tutto diversi, che si metteranno interamente sul suo terreno):
1) la lega Spartaco; 2) il Partito comunista (bolscevico) di Russia; 3) il Partito comunista dell'Austria tedesca; 4) quello dell'Ungheria; 5) quello di Finlandia; 6) il Partito comunista operaio polacco; 7) il Partito comunista di Estonia; 8) quello della Lettonia; 9) quello della Lituania; 10) quello della Bielorussia; 11) quello dell'Ucraina; 12) gli elementi rivoluzio­nari del Partito socialdemocratico ceco; 13) il Partito socialdemocratico bulgaro; 14) il Partito socialdemocratico rumeno; 15) l'ala sinistra del Partito socialdemocratico serbo; 16) la sinistra del Partito socialdemo­cratico svedese; 17) il Partito socialdemocratico norvegese; 18) per la Danimarca il gruppo Klassenkampen; 19) il Partito comunista olandese; 20) gli elementi rivoluzionari del Partito operaio belga; 21 ) e 22) i grup­pi e le organizzazioni all'interno del movimento socialista e sindacalista francese che, nell'insieme, solidarizzano con Loriot; 23) la sinistra socialdemocratica della Svizzera; 24) il Partito socialista italiano; 25) gli elementi rivoluzionari del Partito socialista spagnolo; 26) gli ele­menti di sinistra del Partito socialista portoghese; 27) i partiti socia­ listi britannici (prima di tutto la corrente rappresentata da Mac Laine); 28) il Socialist Labour Party (Inghilterra); 29) Industrial Workers of the World (Inghilterra); 30) Industrial Workers di Gran Bretagna; 31) gli elementi rivoluzionari delle organizzazioni operaie d'Irlanda; 32) gli elementi rivoluzionari degli Shop Stewards (Gran Bretagna); 33) Socialist Labour Party (America); 34) gli elementi di sinistra del Partito socialista d'America (la tendenza rappresentata da Debs e la lega di pro­paganda socialista); 35) gli Industrial Workers of the World, America; 36) gli IWW di Australia; 37) Workers International Industrial Union (America); 38) i gruppi socialisti di Tokio e Yokohama (rappresentati dal compagno Katayama); 39) l'Internazionale giovanile socialista (rap­ presentata dal compagno Münzenberg).

III.
La questione dell'organizzazione e il nome del partito

13. La Terza Internazionale ha la sua base nel fatto che in diversi partiti di Europa si son già formati gruppi ed organizzazioni di com­pagni di idee, che si collocano su una piattaforma comune ed impiegano presso a poco gli stessi metodi tattici. Sono in primo luogo gli sparta­chisti in Germania ed i partiti comunisti in molti altri paesi.

14. Il congresso deve far nascere, in vista di un legame perma­nente e di una direzione metodica del movimento, un organo di lotta comune, centro dell'Internazionale comunista, che subordini gli inte­ressi del movimento di ciascun paese agli interessi comuni della rivo­luzione su scala internazionale. Le forme proprie dell'organizzazione, della rappresentanza, ecc. saranno elaborate dal congresso.

15. Il congresso dovrà chiamarsi «Primo congresso dell'Internazionale comunista» e i differenti partiti diverranno sezioni di essa. Teoricamente già Marx ed Engels hanno scoperto la falsità del nome «socialdemocratico». Il crollo vergognoso dell'Internazionale social­democratica richiede anche qui una rottura. Del resto il nucleo fon­damentale del grande movimento è già formato da una serie di partiti che hanno preso questo nome.

In considerazione di quanto è stato fin qui detto, noi proponiamo a tutte le organizzazioni e partiti fratelli di mettere all'ordine del giorno la questione della convocazione del congresso comunista inter­nazionale.


Con i nostri saluti socialisti II CC del Partito comunista russo (Lenin, Trotskij)

L'Ufficio estero del Partito operaio comunista di Polonia (Karski)
L'Ufficio estero del Partito operaio comunista di Ungheria (Rudnianski)
L'Ufficio estero del Partito operaio comunista dell'Austria tedesca (Duda)
L'Ufficio russo del CC del Partito comunista di Lettonia (Rozin)
Il CC del Partito comunista di Finlandia (Sirola)
Il CE della Federazione socialdemocratica rivoluzionaria balcanica (Rakovskij)
Per il SLP d'America (Reinstein)